Treviso, 5 febbraio 2024 – Tutto facile per la Segafredo al Palaverde che, dopo 15 minuti per entrare in partita, travolge una Treviso che non ha capito da che parte arrivasse il camion che l’ha travolta.
Inizio con le difese abbastanza allegre e con i folletti della Marca che trovano spazio per mettere in difficoltà la retroguardia felsinea arrivando a chiudere il primo quarto in vantaggio di quattro lunghezze.
Chiaritasi le idee e inseriti i “panchinari” la Virtus Bologna dal 15′ di gioco ha inserito la quinta, operato il sorpasso e, guidata dal miglior Bruno Mascolo della stagione, ha innestato un Jordan Mickey perfetto per scappare lontano, senza aver neanche più la necessità di guardare gli specchietti retrovisori.
Tutto il resto del match non è stato altro che accademia da una parte, ed imbarazzo dall’altra. Coach Vitucci ha pensato bene di iniziare il terzo quarto senza un lungo di ruolo spalancando ancor di più, se mai ce ne fosse stato bisogno, i portoni dell’area biancoblu e prendendo subito un parziale di 5-21 che ha messo definitivamente la parola fine a questa pseudo contesa.
Che la Segafredo affrontasse questa gara con una concentrazione particolare era abbastanza prevedibile, dopo le polemiche del match della scorsa stagione, che tanto caro è costato ai bianconeri, se a questo ci vogliamo aggiungere la presenza di Bowman ed Harrison, protagonisti di un’altra partita abbastanza controversa, come la gara di Brindisi dello scorso anno.
Per il resto c’è poco da dire, se non dare qualche dato che esplichi l’andamento della contesa: 34-143 la valutazione, 9-27 il numero degli assist, 19-42 il numero dei rimbalzi: direi che è sufficiente.
Solita, purtroppo, nota arbitrale in una partita finita da 10 minuti, fra colpi di tacco e tackle scivolati, rigorosamente non sanzionati, la terna è riuscita a fischiare un tecnico a coach Banchi sul +30: mi si vede di più se non vengo o se vengo e sto in disparte?
In casa virtussina coach Banchi ha raggiunto vari obiettivi in questo match: far riposare chi ne aveva necessità, Pajola e Lundberg, reinserire Shengelia, che deve ritrovare il ritmo partita dopo lo stop, integrare sempre meglio i neo acquisti Zizic e Lomasz.
Missione compiuta! Ed ora tre giorni di allenamenti in vista dell’impegno in Eurolega vs l’A.S. Monaco.
Che dire di Treviso? Troppo brutta per essere vera. Dopo la prima spallata nessuno è riuscito più a raccapezzarsi, ognuno ha cominciato a giocare per conto suo, ed anche il coach ci ha messo un po’ del suo col quintetto di inizio terzo quarto.
Ora è il caso di resettare tutto perché la classifica piange e la prossima sfida a Trento contro l’Aquila Basket, dovrà, per forza di cose, avere in campo una Nutribullett diversa, se si vuole raggiungere la salvezza.
Highlights
Sala Stampa
Nutribullett Treviso Basket vs Virtus Segafredo Bologna 61-100
Parziali: 25-21; 9-30; 16-29; 11-20
Pagelle
Ky Bowman 5: se le partite durassero 10 minuti sarebbe ampiamente sufficiente, peccato per lui che ce ne siano stati altri 30, ha il merito, almeno, di averci provato.
Alessandro Zanelli 5: nella tempesta si è perso anche lui.
D’Angelo Harrison 4: parte benino, come tutta la squadra, dopo di che se ne perdono letteralmente le tracce, oltre ad essere un buco nero in difesa non prova neanche a mettersi in proprio.
David Torresani 6: nella bufera cosa poteva fare? Eppure ci prova, difende e corre, bel prospetto.
Leonardo Faggian 5: non è certo da lui che si può pretendere di girare una gara del genere, ma qualcosina in più era lecito attendersela.
Justin Robinson 4: nel primo quarto sembra infermabile, poi scompare letteralmente dalla partita, per quello che dovrebbe essere la guida della squadra non un bel segnale.
Francesco Scandiuzzi n.g.
Andrea Mezzanotte 4,5: oramai i tempi dell’eterna promessa sono finiti, impalpabile.
Terry Allen 4: già farebbe fatica normalmente contro i tonnellaggi dei pari ruolo, se poi lo si fa giocare pure da 5…
Gora Camara 6: nella tregenda generale prova a farsi sentire e qualcosa combina. Inspiegabilmente panchinato ad inizio terzo quarto.
Osvaldas Olisevicius 4: semplicemente non ne imbrocca una.
Pauly Paulicap 5: prima o poi uscirà pazzo. Deve spendere falli per tutti i compagni che non provano neanche a tenere un palleggio o a fare un tagliafuori. Gioca poco a causa dei falli, ma non per colpa sua.
Iffe Lundberg 6,5: gioca poco dopo le fatiche di Eurolega, è in campo durante lo strappo decisivo del secondo quarto e si gode il meritato riposo per tutto il secondo tempo.
Marco Belinelli 7: più che una partita disputa un allenamento. Come sempre va in doppia cifra, mostra ancora una volta cosa voglia dire essere tiratore e nel terzo quarto gestisce la difesa come un veterano delle minors, da centrocampo dando disposizioni: venerabile maestro.
Alessandro Pajola n.e.
Bruno Mascolo 8: finalmente risponde presente, anzi, presentissimo. Entra e comanda lo strappo, si prende iniziative, segna e fa segnare oltre a prendere otto rimbalzi, il Mascolo di Tortona per la prima volta su questi schermi.
Rihard Lomazs 7: la classe operaia va in paradiso. Anche lui in campo nel break decisivo va in doppia cifra col 100% al tiro, la pulizia tecnica del tiro è ragguardevole.
Toko Shengelia 6,5: inizia piano piano, con fatica e qualche palla persa di troppo. Rientra nel terzo quarto e spazza via ogni cosa gli si ponga davanti. Un passo in avanti.
Daniel Hackett 6: inizia maluccio con qualche palla persa di troppo e qualche fallo inutile. Anche lui ad inizio terzo quarto scala la marcia e mette un paio di bombe.
Jordan Mickey 8: dopo la prestazione opaca contro il Partizan mette assieme una partita quasi perfetta, nel secondo quarto segna ogni pallone che tocca e ad inizio terzo parziale chiude ogni varco e tocca una marea di palloni.
Achille Polonara 7: anche lui è nel quintetto operaio dello strappo, si distingue per assist e rimbalzi, un altro passo sulla via del pieno recupero.
Ante Zizic 7: all’inizio fatica anche lui ad entrare in partita, riproposto nel secondo tempo sembra Gulliver contro i Lillipuziani.
Awudu Abass 7: partita di lotta e di governo. Non spiccano le cifre, ma la sua fisicità e la sua difesa si fanno sentire, eccome se si fanno sentire.
Isaia Cordinier 7: salta, schiaccia, corre, difende, insomma, il solito Profeta.