Una roba da non credere, purtroppo però è tutto vero. L’Italbasket (non) gioca una partita orripilante solamente 24 ore dopo la bella prestazione contro il Belgio
Come sia possibile sono i misteri dello sport, proviamo però a capirne di più. Testa e gambe, si parte da qui: mentalmente la squadra è crollata alla seconda tripla di Jovanovic, segno inequivocabile che è qua il bug di questo gruppo.
Non è ammissibile lavorare per un mese per un obiettivo e farselo sfuggire così, senza nemmeno provarci, senza praticamente scendere in campo. Su come si faccia ad invertire la tendenza non lo so, ma da tifoso gradirei non sentire più parlare di obiettivi almeno fino a quando questo gruppo non avrà vinto qualcosa di importante.
Basta con la storiella del gruppo unito dove tutte si vogliono bene. Questi 40 minuti han dimostrato che non conta e non serve a nulla. E’ in campo che lo si deve dimostrare, quando si gioca una partita così oscena non c’è nulla da dire, se non una parola sola: fallimento.
Perché perdere si può e ci sta tutto, ma non così, senza lottare e senza metterci l’anima. E senza le gambe: come temevo ieri tutte le energie spese inutilmente contro il Belgio sarebbero servite oggi.
Ieri, per conto mio, avrebbe dovuto esserci un minutaggio spalmato su tutte le 12 giocatrici, ognuna di loro non doveva giocare meno di 15′ di gioco e non più di 20, invece le giocatrici chiave sono state in campo 30′ di gioco ad altissima intensità, per nulla o quasi, perché avrebbe dovuto essere chiaro che la partita da vincere era oggi, non ieri.
Ma sono certamente convinto che il problema numero uno sia stato mentale e non fisico, a partire dalla leader tecnica, quella Zandalasini che per l’ennesima volta ha fallito, stavolta miseramente, la partita dentro/fuori.
Ma non l’ha fallita perché ha giocato male o perché la palla non entrava nel canestro, anche se poi è successo così, ma per l’atteggiamento avuto per tutta la partita. Rinunciataria, si è limitata per lunghi tratti a fare la sponda al posto che attaccare a testa bassa mettendoci almeno la cattiveria.
Sette tiri dal campo (l’ottavo l’ha preso a 20″ dalla fine, ovviamente segnandolo nonostante l’alto coefficiente di difficoltà), è una statistica pazzesca, in negativo.
Almeno voglio sperare che questi 40′ di gioco abbiano fatto capire a tutti che non può essere lei la leader di questa squadra e che a fronte di un simile approccio anche un eventuale esclusione è da tenere in considerazione.
Veniamo al coach: ora tutti spareranno sul povero Lino che si prenderà anche colpe non sue e che verrà destituito probabilmente a favore di Andrea Mazzon. Certo non è esente dall’averle, a partire dalle convocazioni per finire nella gestione del gruppo ed anche nei time out che la regia televisiva ci ha fatto ascoltare.
Parto dall’ultima frase, perché a parte il minuto di sospensione nel primo quarto non ho ascoltato mai un time out motivazionale o psicologico. Cioè, l’Italia sotto di 20 impaurita e bloccata e mi disegni lo schema? Boh, sarà che ho un altro modo di vedere le cose ma in quel momento bisognava trasformarsi in psicologo e lasciare stare la lavagnetta.
Convocazioni: col senno di poi forse sarebbe stato meglio non portare chi non avrebbe poi garantito il 100% fisico atletico. Penso soprattutto a Martina Fassina, sarebbe stata un esclusione dolorosa ma è meglio un asino vivo che un dottore moribondo,
Poi comunque non ne faccio una questione di nomi. Io credo che una nazionale non debba essere composta dalle migliori 12 ma semmai costruita come una squadra in grado di avere in faretra tutte le frecce possibili.
Gli ultimi 3 slot quindi, meglio portare delle specialiste da usare per quello scopo: ad esempio meglio avere nelle 12 una sentinella difensiva sulle piccole come Pasa, da usare per pressare la palla. Oppure una giocatrice che sappia dare tanti punti in poco tempo (e qui ne avevamo due, Romeo e Sottana).
Tutte belle parole lo so, ma prima di tutto ripeto ci deve essere la voglia di combattere, bisogna metterci il cuore. E non deve esistere la paura, che invece negli appuntamenti clou attanaglia sempre questo gruppo.
Si potrebbe andare ancora avanti ma mi fermo qui, nei prossimi giorni a mente fredda (perché non nego che la delusione mi ha guidato in questo articolo) magari torneremo sulla questione.
IL TABELLINO : Italia– Montenegro 49 – 63
LE PAGELLE
Martina Bestagno 5: sbaglia parecchio al tiro, anche quelli semplici però almeno tira qualche mazzata.
Matilde Villa 6: sembra dare la scossa sul finire del primo tempo, purtroppo era solo un fuoco di paglia. Tenta di mettere pressione sulla palla ma Lekovic è un brutto cliente, specie stasera in serata di grazia. Detto questo ci ripetiamo: il prossimo step dev’essere un palleggio arresto e tiro credibile, specie da 3 punti, altrimenti a questo livello a metà campo fai fatica.
Francesca Pan 6: segna a partita andata ma almeno ci mette tutto quello che ha.
Cecilia Zandalasini 3: ormai non ci vuole più un coach, ma uno psicologo. Partita inconcepibile, atteggiamento che a questi livelli si vede raramente. Altro Europeo fallito, e gli anni passano…Ma se si continua a trattarla da star quando star non è (perché per esserlo ci vuole la mentalità vincente, non certo nascondersi o giocare di sponda), non andremo mai da nessuna parte.
Jasmine Keys 3: un fantasma. Senza energie, senza mordente, compie decisioni non da lei. Non può essere solo la stanchezza…Grande delusione, la differenza tra la Jasmine di Eurolega e questa è abissale.
Olbis Andrè 6,5: lei almeno ci prova. Certo sbaglia parecchio, ma davanti aveva la Mack mica una qualsiasi. Di certo oggi 12 tiri dal campo mi son parsi tantini considerando l’avversaria e contando che i due terminali principali ne han messi insieme 13…
Mariella Santucci 7: ecco, il suo carattere dovrebbe essere contagioso, ed invece…Gioca una partita coraggiosa anche se non perfetta ma è una delle poche a salvarsi.
Costanza Verona 4,5: pronti via, due penetrazioni prese dritto per dritto. La domanda viene spontanea, quella non è la vera Cocca, chi le ha rubato il talento? Nella ripresa forza da tre dato che le compagne si rifiutano di attaccare ma non è quello. Ha sbagliato totalmente Europeo, ma è giovane e potrà rifarsi.
Laura Spreafico 5: compleanno amaro, amarissimo. Pochi tiri creati per lei, e quei pochi li sbaglia tutti.
Lorela Cubaj 5: non cambia la partita, e non è lei la deputata a farlo. E’ quella che meno si fa intimidire da Mack ma comunque produce poco.
LINO LARDO 5: se le ragazze entrano bloccate ed impietrite lui ha colpe fino ad un certo punto. Però ripeto: gestione minutaggi contro il Belgio per me errata. Poi ci prova mettendo le due play, provando la zona, ma se la testa è scollegata dall’anima c’è poco da fare.
SALA STAMPA
Cristiano Garbin
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