Sassari, 18 maggio 2023 – Un PalaSerradimigni ribollente accoglie la Dinamo Sassari e la Reyer Venezia, la serie più incerta di questi Quarti dei Playoff 2023. Una Gara 3 equilibrata fino alla ripresa, dove l’attacco del Banco di Sardegna è divampato come un incendio in un terzo periodo in cui ha toccato anche il +21, vincendo il match e portandosi sul 2-1 nella serie. Ora i lagunari sono spalle al muro, chiamati a ribaltare il fattore campo sabato prossimo, per portare tutto alla “bella” nel Taliercio.
Una vittoria nata soprattutto dalla difesa per i sassaresi, come nel secondo tempo di Gara 2, chiudendo l’area e sperando nelle cattive percentuali degli ospiti. Vittoria arrivata non senza qualche patema di troppo, con l’Umana abile nel ricucire lo strappo negli ultimi minuti e avendo nelle mani persino la palla del -5 ad 1′ e mezzo dalla sirena conclusiva.
Una difesa che ha concesso appena il 37.5% alla Reyer dentro l’area (15/40), con gli ospiti costretti a trovare maggior fortuna dai 6.75, non trovandola, visto il 25% con solo 8 triple segnate su 31 tentativi. Stesso andamento ondivago per i padroni di casa nel tiro pesante, il 32% (10/31), ma bravi a trovare con frequenza il canestro nel pitturato, 58% (18/31), nonostante il piano partita di coach Neven Spahija fosse chiaro: sigillare l’area.
Una serata che ha come protagonista il volto di Jamal Jones, MVP della gara, autore di 15 punti, 12 dei quali nel periodo in cui si è decisa la contesa. L’americano è stato bravo a farsi trovare pronto, nonostante la frittata commessa pronti via, dopo appena 40 secondi, due falli di seguito che l’hanno relegato in fondo alla panchina.
Nella ripresa però piè veloce Jones ha scatenato tutta la sua furia, incenerendo la retina avversaria da tutte le posizione e firmando la spallata decisiva.
Grandi protagonisti di serata, e ormai della serie, anche Ousmane Diop, 9 punti e 7 rimbalzi, e Chris Dowe, 10 punti e 9 assist; con il centro senegalese dominante anche stasera sotto i tabelloni e l’americano diventato il vero equilibratore di questa Dinamo di fine stagione.
Le vere sorprese, però, sono state altre: la ritrovata vena offensiva di Stefano Gentile, 14 punti, e il grande impatto difensivo di Tommaso Raspino, entrato in emergenza dopo il problema di falli di Jones e capace di difendere su chiunque avesse la casacca orogranata.
Dall’altra parte, una serata da dimenticare per i veterani della Reyer, Mitchell Watt e Jayson Granger, rispettivamente 2 e zero punti, protagonisti della vittoria in Gara 1 e apparsi in debito d’ossigeno fin dalle battute iniziali, incapaci di esprimere il loro immenso talento. Grande prova invece di Derek Willis, 15 punti che hanno riscattato la pessima prestazione di Gara 2.
Stessi punti anche per il figliol prodigo Marco Spissu, tornato nella sua città per la prima volta da avversario nei playoff, condendo il tutto con 8 assist. Italiani dell’Umana che hanno avuto il merito di ricucire il grande svantaggio maturato al 30′. Su tutti Amedeo Tessitori, anche lui un ex con una doppia doppia da 11 punti e 10 rimbalzi, e Andrea De Nicolao, appena 2 punti ma tanta sostanza per un giocatore di sconfinata esperienza come lui, relegato troppo stesso ai margini da coach Spahija.
Avvio ad handicap per la Dinamo che è costretta a far sedere Jones quasi subito per falli. L’ingresso al suo posto di Raspino dà una bella carica alla difesa biancoblu che tiene bene, mentre Bendzius inizia a scaldare la mano, vantaggio 5-1.
Il lituano e Willis danno vita ad un duello che mantiene le due squadre in equilibrio fino al 18 pari, spezzato solo dal canestro di Diop con cui si chiude il primo periodo. 20-18 in favore dei sardi, che in questa frazione hanno tentato e realizzato una sola conclusione dall’area, proprio alla fine con il classe 2000, e un 4/13 dai 6.75.
La Reyer sembra avere più cattiveria, voglia e trascinata dal proprio capitano Bramos, piazza un 9-0 di parziale con cui gli ospiti tentano la prima fuga sul 22-27. Sassari non si scompone, diretta da un Dowe esemplare, e con i suoi due centri firma un parziale di 11-2 con cui si riporta avanti sul +4.
