Bellissima e sorprendente. O forse no? Perché ormai questa Virtus Bologna, che continua a voler viaggiare a fari spenti, per forza di cose (budget esiguo, penalizzazione in classifica), ma ha ormai abituato a prove di grande sostanza e qualità, comincia ad essere più di una meteora occasionale del campionato. E, probabilmente, la vittoria di oggi contro la Dinamo Sassari è la gemma più luminosa di una stagione che, piano piano, sta regalando gioie e facendo innamorare il pubblico di una squadra che, conscia dei propri limiti, va in campo senza mai risparmiare una stilla di energia e che, se prende fiducia, sa anche come fare male in attacco.
Ne ha fatto le spese un Banco di Sardegna quasi sorpreso nel trovarsi di fronte una squadra evidentemente in difetto di qualità e uomini, ma che non ha rifiutato la gara di tiro (11/22 da 3 per la Granarolo, 14/35 per Sassari) imposta, come abitudine, dai sardi. Gli uomini di Valli, però, hanno avuto l’intelligenza di non conformarsi totalmente al gioco sassarese, giostrato quasi esclusivamente sugli esterni, servendo con costanza e profitto i propri uomini d’area, con su tutti, a svettare l’inattesa coppia Mazzola-Cuccarolo. L’ex Montegranaro, da sempre fedelissimo di Giorgio Valli, è diventato a pieno titolo uno degli uomini imprescindibili di questa Virtus per la sua energia costante in difesa, a cui abbina anche una produzione offensiva non disprezzabile (doppia doppia da 10+12 per lui). Il 2.20 di scuola Treviso, invece, è una delle note più liete dell’ultimo mese virtussino. Emerso per le lacune del tagliato Gilchrist, da tre partite è, a pieno merito, il titolare del ruolo di centro e anche oggi ha dato impatto fisico (4 stoppate) e presenza in attacco (9 punti e una mobilità che sembra sempre migliorare). Tutto attorno ha ruotato una squadra con i soliti Ray (fondamentale il suo finale, che ormai sta diventando una garanzia) e Hazell perni offensivi nei momenti caldi, Gaddy metronomo dell’attacco e White, anche se in giornata non molto positiva, dispensatore di atletismo e dinamicità. Gli errori e le sbavature (13/24 ai liberi, 17/40 da due, 18 palle perse) non mancano mai, ma con questa energia e questa voglia nessun traguardo è precluso e, soprattutto, ormai il discorso salvezza sembra più che altro una mera formalità.
Continua a lasciare perplessi, invece, Sassari. Squadra dal talento smisurato, ma dall’altrettanto infinità imprevedibilità. Che la squadra di Sacchetti non fosse l’equivalente cestistico di un orologio svizzero lo si sapeva, ma la totale assenza di guida con cui il Banco ha gestito larghi tratti di partita ha stupito. E, come detto anche in fase di presentazione dell’incontro, per l’ennesima volta si sono mostrati quegli alti e bassi pazzeschi all’interno degli stessi 40’ che stanno costando molto in questa stagione. Logan oggi è stato l’anima della squadra, cercando di scuoterla nei momenti più bui a suon di conclusioni pesanti, ben accompagnato da Sanders. Lawal è stato troppo solo a lottare, con profitto, contro i lunghi avversari, ma ha pesato la giornata negativa di un Jerome Dyson fuori dalla partita e che non ha saputo nemmeno accendere i compagni. L’attacco ha girato a vuoto quasi sempre (20 palle perse, 24/79 al tiro) e nonostante questo, con una fiammata improvvisa, a 2’ dalla fine si era ancora pari. Ma quando giochi così tanto con il fuoco non c’è poi da meravigliarsi se finisci col bruciarti. Cosa puntualmente accaduta.
