di Michele Longo (Vox&One podcast)
Brindisi, 28 aprile 2024 – Finisce con il PalaPentassuglia che applaude con le lacrime agli occhi e intona il coro “torneremo in Serie A”. La Happy Casa Brindisi vince contro la Umana Reyer Venezia per 84-80, ma retrocede in A2 e anche l’incredibile sforzo fatto negli ultimi due mesi non è servito a nulla per evitare un epilogo che sembrava chiaro sin dalle prime partite della stagione.
Il pubblico brindisino chiedeva solo una vittoria di Varese per continuare a sperare, ma i lombardi non sono stati dello stesso avviso, accontentandosi di una sconfitta entro i 19 punti contro Treviso e comunque festeggiando la salvezza.
LA CRONACA – La partita è durata sostanzialmente tre quarti. Un guasto al tabellone nel secondo quarto ha fatto saltare la contemporaneità e il risultato di Masnago è arrivato quando ancora Brindisi e Varese erano ancora in campo, con quasi un quarto da giocare, e con i pugliesi saldamente in controllo della partita con un vantaggio in doppia cifra.
Da quel momento in poi l’impressione è stata che si volesse solo aspettare la fine della partita, con Sakota costretto a chiamare un paio di time out nel difficile compito di tenere sul pezzo la squadra, resistere al prevedibile rientro di Venezia e chiudere comunque con una vittoria questa annata maledetta.
Coach Spahija, nonostante le dichiarazioni della vigilia, deve rinunciare a De Nicolao e Simms, mentre Sakota ha il roster al completo. La tensione attanaglia Brindisi sin dai primi minuti di gara e i lagunari volano facilmente sul +10.
È però un fuoco di paglia. Sneed, cuore e anima di Brindisi, mostra la via a tutti i suoi compagni, l’ingresso di Laquintana (che errore lasciarlo fuori nella decisiva sfida di Varese) fa il resto e biancoazzurri non solo ricuciono, ma con un secondo quarto perfetto si lasciano Venezia alle spalle volando sul +7.
Nel secondo tempo il fil rouge della partita non cambia. Venezia, molto fallosa e imprecisa al tiro, si affida a un perfetto Spissu che guida alla grande le transizioni offensive, ma Brindisi ha più voglia e più energia e incrementa il vantaggio fino al +10 di fine terzo quarto.
Kabengele è uno spauracchio difficile da marcare, ma un ottimo Lombardi riesce a dar man forte a Bayehe e riesce a dare molta sostanza sotto canestro e in difesa. L’uomo copertina del terzo quarto è però Morris che, dopo un paio di prestazioni decisamente opache, delizia il pubblico con un paio di triple di pura classe e spinge Brindisi alla doppia cifra abbondante di vantaggio.
La partita si chiude qua. All’inizio dell’ultimo quarto arriva la notizia della vittoria di Treviso e lo spettacolo in campo si anestetizza. Sneed, Laquintana, Bayehe e un ottimo Lombardi riprendono in mano il bandolo della matassa, dimostrando a tutti che le partite si giocano fino all’ultimo secondo. Lottano su ogni singolo pallone e caricano il triste pubblico che continua a incitare la squadra. Venezia sembra sul punto di mollare quando Tucker ha la grande idea di farsi espellere dopo una stupida quanto inutile gomitata a Laquintana.
La sua uscita responsabilizza un disastroso Heidegger che mette finalmente una triple, così come Wiltjer e il sempre positivo Spissu.
Serve però a poco. Venezia non preme troppo sull’acceleratore e Brindisi può salutare la serie A e il suo pubblico con una vittoria.
Happy Casa Brindisi – Umana Reyer Venezia 84-80
I parziali: 19-22, 26-16, 22-19, 17-23
Progressione: 19-22, 45-38, 67-57, 84-40
LE PAGELLE
Happy Casa Brindisi
Jamel Morris 7,5: prende spesso fuori ritmo, come da consuetudine, ma è decisivo nel secondo e nello strappo di fine terzo quarto con canestri di pregevole fattura
Niccolò Malaventura ne
Tommaso Laquintana 7: in attacco meno brillante delle precedenti partite, ma è è decisivo in tutti gli altri fondamentali che non vanno nelle statistiche. Lotta a rimbalzo, mette pressione sulla palla, conduce la squadra in transizione e chiunque giochi con lui è in ritmo.
