Sassari, 20 maggio 2023 – Una gara da dentro o fuori per la Reyer Venezia, chiamata a vincere per tornare in laguna per la definitiva bella; da parte della Dinamo, invece, una vittoria da prendere al volo per non complicarsi ulteriormente la vita, chiudere la serie e volare in semifinale dei Playoff Scudetto. Proprio i sardi hanno avuto la meglio per 87-83 in un match diventato improvvisamente equilibrato, grazie ad un Jayson Granger da leggenda, capace di ribaltarla quasi da solo con una prestazione clamorosa al tiro.
Il Banco di Sardegna non ha sprecato il match point casalingo, il primo e unico che abbia mai avuto nelle serie precedenti contro i veneti, basando tutto sulla difesa, come sempre in questi quarti. Fase difensiva che ha costretto gli ospiti a 20 palle perse, costruendo il parziale nel secondo periodo di 21-8 che alla fine ha deciso l’incontro.
Gara sempre condotta da quel momento in poi dagli uomini di coach Piero Bucchi, bravi a respingere i continui tentativi di rientrare degli orogranata, ritrovando un vecchio alleato come il tiro dal perimetro.
Per la prima volta nella serie, infatti, i biancoblu hanno chiuso abbondantemente sopra il 50%, 54.5% per l’esattezza, con Filip Kruslin finalmente sugli scudi, 22 punti per il croato con un 6/9 dai 6.75, un Kaspar Treier mai così efficace come stasera, 11 punti con un 3/4 e tanto lavoro sporco, e nonostante un Eimantas Bendzius con le polveri bagnate che ha chiuso con una virgola, la prima dell’anno.
Ma il vero MVP della serata, oltre che della serie, è ancora una volta Ousmane Diop, il centro senegalese ha impartito un’altra lezione ai lunghi avversari, piazzando una doppia doppia da 19 punti e 10 rimbalzi.
L’ex Torino sembra essere come sbocciato proprio nel momento decisivo della stagione, chiamato ora alla prova del nove contro i lunghi dell’Olimpia Milano. Quello sì un esame probante che lo potrebbe definitivamente consacrare nel panorama nazionale e non solo.
Per l’Umana Reyer è la fine di una stagione parecchio tribolata, un inizio tra alti e bassi e con la separazione a febbraio da coach De Raffaele. L’arrivo di coach Neven Spahija è stato la sveglia che ha scosso un roster composto da giocatori di grande talento ed esperienza, che in questa serie però hanno tradito le attese.
Uno su tutti Mitchell Watt, eroe nella vittoria di Gara 1 e relegato a comparsa nelle restati sfide, compresa quella di stasera. Una serata in cui ha palesato ancora una volta le proprie difficoltà fisiche nel contenere avversari più atletici e aggressivi di lui. Anche il pacchetto d’italiani ha steccato, con Moraschini, Brooks, De Nicolao e Tessitori capaci di segnare appena 8 punti in quattro.
Solamente Spissu è stato capace di dare un rendimento quanto meno accettabile tra gli azzurri, con 14 punti mandati a referto, ma con 6 palle perse da parte del playmaker sassarese che riportano alla luce alcuni suoi problemi di regia nel sistema del coach croato, come evidenziato dal suo rendimento altalenante durante la stagione orogranata.
Venezia ha pagato anche oggi il problema a rimbalzo, voce statistica che l’ha visto soccombere durante tutta la serie, anche stasera infatti ha perso la sfida sotto i tabelloni per 31-26, concedendone ben 11 in attacco, 6 dei quali nel solo, disastroso, secondo periodo.
Una gara persa dunque, ma che rischiava clamorosamente di girare in favore degli ospiti grazie agli ultimi 3′ di un Jayson Granger da fantascienza. 30 punti alla fine per l’uruguagio che hanno rimesso in discussione tutto, con la Dinamo ormai sicura della vittoria sul +12, con l’ex Baskonia capace di riportare i suoi sul -2 palla in mano a suon di triple insensate, fallendo alla fine proprio la tripla della agognata Gara 5 al Taliercio.
È Venezia che approccia al meglio Gara 4, scaldando subito la mano di Spissu e andando sullo 0-5. La Dinamo sembra tramortita in avvio, ci pensa Kruslin a ridestarla con due bombe consecutive che portano i padroni di casa per la prima volta avanti, 6-5.
La Reyer sembra decisa a comandare il match e prova la prima mini fuga con Parks che firma il +4. Ma è ancora il croato biancoblu con le sue triple, quattro in pochi minuti, a tenere a galla i padroni di casa che firmano un parziale di 8-0.
Le due squadre si rispondono a suon triple e sembrano aver finalmente tolto il tappo al canestro dai 6 metri e 75. Granger inizia a scaldare la mano e con una gran tripla in isolamento chiude il primo quarto sul 24-25.
