Adalia (Turchia), 22 settembre 2024 – La Dinamo Sassari crolla sul più bello, dopo aver retto per oltre metà gara l’impatto contro una Telekom Bonn certamente più attrezzata, che venerdì aveva eliminato la grande favorita Andorra, subisce un devastante 17-1 nel terzo periodo che non permette ai sardi di sbarcare nel tabellone principale della Basketball Champions League, dovendosi accontentare della più modesta Europe Cup.
Una delusione cocente per il Banco di Sardegna, che già in avvio della preparazione, ai primi di agosto, aveva evidenziato il 22 settembre con un circoletto rosso sul calendario: il primo obbiettivo di questa nuova stagione di rinascita, dopo le enormi delusioni dell’annata passata.
Traguardo sfumato al cospetto di una squadra solida come quella tedesca, ma con il rammarico di non essertela giocata al meglio delle tue possibilità, sia per i problemi di falli di giocatori chiave come Bibbins e Halilovic, che per l’assenza ingiustificata di altri come Fobbs, ex di serata e per come ha giocato forse ancora giocatore di Bonn, e Renfro, autori di due prestazioni al limiti della decenza e tagliando di fatto le gambe al resto dei compagni.
Una sconfitta nata solamente nella ripresa, dopo un primo tempo sporco e non bello esteticamente che però la Dinamo aveva saputo gestire alla grande, nonostante i problemi di falli dei due ex Nanterre. È proprio il 4° fallo di Justin Bibbins l’inizio della fine per i biancoblu, che spengono la luce e subiscono un devastante parziale di 17-1.
Anche sul -16, però, gli uomini di coach Nenad Markovic, anche lui non esente da colpe con le sue rotazioni cervellotiche, hanno avuto il merito di crederci sempre e con i tiratori scelti Tambone e Bendzius, rispettivamente 10 e 21 punti, sono riusciti a risalire fino ad un insperato -3.
Rimonta che però non si è concretizzata proprio sul più bello anche a causa del quinto fallo di un commovente Miralem Halilovic, fino a quel momento un rebus per la difesa di Bonn, con Sassari che ha perso definitivamente il proprio riferimento nel pitturato e non solo, con il bosniaco regista occulto in grado di aprire il campo ai tiratori.
Dinamo a tratti troppo prevedibile in attacco e poco applicata in difesa, incapace nel secondo tempo di trovare una contromisura fattibile per limitare i pericolosi tiratori tedeschi come Fleming e Angelo Allegri, rispettivamente 14 e 17 punti, letteralmente infallibili dai 6 metri e 75.
La posta in palio era alta e fin dalla palla si son viste due squadre contratte, incapaci di smuovere il punteggio sul tabellone per oltre due minuti. A differenza della bella vittoria su Utena, la Dinamo sembra giocare con la paura addosso e Bonn ne approfitta volando sull’8-3.
Basta l’ingresso di Tambone per vedere un Banco con un’altra energia, suonando la carica e riportando la gara in parità. Halilovic firma il soprasso con i primi passi di danza sotto le plance, Sassari ha una faccia diversa e continua martellare con il suo capitano Bendzius e sempre con il centro bosniaco sugli scudi piazza un break di 5-15.
Sul -5 Bonn reagisce, con i sassaresi bravi a rispondere colpo su colpo, con il primo periodo che si chiude su 20-21 per il Banco.
La partita si trasforma in una lotta nel fango, con entrambe le squadre che faticano a trovare la via del canestro, con le percentuali dall’arco che non superano il 10%. Halilovic è il solo ad avere un minimo di continuità realizzativa insieme a Bendzius, con quest’ultimo mai seduto in panchina per i primi 20 minuti.
Un brutto primo tempo che si chiude con i sardi ancora avanti sul 32-33, ma è l’equilibro a regnare sovrano.
Nella ripresa, però, la musica cambia e Bonn entra con un’altra determinazione: Fleming fra sprofondare il Banco in un amen sul -7. Markovic è costretto a scongelare Bibbins dal frigo dopo i tanti minuti a riposo, causa terzo fallo sul groppone, e proprio il play americano firma il pareggio sul 47-47.
Ma dura poco, perché l’ex Nanterre commette il suo quarto e per Sassari si spegne definitivamente la luce. Un devastante parziale di 17-1 si abbatte sui biancoblu come un tsunami, incapaci di reagire in alcun modo, con il terzo periodo che scivola inesorabile sul 64-48.
Il -16, però, non scoraggia gli uomini di Markovic, o almeno questo non succede con Tambone, uno dei pochi a crederci ed insieme al capitano, dimezzano lo svantaggio in meno di 180 secondi. I tiratori di Bonn continuano a martellare, ma ci pensa Halilovic ha ricucire nuovamente lo svantaggio, arrivando persino ad un incredibile -3.
Questa volta sono i sardi a contro breakare gli avversari con 20-7 che rimette tutto in gioco a meno di 5 minuti dalla sirena.
Ma ancora una volta il destino sbatte la porta in faccia a sassaresi e con Halilovic costretto ad uscire per falli, la gara di fatto termina prima del tempo, con Bonn che ritorna sul+9. È la resa per la Dinamo, le energie sono ormai terminate e ci si deve arrendere al risultato che alla sirena recita 78-71.
