Sassari, 12 maggio – Reyer Venezia e Dinamo Sassari, due squadre che negli ultimi anni sembrano come destinate a lottare una contro l’altra. Ormai una classica, palesatasi in tre delle ultime quattro post season di LBA, tutte quante con un minimo comun denominatore: il fattore campo in favore dei lagunari.
In origine fu la serie di finale scudetto del 2019, sette gare condite da grande tensione ed equilibrio, spezzatosi nell’ultima fatidica gara proprio al Taliercio, un no game in favore dell’allora squadra di coach De Raffaele che ha permesso agli orogranata di alzare al cielo il loro quarto Scudetto. Nel 2021 le strade delle due squadre tornano ad incrociarsi, questa volta però ai quarti, ed ancora una volta l’equilibrio viene spezzato solo all’ultima gara, con i sardi che cestinano una Gara 5 condotta per quasi tutto il tempo, fino a toccare il +19, con un ultimo quarto horror.
Quest’anno si torna ad affilare le armi al primo turno come due stagioni fa, un cammino che ha portato entrambe le squadre a fare un percorso quasi speculare. Un’annata costellata da mille difficoltà soprattutto nella prima parte, dove tutte e due hanno perso punti per strada e si sono viste costrette ad inseguire il treno playoff negli ultimi tre mesi.
Una ricorsa forsennata iniziata per Sassari a fine gennaio, inanellando una serie di 7 vittorie consecutive che le hanno permesso non solo di entrare tra le prime otto, ma di giocarsi persino le piazze che contano. Gli uomini di coach Piero Bucchi hanno però bruscamente rallentato nell’ultimo mese, perdendo 4 delle ultime 7 partite, anche per colpa di qualche acciacco di troppo soprattutto del proprio play, quel Gerald Robinson scopertosi quest’anno muscolarmente troppo fragile.
Frenata dei sardi che ha permesso alla Reyer di raggiungere il quarto posto della griglia proprio sul filo di lana, grazie al +1 in loro favore nei due scontri diretti, ma soprattutto alle 8 vittorie negli ultimi 9 incontri. Un rush finale incredibile in cui la condizione dei lagunari è salita di livello, così come il livello di gioco espresso e molto del merito va al suo nuovo condottiero venuto da Sebenico, Neven Spahija.
Il coach croato è subentrato solamente a febbraio, in una squadra orogranata apparsa ormai sfiduciata e smarrita, dando nuova linfa ad un roster di assoluto livello e grande talento, forse imbrigliato dall’integralismo tattico di coach De Raffaele. Il grande lavoro di Spahija è stato riconosciuto anche dal proprio club, che ha distanza di pochi giorni dall’avvio della post season ha voluto rinnovare la fiducia con un contratto pluriennale, diradando le nubi di altri possibili allenatori in arrivo quest’estate, Gianmarco Pozzecco su tutti.
Due squadre che sembrano equivalersi, almeno sulla carta con i numeri fatti registrare in stagione, soprattutto con i due attacchi diventati tra i migliori di tutta la LBA.
Sassari comanda negli assist, con 19.4 palloni smazzati a partita, nel tiro da tre con il 40.6% e nella percentuale di tiri totali presi e messi a segno con il 48.9%. Ma Venezia non è restata certo a guardare, tallonando i biancoblu in tutte queste voci statistiche: quarta negli assist con 18.2, seconda da tre con il 40% e terza nei tiri totali segnandone il 47.8%.
Un equilibrio pressoché totale tra le due squadre anche in altre voci, come nei punti segnati, 4ª Sassari con 84.3 punti, mentre la Reyer 83.7; 4ª Venezia per valutazione complessiva con 95 punti, 5ª la Dinamo con 93.9; infine la percentuale dei tiri da due che vede il Banco di Sardegna in 4ª piazza con il 54.5%, tallonata dai rivali con il 53.2%.
Due attacchi che insomma sembrano girare alla perfezione nel momento caldo della stagione, anche grazie al talento delle proprie stelle.
Sassari è trascinata dai suoi veterani, Eimantas Bendzius e Gerald Robinson, rispettivamente 13.8 e 12.2 punti di media a partita. Ma se il loro ottimo apporto è ormai una costante nelle ultime stagioni sull’isola, uno dei nuovi arrivati si staglia su tutti: Chris Dowe, 13.5 punti nonostante un infortunio che l’ha costretto ai box nei primi mesi, l’ex Prometey ha giocato un 2023 da incorniciare in cui si è preso le redini della squadra, viste anche le tante assenze di Robinson.
A stupire però sono stati altri, per esempio Filip Kruslin, fino a pochi mesi fa solamente un ottimo difensore e nulla più, mentre adesso è il secondo miglior tiratore di tutta la LBA con il 50%, dopo aver passato gli ultimi due anni a martirizzare i ferri di mezza Italia. Un autentico miracolo!
Un altro è stato Ousmane Diop, premiato questa settimana con il premio Most Improved Player, giocatore più migliorato dell’intera LBA, e diventato ormai un cardine imprescindibile nel gioco di Bucchi con il suo atletismo e il suo agonismo, che l’hanno reso uno dei beniamini di tutto il PalaSerradimigni.
Dall’altra parte sono tante le vecchie conoscenze per i sardi, come Mitchell Watt, 13.6 i suoi punti, avversario di mille battaglie e ancora una volta trascinatore di una Reyer che non può prescindere dal proprio totem. Oltre al lungo ex Caserta si è fatta sentire la leadership di un altro veterano come Jayson Granger, giocatore dalla sconfinata esperienza in Eurolega e che stato capace spesso di salvare Venezia dalle secce di una stagione che rischiava di diventare ancor più complicata, con prestazioni da campione assoluto.
Ma su tutti questa sarà la serie di Marco Spissu, il neo play orogranata tornato in Italia dopo l’anno in Russia, che affronterà la squadra della sua città dopo anni passati a difendere proprio quegli stessi colori. Un’annata non facile per il giocatore sassarese, fatta di tanti alti e bassi, ma chiudendo la stagione in crescendo, con 9.9 punti e il 48.1% da tre. Una certezza.
Una serie che vede proprio i lagunari con il vantaggio del campo favoriti, con in più il vantaggio di avere un roster più lungo e più stazzato. Proprio i tanti chili in più della squadra di Spahija rischiano di diventare un serio problema per Sassari, che in più occasioni ha dimostrato di subire le squadre con lunghi più grossi e capaci di giocare spalle a canestro, proprio come Watt.
Dall’altra parte coach Bucchi ha saputo trasformare la sua Dinamo in una squadra difficile da superare soprattutto in difesa, capace di chiudere l’area e rubare la palla, ripartendo velocemente in transizione con le sue frecce Dowe e Robinson.
Insomma una serie che sulla carta sembrerebbe molto equilibrata e che quasi certamente si deciderà sui dettagli. Non resta che aspettare 24 ore per vedere la prima palla a due alzarsi nel catino bollente del Taliercio, scenario perfetto per una rivalità che rischia di durare per altri anni ancora.