Gara 2 quasi fotocopia di gara 1, con Schio a condurre per buona parte del match, la Virtus che tenta di stare a contatto, ci riesce anche, pareggia ma nelle azioni decisive le stelle orange non tradiscono a differenza di quelle bianconere.
Si può riassumere così questa ennesima grande partita tra le due più forti squadre italiane. Schio però si è dimostrata un filo migliore, sotto tutti i punti di vista.
Chi vi scrive alla vigilia delle finali aveva pronosticato Bologna, perché pensava che la stanchezza delle venete mostrata nella serie con la Reyer sarebbe stata più evidente contro un roster lungo e profondo.
Pensava anche che l’assenza di Ndour avrebbe aperto falle soprattutto difensive nel sistema voluto da coach Dikaioulakos e che avrebbe privato di una dimensione importante nel basket moderno come il pivot che apre il campo con le sue triple.
Niente di tutto ciò, il Famila ha dimostrato coi fatti di essere in primis più squadra, con una forza mentale con pochi eguali dove tutte le sue componenti sanno ciò che devono fare e lo fanno al meglio.
Le Splash Sisters, al secolo Mabrey ed Howard, ovviamente sono state decisive con il loro talento, ma bisogna dare meriti al coaching staff per averle inserite al meglio. Il confine tra solista ed individualista è flebile, e la coppia di americane hanno sempre messo davanti a tutto la squadra, conservando però la capacità di risolvere situazioni difficili usando il talento e a volte escludendo le compagne.
Per questo le ho chiamate Splash Sisters, perché mi hanno ricordato vividamente la coppia di Golden State, Curry e Thompson. Solisti funzionali a quel sistema di gioco.
La differenza con le bolognesi sta proprio qui, perché le soliste bianconere non sono ancora arrivate ad essere un tutt’uno col resto della squadra e sono risultate poco connesse anche tra di loro.
Inoltre sono state più discontinue proprio in questa gara2. Specie l’ex Laksa sembrata piuttosto nervosa e puntata più volte da Mabrey in uno contro uno. Chissà se si è pentita della scelta della scorsa estate di rincorrere i denari emiliani lasciando in malo modo la famiglia scledense…
Si chiude così una serie finale spettacolare ancorché sviluppatasi soltanto su due partite, che ha fatto parlare di sé per i sold out e gli 8.000 spettatori nelle due gare. Speriamo sia un buon viatico per l’anno prossimo, dove crediamo che saranno ancora queste due formazioni a giocarsi il titolo.
Solo la Reyer, che cambierà più di quanto preventivato, potrebbe dare fastidio, le altre sono distanti anni luce. Ci sarà tempo quindi per Bologna per progettare la rivincita, d’altra parte si sa che prima di vincere bisogna imparare dalle sconfitte.
Ora si apre il capitolo mercato, vedremo le campionesse d’Italia quali movimenti faranno: certamente dovranno sostituire Ndour che mancherà credo per tutta la stagione prossima, dovranno a mio avviso iniziare il processo di ricambio e di allungamento del parco italiane mentre credo che tutti gli sforzi saranno volti a confermare quasi in blocco questo telaio che le ha permesso di fare Triplete in Italia e di arrivare terze in Europa.
Per la Virtus invece ci deve essere la consapevolezza che non manca poi molto per detronizzare Schio: quindi anche qui lavoro di fino sul roster per migliorarlo. Secondo me andrà via Dojkic nonostante le buone finali, troppo poco guida di una squadra comunque non facile da pilotare.
Poi si vorrà certamente alzare la qualità media del parco italiane: si vociferano già offerte importanti per italiane top, nel giro della Nazionale. Considerando il non utilizzo di Orsili e Cinili già si capisce in che ruoli la dirigenza felsinea andranno ad operare…
Ma per una visione completa del mercato vi diamo appuntamento sugli schermi di All Around con il nostro articolone tra qualche giorno…Per adesso facciamo i complimenti ad entrambe le squadre. Schio ha vinto ancora ma mi sento di dire che la Virtus non ha perso, ha solo trovato una squadra più meritevole, di pochissimo.