L’80% dalla lunga distanza degli ospiti è destinato a scendere, anche a causa della difesa sassarese che sale d’intensità nel secondo periodo. La Reyer si inceppa e salgono in cattedra i due giovani della panchina del Banco: Diop, che prende le chiavi del pitturato, e Treier, che inizia a mettere a ferro e fuoco il ferro da oltre l’arco.
Il parziale recita 10-0 in favore dei padroni di casa e +9. Spissu è il più costante al tiro per i suoi, ma la squadra di Spahija continua a subire pesantemente a rimbalzo. Diop continua a terrorizzare la difesa lagunare e la Dinamo si porta sul 45-31, sbagliando anche qualche libero di troppo.
È ancora il play della nazionale ha smuovere il tabellino degli ospiti e il primo tempo si chiude sul 45-33. Un parziale nel secondo periodo pesantissimo da 21-8 per il Banco.
Sassari sembra uscire bene dagli spogliatoi, quasi un remake di Gara 2 e 3, con la tripla di un infuocato Kruslin che segna il +15. In realtà Venezia approccia meglio la ripresa rispetto alle ultime sconfitte e prova a restare attaccata con il solito Spissu, 50-40.
La sfida si fa spigolosa, in tanti iniziano ad avere problemi di falli, tre falli per Stephens, Dowe e Jones da una parte, così come Watt, Tessitori, Mokoka e addirittura il quarto per Parks. I due coach danno ampio spazio alla panchina e la gara si fa più sporca e spezzetata.
L’appoggio al vetro di Brooks chiude il terzo periodo 60-53. C’è ancora speranza per la Reyer.
È sempre Spissu a suonare la carica, raccoglie il testimone Tessitori che piazza la bomba del -5. L’inerzia sembra essere girata, ma è un gioco da 4 punti di Dowe a rigirarla nuovamente. Si va sul 76-66.
Venezia perde Watt e Tessitori per falli, sembrano arrivati i titoli di coda per i veneti, ma Granger decide di vestre i panni del supereroe e piazza un break clamoroso di 3-15 tutto da solo. Dal +12 il Banco sprofonda fino al +2.
Regna la paura negli occhi del pubblico e dei giocatori di Bucchi.
Diop viene raddoppiato a 30” dalla sirena e sbaglia da sotto. Granger ha nelle mani il possibile sorpasso sul filo di lana. Scaglia la tripla allo scadere, ma è lunga e raccoglie Diop a 6 decimi dallo scadere.
Il centro classe 2000 viene mandato in lunetta e con un 2/2 sancisce il risultato finale di 87-83.
Sassari si scrolla dalle spalle non una scimmia, ma un gorilla enorme che teneva sulle spalle dopo le sconfitte del 2019 e 2021 e ora vola alle semifinali con nuove ambizioni e speranze. Certo contro la corazzata Milano le speranze sono poche se non nessuna, ma se c’è qualcosa che la Dinamo ha insegnato ai propri tifosi in queste 13 stagioni di LBA è che i propri limiti sono fatti per essere superati. Sempre!
Dinamo Banco di Sardegna Sassari – Umana Reyer Venezia 87-83
Parziali: 24-25; 21-8; 15-20; 27-30.
Progressione: 24-25; 45-33; 60-53; 87-83.
Sala Stampa
Neven Spahija, Piero Bucchi, Massimo Chessa e Giacomo Devecchi
Le Pagelle
Dinamo Banco di Sardegna Sassari
Jamal Jones 4: da eroe di Gara3 a comparsa oggi. L’atavico problema dei falli va avanti ormai da tutta la stagione e anche oggi non fa eccezione. Ma se giovedì sera si era riscattato con un terzo periodo da fenomeno, questa volta è rimasto a sonnecchiare per il resto della gara. Poca intensità difensiva, cosa che poche volte gli è capitata in quest’annata, e quasi nullo in attacco. Incapace di crearsi i suoi classici tiri dal palleggio, cade in un vortice di frustrazione che lo costringerà a guardare i minuti finali dalla panchina. Contro Milano servirà un Jones meno umorale e più convinto del suo, importante, bagaglio tecnico.
Gerald Robinson 5.5: una serie nel quale si è dimostrato più performante lontano dalle mura amiche. Anche stasera, infatti, ha faticato tremendamente per mettere in ritmo se stesso e la squadra. Mokoka si è capito che lo digerisca mal volentieri, ma nelle due partite interne si è visto un Gerald molto più timido e limitato al compitino. Eguaglia il suo record negativo di assist in stagione, appena uno, e guardandosi bene dall’attaccare il ferro, la sua specialità. Coach Bucchi lo butta nella mischia negli ultimi 5′, giocando con il doppio play, ed è bravo a rallentare il gioco, dando più fosforo ad una squadra quasi nel panico davanti alla rimonta veneziana.
