Sassari, 18 marzo 2023 – Era annunciata come la sfida più pirotecnica di giornata, tra il primo attacco di tutta LBA, l’Openjobmetis Varese, e il terzo della Dinamo Sassari, con proprio quest’ultimo che ha avuto il sopravvento. O meglio, è stata la difesa del Banco di Sardegna a spegnere l’ardore di un attacco lombardo, leader con 92 punti di media a partita, con un terzo periodo che ha annichilito gli ospiti, un eloquente 32-4 che ha chiuso il match con 10′ d’anticipo.
Due punti fondamentali nella stagione dei sardi che si issano solitari al 4° posto, lasciando Varese dietro con una vittoria in meno, con in più il merito di aver ribaltato il -6 dell’andata, la sconfitta nella prima giornata a Masnago. La sesta vittoria consecutiva, un miracolo o quasi, se si pensa che alla 13ª giornata la squadra di Bucchi ristagnava al decimo posto, appena 2 punti sopra dal penultimo posto in classifica.
Uno stato di forma invidiabile, ancora di più se si pensa che il trionfo di stasera sia arrivato nonostante le pesanti defezioni di due uomini da quintetto come Jamal Jones e Gerald Robinson, 12 punti di media a testa in questa stagione, il primo assente per un problema alla caviglia, il secondo tormentato da problemi muscolari.
Una vittoria che porta scolpita la firma di coach Piero Bucchi, abile nell’imbrigliare l’attacco brioso di Brase, mettendo Tommaso Raspino sulle tracce di Colbey Ross, il motore offensivo dei biancorossi. Un granello di sabbia che alla lunga ha ingolfato la macchina perfetta del coach americano, che è stato incapace di trovare una qualsivoglia contromisura al piano tattico degli avversari.
Un’aggressività difensiva che ha portato Varese a perdere 20 palloni, un’enormità, contro le appena 9 dei padroni di casi, abili nello sfruttare i tanti contropiedi nati dalla difesa. Un dominio di Sassari evidenziato anche a rimbalzo (45-40), con ben 19 palloni portati giù in attacco e consentendo al Banco di prendere ben 17 tiri in più degli avversari (80-63), con in più i 28 tiri liberi tirati dai padroni di casa, segnati con l’85%, una rarità in stagione.
Sfida vinta sotto ogni aspetto, nonostante il 30% da tre per una squadra che comanda questa voce statistica, e che ha trovato il proprio zenit nel terzo periodo: 10 minuti di assoluta perfezione in cui i biancoblu hanno definitivamente chiuso il match con un parziale devastante di 32-4, concedendo agli ospiti appena due canestri negli ultimi minuti, uno per un’interferenza e l’altro nell’unica penetrazione concessa in tutto il quarto.
MVP di serata Ousmane Diop, che più di un’antenna ha fatto drizzare negli ultimi tempi e che con i suoi 22 punti e 8 rimbalzi è stato assoluto dominatore del pitturato. Ma con lui tutta la squadra ha girato alla perfezione, da Chris Dowe, autore di 23 punti e 6 assist, a Stefano Gentile (16 punti) ed Eimantas Bendzius, meno performante al tiro con soli 12 punti, ma utilissimo specialmente nelle lotte a rimbalzo con 7 palle recuperate.
Menzione speciale per Tommaso Raspino, appena 2 punti segnati, ma un prestazione difensiva su Ross da evidenziare e sottolineare con tutte le matite possibili. Una gara di sacrificio encomiabile per il numero 23, che è stata la vera chiave di volta nella vittoria sassarese.
Dall’altra parte si salvano in pochi, arrivati in Sardegna con altre speranze, dissoltesi in poco più di 20 minuti. Uno dei pochi ad arrendersi Guglielmo Caruso (12 punti) ormai diventato una certezza, sia per Varese che in ottica nazionale. Male invece la batteria degli americani, con Tariq Owens (8 punti) e Markel Brown (9 punti) positivi nel solo primo tempo, prima di spegnersi inesorabilmente nella ripresa come il resto della squadra.