Xavier Sneed 9: chiude con 22 punti, 7 rimbalzi e la bellezza di 11 falli subiti. Fa capire sin da subito che lui non ci sta a darsi per vinto. È il diamante grezzo di questa squadra, un giocatore che è cresciuto tantissimo nel corso della stagione e che merita palcoscenici di gran lunga superiori.
Nate Laszewski 5: ancora una volta non adatto alle partite in cui si deve lottare. È importante non confondere però il suo atteggiamento con la mancanza di voglia, perché di quella ne ha e lo ha dimostrato a più riprese. Non è però caratterialmente pronto per partite così importanti.
Andrew Smith 4: entra, commette tre falli, tira un paio di legnate in giro e si riaccomoda in panchina.
Fadilou Seck ne
Eric Lombardi 7,5: è il classico giocatore che trova energia offensiva da quella difensiva. Lo ha fatto alla grande nelle ultime partite, mentre in precedenza si è a volte sentito un po’ troppo bello. Certo lo scarsissimo minutaggio lo ha magari portato a “osare” per farsi vedere agli occhi del coach, ma il tempo ha dimostrato che i minuti doveva guadagnarseli da specialista difensivo.
Frank Bartley 5: ennesima prestazione incolore, fatta di isolamenti, forzature e quella vaga sensazione che pensi più al tabellino che al bene della squadra.
Joonas Rismaa ne
Jordan Bayehe 7,5: parte malissimo con Kabengele che lo sovrasta. Si riprende però presto e sforna una grande prestazione fatta di 17 punti, 7 rimbalzi e una schiacciata che finirà senza dubbio nella Top10 della settimana di LBA.
Eric Washington 5: spento, impreciso e forse anche un po’ stanco. Brindisi vince la partita con lui in panchina.
UMANA REYER VENEZIA
Marco Spissu 8: 23 punti, 4 assist e una costante spina nel fianco nella difesa avversaria. Il gioco di Brindisi lo porta a giocare molto in transizione ed è li che può sfoderare tutto il suo potenziale.
Max Heidegger 5: 2/10 al tiro nell’ennesima prestazione incolore stagionale. Difficile capire di che giocatore si tratti, dato che non sembra minimamente in controllo in nessun momento della partita
Davide Casarin 5: praticamente invisibile in tutti i 24 minuti in campo.
Alex O’Connell sv
Giga Janelidze ne
Mfiondu Kabengele 7: partita di sostanza in attacco con una doppia doppia da 19+12. La sua dimensione, anche perimetrale, è un enigma difficile da risolvere, ma si spegne in difesa nel momento più importante
Jordan Parks 5: annientato da Sneed e dall’energia dei pari ruolo brindisini
Jeff Brooks 6: le cifre farebbero pensare a una partita negativa, ma è con lui che Venezia vive il suo momento migliore. Poco coinvolto dai suoi compagni di squadra che preferiscono sempre soluzioni personali a facili assist sull’arco dove lui è ad aspettare un passaggio.
Kyle Wiltjer 5,5: opaco e poco dentro la partita fino all’ultimo quarto, quando Brindisi frena a causa delle notizie che arrivano dagli altri campi ed è libero di mettere un paio di canestri in transizione.
Francesco Gianmaria Barbero ne
Rayjon Tucker 4: partita fatta di tante forzature, iniziative solitarie, un paio di layup possibili solo grazie al suo incredibile atletismo e una gomitata inutile e gratuita a Laquintana. Giustamente espulso.
Amedeo Tessitori 5: gioca appena 5 minuti. La sua stazza mal si abbina al quintetto small ball di coach Sakota e Spahija lo lascia per lunghi tratti in panchina.
Michele Longo
X: @miche_longo82, @VoxAndOnePod