Chris Dowe 7: il soldato speciale Mokoka non lo fa respirare in avvio di gara. Nel secondo quarto è decisivo nel 21-8 con ben 4 rimbalzi offensivi che si tramutano sempre in punti per Sassari. Completa l’opera con un ultimo quarto da leader consumato, piazzando due triple consecutive, ed infine è glaciale dalla linea della carità. Chiude l’ennesima prestazione totale da 15 punti, 7 rimbalzi, 2 rubate, 5 assist e +19 di plus/minus.
Filip Kruslin 7.5: rasenta la perfezione nel primo periodo, con un 4/5 dall’arco che incenerisce Spissu, rispondendo colpo su colpo alle triple di una Reyer tornata ad essere mortifera dai 6.75. Passato il momento da cecchino, torna a diventare l’ombra degli esterni orogranata. Piazza un’altra importantissima bomba nel finale, ma neanche lui può far nulla davanti ad un Granger baciato dagli dei del basket. Al termine saranno 22 i suoi punti, 6/9 da tre, e 19 di valutazione.
Kaspar Treier 7.5: la prova di maturità tanto attesa da parte dell’estone. Entra dalla panchina ed è lui con 2 triple di fila a firmare l’allungo prorompente del secondo quarto. Venezia inizia a temerlo non solo difensivamente, ma soprattutto dall’altra parte del campo scoprendo che anche lui è in possesso di mani educatissime. Ha il grosso merito di segnarne un’altra nei minuti finali, con la Dinamo alla ricerca disperata di punti. Completa il tutto con due liberi dal peso specifico non banale. 11 punti per lui e la speranza che il brutto anatroccolo possa essersi trasformato in un cigno nel momento più importante dell’anno.
DeShawn Stephens 6: parte subito bene mettendo Tessitori in grave difficoltà, piazzando 5 punti e prendendo 2 rimbalzi offensivi sulla testa dell’ex Virtus Bologna. Nella ripresa i problemi di falli costringono Bucchi a centellinarlo, ma nei pochi minuti che gioca si fa notare per il tanto lavoro sporco che fa per la squadra, chiudendo l’area e portando pick & roll di discreta qualità.
Eimantas Bendzius 5: 18 punti per il lituano, sì, ma segnati in tutta questa serie! Oggi chiude con una clamorosa virgola. Annullato dalla difesa ospite, prende solamente 3 tiri dando segni di frustrazione. Gara ancora fortemente negativa in attacco, mentre in difesa butta come sempre il cuore oltre l’ostacolo, limitando ancora una volta Willis. Gioca appena 20′, anche perché al suo posto gioco un Treier finalmente scintillate e va bene così, per questa volta.
Stefano Gentile 6.5: l’aria del PalaSerradimigni gli fa bene. Come in Gara3 fattura più che bene in attacco, con 7 punti e 4 assist. Non va mai fuori giri anche quando i palloni diventano pesanti come macigni, la sua esperienza poi fa il resto.
Tommaso Raspino 6: solita abnegazione difensiva per l’ex Stella Azzurra, riscopertosi uomo chiave nelle rotazioni di Bucchi. In attacco si limita a guardare i compagni, ma in difesa è il primo a sbucciarsi le ginocchia, rubando una palla, e mettere quella pressione che manda in apprensione gli esterni veneziani.
Ousmane Diop 8: MVP indiscutibile della serie e della gara di stasera. Un sesto uomo di lusso che esce dalla panchina è gira sempre la partita in favore dei biancoblu. Il pitturato è il suo terreno di caccia e il secondo quarto ne è la prova. Nel parziale dominato da sardi lui ne stampa 9 sui 21 complessivi, maltrattando uno Watt che sembra capitato lì per caso. Da incorniciare il capolavoro su Tessitori, a cui tocca un pallone e poi, dopo una rincorsa di 20 metri, si tuffa e in volo fa carambolare la palla sul piede del centro della nazionale. Giocata che manda in estasi tutto il PalaSerradimigni. Nel finale costringe la Venezia a chiudere la gara senza i suoi due centri, usciti per falli. Dominante. Suggella la serie playoff della sua carriera con un’altra doppia doppia da 19 punti e 10 rimbalzi, con una stoppata, una rubata, 2 assist e 27 di valutazione.
Umana Reyer Venezia
Marco Spissu 6.5: approccia nel modo migliore la gara, aggressivo e letale al tiro. Nel secondo decisivo quarto, in negativo per la Reyer, il play sassarese segna la metà dei punti di tutta la squadra, 4 su 8. Nella ripresa continua ad attaccare il ferro alla grande, anche se dall’arco non è proprio la serata (1/4). Alla fine ne metterà 14 di punti, con 8 assist, ma ben 6 perse, alcune delle quali veramente sanguinose nell’ultimo periodo. Esce tra gli applausi del suo pubblico e non potrebbe essere altrimenti.
