Dopo la stagione più controversa degli ultimi decenni, seconda nella storia solo a quella della retrocessione e vittoria della Coppa Coppe targata Cinzano, l’Olimpia Milano guidata per il terzo anno da Ettore Messina riparte per una nuova avventura che si preannuncia più complicata della precedente.
Perché 12 mesi fa gli obiettivi erano playoff di Eurolega e scudetto (poi clamorosamente fallito), mentre ora non ci si può più nascondere in campo europeo ed in Italia bisogna riscattare assolutamente la figuraccia della finale scudetto, sapendo però che le rivali (Virtus Bologna in primis, ma anche Reyer Venezia) si sono rafforzate un bel pò. E Milano? Si è rinforzata o indebolita dal mercato? Scopriamolo insieme.
Salutati per motivi d’età e di fine ciclo Vlado Micov (osannato da tutti, vorrei ricordare però che con lui non s’è vinto mai nulla tranne lo scudetto targato Goudelock), e Micheal Roll, le due partenze che, si sarebbe detto una volta, hanno riempito fiumi d’inchiostro sono state quelle di Kevin Punter e Zach Leday.
Personalmente avrei fatto di tutto per trattenere il primo, oltre che per l’indubbio valore tecnico soprattutto per l’affiatamento che era riuscito a costruire con Delaney. Ma ovviamente non si poteva andare troppo oltre dei parametri economici ben precisi, pena creare malumori in spogliatoio.
Poi io son sempre dell’idea che se un professionista sta a guardare i 100mila euro in più o in meno al posto di scegliere di giocare in Eurolega piuttosto che in Eurocup, vuol dire che costui fila dritto come la Mercedes di Hamilton nel mio personalissimo taccuino sotto la lettera M, emme di mercenario.
Su Zach Leday invece lasciano perplessità le modalità dell’addio, con annuncio ufficiale e il giorno dopo già accasatosi al Partizan. Sul lato tecnico invece, credo che l’arrivo di Nicolò Melli sia stato un buon motivo per la sua partenza ma non l’unico e forse nemmeno il principale.
Secondo me Ettore Messina ha osservato più volte la semifinale contro il Barcellona riscontrando come la mancanza di centimetri del buon Zach sia stata molto influente sul risultato finale. Rimbalzi in attacco controllati dagli spagnoli e fatica a costruirsi un tiro contro le lunghe leve e i piedi mobili dei lunghi blaugrana hanno fatto decidere il POBO di dotarsi invece di ali forti strutturate per non soffrire fisicamente. Ed io sono d’accordo con lui anche se da romantico non scordo certo le grandi partite e le grandi emozioni che Zach ha trasmesso a tutti.
Capitolo ritorno di Melli (prenderà la sua vecchia 9?): sarebbe sbagliato chiedere 20 e 10 ad ogni partita, come dimostrato alle Olimpiadi è un grande uomo squadra che fa quel che serve per vincere. Non chiediamogli però di ergersi a protagonista assoluto, i 28 punti della finale di Euroleague giocata con il Fenerbahce sono l’eccezione non la regola. In più viene da 2 anni di NBA dove sostanzialmente ha fatto blocchi e passaggi consegnati, un pò come faceva nella Milano di Scariolo. Forse anche questo ha inciso sulla scelta di non andare a Bologna…
Sempre in ala forte c’è questo arrivo, a sorpresa per certi versi, di Mitoglou ad incuriosire il pubblico. Perché l’Olimpia con i greci non è che abbia un grandissimo rapporto…Sigalas e Kalaitzis furono i primi, con Fotsis e Bourousis ci ricordiamo bene come è finita.
Certo le premesse per fare bene ci sono tutte, a partire dal valore del giocatore che è indubbio per proseguire con la voglia di misurarsi in un altro campionato e a livelli oggettivamente più alti di quelli dell’ultimo Panathinaikos. Si dovrebbe ben incastrare sia con i compagni di reparto che con il tipo di basket che si gioca in Italia. Parte senza tantissima pressione addosso, un ulteriore bel vantaggio.
Poi è arrivato Pippo Ricci, classico acquisto che ha spaccato la tifoseria: la fazione pro che fa notare come abbia gran carattere e sia d’indole positiva, che nello spogliatoio fa sempre comodo; i contro sottolineano i suoi difetti. Poco atletismo, poca continuità, e poi la classica frase “in Eurolega non può circolare” che vuol dir niente o tutto.
