Era difficile, lo si sapeva, nonostante per l’Efes non contasse nulla. Difficile perché quando giochi in casa di un ottima squadra nell’anno di grazia mica te la lasciano vincere e, come già successo a Madrid, perdere così dopo essersi illusi per 25 minuti fa ancora più male.
Le due partite hanno avuto uno svolgimento molto simile e sono entrambe lo specchio di tutta l’Eurolega giocata dalla formazione milanese: bella a vedersi nel primo tempo, anche a causa di un comprensibile lassismo avversario, in calando nel resto della partita con sussulti di vita qua e la. Ma quando il gioco si fa duro, la difesa durissima e i possessi finali diventano decisivi l’Olimpia non ha saputo fare altro che lasciare il passo ad avversari complessivamente più forti.
Non è certo un caso se Milano non ha mai vinto contro le prime della classe e non ha mai vinto in stagione le sfide da vita o morte: la deregulation offensiva totale voluta da Pianigiani contro difese ruvide ed organizzate non può mai essere vincente, e mai lo è stata, nemmeno ad un livello più basso come in Italia. E non poteva essere di certo il carente impianto difensivo a tenere a galla la barca biancorossa; altra prestazione decisivamente negativa, 101 punti subiti e una sensazione di pressapochismo in scelte, esecuzioni ed aggiustamenti che in una squadra di tal livello è difficile da riscontrare.
Ad Istanbul si è perso nonostante i 6 uomini in doppia cifra, nonostante un Omic molto più che presentabile, nonostante il 57% da 2 e più del 90 ai liberi e una sostanziale parità nelle altre voci statistiche tranne una: il tiro da 3. Non è stata tanto la % a condannare l’Olimpia quanto la qualità dei tiri presi.
James ad esempio ha esagerato nel prendersi triple in allontanamento, tiri ad alto coefficiente di difficoltà salvo poi passare una tripla aperta che avrebbe potuto riaprire la partita. Ma non è stata la sua colpa principale: avrebbe dovuto cercare anche nel secondo tempo di coinvolgere chi è meno adatto a costruirsi tiri come ad esempio Brooks o Nunnally. Invece l’ha fatto solo nel primo, ed i risultati son lì da vedere…
Anche Micov si è preso qualche forzatura di troppo da fuori al posto magari di mettersi spalle a canestro in una situazione in cui l’Efes aveva già 5 falli di squadra e senza l’uomo adatto per contrastarlo. E pesano come macigni le 4 triple sbagliate in soli 8 minuti da un Jerrells spento come non mai (e che si è giocato la riconferma, ndr), che avrebbero potuto fermare l’emorragia del terzo quarto, ed invece…..
Nulla da dire invece sulla prova dei due centri, di più non potevano fare, come anche un solido Kuzminskas, per me migliore di serata insieme a Nedovic.
Per l’Efes invece buona la prova dell’ex Simon, dato per finito troppo presto da Milano, ed ottima quella di Micic. I playoff contro il Barcellona saranno tutti da gustare, si preannuncia una serie molto equilibrata.
Ci sarà tempo per analisi più approfondite sulla stagione europea di Milano ma ad oggi anche il secondo obiettivo stagionale sfuma, come ovvio Pianigiani è già messo in discussione e sono passate solo poche ore dal fischio finale di Istanbul che già si fa il nome di Jasikevicious per l’anno prossimo (dopo che per settimane si era dato Xavi Pascual come probabilissimo), suscitando un plebiscito popolare nei tifosi.
Con il campionato tutto da giocare non sembra l’idea del secolo delegittimare Pianigiani, ma tant’è: nelle prossime settimane sarà preso di mira da tutti come d’abitudine a queste latitudini. Noi, tra i primi a criticare le sue scelte in tempi non sospetti https://all-around.net/2018/12/20/turkish-airlines-euroleague-round13-dopo-il-5-ko-in-fila-per-lolimpia-e-crisi-vera-riuscira-a-superarla/ , vogliamo anche ricordare che con Gudaitis al 90% i playoff non sarebbero sfuggiti, e nemmeno se Nedovic avesse saltato meno partite.
Insomma il coach ha delle attenuanti ma le sue colpe, ben descritte nel link appena scritto qua sopra e risalente a fine dicembre, sono chiare ed evidenti a tutti.
Adesso comunque viene il difficile per i campioni d’Italia: riconfermarsi nei playoff nostrani non sarà così semplice come già la Coppa Italia ha dimostrato. La pressione sarà tutta addosso ai biancorossi e potrebbero anche farsi sentire le 70 partite stagionali giocate fin qui quando si dovrà giocare ogni 2 giorni.
Ora è d’obbligo far riposare gli uomini chiave, recuperare gli infortunati ed iniziare, già da domenica contro la Sassari di Pozzecco, a ritararsi per affrontare gioco e arbitri di stanza in Italia. C’e’ da salvare la stagione, almeno parzialmente.
Cristiano Garbin
@garbo75