Per la banda di coach Matt Brase, reduce da due belle vittorie con Napoli e Pesaro, una serata negativa dalla lunga distanza, con appena il 21% di realizzazione, sbagliando molti tiri aperti, specialmente nel secondo quarto quando la gara sembrava avviarsi sui binari dell’equilibrio. Imprecisione al tiro che si è acuita nella ripresa, con il Banco capace di chiudere l’area a doppia mandata e l’Openjobmetis incapace di trovare alternative percorribili per risalire la china.
La gara sembra rispettare le aspettative della vigilia, con la Dinamo capace di partire con le marce alte, con un Dowe già caldo, 6 punti in fila per la guardia che vogliono dire 10-4 per i padroni di casa, ma con Varese in scia. Sassari è brava a limitare il ritmo forsennato degli ospiti e l’arma tattica Raspino inizia a pagare i primi dividendi, 15-7 dopo la bomba di Bendzius.
Owens comincia a testare la solidità dei ferri del PalaSerradimigni e i biancorossi tornano a contatto sul 15-11. Il Banco è impreciso dalla lunga distanza e l’Openjobmetis ne approfitta con due triple consecutive di Brown e Reyes (3 punti) che riportano il match in parità, 21 pari.
La squadra di Bucchi non si scompone minimamente, con un contro-break firmato Gentile e Diop si riporta a condurre, chiudendo il primo periodo sul 27-21.
Il figlio di Nando ha le redini della squadra e si vede, è un altra sua magia a portare i suoi sul +8, massimo vantaggio e già doppia cifra per il nativo di Maddaloni. Coach Brase risponde buttando nella mischia Caruso e viene subito ripagato, il lungo prende possesso del pitturato e per alcuni minuti è letteralmente infermabile. Parziale di 10-2 in favore degli ospiti e tutto da rifare per i Giganti.
Sul 31-29 è nuovamente Diop a suonare la carica, con giocate che fanno scaldare tutto il PalaSerradimigni: un paio di tap-in che muovono il tabellino e altrettanti tuffi sul parquet che portano a recuperi e fanno spellare le mani ai tanti presenti in questa calda serata di fine inverno.
Sassari è brava a chiudere le linee di passaggio sui pick & roll centrali, portati prima da Caruso e poi da Owens, e a punire con il solito Diop, +9 sul 43-34. Varese ha il merito di non far scappare via i sardi, che chiudono il primo tempo avanti sul 51-42, grazie all’ennesima magia in penetrazione di Dowe.
Nella ripresa però cambia tutto.
Dopo appena 2 secondi Kruslin (6 punti) ruba palla e si invola in contropiede, canestro segnato e fallo. Una giocata che suona come l’Urlo di Chen che terrorizza tutti i continenti.
L’Openjobmetis sembra come ipnotizzata dalla difesa della squadra di Bucchi, che ne approfitta per piazzare lo strappo decisivo senza più guardarsi indietro. Dowe crea lo scompiglio e firma il massimo vantaggio, +16 e Brase è costretto a chiamare il timeout per risvegliare i suoi.
Sveglia inefficace, Varese è in totale confusione e il Banco azzanna la preda ormai inerme. Un 22-0 devastante, con i liberi di Bendzius che portano il punteggio sul 73-44. La gara è formalmente già chiusa, con gli ospiti capaci di muovere il proprio tabellino dopo oltre 7 minuti, con un’interferenza sul tiro di Ross. La Dinamo non ha intenzione di togliere il piede dall’acceleratore, è il distacco si dilata ulteriormente sulla tripla di Treier (8 punti) con cui si chiude il terzo periodo. Il risultato recita 83-46.
Gioco, partita incontro.
Il parziale di 32-4 è una mazzata che chiude definitivamente la sfida, con i due allenatori che utilizzano gli ultimi 10′ per dare minuti ai restanti membri della panchina. La gara si trascina stancamente, con i padroni che toccano persino il +40, fino al risultato finale di 101-73.
Per l’Openjobmetis Varese una sconfitta che brucia, soprattutto per l’entità della debacle, e quel senso di occasione persa visti i problemi di roster dei sassaresi. Un passo falso che non mina la grande stagione dei lombardi chiamati al pronto riscatto già domenica sera nel posticipo contro la pericolante Verona. Una gara da non sbagliare per archiviare il primo possibile la corsa playoff.