Amedeo Tessitori 5.5: se anche il buon Amedeo stecca la gara, allora per Venezia si fa veramente dura sotto le plance. Non riesce in alcun modo ad arginare i lunghi avversari, più mobili e atletici di lui. Ma se nelle altre gare compensava con la sua presenza a rimbalzo, oggi sembra quasi invisibile. Appena un rimbalzo preso e zero canestri nel pitturato. Risolleva una gara da 4 in pagelle con le due importantissime bombe negli ultimi minuti, il preludio allo show personale di Granger. Nervoso per quasi tutta la gara, si becca il tecnico per proteste ed è costretto ad uscire per 5 falli nel momento caldo del match.
Jordan Parks 6: parte con il gas spalancato, pronti via ne piazza 8 nei primi 10 minuti. Nei restanti periodi, però, si eclissa completamente, almeno in fase offensiva prendendo appena due tiri e perdendo 4 palle. In difesa è invece un fattore costante, forse l’unico capace di alzare l’intensità difensiva nella ripresa, mettendo in grossa in difficoltà un attacco sassarese che stava girando alla grande.
Michael Bramos s.v.: esce dalla panchina e piazza l’ormai sua classica bomba dall’angolo, con annessi 2 rimbalzi. Deve aver subito un piccolo infortunio, altrimenti non si spiega il perché Spahija lo lasci sul parquet solo 5 minuti.
Riccardo Moraschini s.v.: gioca anche lui appena 5′, tutti nel secondo periodo nel quale la Dinamo prende il volo e forse non è un caso. Completamente inesistente sia in attacco che in difesa.
Andrea De Nicolao 5.5: entra solamente nella ripresa e incide decisamente meno rispetto a Gara3, ma la sua aggressività dovrebbe essere d’esempio a tanti suoi compagni. Forse, però, Spahija non la vede allo stesso modo…
Jayson Granger 8: la prodezza dai 6.75 che compie allo scadere del primo quarto sembra un preludio a quello che poi accadrà nel finale. Nei periodi centrali fatica soprattutto nel far girare la squadra orogranata, con un playmaking pari allo zero, ma negli ultimi minuti va vicinissimo ad un miracolo sportivo. Negli ultimi 3 minuti porta da solo la Reyer dal -12 al -2 negli ultimi secondi con la tripla allo scadere che però non vede il fondo della retina. Un clinic offensivo clamoroso in cui piazza 10 punti consecutivi che rischiano di forzare la serie a Gara5. Alla fine della fiera i suoi punti saranno 30, con 6 falli subiti e 31 di valutazione.
Jeff Brooks 5: il solito discreto lavoro in difesa, specialità della casa, ma dall’altra parte del campo resta praticamente a guardare con soli 2 punti messi a referto. Veramente troppo poco.
Derek Willis 5.5: riesce a mettere punti a referto quasi esclusivamente dalla lunetta. A difesa schierata sia Spissu che Granger non sono in grado di servirlo nella maniera giusta, anche se c’è da dire che lui non fa nulla per farsi vedere. Chiude con 7 punti e 4 rimbalzi. Prima di questa serie era lui il pericolo numero per la difesa di Sassari, che non ha nel suo roster un giocatore in grado di contenerlo fisicamente, Bendzius si è sacrificato per la causa e forse lì la Dinamo ha vinto questa serie.
Mitchell Watt 3: quello arrivato a Sassari in questi due giorni sembra il gemello scarso. Se Gara3 è stata pessima, stasera si è superato con una prestazione inqualificabile. Innanzitutto perde il posto dal quintetto iniziale, quando entra poi è un danno per tutta la squadra. Viene travolto in difesa da Diop e Stephens, ripeto, Stephens (!), mentre in attacco sembra giocare a basket saponato, incapace di tenere una palla per più di 2 secondi. Nella ripresa completa l’opera con alcune perse sconcertanti, poi preso dalla frustrazione commette il suo quinto fallo ed è costretto ad uscire, per il bene di Spahija e tutta la Reyer. Che sia il viale del tramonto di uno dei centri più dominanti degli ultimi anni in LBA?
Adam Mokoka 6: il coach gli dà fiducia facendolo partire in quintetto, il suo compito è limitare Dowe ed almeno nel primo tempo ci riesce, negandogli tiri facili in penetrazione. In attacco riesce ad essere più costante, soprattutto quando la Reyer riesce a correre. Nella ripresa cala sensibilmente, soprattutto offensivamente dimostrando tutti i suoi limiti nel crearsi un tiro.