Gianmarco Pozzecco ha presentato l’importante sfida di domenica 15 dicembre a mezzogiorno contro la Pompea Fortitudo Bologna, per il coach non una partita come le altre: “Lo sarà ancora meno quando andremo a Bologna, io sono fortitudino. Lo dichiaro con semplicità e orgoglio perché ho deciso nella mia carriera, in un periodo delicato, di non andare alla Virtus e penso che questo gesto valga più di mille parole, un gesto che oggi in pochi farebbero. L’allora presidente virtussino Sabatini mi chiamò, dopo due anni a Mosca sarebbe stato produttivo chiudere la carriera lì ma sono andato a finire a Capo d’Orlando che poi si rivelò la scelta azzeccata”.
Che squadra è la Fortitudo?
“Io l’avevo detto in tempi non sospetti, negli ultimi anni le squadre neopromosse hanno sempre fatto bene anche grazie all’entusiasmo che ti dà giocare un campionato come la serie A. Dissi che sia Fortitudo che Treviso e Roma avrebbero fatto un ottimo campionato ed è quello che sta succedendo, tra le tre quella che sta facendo meglio è proprio la Effe ma non sono stupito dal loro percorso, è una piazza che ha il vantaggio di avere un pubblico che condiziona in casa e che poche squadre al mondo hanno. Ha quasi sempre vinto, sta giocando molto bene una pallacanestro efficace”.
E’ una squadra d’esperienza
“Hanno il giusto mix, è una squadra costruita intelligentemente, penso all’esperienza di Mancinelli, Leunen e Stipcevic o alla freschezza di Fantinelli. Pian piano sono riusciti a trovare la loro identità e fuori casa hanno dato segnali di grande crescita”
Ora giocherete tre partite in otto giorni tutte in casa
“Non dovremo viaggiare e questo potrebbe essere un vantaggio anche se quando viaggiamo siamo altrettanto felici perché stiamo bene insieme. Negli ultimi giorni siamo stati molto in viaggio, abbiamo visitato otto aeroporti, a Linate i ragazzi giocavano ai videogames e noi dello staff a briscola, il clima fortunatamente è sempre molto leggero, non è così scontato che i ragazzi non si lamentino mai”.
C’è stato un cambio di atteggiamento per Mclean nell’ultima gara di BCL…
“Jamel quando è arrivato in estate aveva la condizione fisica quasi ideale, perché non avendo fatto la preparazione insieme ai compagni era meno condizionato e più fresco. Ha giocato una pallacanestro di alto livello che ci ha permesso di vincere la Supercoppa, poi ha avuto un calo fisico ma di questo eravamo consapevoli. Il problema è che poi ha avuto la possibilità di poter andare via e questo non lo ha aiutato. Io personalmente ho vissuto male questo periodo, ho sempre pensato che Bilan e Mclean potessero giocare insieme quindi mi son sentito colpevole di non riuscire a trovare il modo per aiutare Jamel perché penso sia compito dell’allenatore aiutare i propri giocatori. Sia io che Pasquini non abbiamo mai avuto l’idea di volerlo cambiare, siamo sempre stati consapevoli di avere un giocatore forte e dobbiamo metterlo nelle condizioni di poter giocare una pallacanestro efficace. Ora ha cambiato punto di vista, oggi penso sia meno condizionato, si è sempre allenato con grande professionalità anche se si percepiva che stesse pensando al mercato, oggi è molto focalizzato sul giocare bene e in Lituania l’ha dimostrato”.