Bologna, con l’esordio (discreto) di Reddic e il recupero dopo un mese di Fontecchio, trova una miglior partenza offensiva, nonostante Sassari segni un paio di volte dalla distanza. Cuccarolo è subito presente nella manovra offensiva e fa valere i suoi centimetri, ma sono un paio di triple di Hazell, di cui una in transizione, a dare il primo slancio positivo ai padroni di casa (13-6). La partita è ad alti ritmi, come da abitudine sarda, ma, a sorpresa, Bologna non fa granchè per rallentarli. Gli uomini di Sacchetti hanno qualche problema di manovra offensiva, ma ci pensa David Logan, che con la sua classe e tanta esperienza trova tutti gli spazi giusti per avere tiri aperti e punire la difesa bianconera (11 punti nella frazione d’apertura). Il Banco torna a contatto, ma sono i lunghi di Bologna, ancora Cuccarolo e il nuovo arrivato Reddic con buon impatto, che tengono la Granarolo avanti con un margine di 6 punti al 10° minuto.
Col secondo quarto scendono le percentuali offensive, mentre crescono le difese. Sanders e Lawal da una parte, White e Cuccarolo dall’altra fanno valere chili e atletismo, mentre anche sul perimetro gli esterni lavorano forte per negare tiri facili. Gli attacchi ne risentono, con gestioni abbastanza confusionarie, ma Bologna sembra in grado di mantenere il comando delle operazioni, e la terza tripla di Hazell conferma la sensazione. La Dinamo, allora, prova a sfruttare la propria maggior qualità per guadagnare punti facili e, aiutata anche da 4/5 minuti di gestione arbitrale della partita non proprio perfetta, guadagna tantissimi viaggi in lunetta (12 tiri liberi a zero il parziale del secondo quarto in favore di Sassari). Proprio dalla linea della carità Dyson converte un 2+1 che vale anche il sorpasso ospite (37-38), che però durata un attimo, perché prima Fontecchio dall’arco, poi Hazell in penetrazione, restituiscono un minimo margine di vantaggio agli emiliani, che vanno al riposo lungo avanti 42-39.
Sassari riparte subito forte con un 5-0 di parziale, chiuso da una tripla del solito Logan, che la porta subito avanti (42-44), ma, ancora, la Virtus risponde presente con un paio di canestri pesanti importantissimi di Gaddy (49-46), il tutto mentre Ray fatica abbastanza e White e Hazell accusano problemi di falli. Sassari prova a cavalcare l’atletismo di Sanders per attaccare da fuori area Mazzola, ma i risultati sono scarsi. Gli attacchi battono abbastanza in testa, Dyson pompa troppo il pallone, Bologna corre senza gran costrutto in attacco. Fontecchio spreca dalla lunetta, Sanders, invece, di talento insacca due triple e Logan dai liberi fa 55 pari. Mazzola con fortuna fa rimettere avanti il naso ai suoi, Hazell e Reddic combinano uno 0/4 dalla lunetta in mezzo a una miriade di infrazioni di passi e sulla sirena Chessa non perdona e regala il vantaggio ai suoi all’alba degli ultimi 10 minuti.
Il vantaggio di Sassari (rinforzato subito da una tripla di Formenti) non spaventa Bologna, che risponde ancora con grande autorità: coppia di canestri per Mazzola, due gran triple di Hazell e Ray e una penetrazione acrobatica ancora di quest’ultimo grifano un 10-1 di parziale che per la prima volta allarga la forbice in maniera sensibile (69-62 a 6’ dalla fine). Time out obbligato per Sacchetti che cerca di riportare i suoi con la testa in partita. Impresa non semplice, visto che gli uomini oggi in maglia blù fanno di tutto per buttare palloni e tiri. Così Mazzola, ancora lui, segna il massimo vantaggio V Nera sul 72-64 con 3’30” da giocare. Lì Sassari, finalmente, batte un colpo, sempre giocando il proprio basket privo di particolari spartiti tecnici. Triple di talento per Logan e Sanders, e ancora canestro del pareggio di Logan in uscita dai blocchi perso da Hazell. 8-0 di parziale e parità in un minuto. Ultimi 120’’ di gioco in apnea. Hazell sbaglia da tre, ma il rimbalzo è di White che fa +2 Bologna. Lawal poi si macchia di un doppio errore sanguinoso: prima sbaglia l’appoggio comodo del pareggio, poi commette fallo (dubbio per la verità) sul tiro da 3 di Allan Ray che dalla lunetta fa percorso netto. Tripla folle di Sosa con 30” da giocare. 77-75 e fallo tattico su Ray: 1/2, ma sull’errore la difesa della Dinamo si addormenta, concede il rimbalzo in attacco alla Virtus e il successivo canestro in penetrazione ancora di Ray (11 punti nell’ultimo quarto). 80-75. E questa volta, i bonus per una Sassari troppo distratta, sono finiti.