Un KO pesantissimo soprattutto per l’umore di una Dinamo Sassari che ci credeva fortemente al passaggio del turno ed invece dovrà accontentarsi della seconda coppa FIBA, quella Europe Cup messa in bacheca nella stagione 2018-19.
Un contentino per una società che sperava di ripartire nel modo giusto ed invece torna a leccarsi le ferite in campo europeo, per l’ennesima volta.
Telekom Baskets Bonn – Dinamo Banco di Sardegna Sassari 78-71
Parziali: 20-21; 12-12; 32-15; 14-23.
Progressione: 20-21; 32-33; 64-48; 78-71.
Sala Stampa
Tutta la delusione di coach Nenad Markovic nelle dichiarazioni rilasciate al sito ufficiale del club:
Il problema è stato che il momento in cui abbiamo capito come attaccare abbiamo mosso la palla con facilità e il nostro attacco era fluido, segnando con facilità, ma molte decisioni che abbiamo preso durante la partita non sono state ottime. Abbiamo perso diverse volte i loro tiratori dopo un solo blocco, e loro ci hanno punito con le triple che hanno spaccato la partita. Noi contemporaneamente abbiamo fatto delle pessime scelte in attacco, la difesa in generale nel secondo tempo non è stata buona e la distribuzione della palla non è stata efficace. Non abbiamo mai portato la palla nella posizione che volevamo. Ora dobbiamo alzare la testa, sono stati dieci giorni impegnativi lontani da casa in cui abbiamo giocato cinque partite e ora dobbiamo focalizzarci sull’inizio del campionato e cercare di partire nel migliore dei modi.
Le Pagelle
Dinamo Banco di Sardegna Sassari
Alessandro Cappelletti 5: luci e ombre come nella gara con Utena. Gara ancora una volta ondivaga per l’ex Verona che parte alla grande, ma alla distanza si spegne come la maggior parte dei compagni.
Justin Bibbins 5.5: sente parecchio la posta in palio e al primo contatto deciso si innervosisce, prendendo un tecnico e lasciando la Dinamo orfana del suo playmaker titolare per gran parte del primo tempo. Quando rientra le cose migliorano, trovando assist (6) e canestri, ma quando commette il suo quarto fallo è costretto ad uscire e per Sassari è l’inizio della fine, con il 17-1 di parziale subito al termine del periodo che indirizza pesantemente il match.
Miralem Halilovic 6.5: anche non al 100% lotta come un gladiatore, da solo contro i leoni nell’arena, deserta. La Dinamo con lui sul parquet è un’altra squadra, insieme a Bibbins forma una coppia che Markovic cavalca più che può, falli permettendo. Purtroppo per lui i problemi di falli lo limitano e quando commette il quinto a 3′ dalla sirena, di fatto fa scendere il sipario sulla partita. Chiude con 19 punti e 7 rimbalzi.
Brian Fobbs 4: se è possibile gioca peggio della semifinale contro Utena. Servirebbe come il pane il suo tiro da fuori, o ancora meglio, le sue zingarate in penetrazione per dare linfa ad un attacco che troppo spesso si incarta su sé stesso ed invece è lo zero assoluto. In difesa le cose non migliorano, con gli esterni tedeschi che fanno quello che vogliono. Dopo le ottime prestazioni nella preparazione, nelle due gare più importanti di questa stagione si trasforma in spettatore non pagante, un segnale che dovrebbe preoccupare Markovic, come il -28 di plus/minus con lui in campo.
Matteo Tambone 6.5: Fobbs non si fa vedere e allora tocca a lui lasciare il segno, insieme a Bendzius è l’unico a vedere il canestro da tre, mentre in difesa si applica alla grande contro il temibile McGhee che riesce a contenere egregiamente. Nel finale le sue triple danno speranze per la rimonta miracolosa, ma ormai è troppo tardi.
Mattia Udom s.v.: buttato nella mischia nel tremendo finale del terzo periodo, ci prova a dare la scossa ad un quintetto con l’encefalogramma piatto, ma l’impresa è disperata. Appena 2 minuti giocati, veramente troppo pochi per un giocatore che avrebbe fatto comodo nelle rotazioni per dare respiro a Bendzius.
Eimantas Bendzius 6.5: il capitano è l’ultimo ad alzare bandiera bianca. Da tre è una macchina (5/8), con lampi infiniti di classe che mettono definitivamente in soffitta i dubbi sul suo completo recupero, visti anche i quasi 38 minuti giocati, forse un po’ troppi anche per un fenomeno come il lituano che arriva nel finale con la lingua di fuori.
Michal Sokolowski 5: doveva essere il braccio armato di questa nuova Dinamo, ma ancora fatica a trovare una dimensione in questa squadra. Al tiro è troppo timido, appena tre tiri presi in tutta la gara, in una squadra che ha faticato a lungo per trovare il canestro e il talento del polacco sarebbe servito come l’aria.
Nate Renfro 3: con Utena ci aveva messo almeno energia, visto che la tecnica è quella che è. Se però non ci mette neanche quella, diventa letteralmente un giocatore inutile. Un centro sottodimensionato che in difesa viene sculacciato da chiunque passi nel pitturato, mentre in attacco con la palla non sa mai cosa farci.