Per la Dinamo Sassari, invece, una vittoria roboante che la piazza al 4° posto solitario, con la consapevolezza di essere ormai diventata squadra vera, anche davanti alle difficoltà e agli infortuni. Domenica prossima è però chiamata allo step successivo, l’ultimo vero esame per testare le proprie ambizioni di alta classifica, sempre tra le mura amiche contro la Bertram Tortona, terza forza del campionato.
Una sfida, che in caso di vittoria, potrebbe far salire sensibilmente le quotazioni della banda di Piero Bucchi anche in ottica terzo posto, un vero e proprio miraggio anche solo un mese fa.
Dinamo Banco di Sardegna Sassari – Openjobmetis Varese 102-73
Parziali: 27-21; 24-21; 32-4; 19-27.
Progressione: 27-21; 51-42; 83-46; 102-73.
Sala Stampa
Matt Brase, Tommaso Raspino e Piero Bucchi
Le Pagelle
Dinamo Banco di Sardegna Sassari
Riccardo Pisano s.v.: il classe 2005, nato proprio a Sassari, è la ciliegina sulla torta. Entrato nei minuti finali mette in mostra una faccia tosta, aiutato da una gara diventata formalmente un allenamento. Tira tutto quello che gli passa nelle mani, mettendo in mostra una discreta tecnica e bella mano. Segna il 100° punto e per rimanere in tema dolci, lunedì sarà costretto a portare un bel vassoio di paste per tutti.
Chris Dowe 8: ancor più responsabilizzato vista l’assenza di Robinson, non ha paura di prendere per mano tutta la squadra. Parte subito con le marce alte, puntando ad ogni occasione Ross. In penetrazione è un rebus per la difesa di Brase e da oltre l’arco va pure meglio, visto che nel primo tempo è l’unico a vedere il canestro dai 6 metri e 75. Nella ripresa si mette il caschetto ed erge, insieme ai compagni, una diga invalicabile per Varese. Con gli ospiti disinnescati è lui a dare ordine a tutta la Dinamo, gestendo la squadra nella maniera perfetta e il parziale di 32-4 è la logica conseguenza. Chiude con 23 punti, 5 rimbalzi, 3 rubate, 6 assist e 26 di valutazione. La serata ideale per omaggiare la propria famiglia, giunta al palazzo per vederlo direttamente da Lousiville, Kentucky.
Filip Kruslin 7: la prima vera gara negativa al tiro del suo incredibile 2023, un 1/7 da tre che non mina però la sua grande partita. Infatti nonostante la mira offuscata e in difesa che crea il suo capolavoro di giornata. Con Raspino si divide la marcatura di Ross, facendo capire all’americano che non è serata. Nella ripresa dopo appena 2 secondi ruba un pallone e corre in contropiede, canestro e fallo, è l’inizio della tempesta perfetta che si abbatterà di lì a breve su Varese. Mette letteralmente un muro davanti al proprio al canestro su cui Ross e compagni vanno a schiantarsi, prendendosi anche due sfondamenti che fanno esplodere tutto il PalaSerradimigni. Si iscrive alla festa segnando l’unica tripla di serata e chiudendo alla fine con 6 punti, il 14% dai 6.75, per uno che in questi 3 mesi viaggiava sopra il 55%. Va bene lo stesso, sirena finale e via di corsa negli spogliatoi, a soffiare sulle 34 candeline della torta.
Giacomo Devecchi s.v.: reduce dall’influenza che l’ha tenuto a casa nella trasferta di Scafati, Bucchi lo rimette dentro, 3′ in cui mette la sua inconfondibile firma.
Kaspar Treier 6.5: entra un po’ timido, ma in difesa non mancare il suo contributo, nonostante un secondo quarto in cui Caruso fa quasi quello che vuole ed è costretto ad aiutare il proprio compagno per aumentare il tonnellaggio sotto il tabellone. Nel secondo tempo si unisce alla festa, segnando la tripla che chiude un terzo quarto da ricordare. Nel finale ha più spazio, tutti minuti utili da mettere in cascina, chiudendo con 8 punti.
