Vado a memoria, ché non ho la forza di andare a controllare e nemmeno la pazienza di farlo.
Episodio 1: inizio ultimo quarto, 59-54 Zalgiris. Sulla smanacciata di Melli la rimessa era evidentemente di Milano, challenge chiamato da Messina e il trio arbitrale incredibilmente non cambia la decisione che avrebbe visto anche quel miope del ragionier Filini.
Episodio 2: 5 minuti e mezzo al termine, 70-63 Kaunas, rimessa senza pressione buttata alle ortiche da Milano con la palla che incredibilmente scivola dalle mani di Shields.
A mio parere sono le due istantanee che riassumono questa squadra, della sua annata fin qui disgraziata e delle sue prospettive onestamente non troppo ottimistiche.
L’episodio 1 racconta che, come dice il saggio, se non sfrutti i tuoi talenti poi anche la sorte tenderà a girarti le spalle. Certo, sulla classe arbitrale si potrebbero scrivere fiumi di libri come anche del peso politico in questa organizzazione di Milano e di Armani.
Sta di fatto che sono anni, lustri, decenni che nelle partite decisive c’è sempre qualcosa che gira storto. Quella chiamata in particolare, avrebbe potuto girare emotivamente la partita, essere una sorta di scintilla…Ed invece…
Il secondo episodio poi si fa fatica anche a commentarlo, perché il tasso di banalità dell’errore è davvero alto, ed inusuale in partite del genere. Anche questo racconta di un roster non solido mentalmente, che tende a distrarsi in certe situazioni (non inizio il discorso difesa e le distrazioni dei piccoli Olimpia Milano, non possono scrivere sproloqui).
E questa fragilità è tutto l’anno che l’Olimpia Milano la mostra ai quattro venti quindi non ci stupiamo più di tanto, abbiamo già capito come probabilmente andrà a finire nei playoff perché di solito se una squadra ha la tendenza a crollare al primo spiffero di bufera, difficilmente resisterà alle buriane ed alle folate che si trovano in post season.
Non datemi del disfattista, il mio è più sano realismo, convinto da anni di scottature che il talento non basta mica per vincere. Altrimenti l’Olimpia Milano avrebbe 5 o 6 stelle al petto.
E non ditemi che settimana scorsa i biancorossi hanno battuto il Fener e prima ancora il Real ed il Barcellona: non erano partite da dentro fuori, perché quelle finora sono state tutte perse. Anche con squadre di un livello decisamente più basso
A parte queste istantanee cosa dire della partita? Kaunas è andata sistematicamente ad attaccare i punti deboli di Milano, ovviamente. Però dico anche che a questo livello l’atteggiamento difensivo di Napier e Lo è inaccettabile.
Specie il primo, saltato come un paletto dello slalom speciale da chiunque, più volte da fuori sembrava avesse una caviglia gonfia da tanto pochi (tendenti allo zero) siano stati i suoi scivolamenti difensivi. Kaunas ha banchettato su questa situazione capitalizzando la superiorità sia direttamente che indirettamente (leggi a rimbalzo offensivo).
Se poi ci aggiungiamo il carico di una delle peggiori partite di Melli, che pare proprio essersi scocciato dall’aiutare i scioperanti sul perimetro e di Shields che a parte le due triple è stato una ciste sia davanti che dietro, capite bene che l’impresa da ardua si è fatta impossibile.
Comunque do tante colpe anche allo staff, che ha dimenticato l’unico esterno che avesse la vaga idea di come si dovesse difendere e cioè Tonut. E poi sempre la stessa solfa del non voler mai cambiare il gameplan cambiando tipo di difesa per giocare ad un ritmo diverso.
Anche un allenatore in prima divisione sa che se il suo play non riesce a tenere nessuno degli avversari o lo leva dal campo, oppure se la decisione è quella di proteggerlo, bisogna nasconderlo.
Di solito lo si mette sull’attaccante meno pericoloso, oppure ci si mette a zona. E’ talmente ovvia questa cosa che spiegarlo mi mette ansia: possibile che solo Messina non ragioni così? Perplessità.
A meno che la risposta non sia che la squadra, coaching staff compreso, si sia stufata di coprire le spalle a “…Difendo quando ho voglia solo con le mani” Napier, ed allora nessuno più si sporca le mani per aiutarlo. A me pare tutto sommato l’ipotesi più credibile.
IL TABELLINO: Zalgiris Kaunas 87 – Olimpia Milano 73
DIAMO I NUMERI
27 – i minuti giocati dal capitano, con un fatturato di 1 punto e 2 rimbalzi. Non si giudica Nik dai numeri, però questa differenza tra quando accende e quando spegne è piuttosto sospetta. Nel senso che si capisce benissimo quando non vuole darci dentro, e quando invece lo fa. Comunque sia, secondo me si è esaurito il ciclo suo a Milano, il prossimo anno (e i due seguenti) lo vedo a Madrid con il Chacho salvo poi tornare a Reggio da 36enne per chiudere la carriera. Vediamo se ci prendo
7 – i punti ed il voto ad Alex Poythress, uno dei più vivi da qualche tempo a questa parte. Anche qui, non mi capacito dei soli 10 minuti concessi, quando era solare che fosse uno dei più vivi e pimpanti. Ed adesso sarà difficile lasciarlo fuori dai 6 stranieri in LBA, considerato lo stato di forma di Hines…
17 – i punti di Ed Sumner, Mvp della partita. Cercato pure da Milano in passato (ai tempi dell’infortunio a Lo), sta avendo la fortuna di essere allenato da un coach che questo tipo di giocatori riesce sempre a valorizzarlo e a farlo rendere al massimo. Da guastafeste proveniente dalla panca è letale, con quelle braccia lunghe e la sua incredibile capacità di penetrare trovando punti anche quando la strada per il canestro sembra sbarrata. Gran pesca sul mercato.
20 – il ventello d’ordinanza di Evans, ormai uno dei migliori esterni di Eurolega. In procinto di firmare con l’Oly per il prossimo anno, ma perché mai per una volta non si ragiona da grande squadra andando a soffiarlo ai greci, un pò come fecero loro nel lontano 2013 con Dunston? Sono troppi 2 milioni per uno così? Davvero? Voglio vedere chi poi arriverà, ma in quella posizione dati i trascorsi recenti non baderei a spese per di portarmi a casa uno dei migliori nel ruolo in Europa…
SALA STAMPA
Ettore Messina
Lo Zalgiris ha vinto meritatamente giocando un gran secondo tempo quello in cui la nostra difesa non è stata quella che sarebbe servita per imporsi in un campo come questo. In più troppe prestazioni a livello individuale non sono state sufficienti.
Le loro guardie, Evans e Sumner, hanno attaccato le nostre dal palleggio e ci hanno costretto a ruotare ma in modo poco efficace. A questo aggiungiamo che siamo stati in grado di catturare appena due rimbalzi d’attacco. Credo che l’inizio del terzo quarto sia stato la fotografia della nostra partita: abbiamo perso tre palloni consecutivi e non siamo riusciti a prevenire i loro rimbalzi offensivi. Da quel momento non siamo più riusciti a dettare il ritmo.
Le grandi squadre impongono la loro difesa e poi in attacco cercano il match-up più favorevole per attaccarlo. L’abbiamo fatto abbastanza nel primo tempo ma non siamo stati capaci di farlo per nulla nel secondo al contrario di quello che hanno fatto loro. In una partita così importante l’approccio al secondo tempo non è stato adeguato”.