Salonicco (Grecia), 19 ottobre 2022 – Si potrebbe dire “Houston abbiamo un problema!“, ma se alla fine per l’Apollo 13 finì tutto per il meglio, sembra non essere così per una Dinamo Sassari entrata in un vortice di negatività che rischia di farla schiantare dopo neanche un mese dal via della stagione. La campagna europea in FIBA BCL, infatti, rischia di essere già compromessa dopo il pesante naufragio in Grecia contro un Paok Mateco Salonicco capace di affondare nella ripresa un’apatica Dinamo, infliggendole negli ultimi 20′ un parziale devastante di 53-25.
Un 88-68 senza appello per Sassari, presa a schiaffi nella ripresa dal terribile duo Jalen Riley e Jaylen Hands (rispettivamente 19 e 17 punti) letteralmente infallibile dai 6.75. Oltre all’MVP Riley, una spina nel fianco per la difesa soft dei sardi, ottime le prestazioni dell’ex Trento, Yannick Franke (13 punti e 9 rimbalzi), e del lungo Nate Renfro (12 punti e 5 assist) capace di buttare giù il totem Onuaku con il suo dinamismo.
Per la Dinamo è la seconda sconfitta in BCL, dopo quella casalinga contro l’Unicaja Malaga, che rischia di compromettere definitivamente il proprio cammino nella coppa europea, visti anche i 20 punti di scarto subiti che rischiano di pesare parecchio nel doppio confronto, con un girone che la vede già ultima come successe neanche 12 mesi fa nella sfortunata parentesi con coach Cavina.
Una squadra apparsa svuotata e sfiduciata come domenica scorsa nella sconfitta a Treviso, che sembra aver perso le proprie certezza, con un Chinanu Onuaku in forte calo fisico, nonostante la doppia doppia da 13 punti e 13 rimbalzi, e un Gerald Robinson e un Eimantas Bendzius (rispettivamente 10 e 7 punti) lontani parenti dei due trascinatori che portarono, nella passata stagione, la squadra fino alla semifinale scudetto.
Gli unici a salvarsi nella debacle in terra greca sono Ousmane Diop, trascinatore nel secondo quarto con 13 punti in soli 6′ e artefice del massimo vantaggio ospite di tutta la gara (+11) prima di sprofondare nella ripresa, e il nuovo arrivato Aleksej Nikolic, 11 punti per l’ex Treviso, apparso già in gran forma nonostante il suo recente arrivo in Sardegna.
Un match che ha visto i sassaresi soccombere sotto ogni aspetto, dalle palle perse (10-21), fino ad una percentuale ridicola da oltre l’arco, il 15% con un 3/20 inspiegabile se si ripensa ai tanti tiri aperti tentati da Bendzius e compagni, in un fondamentale che li ha visti sempre primeggiare nella passata stagione e che denota una mancanza di lucidità mentale oltre che fisica.
La Dinamo non è libera di testa in questo periodo e si nota già dall’avvio, con il Paok che allunga subito sul 10-3 dopo 5 minuti. Robinson è fisicamente presente, ma non si vede, e la squadra fatica a mettersi in ritmo, Onuaku ricuce il break quasi da solo, ma in difesa continua a regalare canestri facili, con Franke che segna dalla lunetta il 18-14 con cui si chiude la prima frazione.
I sassaresi però si risvegliano nel secondo quarto e sembra uno di quei risvegli che indirizzano in maniera definitiva il match. La squadra di coach Piero Bucchi reagisce con un bel 7-0 di parziale, torna sotto grazie ad un Hands ispirato, ma grazie al duo Nikolic-Diop domina nei due lati del campi firmando un 16-3 che fa barcollare la squadra di coach Lykogiannis, che è costretto a chiamare timeout.
Il Banco di Sardegna tocca persino il +11, prima dello sciocco antisportivo fischiato ad Onuaku a meno di 3 secondi dalla sirena, cupo presagio per quello che arriverà negli ultimi 20′, con cui si chiude il primo tempo, con gli ospiti avanti 35-43.
Nella ripresa il Paok esce dagli spogliatoi, la Dinamo no. I sassaresi sembrano come narcotizzati e segnano solamente 2 punti nei primi 5′, i greci allora azzannano la gara alla giugulare con un parziale di 15-2 che si dilata sempre di più, fino al 24-7. Bucchi prova disperatamente a ridestare i suoi bruciando in un amen due dei tre timeout a sua disposizione nella ripresa, ma niente.
Onuaku commette il suo 4° fallo e allora il Paok dilaga, passeggia in attacco aprendo l’area biancoblu come una scatoletta di tonno grazie alle scorribande di Hands, che firmano il 63-52 al 30′.
Bucchi le prova tutte per chiudere l’area e provare a ritornare sotto nel punteggio, mettendosi anche a zona con la 3-2, ma il Paok non si scompone ed inizia a sparare senza pieta dai 6.75 con Polley e il solito Riley, è la parola fine al match.
Il Banco si squaglia definitivamente come un gelato al sole e il Paok la chiude sull’88-68.
