Apro questo mio articolo recuperando lultimo capoverso di quello scritto a luglio. Era una citazione di Mark Cuban che riporto integralmente: «Non voglio arrivare a novantanni e dirmi che avrei potuto divertirmi di più di quanto ho fatto».
Lo sappiamo bene, a perdere non si diverte nessuno, men che meno il miliardario adolescente padrone dei Mavs per cui quello che viene sarà senzaltro un anno decisivo. Credo che sia più difficile che Dallas torni in finale che non un back to back di Miami.
Arrivare secondi, dopo aver accarezzato, più che legittimamente, lidea di portare il titolo a casa di JR e Sue Ellen, è decisamente un piatto amaro che i Mavs dovranno dimostrare di aver digerito, perché a Ovest, ancora una volta le cose non saranno semplici. Dallas resta di diritto, a mio modesto parere, la favorita della Western ma sono in troppi, con il coltello tra i denti in cerca di biondi scalpi teutonici.
Nel frattempo, proprio il biondo teutonico, è stato confermato fino al 30 giugno 2011 (quando avrà 33 anni) con unestensione di contratto che riverserà 60 milioni di dollari aggiuntivi nel salvadanaio di Dirk; decisione banale, ha detto Cuban, visto che si tratta del giocatore più importante nella storia del club. Siamo daccordo con lui, ma ci piacerebbe poter banalizzare anche noi, a quei livelli
Anche coach Johnson, che ha presenziato, il mese scorso, al Superdome della sua New Orleans, alla partita NFL tra i Saints e gli Atlanta Falcons, ha visto la panchina su cui siete rinsaldata dallestensione del contratto e dallarrivo, come assistente, di Sam Vincent, prima scelta di Boston nell85, poi ai Bulls del primissimo Jordan e fratello di Jay Fletcher, che infiammò i cuori dei tifosi milanesi (il mio in particolare). I fratelli Vincent vengono da Lansing, nel Michigan, per questo ho sempre creduto che un po di “magic”, avesse contagiato anche loro.
La terza conferma importante, infine, è quella di Jason Terry che pone quindi le fondamenta di una triade che crediamo sia davvero decisiva per il futuro dei Mavs. Accanto a questi tre, ci sono gli atri tre partenti Devin Harris, Josh Howard e Desagana Diop in centro, a completare un primo quintetto davvero interessante. Nel secondo cè gente come Jerry Stackhouse, Austin Croshere, Erick Dampier, Greg Buckner e Devean George che, evidentemente, si è stufato degli a solo di Kobe.
Chiudiamo quindi il cerchio: Dallas ha dimostrato di poter battere tutti, ma alla fine non lha fatto. Ha confezionato una torta deliziosa ma è mancata la ciliegina; mi auguro che se non dovesse arrivare questanno la crema non irrancidisca, perché il rischio maggiore è proprio quello.