Siamo alla vigilia della Frecciarossa Final Eight di Coppa Italia: nella nuova formula che prevede l’inizio della competizione al mercoledì (venerdì sarà giorno di riposo per tutte le squadre), Milano, Sassari, Trento, Brescia, Virtus Bologna, Brindisi, Trieste e Derthona si sfidano per conquistare il trofeo alzato l’anno scorso dall’Armani Exchange Milano. Ecco una rapida presentazione dei quarti di finale che si giocheranno tra domani e giovedì.
Armani Exchange Milano (#1) – Banco di Sardegna Sassari (#8)
La Coppa Italia si aprirà con la prima della classe, l’Olimpia Milano, che sfiderà il Banco di Sardegna Sassari nel primo quarto di finale domani alle ore 18. La squadra di Ettore Messina è favorita nel suo lato di tabellone per arrivare in finale, potendo contare su una formazione che sta dando grandi soddisfazioni in questa stagione sia nel campionato nazionale sia a livello continentale. I lombardi, che vinsero la Coppa Italia l’anno scorso in finale contro Pesaro, sono senza discussione alcuna la miglior difesa del nostro campionato e una delle migliori del vecchio continente: in LBA Milano concede solo 65,6 punti a partita, lascia agli avversari 29 rimbalzi e concede una misera percentuale del 46% al tiro da 2 punti. Queste sono solo alcune delle statistiche che ci parlano di una difesa straordinaria, contro cui stanno andando a sbattere tutte le squadre italiane ed europee. Una difesa che permette sovente di passare serate tranquille anche quando l’attacco non incanta: intendiamoci, Milano segna 82.6 punti di media e rimane comunque al primo posto della classifica in LBA e al terzo in Eurolega eppure, considerando il gran numero di eccellenti tiratori e ottimi passatori presenti nel roster, c’è l’impressione che in questa metà campo non si stia esprimendo al massimo. Un ulteriore passo avanti in questo senso potrebbe rendere ancora più ingiocabile questa squadra, che già in questa versione fa veramente paura.
Il Banco di Sardegna si presenta alla Coppa Italia con più incognite che sicurezze: con il pass staccato “al fotofinish” la squadra di Piero Bucchi si è riaffacciata nella parte sinistra del classifica al termine di un girone di andata per niente semplice. Tuttavia il modo in cui Sassari ha iniziato il girone di ritorno è stato confortante: due vittorie, contro Trento e Brindisi (quest’ultima con uno scarto di 27 punti), e una sconfitta a Brescia (rimediata contro un avversario che sta macinando vittorie e al termine di una gara comunque combattuta e ben interpretata). Notizia di poche ore fa, inoltre, il rinnovo di coach Bucchi fino al 2025. La squadra sarda gioca con un roster esperto ed esprime un basket a tratti spettacolare: guidata dal veteranissimo David Logan (15.4 punti di media) e da Gerald Robinson (17.8 punti), Sassari può accendersi da un momento all’altro nella metà campo offensiva (83.1 punti realizzati di media, terzo attacco in campionato). Ma anche nell’altra metà campo le cose non vanno affatto male: il Banco concede solo 74,9 punti a partita ed è molto aggressivo sugli esterni, come dimostrano le quasi 8 palle recuperate di media ad incontro. Il decimo posto in classifica potrebbe risultare strano alla luce dei numeri e delle qualità citate: eppure, Sassari resta nella parte destra della classifica. Questo per vari motivi, tra i quali la mancanza di una presenza intimidatoria sotto canestro, oltre alle lacune a rimbalzo e nel pitturato di tutta la squadra. Il centro Mekowulu, che tanto aveva stupito a Treviso (dove giocava sempre con Logan) non ha soddisfatto le aspettative e Sassari è la seconda peggior squadra a rimbalzo della Serie A. Una lacuna importante che potrebbe sicuramente essere messa a fuoco da una squadra molto fisica ed esperta come l’Olimpia.
Un altro fattore che non è ancora stato citato è il Covid: Sassari è stata in quarantena fino ad un paio di giorni fa e probabilmente non si presenterà alle Final Eight al massimo, dopo una settimana senza allenamenti. Affrontare la prima della classe in queste condizioni è una sfida davvero improba e l’ago della bilancia pende inevitabilmente dalla parte di Milano (nonostante l’Armani Exchange potrebbe essere un po’ stanca dai tanti impegni europei e non abbia ancora recuperato Mitoglu e Shields). L’esito del primo quarto di finale potrebbe dunque essere scontato, ma in questo sport e in questa competizione non si possono mai escludere sorprese.
