Nel giorno in cui la Sardegna intera si apprestava a rendere omaggio al proprio eroe sportivo Gigi Riva, quel cavaliere senza macchia che ha riscattato un intero popolo agli occhi del resto del paese che vedeva i sardi ancora come cittadini di serie B, la Dinamo Sassari, a sorpresa, salutava il proprio condottiero Piero Bucchi. Un esonero inaspettato per il coach bolognese che paga per tutti, o meglio paga per errori non suoi, in una squadra che non ha mai girato a pieni giri; al suo posto è arrivato il bosniaco Nenad Markovic.
Atterrato nel mondo Dinamo a novembre del 2021, dopo la breve e negativa parentesi dell’era Cavina, in questi due anni si è fatto apprezzare nell’ambiente per la sua professionalità e soprattutto per gli ottimi risultati, portando i biancoblu entrambe le volte in semifinale Scudetto e cadendo solamente davanti alla corazzata Milano.
Fatali sono stati i tonfi a Cholet, con annesso abbandono della BCL, e soprattutto a Treviso in un autentico spareggio salvezza. Una squadra che non è mai riuscita a dare continuità di risultati, alternando grandi trionfi, come con Milano e la prima gara di Play-in in Francia, e cadute rovinose come a Brescia o proprio l’ultima in Veneto.
Colpe che solamente in minima parte sono da imputare a coach Bucchi, che troppo spesso in questa stagione ha dovuto fare le nozze con i fichi secchi, con un roster che si è dimostrato fin da subito non all’altezza delle aspettative e falcidiato da troppi infortuni in fase di preparazione.
A cominciare dell’inadeguato playmaker Whittaker, sostituito con due mesi di ritardo dal positivo Jefferson; oppure lo svampito McKinnie, arrivato a Sassari per sostituire con urgenza la stella Bendzius, quando invece c’era un Olisevicius già impacchettato da Reggio Emilia, che se ne voleva ormai disfare da tempo, e proprio domenica scorsa è stato il miglior marcatore della Nutribullet Treviso, oltre che l’uomo capace di svoltare la stagione della squadra di Vitucci.
Dulcis in fundo l’arrivo di Taylor Smith: sbarcato ad Alghero per sostituire Diop, salvo poi, dopo appena 48 ore, rispedirlo al mittente per non aver superato le visite mediche e la conseguente, strana, decisione di Federico Pasquini di restare con un centro in meno nel roster, aspettando di fatto il ritorno del senegalese.
Proprio le “prodezze” del GM non sono mai state messe in discussione, e a quanto pare mai lo saranno, visto che nelle ultime tre sessioni estive il Banco di Sardegna ha quasi sempre toppato, dovendo troppo spesso ricorrere al mercato per sistemare gli errori fatti a luglio.
Il presidente Stefano Sardara si è premurato di congedare coach Piero Bucchi con queste parole:
Ci tengo a ringraziare personalmente Piero e la sua famiglia per il lavoro e il supporto in questi due anni. Piero e’ molto più di un allenatore, e’ una persona eccezionale di grandi valori umani e con una grande dedizione al lavoro. Oggi le nostre strade si separano solo per le fredde regole dello sport.
Al suo posto i vertici della società hanno individuato il profilo di Nenad Markovic, 55 anni bosniaco di Doboj, esonerato 40 giorni fa in Francia per gli scarsi risultati nel campionato transalpino con Dijon, ma nonostante ciò è riuscito a qualificare la squadra alle Top16 di BCL, arrivando primo nella stagione regolare con un record di 5-1.
Markovic ha iniziato la sua carriera nel 2007 con un biennio al Panionios in Grecia. Dopo Kaod ha debuttato nel campionato turco con il Trabzonspor, poi al Pinar, prima di fare il salto con Tenerife in ACB. Con gli spagnoli nel 2017 ha vinto la Coppa Intercontinentale. Tornato nella parte asiatica della Turchia, questa volta con Gaziantep, restandoci per quattro stagioni con ottimi risultati.
Risultati che l’hanno portato esattamente in Francia, dove l’annata scorsa ha incrociato in Basketball Champions League proprio i sardi con la sua Dijon, vincendo in stagione regolare sia all’andata che al ritorno.
Queste le parole rilasciate nella sua prima conferenza stampa con la tuta della Dinamo:
Sono molto contento di essere parte di questo storico team, storico perché ha vinto ed è sempre stato competitivo, una grande organizzazione, la gente ama la squadra. E’ la prima volta che lavoro in Italia è sempre stato un mio desiderio dopo Grecia, Turchia, Spagna, non ho esitato ad accettare l’offerta di Sassari.
Il basket di Markovic è quello di trovare la via per vincere le partite, tutti dicono bisogna difendere, segnare punti facili, muovere la palla, sarebbe troppo facile esistono poi gli avversari. Quello che posso dire che tutte le mie squadre hanno sempre avuto un’impronta, una consistenza partendo dalla difesa, arrivo in corsa e non ho costruito la squadra dall’inizio ma sono abituato, nessuna scusa, devo cercare la via migliore per riuscire a cambiare la stagione, per trovare la soluzione giusta.
Il roster della Dinamo resterà per il momento congelato, con il nuovo coach che vorrà testare sul campo le caratteristiche di ogni componente. McKinnie perciò avrà l’ennesima occasione di dimostrare di meritare un posto in squadra, ma alle sue spalle scalpita Eimantas Bendzius che molte voci darebbero in via di guarigione e a disposizione già dopo la Final Eight di Coppa Italia.
Prima di allora però Markovic avrà un grosso scoglio davanti a sé: l’Olimpia Milano di Ettore Messina, domenica pomeriggio al Forum. Una sfida probabilmente proibitiva per una Dinamo che ha cambiato registro da poche ore, ma il coach bosniaco vorrà certamente vedere se il cambio di panchina potrà portare una scintilla in una squadra che troppo spesso ha dimostrato di avere poco carattere.