GRANAROLO BOLOGNA – BANCO DI SARDEGNA SASSARI 80-75
Parziali: 27-21; 15-18; 15-19; 23-17;
Progressione: 27-21; 42-39; 57-58; 80-75
MVP: Vogliamo andare con il made in Italy, pur essendoci tanti protagonisti nella Granarolo: Valerio Mazzola e Gino Cuccarolo, eroi che quest’estate nessuno si sarebbe atteso, giocano una super partita, sia in attacco (19 punti con 7/11 in coppia) che, soprattutto, in difesa (14 rimbalzi e 4 stoppate). Acclamati, a ragione, dalla folla.
WVP: Serataccia di Jerome Dyson, che non entra mai in partita. Stecca al tiro, non mette in ritmo i compagni. Tira male dal campo, prova a rimediare guadagnando viaggi in lunetta e con qualche assist, ma oggi non basta.
SALA STAMPA
Giorgio Valli: “Siamo ovviamente molto soddisfatti per la vittoria. Una partita che, tre mesi fa, sarebbe stato assurdo anche solo pensare di vincere. Devo ringraziare il nostro preparatore atletico Voltolini che sta facendo un grande lavoro e ci permette di essere in grande condizione atletica, cose che oggi è stata fondamentale. Abbiamo giocato con un piano partita ben preciso. Loro sono particolarmente forti al tiro e in penetrazione, e quindi l’idea era di togliergli almeno una delle due opzioni: abbiamo lavorato forte per negargli il più possibile i tiri aperti, e credo che sia stato fatto un buon lavoro. Poi chiaramente loro hanno grandi giocatori che possono fare canestri come quello da sette metri di Sosa nel finale, ma ci sta. Cito la grande partita di Valerio Mazzola, che specie in difesa ha lottato contro tutti, e anche Reddic ha portato il suo contributo. Caserta ha vinto, ci guardiamo le spalle, le squadre stanno crescendo, ma anche noi siamo saliti di un gradino. Cuccarolo anche ha fatto una buona prestazione. E’ partito in quintetto, ha fatto bene in attacco e in difesa, poi a un certo punto facevo fatica a tenerlo in campo perché loro giocavano veramente piccoli. In generale, comunque, abbiamo tenuto a 75 punti una squadra che in media ne fa 90. Quindi bravi tutti. Ma da martedì si torna in palestra resettando tutto, perché la prossima partita e su un campo dove hanno perso in tanti. Miglioriamo tatticamente, nella lettura delle partite, ci passiamo la palla, ma non possiamo mai abbassare la guardia, perché ci basta poco per compromettere le partite. Fontecchio aveva una voglia matta di giocare, e ci sta che magari abbia provato a fare più di quanto fosse pronto effettivamente a produrre, ma comunque anche lui dietro ha fatto il suo. Ora lavorerà per riprendere il ritmo in attacco.”
Meo Saccheti: “ Abbiamo sempre giocato di rincorsa. Siamo stati frettolosi, poco organizzati. Poi nel secondo tempo, quando ormai la gara sembrava compromessa ed eravamo a -7 a poco dalla fine, siamo stati bravi a rientrare e pareggiare. Ma poi lì, di nuovo, un paio di episodi ci hanno condannato. Il basket oggi è così. Devi essere pronto a giocare con la massima intensità, senza mai rilassarti. Bologna ha fatto meglio di noi, ha punito i nostri errori, le nostre leggerezze mentali. Il nostro problema non è che giochiamo senza un “4” titolare, di ruolo. Sono altre le cose. Sono quelle piccole cose che devi sapere e volere fare in certi momenti della partita. Non è possibile subire canestro su nostri tiri liberi sbagliati. E dobbiamo imparare a fermare la palla con un fallo invece che concedere il contropiede. Che è poi un problema che mi porto dietro da una vita. E’ il mio cruccio e la mia maledizione da cui non riesco proprio a liberarmi”.
Nicolò Fiumi