Bologna, 6 dicembre 2023 – Notte scura, notte senza la sera, notte impotente, notte guerriera: nell’analizzare la partita della Virtus Bologna di questa sera mi sono venute in mente le splendide parole del compianto Pierangelo Bertoli ed in effetti, da un inizio scuro, senza la mitezza della sera, una prima parte di gara che manifestava impotenza, la gara si è trasformata in guerriera, come lo spirito che la squadra di coach Banchi ha incarnato questa sera.
Dopo un inizio abbastanza equilibrato, con le polveri abbastanza bagnate da entrambe le parti, il Barcellona ha pian piano preso il sopravvento su una Segafredo dall’andamento frenetico, ma con il linguaggio del corpo che mostrava un piattume insolito nella Virtus 2023-24 targata Banchi, tanto che a metà secondo quarto il coach grossetano ha dovuto chiamare due time-out in poco più di due minuti.
L’ultima interruzione dava i suoi effetti e l’atteggiamento bianconero è sembrato cambiare, tanto da fermare l’emorragia e, se non fosse stato per un’ingenuità dello spaesato Cacok, che si scorda di non essere ancora in bonus, la Segafredo avrebbe chiuso sul -10, che con il deleterio Shengelia del primo tempo sarebbe stato un affarone.
Al rientro dagli spogliatoi ci si è subito accorti che le facce bianconere erano cambiate, la difesa bolognese sporcava ogni passaggio dei catalani, metteva il corpo su ogni taglio ed anche in attacco si ergevano nuovi protagonisti che raccoglievano il testimone dell’eroico Daniel Hackett del primo tempo.
I gialli iberici non capivano più cosa fare, ma soprattutto come farlo, quella che era terra di conquista si era tramutata nel Bosco Atro di tolkeniana memoria, e ogni volta che entrava un giocatore bianconero portava il suo mattone, cominciando con la difesa cerebrale di Dobric, decisiva, passando per il rinato Shengelia e finendo con l’epitome di cosa sia adesso il gruppo Virtus: Bruno Mascolo che in 4 minuti a cavallo dei due ultimi quarti registrava un +/- di +9, segnava il canestro del sorpasso e addirittura disinnescava il post basso di Satoransky, che tanto male aveva fatto a Bologna fino a quel momento e faceva intuire che questa sera si poteva replicare la partita di Monaco di Baviera a parti invertite.
Tutto questo, probabilmente, sarebbe stato inutile se Iffe Lundberg, l’uomo della discordia di inizio anno, non avesse replicato la gara contro l’Olimpia, ergendosi ad assoluto protagonista della gara: 13 punti nell’ultimo quarto con alcune forzature e la bomba del +4 decisiva.
Alcuni numeri che danno l’idea del secondo tempo bolognese: 2 palle perse vs 9, 20 rimbalzi a 15, l’attacco del Barcellona tenuto a 30 punti, numeri che danno l’idea dello sforzo difensivo profuso dai virtussini in un secondo tempo che resterà nella mente degli 8187 spettatori presenti alla Segafredo Arena.
Coach Roger Grimau dovrà analizzare al meglio il crollo del secondo tempo, perchè non è la prima volta che accade e non sempre potrà trovare un Laprovittola da 8/10 nelle bombe e già la prossima gara casalinga contro il Fenerbahce potrà far capire molte cose..
Come il bombo che non potrebbe volare, ma non lo sa, questa Virtus Bologna continua a stupire, riesce sempre a trovare nuovi protagonisti, anche in emergenza, pronti a buttare il cuore oltre l’ostacolo e la prova di Bruno Mascolo ne è l’esempio perfetto: senza Pajola, Polonara, con Smith in grossa crisi, fisica e probabilmente anche tecnica, la sua faccia tosta e la sua determinazione hanno contribuito alla vittoria.
Come non parlare del primo tempo di un Hackett stoico, che da solo ha praticamente tenuto in linea di galleggiamento la Virtus. Questo è un gruppo vero, una squadra nel senso più nobile del termine e venerdì sera vedremo se le scorie di questa impresa saranno state smaltite visto che arriverà un Maccabi reduce dalla vittoria in trasferta contro l’Asvel di Gianmarco Pozzecco.
Highlights
Sala Stampa
Virtus Segafredo Bologna vs Fc Barcelona 80-75
Parziali: 18-24; 15-21; 23-16; 24-14
Pagelle
Iffe Lundberg 9: ancora tu? Altra prova devastante del giocatore danese, si prende in mano l’attacco bolognese nell’ultimo quarto e non sbaglia nulla, a parte il tiro libero finale ininfluente. A tutto ciò si aggiunga anche la difesa sui piccoli avversari. Come sempre, se mette il primo tiro, prende fiducia, se unisse la continuità diventerebbe un’arma totale.