Il mio parere è che per la LBA sia un ottimo acquisto perché si gioca un basket in cui li ci sguazza, con tanti pick’n’pop, tanto penetra e scarica, livello fisico-atletico sopportabile. In Eurolega invece farà molta più fatica ma, come visto anche a Tokyo, può circolare eccome da specialista. Poi bisognerà fare i conti con i 12 slot a referto disponibili e il roster a 15 di Milano…
Parliamo ora dei nuovi arrivi che in pochi conoscono: il tris di esterni ingaggiato dai biancorossi che hanno un compito mica tanto facile: non far rimpiangere Punter, incastrarsi con Delaney ed il Chacho, far fare un salto di qualità soprattutto al gioco offensivo milanese.
Partiamo da Troy Daniels quello che forse più che Punter sostituirà Roll. Perché è un tiratore puro, che più puro non si può. Potrebbe diventare il nuovo Jaycee Carroll, anche perché come quest’ultimo non sa solo tirare in attacco: certo non è un penetratore esplosivo come Punter, ma sa comunque attaccare il ferro e dispone di un buon “runner” che usa abbastanza frequentemente. Tipo di tiro caratteristico proprio dell’ex Teramo ormai a fine carriera con il Real Madrid.
I dubbi e le perplessità convergono sul fatto che è alla sua prima esperienza in Europa e quindi si dovrà abituare al basket che si gioca qua: più letture e meno istinto ad esempio e poi la difesa, sia individuale che di squadra. Dovrà crescere durante la stagione perché è impensabile sia subito pronto per sostenere certi livelli.
Jerian Grant invece, avendo già giocato (e bene) al Promitheas in Grecia ha già idea di come si giochi in Europa. Se guardiamo alle statistiche collezionate a Patrasso, quasi 15 punti, quasi 7 assist, quasi 5 rimbalzi, dovremmo essere piuttosto certi di essere di fronte ad un ottimo giocatore, completo in ogni aspetto del gioco, uno di quelli che sa fare tutto e tendenzialmente fa la cosa giusta al momento giusto.
Il dubbio nei suoi confronti è quello del ruolo rispetto ai compagni di squadra. Sarà il leader e gli verranno affidate le chiavi della squadra, magari in coabitazione con Delaney, oppure verrà usato come sesto uomo? Per come la vedo io lui rende di più quando ha la possibilità di essere il capo, anche se i trascorsi NBA potrebbero pure smentirmi, nel senso che anche a Chicago e NY non ha fatto così male uscendo dalla panca. Ma io considero il basket a stelle e strisce un altro sport…
L’ultima novità nel settore dei piccoli si chiama Devon Hall ed arriva dalla palestra per eccellenza del basket europeo, quella del Bamberg da cui hanno spiccato il volo gente come Hackett, Wanamaker, Rakim Sanders, Theis, lo stesso Melli e tanti altri. Quindi un buon punto di partenza, specie se ci soffermiamo a leggere le sue statistiche dell’anno appena concluso. Sono molto simili a quelle di Grant , sintomo e segnale quindi di un altro esterno polivalente, che sa segnare ma anche assistere i compagni e dare una mano a rimbalzo.
Rispetto a Grant è meno penetratore poichè meno esplosivo, ha meno fantasia, ma usa di più il suo fisico con movimenti anche di potenza che per un esterno non sono così usuali. Discreto tiratore da tre, solido in difesa. E’ un acquisto che comunque lascia perplessi, non tanto per il valore del giocatore, quanto per il ruolo (simile a Grant anche se con certe differenze) e per il pedigree ad altissimo livello europeo che manca.
Ci si aspettava in soldoni il grande nome per fare sognare i tifosi, sono arrivati 3 giocatori buoni/ottimi ma che a prima vista non dovrebbero essere delle superstar. Il tempo dirà chi ha ragione, perchè non si vince accumulando talento e facendo la raccolta delle figurine. I miei dubbi li ho esposti qui sopra e li ribadisco per i più distratti.
Va bene Daniels, va bene Grant ma forse forse al posto di Hall avrei cercato un altra tipologia di giocatore. Magari uno meno solido ma con più talento, uno di quelli che non pretendono di giocare 40 minuti, un esterno pazzo in grado di fare tanti punti in poco tempo. Uno alla Beaubois, per dire. Non lui purtroppo che ha esteso il contratto con l’Efes. Ma sul mercato americano ce ne sono tanti come il francese.