Massimo Chessa 6: data l’assenza di Gerald è chiamato a dare minuti di qualità ad un reparto focalizzato nell’annullare Ross. Si fa notare, in avvio, per il bell’assist dietro schiena per lo scatenato Diop, che a rimorchio schiaccia.
DeShawn Stephens 7: fatica a contenere il pick & roll aggressivo di Owens, ma riesce a tararsi al meglio nel giro di pochi minuti. Sale sempre più d’intensità, chiudendo l’area con una personalità che all’inizio della sua avventura in Sardegna non aveva. La ripresa non fa eccezione e in avvio di terzo periodo è uno degli artefici del break che uccide il match. Sfiora una doppia doppia da 9 punti e 8 rimbalzi, 5 dei quali in attacco.
Eimantas Bendzius 7: il suo apporto offensivo è calato nell’ultimo periodo, ma è più presente nelle mille pieghe della partita. In difesa si sbatte come mai lo si era vista e a rimbalzo è ormai una fattore, portando giù anche stasera 7 palloni. Anche lui si accende in avvio di secondo tempo, incendiando la retina dalla lunga distanza come spesso ha abituato i propri tifosi in questi anni. Negli ultimi 10′ lascia spazio alle seconde linee, ma la sua gara è come sempre da pollice alzato: 12 punti, 2/4 da tre, 7 rimbalzi e 2 rubate.
Stefano Gentile 7.5: chiude subito la pratica dei 2500 punti segnati in LBA con i liberi in avvio di gara, traguardo salutato dai 4mila del palazzo. Confezione un primo tempo da leader, guidando la squadra nelle due fasi con una leadership conclamata. Già in doppia cifra a metà gara, chiude con 16 punti, 2 rubate, 4 assist e 20 di valutazione.
Tommaso Raspino 7.5: gli appena 2 punti segnati dal numero 23 non rendono giustizia al garone giocato dall’ex Stella Azzurra, neanche l’1 di valutazione. Infatti è un altro il numero che evidenzia al meglio la sua serata, il +33 di plus/minus! È l’arma segreta giocata da coach Bucchi, buttato nella mischia già dalla palla a due ha il compito di seguire Ross anche nei bagni del PalaSerradimigni, lui esegue con commovente abnegazione. Nonostante l’enorme sforzo profuso si fa notare anche dall’altra parte del campo con un notevole canestro in sospensione. Ma il vero capolavoro lo continua a creare nella marcatura sul temibile play americano, a cui sporca infinite linee di passaggio e a cui impedisce le tanto amate penetrazioni che l’hanno reso celebre. E non è un caso se nel terzo e decisivo periodo ci sia sempre lui in campo, per tutti e 10 i minuti. Stakanov sarebbe fiero di lui!
Ousmane Diop 8.5: la gara della definitiva consacrazione per l’ex Torino, che faceva le onde in A2, ma che in LBA, a detta di tanti, faticava ad imporsi. Un periodo magico per il classe 2000, che dalla partenza di Onuaku ha preso sempre più spazio nelle rotazioni di Bucchi. Fatica a trovare le contromisure a Caruso nel secondo quarto, come succede a tanti in questo campionato, ma in attacco è bravo a far ingoiare al rivale la sua stessa medicina. La difesa ospite non riesce a contenere al suo dinamismo e spesso è costretta a fermarlo con il fallo. Nella ripresa sale di colpi la Dinamo e lui non fa eccezione, lottando come un leone per chiudere l’area ad una Varese che vede il canestro ormai con il binocolo. È il punto esclamativo su una prova magistrale, MVP di serata con 22 punti, 8 rimbalzi, 5 dei quali offensivi, 1 stoppata, 2 rubate e 30 di valutazione. Si narra che alla fine abbia anche lucidato il parquet, spento le luci e chiuso a chiave il palazzo. Tuttofare Ousmane.
Openjobmetis Varese
Colbey Ross 4.5: l’assenza di Robinson sembra spalancargli le porte verso un’altra prestazione da dominatore. Niente di più sbagliato! Bucchi gli scatena contro il sorprendente Raspino, che segue il nativo del Colorado ovunque, senza dargli tregua. Ross soffre la marcatura e le idee si annebbiano quasi subito, il motore di Varese rallenta il ritmo ed è l’inizio della fine. Chiude sì smazzando 6 assist, ma segnando appena 6 punti, il dato più basso della sua incredibile stagione, e cestinando altrettanti palloni. Il -37 di plus/minus è la ciliegina sulla torta.