Watt sembra l’ombra di se stesso, non riesce ad arginare in alcun modo il maggior atletismo dei lunghi avversari e Spahija è costretto a chiamare in causa Tessitori, che risponde subito presente dalla lunetta, 37-35 ad 1′ dall’intervallo.
Un tap-in allo scadere del più piccolo in campo, Robinson, si chiude il primo tempo con Sassari avanti 41-35.
La ripresa si trasforma in un show personale di Jamal Jones, tutt’altro che ghiacciato dopo i tanti minuti passati in panchina. Il nativo dell’Arkansas raggiunge delle vette di onnipotenza cestistica clamorose, segnando 12 punti consecutivi che deprimono anche un ottimo difensore come Jordan Parks. Un parziale che si dilata fino al 16-2, con la Dinamo che vola sul +20 a metà quarto.
Spahija prova a scuotere la sua squadra buttando nella mischia gli italiani, rispolverando anche De Nicolao dal fondo della panchina che con la sua garra torna a dare nuova linfa ad un attacco asfittico. Moraschini prima e Tessitori poi riescono a ridurre parzialmente i danni, chiudendo il terzo periodo sotto sul 65-49.
La Reyer non sembra volersi arrendere e anzi la tripla dall’angolo di Tessitori riporta i lagunari solamente sul -10 con 9 minuti ancora da giocare. Bucchi chiama timeout e riporta tutti sull’attenti, prima di veder scivolare via dalle mani una gara che sembrava ormai già vinta.
Tanto per cambiare sono i canestri di Jones a scuotere i sassaresi che tornano a fatturare e Kruslin piazza la bomba del 75-57. Sembra la parola fine al match che si trascina stancamente verso la sirena.
Sembra infatti, perché la Dinamo torna a rilassarsi e commette errori incomprensibili. Parks firma il -8 a 2′ minuti dal termine, neanche questo sveglia i padroni di casa che cestinano l’ennesimo possesso e Moraschini avrebbe nelle mani la tripla del -5 a 90” dalla fine.
Il ferro, però, dice di no all’ex Olimpia Milano e dell’altra parte la tripla di Gentile chiude definitivamente Gara 3. Tutto il PalaSerradimigni torna a respirare normalmente dopo attimi di panico. La sirena suona sull’80-69.
Sassari va sul 2-1 e fra 48 ore ha nelle proprie mani il match point per chiudere la serie; dall’altra parte una Reyer apparsa oggettivamente stanca, farà di tutto per racimolare gli ultimi scampoli di energia rimasta per riportare tutto al Taliercio e giocarsela tra le mura amiche.
Una cosa è certa: in Gara 4 si azzererà tutto e sarà tutta un’altra storia, come d’altronde tutte le sfide tra Sassari e Venezia hanno ampiamente dimostrato.
Dinamo Banco di Sardegna Sassari – Umana Reyer Venezia 80-69
Parziali: 20-18; 21-17; 24-14; 15-20.
Progressione: 20-18; 41-35; 65-49; 80-69.
Sala Stampa
Neven Spahija, Piero Bucchi e Stefano Gentile
Le Pagelle
Dinamo Banco di Sardegna Sassari
Jamal Jones 8: ricade nuovamente nel suo antico vizio, quello dei falli in avvio di gara, ma questa volta si supera commettendone 2 in neanche 40 secondi. Frustrato è costretto a vedere quasi tutto il primo tempo dalla panchina. Poi dagli spogliatoi esce fuori una bestia famelica che azzanna la gara e la Reyer. 5 minuti d’autentica onnipotenza cestistica di Jamal Jones. Segna 12 punti di puro talento che spaccano in due la partita, Parks fa quel che può per provare a limitarlo, ma ci pensa da sola l’ala sassarese commettendo il suo terzo fallo. Alla fine saranno 15 i punti nel suo tabellino, che gli regalano il titolo di MVP del match.
Gerald Robinson 6: gara da Dr. Jekill e Mr. Hyde per il play americano. Un primo tempo più che positivo, nonostante un Mokoka perennemente alle calcagna. Sempre lucido nella gestione della gara, trova sempre la giocata giusta, smazzando assist a destra e manca. Suggella il primo tempo con il tap-in allo scadere. Nella ripresa la Dinamo prende il volo, ma lui resta bloccato al check-in. Meno reattivo, paga forse le gare ravvicinate e perde qualche pallone di troppo che rinvigorisce la rimonta veneziana. Per lui solo 5 punti, con un 1/6 da tre, ma ben 5 assist.
Chris Dowe 7.5: ormai è il direttore d’orchestra di Piero Bucchi. Parte in realtà con le marce basse, perdendo qualche pallone banale. Sale in cattedra nel secondo quarto facendo girare l’attacco sardo con meno frenesia e più efficacia. Nel secondo tempo nella fuga di Sassari non ci sono i suoi punti, ma i suoi assist. Il suo tabellino è notevole: 10 punti, 9 assist, 4 rimbalzi, 3 rubate e +22 di plus/minus.
