Ormai questo fatto che l’Eurolega sia una bestia strana, che tutto può cambiare nel giro di pochi giorni e che tutti possono vincere contro tutti sta diventando un luogo comune come le mezze stagioni che non ci sono più.
Nel caso specifico di questo Olimpia Milano vs Zalgiris Kaunas però ha un bel fondo di verità perché tra la Milano di Belgrado e questa c’è una differenza abissale. La domanda è ovviamente quale sia quella vera e, la mia risposta, è che non è né una né l’altra.
La versione mostrata stasera al Forum però è una delle più brutte possibili della squadra di Messina. Non tanto per l’approccio, almeno iniziale, quanto proprio per una qualità di pallacanestro che non esito a definire infima sui due lati del campo (ed in panchina).
In attacco pochissima circolazione di palla, se non prendendosi rischi sui passaggi perimetrali contro una difesa aggressiva e che tende ad anticipare; nessuno che crei vantaggio per gli altri (mentre per se stesso solo Shields in pratica); zero post basso ed un indice di pericolosità sul pick and roll centrale bassissimo anche a causa della serata orribile di Lo.
In difesa continua sofferenza di Mirotic sul 3 avversario, con Ulanovas che ha banchettato su questa situazione nel primo tempo segnando punti che si sarebbero rivelati decisivi. Ma anche il resto della truppa non ha fatto poi meglio.
L’unico lampo sono stati i pochi minuti in cui Melli ha deciso di difendere in modalità finale di Eurolega, con Smits incapace di prendersi un tiro uno contro uno. Per il resto i lituani hanno giocato la loro pallacanestro semplice ma efficace, sfruttando a loro favore tutti gli accoppiamenti possibili e la vena di qualche protagonista inatteso come Birutis, ad esempio.
Chissà perché non sono affatto sorpreso del fatto che l’Olimpia Milano abbia sofferto particolarmente un 3 rapido, veloce e reattivo come Ulanovas (marcato da Mirotic), un lungo di 215 cm. che in area diventa inarrestabile e un esterno creatore dal palleggio con punti nelle mani.
Sono, specie gli ultimi due, esattamente i profili mancanti a questa Milano e anche i profili di giocatori avversari che la squadra di Messina soffre di più in difesa.
Guai comunque a parlare di mercato, per logiche che mi sfuggono si andrà avanti così finché si arriverà all’ultimo posto in classifica ed allora ogni innesto, come lo scorso anno Napier, sarà probabilmente inutile per sperare nella remuntada (anche se con il play ci sarebbero più chances).
Adesso per i biancorossi tre trasferte da far tremare i polsi: Bayern Monaco, Partizan e Barcellona. Chiudere con una vittoria sarebbe già molto, anche se potrebbe succedere qualche miracolo perché l’Eurolega è una bestia strana, ve l’ho già detto?
IL TABELLINO: Olimpia Milano 70 – Zalgiris Kaunas 83
DIAMO I NUMERI
3 – i punti ed il voto di Maodo Lo. Dalla Stella (Rossa) alle stalle in pochi giorni, la versione migliore e quella peggiore del tedesco. Lo avevamo scritto che la sua incostanza è ciò che gli impedisce di fare l’ultimo step verso il gotha europeo e puntualmente…Solo che Milano non può permetterselo, perché sprovvista di altri playmaker (incredibilmente, con quel budget…).
8 – i minuti di Poythress, praticamente tutti nel primo tempo, nella ripresa dimenticato in panca da Messina che d’altronde stava già avendo tantissimo da Voigtmann che sembrava Kevin McHale e forse pensava che Hines potesse durare 20 minuti in fila come nel 2014…Ah no, non è successo. Ribadisco, gestione del personale tra il folle e l’inaccettabile, ma è solo la mia opinione.
14 – i punti di Mirotic ma che sono stati pressoché indolore per la difesa lituana. Spesso fuori dal gioco, talvolta utilizzato da spot up shooter, in difesa un debito. Rebus di non facile soluzione, certo che in casi come quello di stasera dove si è capito subito che il quintettone non avrebbe funzionato si gradirebbe l’uso da parte del coach di un piano B o C, ed invece…….
7 – come il numero di maglia di uno dei pochi a salvarsi, Tonut. Che a mio modesto avviso doveva giocare di più perché l’unico adatto a far un buon lavoro difensivo su Evans. A prescindere da questo comunque Stefano mi sta piacendo molto anche se non si prende la scena offensivamente quand’anche alle volte servirebbe un suo apporto più incisivo. Ma Steve è fatto così, ed io son contento del suo rendimento e spero rimanga a Milano a lungo.
2 – il numero degli americani in campo per i lituani: il resto, solo giocatori indigeni. Un manifesto al mio credo di fare lo stesso all’Olimpia ma per giocare il campionato, non l’Eurolega. La scusa che gli italiani son scarsi e i lituani forti non sta in piedi, velo dico subito. Volete convincermi che Giedraitis o Butka o Butkevicius sono tanto più forti dei nostri ragazzi? Non ce la farete. Come ho scritto mille volte la differenza sta nella testa, diamo loro fiducia come i lituani la danno a loro tranquillamente al posto che ingaggiarli, farli marcire in tribuna e poi meravigliarsi che non migliorano…
SALA STAMPA
Cristiano Garbin
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