Dolomiti Energia Trentino (#4) – Germani Brescia (#5)
Due squadre la cui condizione è agli antipodi: Trento è reduce da sette sconfitte consecutive, Brescia non perde da inizio dicembre. Nonostante molti vedano un tappeto rosso disteso per Brescia sulla strada della semifinale, la partita di domani potrebbe non essere così semplice. Andiamo a scoprire perchè, iniziando l’analisi dalla Dolomiti Energia. Innanzitutto, Trento è una squadra molto atletica, in grado di mettere in difficoltà le sue avversarie con la sua potenza fisica all’interno dell’area, che viene ottimizzata anche grazie ad un gioco perimetrale che permette a Trento di tirare con il 37,9% da 3 punti e dunque apre il campo per le penetrazioni degli esterni. Con la sapiente presenza di Molin a guidare il gruppo, il talento di Reynolds e la duttilità di Williams, Trento può contare su un reparto stranieri collaudato ed efficace. Impossibile da dimenticare anche Flaccadori, capace di dare contributo in entrambe le metà campo. Chi pensa che questo quarto di finale possa essere una passeggiata per la Brescia vista in queste settimane, si dimentica che nel girone di andata Trento mise molto in difficoltà i lombardi con il suo atletismo e che l’Aquila è stata la “bestia nera” della Germani in questi ultimi anni. Ovviamente, Trento ha anche diversi problemi da risolvere (come si è visto nella netta sconfitta a Casale Monferrato): in primis, il dispendio di energie dato dagli impegni europei e dal fatto di non avere un roster poi così lungo per affrontare il doppio impegno. Detto questo, la squadra di Molin arriva alle Final Eight in cerca di riscatto e con poco da perdere: dunque, perchè non provare il colpaccio?
Dall’altra parte c’è una Germani Brescia che addirittura viene vista da alcuni come una favorita per vincere la competizione, dato il momento di forma: le otto vittorie consecutive hanno caricato come non mai l’ambiente, portando Brescia al terzo posto solitario in classifica e dando grande fiducia alla squadra. Non sono poche le voci che parlano del quarto Trento-Brescia come se fosse una formalità per la squadra lombarda. Se nella prima parte di stagione la squadra di Magro ha vissuto di alti e bassi, ora i lombardi hanno spiccato il volo: gran parte del merito deve essere attribuito al backcourt composto da Mitrou-Long e Della Valle (probabilmente il migliore della LBA). Ma nelle ultime settimane Brescia ha dimostrato di aver fatto grandi passi avanti come squadra. Anche lo scorso sabato, nella sfida per il terzo posto contro Trieste, la Germani ha superato un grande esame di maturità, dimostrando di sapere uscire dai momenti di difficoltà con il collettivo, anche in una serata in cui il suo play titolare tira 1/14 dal campo. Questo grazie all’efficacia e alla spettacolarità del suo attacco (82,9 punti segnati di media e 53% da 2 punti) ma anche all’aggressività della difesa, vera chiave degli ultimi successi bresciani. Statisticamente, Brescia può concedere qualcosa dentro l’area, data l’assenza di una presenza fisicamente dominante: con il salto di qualità fatto da Burns e Cobbins, però, nelle ultime settimane gli avversari hanno fatto fatica anche nel pitturato.
Con la Germani che viaggia sulle ali dell’entusiasmo, diventa difficile l’impresa di Trento: nonostante ciò, mettendo molta pressione a Brescia e ai suoi portatori di palla, un “upset” non sarebbe impossibile. Magari mettendo la partita sul piano fisico, facendo perdere più ritmo possibile all’attacco della Leonessa: considerando anche il bilancio degli ultimi scontri diretti tra le due squadre che sorride a Trento (10-4), Brescia parte sì favorita, ma non può dirsi sicura di essere già in semifinale.
Allianz Pallacanestro Trieste (#3) – Bertram Derthona (#6)
Primo quarto di finale in programma giovedì sera, la partita tra Trieste e Tortona è uno scontro tra due sorprese che vogliono continuare a far bene e possono dire la loro nelle Final Eight. L’Allianz è guidata dal suo colpo di mercato estivo Adrian Banks (che con la Coppa Italia ha un rapporto particolare, tra prestazioni individuali superlative e delusioni nelle finali perse con Brindisi). L’ex Brindisi e Fortitudo guida offensivamente una squadra che in realtà costruisce le sue fortune soprattutto nell’altra metà campo: la formazione di coach Ciani, infatti, concede solo 75 punti di media ed è in grado di intimidire i lunghi avversari raccogliendo ben 37.1 rimbalzi a partita e chiudendo l’area alle penetrazioni degli esterni (chiedere pure a Brescia, che ha incassato ben 11 stoppate lo scorso sabato. Punti deboli di questa squadra? Beh probabilmente un rendimento offensivo non eccessivamente esaltante (76,8 punti segnati) e in buona parte dipendente da Banks e Davis, che rischiano di arrivare ai momenti “caldi” della partita un po’ affaticati. Vedremo in tal senso come si integrerà Ty-Shon Alexander, ex Virtus ingaggiato nella giornata di oggi dai giuliani. L’ultimo periodo di Trieste non è stato esaltante, con 3 sconfitte nelle ultime 5: ma in Coppa Italia si può resettare tutto.