Filip Kruslin 5.5: sparacchia forse troppo nel primo quarto, diventato praticamente il tiro alle paperelle del luna park. Finita la sparatoria torna a mettersi anima e corpo su uno Spissu ispirato. Nella ripresa cala d’intensità, ma Venezia è ormai alle corde. Alla fine poi quando la Reyer ricuce lo svantaggio, si fa prendere dall’ansia, commettendo errori veramente banali e chiudendo anzi tempo la gara per 5 falli.
Kaspar Treier 6.5: finalmente tira fuori la grinta troppo spesso celata sotto la sabbia. A rimbalzo torna a sgomitare, portando giù 3 palloni, ma la vera sorpresa è la concretezza in attacco. Infatti, invece di restare impalato sul perimetro come un cervo sfanalato lungo strada, attacca il ferro e si fa trovare in post segnando anche 4 punti.
DeShawn Stephens 6.5: non va mai in difficoltà nella metà campo difensiva, complice anche la serata no di uno spento Watt. Reattivo nei pick and roll, sporca molte linee di passaggio rallentando l’attacco ospite. Nella ripresa non cala come invece spesso gli accade. Chiude con 7 punti e 4 rimbalzi.
Eimantas Bendzius 6.5: in una serie nella quale è chiamato ad usare la sciabola piuttosto che il fioretto, non gli sembra vero di avere tutto questo spazio dal perimetro e punisce subito con due bombe in avvio. Dall’altra parte però allenta troppo la difesa su Willis, tenuto magistralmente a cuccia in Gara 2, con l’americano che tiene a galla la Reyer quasi da solo. Il nativo di Klaipeda allora butta il fioretto e torna a sporcarsi le mani, torna aggressivo in difesa rubando anche 3 palloni e in rimbalzo è il solito fattore portandone giù 5. Alla fine saranno 8 i suoi punti in 24′, centellinato da Bucchi come il migliore degli alchimisti.
Stefano Gentile 7.5: esce come sempre dalla panchina e questa volta diventa uno dei protagonisti di serata. Non soltanto in difesa, ma soprattutto al tiro, trovando finalmente il fondo della retina con costanza e andando in doppia cifra dopo esattamente due mesi. Chiude con 14 punti e la tripla che scaccia via la paura di tutto il palazzo che vedeva la Reyer rientrare minacciosamente.
Tommaso Raspino 7: i due scellerati falli di Jones in meno di 40” lo catapultano dentro e lui non si fa pregare, confezionando una difesa d’antologia e spadroneggiando a rimbalzo. 14 minuti di grande sostanza, anche se troppo spesso la palla nelle sue mani sembra scottare come lava, rifiutando tanti tiri comodi e aperti. Chiude con 2 punti e 5 rimbalzi, due dei quali offensivi.
Ousmane Diop 7.5: se tre indizi fanno una prova, allora è ufficialmente lui l’uomo di questa serie. Un rebus per un Watt sempre più confuso che non sa più come marcarlo. La Reyer gli chiude inizialmente l’area e lui la punisce subito dalla media. Con Tessitori gli tocca sudare un po’ di più, ma dopo un po’ d’assestamento torna a fare la voce grossa, prendendo possesso del pitturato. Il suo tabellino recita 9 punti, 7 rimbalzi, 3 offensivi, una stoppata, una rubata e 3 assist. Totale.
Umana Reyer Venezia
Marco Spissu 6.5: il tanto atteso ritorno a casa non gli fa tremare le gambe. Gioca un primo tempo di assoluto livello, non tanto al tiro con 5 punti segnati, ma smazzando ben 7 assist e mettendo i compagni in ritmo, cosa che aveva faticato a fare nelle due gare al Taliercio. In difesa paga ancora a dazio e non è una novità, con Dowe che spesso lo porta in post basso. Alla fine ha un moto d’orgoglio e firma l’insperata rimonta che porta la Reyer sul -8. Chiude con 15 punti, 8 assist e 23 di valutazione.
Amedeo Tessitori 6.5: con un Watt non pervenuto tocca a lui mettere una pezza. Ci mette la classica cattiveria, subendo molto meno a rimbalzo nello scontro con Diop. Anzi, veramente lo vince portando giù 7 rimbalzi offensivi che sono il motivo per il quale la Reyer ricuce lo svantaggio negli ultimi minuti. Chiude con una doppia doppia da 11 punti e 10 rimbalzi e la sensazione di essere di gran lunga il centro orogranata più in forma.