Marco Belinelli 6: fa fatica, viene trattato da pericolo pubblico numero 1 con doppie uscite e misure particolari, ha il grande merito di mettere la bomba di inizio rimonta ad inizio terzo quarto.
Jaleen Smith 5: è in grossa difficoltà, oltre che fisica anche tecnica.
Ognjien Dobric 7,5: il signore oscuro. Non appare, ma con soli 2 punti ha un +/- di +13, ha un’intelligenza cestistica mostruosa, è sempre nel posto giusto al momento giusto, chiude tutto ciò che può e quando è seduto si sente.
Bruno Mascolo 7+: il meno atteso è quello che dà la scossa adrenalinica finale segnando anche i 2 punti del sorpasso. Bella favola?
Devontae Cacok 4,5: un bambino fra gli adulti. Rimbalza contro i lunghi catalani, non trova mai la posizione e quando gli si chiede di fare un fallo si dimentica.
Toko Shengelia 7: il Mr. Hyde del primo tempo ritorna Dr. Jeckill ed il suo contributo è come sempre decisivo. Grande solidità dopo un primo tempo da museo degli orrori.
Daniel Hackett 8,5: è il capobranco. Nel momento di massima difficoltà tiene in piedi la baracca, dà 6 assist ai compagni e sporca la circolazione avversaria, in poche parole un leader.
Jordan Mickey 5,5: si fa sentire come ai bei tempi, schiaccia e con la sua mobilità sabota l’attacco avversario, ma poi ricasca nel suo difetto più grosso, la mancanza di clutch, come dicono gli americani, quei due liberi sbagliati avrebbero potuto mandare in fumo un lavoro impeccabile: tacchino freddo.
Bryant Dunston 7: altro Mr. Invisibile, che con i suoi chili, le sue spinte, i suoi blocchi, i suoi tagliafuori decide le partite.
Awudu Abass n.g.: poco più di 2 minuti solo per far rifiatare Toko, troppo poco per un voto.
Isaia Cordinier 7,5: 100% nelle bombe, sempre la testa sulla gara e tiene sotto la doppia cifra Laprovittola, partita solida da giocatore vero.
Oscar Da Silva 5: Coach Grimau gli ha dato fiducia schierandolo nel quintetto titolare, ma il tedesco-brasiliano non l’ha ripagato, essendo impreciso da oltre l’arco. Importante comunque a rimbalzo.
Oriol Paulí s.v.
Jan Vesely 7: Il centro ceco fa sempre notare la sua presenza a tutto campo. Sa farsi trovare sempre ben collocato sia in fase offensiva che difensiva.
Darío Brizuela 6: Non è decisivo come ci aveva abituato a Málaga; cerca di sfruttare le opportunità a disposizione.
Nikola Kalinic 6: Sempre utile a tutto campo, ma non decisivo come in altre occasioni.
Tomas Satoransky 6,5: Segna la tripla che quasi riapre la partita. Le 3 palle perse sporcano una bella prestazione, condita da assist e rimbalzi per “il termometro” della squadra.
Willy Hernangómez 7: Approfitta i 16 minuti in campo diventando il massimo realizzatore dei suoi con 15 punti. Benino anche a rimbalzo.
Nicolás Laprovittola 5,5: In verità meriterebbe la sufficienza, ma visto che ha abituato tutti a essere sempre il massimo realizzatore, i suoi 9 punti sanno a poco. L’argentino, apparso un po’ sottotono, è comunque stato il massimo assistente dei suoi (8 assist).
Álex Abrines 5,5: Abrines è un role-player, nulla di più, nulla di meno. Quando servono i punti, Grimau lo getta in mischia sperando nelle due triple. Caricato di falli, non è stato decisivo come in altre occasioni.
Jabari Parker 5: L’ex NBA era in traiettoria ascendente, ma questa sera a Bologna non ha dato il meglio di sé.
James Nnaji n.e.
Rokas Jokubaitis 4,5: Presenza opaca quella del lituano, che senza il suo connazionale Jasikevicius in panchina non sembra più lo stesso. Candidato a delusione della squadra dell’anno, contro la Virtus non ha tirato a canestro, e ha perso 3 palloni in poco più di 12 minuti in campo.
Pagelle del Barca dalla nostra eroina dei due mondi Laura Cristaldi