Arriviamo dunque a parlare della Bertram Yachts Derthona, piacevole sorpresa di questa prima parte di stagione. Da neopromossa, la squadra piemontese ha assemblato un roster che mixa alcuni elementi già presenti a Tortona dall’anno della promozione e veterani del nostro campionato come Chris Wright e Tyler Cain, il cui rendimento è una sicurezza. Marco Ramondino ha assemblato il tutto alla perfezione, facendo giocare a Tortona un basket ad alto ritmo e a tratti spettacolare: la squadra piemontese è sempre alla ricerca della transizione, in cui riesce a trovare soluzioni ad alta percentuale grazie a tiratori di primissimo livello, come JP Macura e Sanders. Ma anche nel caso si debba attaccare a difesa schierata, non sorgono grandi problemi per Tortona: con giocatori esperti come Filloy, abili a gestire al meglio il pallone, e “torri” in mezzo all’area come Daum e Cain si possono comunque trovare ottime soluzioni, in una squadra che tira con un superlativo 38% dalla lunga distanza. La neopromossa ha dunque tutto da guadagnare e nulla da perdere e può rivelarsi una sorpresa in queste Final Eight.
Una curiosità riguardo questo quarto di finale? La sconfitta più larga della stagione di Tortona avvenne proprio contro Trieste all’Allianz Dome, in una partita in cui la già citata fisicità di Trieste mise a dura prova i piemontesi, che crollarono sotto i colpi dei giuliani. Quell’88-57 fu una disfatta per la squadra di Ramondino, che sicuramente non ripeterà gli errori commessi quella sera. Se il sottoscritto si dovesse sbilanciare su un quarto di finale il cui esito è molto incerto probabilmente sceglierebbe la partita tra Trieste e Derthona, dando molta fiducia ad una neopromossa che vuole continuare a stupire.
Virtus Segafredo Bologna (#2) – Happy Casa Brindisi (#7)
La Coppa Italia non arriva in un brutto momento per la Virtus Segafredo Bologna: le V nere non hanno giocato nell’ultimo fine settimana per il rinvio della partita contro Sassari causa Covid ma soprattutto hanno recuperato coloro che sono stati assenti nelle ultime settimane (con le eccezioni di Abass e Udoh). Kevin Hervey è tornato ad allenarsi in gruppo, Teodosic dovrebbe fare altrettanto e Bologna si accinge a partecipare alle Final Eight al completo (evento rarissimo in questa stagione finora molto sfortunata). Con la vittoria risicata sul campo di Varese, la Virtus si è mantenuta ad una sola vittoria di distanza dall’Armani Exchange Milano, con cui sta praticamente disputando un campionato a parte rispetto a tutte le altre squadre della nostra penisola. La metà campo offensiva è sicuramente il punto di forza di questa squadra, costruita sulla filosofia del “segnare un canestro in più dell’avversario”: sotto la guida di Sergio Scariolo, le V nere segnano la bellezza di 89,1 punti a partita, imponendosi in area con giocatori di grande prestanza fisica come il già citato Hervey e Jaiteh e tirando con ottime percentuali dal campo (50%). In una squadra in cui ci sono giocatori di qualità come Teodosic, Mannion, Weems e Pajola non è una grande sorpresa essere inoltre al top per la gestione del pallone (22,2 assist di media). I problemi, dunque, sono soprattutto nell’altra metà campo: quasi 80 punti subiti di media, per una squadra che gioca ad alto ritmo e piuttosto che costruire le sue fortune in difesa cerca di imporre le sue strabilianti qualità nella metà campo offensiva.
Altra squadra con notevoli possibilità nella metà campo offensiva è l’Happy Casa Brindisi, che nel passato recente ha recitato spesso un ruolo da protagonista in Coppa Italia pur non riuscendo a conquistare il trofeo. Quest’anno Brindisi arriva a febbraio forse con meno certezze rispetto agli ultimi anni, in cui i vari Banks, Brown e Harrison avevano fatto faville: nonostante la presenza intimidatoria di Nick Perkins, Brindisi non ha vissuto gli ultimi mesi nel segno della continuità, incassando diverse sconfitte tra dicembre e gennaio. Le due vittorie consecutive contro Reggio Emilia e Fortitudo, però, hanno ridato slancio ai pugliesi, che occupano il quinto posto in classifica. La squadra di Vitucci è temibile fisicamente, sia per le caratteristiche del reparto lunghi che degli esterni (e in tal senso si prevede uno scontro molto avvincente con Bologna), mentre fatica sovente a gestire il pallone (13,7 perse di media). Non a caso è saltato recentemente Josh Perkins, playmaker che non ha convinto in questi mesi e a cui Brindisi non ha ancora un trovato un sostituto. Un paio di settimane fa si è aggregato però Gentile, che aggiunge sicuramente punti e qualità alla causa. Da segnalare la condizione fisica non perfetta di Visconti: tutti gli altri giocatori dovrebbero essere al 100%.
Entrambi i confronti tra le due squadre di questo campionato sono stati vinti dalla Virtus Bologna, che è inevitabilmente favorita in questo accoppiamento. C’è grande curiosità attorno alla squadra di Scariolo, che in questa Coppa Italia si ritroverà finalmente quasi al completo ed è favorita nel suo lato di tabellone per arrivare in finale. Attenzione però alla Happy Casa, che sa come si arriva in fondo a questa manifestazione, e ai recenti precedenti di Coppa di Bologna: nelle ultime 4 edizioni, 3 volte la Virtus è stata eliminata al primo turno.
Sergio Bertazzi