Jordan Parks 5: ha il grande merito di costringere Jones a 2 falli sanguinosi dopo neanche 40 secondi della gara, escludendolo in pratica dal primo tempo. Inizia a fatturare dalla lunga distanza, ma la sorprendente carica agonistica di Raspino quasi lo inibisce, tagliandolo a rimbalzo e costringendolo a raccogliere un solo rimbalzo in tutto il match. Nella ripresa però si scatena la furia di Jones che si abbatte come un uragano sul povero Parks. Il giocatore di casa segna in qualsiasi modo e da qualsiasi posizione, nonostante l’ottima difesa di Parcks che da quel momento perde fiducia e viene sostituito. Segna sì 9 punti, ma con un rivedibile 3/11 dal campo.
Michael Bramos 5: entra nel secondo quarto e in un amen stampa 5 punti in fila, firmando il +5, massimo vantaggio della Reyer in tutta la gara. Dopo il bagliore iniziale si spegne come il resto dei compagni, prova invano a dare il suo contributo nella ripresa, tentando solamente una tripla. Chiude con appena 5 punti.
Riccardo Moraschini 5: non riesce a dare quell’impatto fisico in difesa che gli chiedeva Spahija. Nel terzo quarto ha l’ingrato compito di provare ad arginare un Jones in stato di grazie, risultato? Due bombe sparate in faccia all’ex Milano. Dall’altra parte del campo viene battezzato dalla difesa di Sassari, muovendo il proprio tabellino solo a buoi ampiamente scappati. In realtà avrebbe per le mani persino la tripla del -5 ad un minuto e mezzo dalla sirena con la Dinamo che ha ormai staccato la spina, ma il ferro gli dice di no.
Andrea De Nicolao 6.5: il perché sia così ostracizzato dal coach croato resta un mistero. Sul -20 fa il suo esordio nella serie è ha il merito di dare la scossa ad un squadra in balia dell’avversario. In appena 2′ segna dalla lunetta, cattura un rimbalzo offensivo, fa un assist e ruba un pallone, nel parziale di 8-2 che riaccende le speranze ospiti. Nell’ultimo quarto però il suo impatto positivo nel match va a scemare, ma il segnale al proprio allenatore è arrivato forte è chiaro: “per Gara 4 io ci sono!”.
Jayson Granger 4: spettatore non pagante. Il suo ritmo compassato mal si confà all’intensità del primo tempo. Non riesce a mettere in ritmo nessun compagno e quando tocca a lui muovere il tabellino, si inchioda da solo al ferro o sbaglia dei layup che neanche nel minibasket. Chiude la sua serata horror con una virgola e un -4 di valutazione.
Jeff Brooks 5: accolto come sempre da tanto affetto da tutto il PalaSerradimigni, lui che è stato uno degli eroi del Triplete del 2014-15, quando entra quasi gioca a nascondino in attacco, chiuderà con un virgola alla fine. Viene scongelato nella ripresa quando la gara è ormai andata, ma con la sua fisicità in difesa riesce a dare un contributo nella mini rimonta Reyer dell’ultimo quarto.
Derek Willis 6.5: nel primo tempo è lui l’attacco di Venezia, già in doppia cifra all’intervallo. Dopo i soli 4 punti di Gara 2, si scrolla fin da subito i cattivi pensieri e comincia a martellare il canestro avversario con una facilità disarmante. Bendzius non riesce più a trovare le combinazioni alle manete che gli aveva messo 72 ore prima, se poi il ritmo è forsennato come in avvio allora è un gioco da ragazzi per l’ex Brindisi segnare in transizione. Nella ripresa però la musica cambia, la Dinamo nega le transizioni avversarie e per Willis tornano i grattacapi di Gara 2. Chiude con 15 punti, 4 rimbalzi e 19 di valutazione.
Mitchell Watt 4: arrendevole e quasi spompato come nella ripresa di Gara 2. Non gli è servito il giorno di recupero in più per ricaricare le energie, nel primo tempo quasi si fatica a notare la sua presenza. Nella ripresa viene travolto come tutta la Reyer dall’attacco dei padroni di casa. Fa giusto in tempo a segnare i primi e unici due punti della sua gara, ma per Spahija può bastare così, lo panchina fino alla sirena finale preferendogli un Tessitori più volitivo.
Adam Mokoka 5: entra con la solita intensità difensiva contro gli esterni di Sassari. Robinson lo soffre come in Gara 1, anche se prima dell’intervallo i problemi di falli lo tolgono dalla contesa. Nella ripresa rientra sul -20 e non c’è ormai nulla da difendere e al tiro è troppo ondivago, come in tutta la serie, segnando 5 punti e con un -3 di valutazione.