Tomas Woldetensae 4: nel corso della gara ci si dimentica anche che il bolognese sia in campo. 19 minuti sul parquet impalpabili, disinnescato in attacco e completamente assente in difesa. Chiude con un’eloquente virgola e un -4 di valutazione.
Giovanni De Nicolao 5: ha il merito di guidare Varese nell’ultimo periodo, in completo garbage time e a buoi ampiamente scappati, riuscendo parzialmente a contenere l’enorme distacco tra le squadre. Prima di allora non riesce a dare la propria impronta alla gara, poco aggressivo e incapace di scuotere i compagni.
Justin Reyes 5.5: parte dalla panchina e si presenta subito bene, con una tripla che rialza le pessime percentuali di Varese dalla lunga distanza. Fatica però nel resto del primo tempo. Nella ripresa assiste al naufragio del terzo quarto dalla panchina e quando rientra è troppo tardi. Aggiusta i suoi numeri nel periodo conclusivo, segnando 12 punti con 5 rimbalzi.
Matteo Librizzi 6: ha il merito di segnare l’unico vero canestro del terribile terzo quarto della squadra, visto che l’altro segnato era in realtà un’interferenza. Nell’ultimo periodo, nonostante la sconfitta certa non si arrende e ha il merito di riaccendere un attacco che sembrava essersi spento. Saranno alla fine 13 i suoi punti.
Nicolò Virginio s.v.: buttato nella mischia conclusiva per far passare gli ultimi scampoli di gara.
Giancarlo Ferrero 5: messo in campo con la licenza di colpire dall’angolo, sbaglia il suo unico tiro e la sua gara, in pratica, finisce lì.
Markel Brown 5: dopo i 27 punti contro Pesaro, il suo primo tempo sembra la prosecuzione del suo ottimo momento. Nei primi 20′ tiene su tutta la squadra con la sua intensità e i suoi punti. Nella ripresa però si spegne come tutta Varese, passivo davanti all’aggressività di una Dinamo che azzanna la partita. E poi come se non bastasse ha la brillante idea di uscire per falli in pieno terzo periodo. Per Varese si spegne definitivamente la luce.
Guglielmo Caruso 6.5: il napoletano è l’unico a salvarsi nel naufragio del PalaSerradimigni. Nel secondo quarto è lui a tenere in piedi tutta la baracca, con una prestazione da assoluto dominatore del pitturato. Una pulizia di movimenti da giocatore consumato e non da giovane centro che si sta ancora formando. Sia Diop che Stephens faticano a contenere i suoi movimenti da ballerino là sotto. Quando rientra nella ripresa la gara è già andata e anche lui non può fare nulla. Chiude con 14 punti, 6 rimbalzi e 17 di valutazione.
Tariq Owens 5: parte alla grande, mettendo fin da subito a repentaglio la stabilità dei ferri del palazzo di Piazzale Segni. Dopo la bella partenza abbassa i giri del motore e i problemi di falli lo costringono a sedersi. Nella ripresa viene travolto anche lui dalla mareggiata, andando ad infrangersi prima contro Stephens e poi contro un Diop travestito da Kraken. Formalmente la sua gara, come d’altronde tutta Varese, finisce lì. Chiude con 8 punti, 4 rimbalzi e 4 perse.
Jaron Johnson 4.5: confeziona la peggior prestazione della sua ottima stagione, con appena 4 tiri tentati dal campo e la sensazione di non essere mai veramente entrato nel match. In realtà nel primo quarto sembra entrarci bene con tutte le scarpe, con 6 punti segnati, gli unici della sua intera gara. Poi il blackout. Si carica anche lui di falli e si eclissa quasi completamente, complice anche la difesa opprimente dei padroni di casa. Negli ultimi 30′ di partita tenterà un solo tiro, troppo poco per una Varese che ha in Johnson un autentico faro offensivo.