di Michele Longo (Vox&One podcast)
Brindisi 1 marzo 2024 – Jeremy Senglin non è più un giocatore dell’Happy Casa Brindisi. Chiuso dall’ arrivo di Eric Washington, il play americano ha risolto il contratto in essere con la società di Contrada Masseriola e si appresta a volare in Israele, dopo aver rifiutato un’offerta di Verona in A2.
Si chiudono così definitivamente i ponti con le scelte fatte in estate e la scelta di coach Corbani, esonerato dopo appena 4 giornate, e la sua scelta di affidare l’asse play-pivot a Senglin e Johnson.
La sua stagione a Brindisi, sicuramente più positiva di quella del lungo americano, è stato un costante se.
Se non si fosse fatto male durante quell’ultima azione a Tortona alla seconda giornata, se avesse potuto giocare con un trattatore migliore di palla accanto e se la nascita del figlio lo abbia comprensibilmente distratto (anche il riposo durante la notte influisce tanto nelle prestazioni di un giocatore).
Certo è che Senglin si è sempre comportato da professionista esemplare e il video pubblicato ieri sui social dall’Happy Casa Brindisi lo dimostra. Nessuna fuga notturna, nessun saluto improvvisato, ma un vero e proprio comitato di arrivederci organizzato da squadra e staff tecnico al completo.
Senglin saluta Brindisi con 9,8 punti e 2,8 assist di media a partita, con il picco massimo raggiunto nella partita casalinga contro la Virtus Bologna dove fu protagonista assoluto con 22 punti e 7 assist e artefice di quella grande vittoria insieme a Jordan Bayehe.
BRINDISI – CREMONA: Intanto la squadra si prepara alla delicatissima sfida interna contro la Vanoli Cremona che si disputerà domenica alle 17:30 (diretta Dazn). Brindisi si appresta ora a iniziare un mini campionato di 10 partite in cui l’unico obiettivo sarà vincerne più possibile. Per farlo la società ha messo mani al portafoglio e regalato a coach Sakota il play e il pivot che tanto voleva.
Se Eric Washington sembra il play in grado di dare quel cambio di ritmo necessario in alcuni frangenti della partita (anche se va visto all’opera in un campionato fisico come quello italiano), Andrew Smith è quel tipo di centro che non eccelle in nulla, ma sa fare più o meno tutto.
Certo l’atletismo dei tempi migliori è ormai andato e sarà interessante vedere quanto possa essere effettivo a rimbalzo e in difesa, ma resta un’aggiunta in più a un roster che faticava terribilmente nel pitturato.
Come al solito però la verità la offrirà il parquet di gioco e per questo i tifosi dovranno aspettare domenica per vedere se le due settimane di lavoro, finalmente a ranghi completi, saranno servite a coach Sakota per dare quell’imprinting e quella fluidità di gioco necessaria per raggiungere una salvezza che, a questo punto della stagione, avrebbe del miracoloso