Se parliamo invece del parco italiani la società ha deciso di confermare, cosa non scontata, Datome, Biligha e Moraschini e di rinunciare a Brooks, Moretti (da poche ore a Pesaro), e a capitan Cinciarini (oltre a Wojcjechowski, ma essendo un gettonaro era scontato).
Il destino di Brooks era segnato già dall’anno scorso, perché se vi ricordate fu confermato solo dopo la decisione di Alibegovic di andare alla Virtus e non all’Olimpia. Era chiaro quindi che quella conferma fu dettata dagli eventi e non dalla (poca) fiducia di Messina nei suoi confronti. La sua annata poi non ha certo convinto Ettore Messina a tornare sui suoi passi ma attenzione perchè son convinto che a Venezia ritorneremo a vedere il vero Jeff Brooks, quello che al Forum abbiamo visto poche volte, troppe poche volte.
Moretti invece ha bisogno di giocare e logicamente non poteva farsi un altro anno a guardare dalla tribuna o dal fondo della panchina: sono curioso, curiosissimo di vedere il suo impatto, dovrebbe farlo a Pesaro, i minuti non dovrebbero mancare, vedremo.
La mia personale opinione su di lui è che Ettore Messina si sia accorto quasi subito, ma ormai era tardi, che il buon Davide non era pronto per il livello richiesto dal coach. Non tanto tecnicamente, lui almeno in LBA ci sta eccome, ma quanto fisicamente e psicologicamente. Nei pochi spezzoni in cui l’abbiamo visto all’opera non è certo stato timido nel prendersi tiri o responsabilità, ma ha subito praticamente tutti gli avversari fisicamente!
Ed infatti contro di lui ed in posizione di portatore di palla, le altre squadre ordinavano un assalto sistematico che fruttava palle recuperate e contropiedi facili. Da lì in poi non ha più visto il campo. Ora sta a lui dimostrare di essere migliorato ma se volete un pronostico è il classico caso di contratto affrettato e passeremo ogni estate a vedere dove sarà piazzato in prestito fino alla scadenza del suo triennale (ormai biennale, visto che un anno è già passato).
Certo, c’è il rischio di un Van Rossom bis, ma le probabilità che diventi quel tipo di giocatore per me son limitate ad oggi. Sarò felice di essere smentito da Davide.
Poi il capitolo Cinciarini: cosa dire? Lode a un grande uomo, che per sei anni si è sempre fatto trovare pronto, sia che fosse play e guida insostituibile, sia che fosse il 12esimo uomo che non giocava mai. I pochissimi minuti concessi da Messina nell’ultima finale scudetto sono l’emblema di Andrea. Non ha mai avuto un talento debordante, ed ora con l’età ha ancor di più sviluppato intelligenza e giocate di furbizia mantenendo però quella grinta che l’ha contraddistinto fin dagli esordi. Caratteristiche rare da trovare in un giocatore solo.
Che non piacesse a Ettore Messina era cosa nota, ma credo che il divorzio sia venuta da lui perché voglioso di giocare gli ultimi spiccioli di carriera. Cincia è troppo orgoglioso per stare ancora un anno a guardare in panca, ed è troppo innamorato di questo gioco per non dimostrarlo ogni domenica sul parquet.
Mi piacerebbe vederlo tornare da dirigente, intanto auguro a lui ogni bene e lo ringrazio per tutto. Con queste parole penso di rappresentare la maggioranza dei tifosi biancorossi.
A riempire lo slot di italiano è arrivato da Trieste, senza troppo clamore, Davide Alviti. Ormai non più giovanissimo anagraficamente (25 anni), non ha troppa esperienza di LBA in rapporto all’età. Ci è arrivato 2 stagioni orsono con Treviso e poi ha speso l’ultima a Trieste: sempre ben figurando ma fondamentalmente dimostrando di sapere fare ottimamente una cosa solo: tirare.
E da lui Messina si aspetta che la metta da tre punti ma anche che ampli il suo bagaglio tecnico. Può e deve farlo, specie se vorrà ambire alla maglia azzurra in futuro. E’ la sua grande occasione, credo e spero non la fallirà.