La Dinamo sembra una squadra smarrita, orfana delle proprie certezze in uno dei momenti più delicati della propria stagione, soprattutto per quanto riguarda la campagna europea.
Ora l’attendono tre gare delicate che potrebbero aggravare la situazione in maniera irreparabile o rimetterla repentinamente in carreggiata: le due in casa in LBA contro Trento e la corazzata Virtus Bologna e la trasferta chiave, vista la posizione in classifica, contro i francesi di Dijon.
Dieci giorni in cui Sassari sarà costretta a chiudersi in palestra, guardarsi negli occhi e decidere chi vorrà essere da qui alla fine della stagione.
Paok Mateco – Dinamo Banco di Sardegna Sassari 88-68
Parziali: 18-14; 17-29; 28-9; 25-16.
Progressione: 18-14; 35-43; 63-52; 88-68.
Sala Stampa
Giacomo Devecchi, Piero Bucchi, Jaylen Hands e Aristeidis Lykogiannis
Queste le parole di coach Piero Bucchi:
Abbiamo giocato completamente in maniera opposta dal primo tempo, siamo scomparsi, dobbiamo ritornare a lavorare anche sulle piccole cose, non possiamo ritornare in campo così soft, smettendo di giocare e non riuscendo a reagire al loro break. Complimenti al Paok per quello che ha prodotto, sono molto dispiaciuto per aver visto una squadra che giocava insieme, che ha fatto molto bene nei primi 20’ e poi cambiare. Adesso è difficile, dobbiamo ripartire dall’energia, dalla mentalità e dal lavorare in palestra, ritornare avere il piacere di giocare insieme e reagire.
Le Pagelle
Dinamo Banco di Sardegna Sassari
Jamal Jones 4: forse il peggior Jones mai visto ed è tutto dire, vista la brutta stagione disputata finora. Mai presente in attacco e in difesa fa pure peggio. 3 punti miseri ed un siberiano -21 di plus/minus. Che sia già pronto per il programma di Paolo Bonolis? Avanti un altro!
Gerald Robinson 4,5: si ricorda di essere Gerald Robinson a 5′ dalla sirena finale, a gara ormai andata, attaccando per la prima volta il canestro e segnando tre canestri di fila. Prima di allora un regia svogliata, incapace di avviare un attacco clinicamente morto per quasi tutto il match. Sembra quasi aver patito l’arrivo di un play più “razionale” come Nikolic.
Filip Kruslin 5: uno dei pochi con la maglia blu ad attaccare il ferro, poi che si schianti perennemente sul muro eretto dai greci è un altro paio di maniche. Nonostante debba essere lui lo specialista difensivo, fatica tremendamente a contenere Franke e compagni, come spesso gli sta capitando nelle ultime uscite. In attacco invece la mano è congelata come sempre: una sicurezza!
Luca Gandini s.v.: un solo minuto sul parquet, ma fa in tempo a perdere un pallone in maniera goffa, tentando di andare via in palleggio in mezzo alle due guardie avversarie.
Eimantas Bendzius 5: gioca praticamente per tutta la gara, Bucchi lo fa riposare per un solo minuto e mezzo in tutti e 40 i minuti, e praticamente non si vede quasi mai. In leggera flessione nelle ultime gare, continua il suo momento negativo, e mal servito da una squadra che si arena nella ripresa. Nel primo tempo, quando la Dinamo prova a dare l’unica, effimera, spallata al match, c’è il suo zampino, poi più nulla.
Stefano Gentile 5,5: recuperato dall’infortunio, predica nel deserto, provando a mettere in ritmo l’attacco asfittico dei biancoblu e trovando passaggi illuminanti mal sfruttati però dai compagni. Al tiro non è serata e lo zero è lì a testimoniarlo.
Osmane Diop 6: nel secondo quarto entra e sembra Leonida alle Termopili, domina in lungo e il largo nel pitturato, segnando 13 punti in 6′ e firmando quasi da solo il parziale di 29-17 che illude la Dinamo. Nella ripresa entra, anche a causa dei problemi di falli di Onuaku, ma si adegua al piattume di una squadra che si è ormai arresa.
Chinanu Onuaku 4,5: doppia doppia effimera per lui da 13 punti e altrettanti rimbalzi, visto l’atteggiamento quasi irritante con il quale scende sul parquet, già dalla gara con Treviso. Svogliato in attacco, ma soprattutto in difesa con Renfro che può tranquillamente banchettare nel pitturato della Dinamo, con lui in campo la squadra prende dei parziali da KO e il suo -17 di plus/minus ne è la prova. Nella ripresa si autoesclude commettendo il suo quarto fallo, rientrando nel finale e mostrando un’insofferenza allarmante rivolta contro i propri compagni.
Aleksej Nikolic 6: ottimo il suo impatto anche oggi come a Treviso, ma ormai si sarà convinto di esser finito in una gabbia di matti. Lui ci prova a dare ordine, ma non è seguito quasi da nessuno.
Giovanni Olmeo