IL TABELLINO: Famila Schio – Virtus Bologna 84 – 79
LE PAGELLE
Mabrey 10: 37 punti pazzeschi, con gli ultimi tre che fotografano bene che razza di giocatrice Schio ha ingaggiato la scorsa estate. Marina che mette e sedere Cecilia Zandalasini ed infila i tre punti che significano tricolore. Fuoriclasse con la effe maiuscola.
Bestagno 8: come i suoi punti, importanti. I suoi due siluri da tre fanno malissimo alla difesa V. Ma provate a contare tutte le chiusure difensive, quante volte con il suo fisico e la sue esperienza ha fatto sbagliare l’avversaria o comunque ha reso più difficile un tiro semplice. Sono cose che non finiscono nello scout, ma finiscono con il far trionfare la propria squadra. Vincente.
Mestdagh 5: pochi minuti, non ha la forza di rubare la scena alle americane. Tenta di dare il suo solito contributo offensivo ma le polvere oggi sono bagnate.
Sottana 5: stesso voto e stesso tipo di partita della sua consorte: non riesce ad incidere ed esce con 5 falli, ma Schio non ne ha risentito affatto.
Verona 9: ennesima conferma del livello spaziale ormai raggiunto da Cocca. Quel che colpisce è il sangue freddo che ha, perché i tiri importanti non li sbaglia quasi mai. Speriamo conservi questa forma fino agli Europei. Essenziale.
Howard 9: come i punti in fila che mette e son quelli che indirizzano la sfida e che sono il sequel dei tre sul finire di gara1. Duella con la più esperta Zandalasini anche in maniera ruvida, non si tira indietro e difende per tre. Spesso, specie nel maschile, le prime scelte nel draft si sono rivelate dei mezzi fiaschi, lei invece è giocatrice vera. E fortissima.
Keys 5,5: oggi non nella sua miglior versione. Pasticcia più volte ed è meno reattiva del solito. Ma un paio di graffi non li fa mancare, non poteva essere altrimenti. C’è molto del suo in questo scudetto
Sventoraite 6: anche lei non gioca tanti minuti. All’inizio Parker la mette in difficoltà ma lei non se ne cura ed aiuta la squadra come sa. Un canestrino in pick and roll, qualche rimbalzo, tanti blocchi.
Crippa e Penna sv: spiccioli di partita
Zandalasini 6: non semplice valutarla correttamente. Lotta e si batte, appare molto stanca nel finale ma ciò non le impedisce di prendersi tante responsabilità anche se gira che ti rigira i tiri decisivi li ha sbagliati. Lascia sempre la sensazione di incompiuta, manca sempre 1 centesimo per fare l’euro insomma…..
Barberis 5,5: 6 minuti di anonimato
Andrè 6: la botta iniziale forse la condiziona un po’, altre volte ha giocato molto meglio anche se non demerita affatto
Rupert 7: spreca qualche occasione di troppo dentro il pitturato ma da dietro l’arco è una macchina da canestri che la Virtus sfrutta pure poco a mio avviso. Se l’anno prossimo al posto di Dojkic Bologna prenderà un play più adatta a giocare pick and pop potrà essere ancora più devastante
Parker 6,5: parte fortissimo attaccando a testa bassa, si spegne nella ripresa con Ticchi che preferisce la mobilità di Andrè alle sue mani d’oro.
Pasa 5: non incide in difesa e non ripete le buone prestazioni balistiche degli ultimi tempi, e le orange paiono proprio battezzarla. Una scommessa che ha pagato, purtroppo per la Virtus
Laksa 4,5: son passati 12 mesi, è cambiato il mondo, da Mvp delle finali a tallone d’Achille della sua squadra. Sempre troppo nervosa, sbaglia tiri che lo scorso anno avrebbe messo bendata, viene puntata sia da Mabrey che da Howard in difesa venendo asfaltata. Non mi stupirei avesse giocato l’ultima in maglia V nonostante abbia un contratto pesantissimo. Credo però che le parti non siano vicendevolmente felici del matrimonio, ergo…..
Dojkic 6,5: si guadagna con mestiere un sacco di liberi ed attacca senza paura fin da subito. Produce punti, ma a mio avviso non fa girare la squadra come dovrebbe. Oggi è stato lampante che rende al meglio da guardia, e ciò porterà la società a fare altre scelte per il prossimo anno, my two cents.
SALA STAMPA
Garbin Cristiano
@garbo75
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