Anche il suo ingaggio però mi ha sorpreso, perché nel suo ruolo c’era disponibile Procida che ha caratteristiche diverse, parecchi anni di meno e molti più margini di miglioramento. Certo c’è la grana NBA, potrebbe essere scelto al draft 2022, ma Messina ha scelto Alviti perché evidentemente lui vuole giocatori pronto uso. A Milano, questo il suo ragionamento, non c’è tempo e spazio per far progredire i giovani.
Visto la squadra che ha allestito sono d’accordo a metà, nel senso che il ragionamento ci sta, ma io Procida l’avrei comunque firmato. A dirla tutta avrei firmato per 5-6 anni tutti i più promettenti giovani italiani: il buon Gabriele in primis ma poi anche Mannion, Akele, Candi, riportato a casa il figliol prodigo Bortolani. Ma io sono un romantico sognatore…
Due parole poi per i reduci dello scorso anno: da Delaney ci si aspetta di più ovviamente, lui sui social ha dichiarato che questa potrebbe essere la sua ultima stagione quindi…Deve stare bene e giocare al massimo. vedremo come si incastrerà con i nuovi…
Shields speriamo ripeta l’annata appena conclusa, lui è da primo quintetto Eurolega. Ora il difficile è confermarsi ma attenzione perchè potrebbe addirittura migliorare. In quel caso, penso arriveranno le sirene NBA.
Il Chacho lo conosciamo, lo abbiamo visto anche a Tokyo giocare ottime Olimpiadi e speriamo che Messina lo centellini in LBA facendogli giocare pochissime partite (e qui la non sostituzione ad oggi del Cincia non è un bel segno). E come lui pure ad Hines.
Moraschini e Biligha invece sono chiamati a dare minuti di qualità soprattutto in campionato. Ormai hanno passato i 30, non sono più di primo pelo, e sono da anni a Milano. Sanno perfettamente cosa fare, e noi sappiamo cosa possono dare.
Questo discorso vale anche per Datome. Gigi credo abbia sofferto tantissimo non essere in nazionale questa estate. Lui che c’è praticamente sempre stato, manca proprio nella spedizione più fortunata degli ultimi decenni…Ma questo lungo periodo di riposo son sicuro gli abbia fatto benissimo, perlomeno al corpo se non alla mente.
Quindi ci aspettiamo un annata ancora migliore dell’ultima, che non è stata da buttare. I tifosi si ricordano solo l’ultimo mese, ma per lunghi tratti Gigi ha giocato e soprattutto tirato divinamente. Certo che se qualcuno si aspettava il Datome esplosivo di Roma allora è completamente fuori strada: le berrette son 34 quest’anno e il chilometraggio si sente.
Capitolo Tarczewski: su di lui se ne sono scritte e dette di ogni. La sua conferma è stata una sorpresa per me, avrei detto che Messina lo avrebbe spesato sostituendolo con un lungo più di sostanza. Evidentemente è cambiata anche la politica societaria riguardo le interruzioni contrattuali ed i relativi buy out.
Kaleb per la persona che è merita un altra chance: a patto però di non essere un bimbo in mezzo ai grandi e di giocare con quella cattiveria mostrata anche in semifinale di Eurolega contro il Barcellona. La speranza che migliori tecnicamente a 28 anni dopo 5 anni a Milano l’abbiamo un pò persa tutti ma mai disperare. A volte i miracoli accadono: anche non fosse serve comunque che dia il suo contributo. Il miglior Kaleb in carriera, quello dell’ultimo anno di Pianigiani, potrebbe aiutare tantissimo e potrebbe far dimenticare a tutti l’esigenza di trovare un nuovo lungo.
Per concludere: è stato fatto un mercato strano, dopo la batosta contro la Virtus forse ci si aspettava altro. C’è già chi dice che i bolognesi sono molto più forti e che sarà impossibile andare ai playoff. Io dico che questa Milano se la giocherà fino in fondo con tutti anche in Europa, e che probabilmente si ricorrerà al mercato a stagione in corso.
Anche dallo staff tecnico ci si aspetta un cambio di passo: è innegabile che la gestione delle risorse umane di Messina abbia fatto storcere il naso a molti, me compreso. Ed anche la gestione tattica della finale, il buon Sasha oggettivamente ha stravinto il duello. In molti osservano che Messina in Europa non vince da tantissimo e iniziano a contare gli insuccessi. Quindi un bel bagno di umiltà anche per il buon Ettore e ripartire, è sempre lo stesso Ettore che ha portato l’Olimpia alle F4.
Cristiano Garbin
@garbo75