Brevissimo, stavolta. Al risveglio, pensando all’affitto con stranieri minacciosi, di un appartamento, guardo le notizie di giornata e noto che l’Ansa, dell’Emilia Romagna, lancia la notizia del rinvio dell’evento in sala borsa. Avanzo nella lettura, parla Mattia Sardori, volutamente non controllo il nome, lo ricordo proprio per le sardine, il movimento politico sorto un anno fa, fra i giovani, e vicino alla sinistra.
Mi stupisce il fatto che la LBA dia spazio a un giovane così connotato sul piano politico. Non è un problema di sponda, appunto, ma di merito, è singolare, discutibile, ho scritto a Maurizio Bezzecchi, capo della comunicazione di LBA, per capire, nessuna risposta.
Chissà se ha avallato lui la candidatura, oppure l’altro reggiano Federico Riccò, al di là del presidente Gandini. Nulla contro nessuno, ci mancherebbe, però resta un’anomalia, è rarissimo che una lega, tantopiù fra le principali al mondo, si conceda così al rappresentante di un movimento. Che sicuramente sarà influencer e tutto però ha dato vita a un movimento politico, inizialmente apartitico e poi schierato a sinistra.
Occorre la massima attenzione, nel concedere visibilità e credibilità a persone così connotate, su un piano. Il giovane bolognese ha sicuramente classe e opportunismo, però…
Immaginate se Casaleggio, junior, collaborasse anche se con un bel progetto a lega calcio, di serie A…
Al portavoce delle sardine, invece, faccio i complimenti per l’idea, se non mi sfugge l’appuntamento ci sarò, appena sarà recuperato, a primavera.
A proposito, sarebbe bello se in ogni città ci fossero musei veri e propri, con la storia di ogni società, ma anche qualcosa delle rivali, anche soltanto allo store. In qualunque momento posso raccontare quello di Reggio, non c’è abbastanza, onestamente. Sarebbe bello proprio il libro con tutti gli atleti, soprattutto stranieri, soprattutto le meteore e i locali. La preistoria di una società è molto accattivante. La Reggiana esiste dal 1974, vorrei proprio assaporare le foto dei primi anni, sino alla promozione in serie A2, il resto chi ha la mia età lo ricorda.
Già che ci sono, invece di fare altre maschere, qui, lancio un tema. Il sesso degli atleti, il sesso correlato allo sport. A fine anno si pubblicano i calendari, con bellissimi e bellissime, di ogni tipo e natura. Un giorno, con calma, andrò in edicola e occhieggerò – senza pagare, da un amico compiacente, lo faceva anche la Reggiana, anni fa – le forme di Maria Luisa Jacobelli, figlia di Xavier, mio direttore a Tuttosport, per due volte, e anche mio capo allo sport de Il Giornale. Gq ha Jacobs. E il basket?
Un anno fa, feci una bella chiacchierata con il figlio di un personaggio che non rinominerò, non avevo dormito completamente, non ero proprio andato, a casa mia parlammo per un’ora e mezza, all’insaputa del padre. Raccontai di quando vidi Dale Solomon in bagno turco, a Pieve Modolena, non ricordo se nella sua prima esperienza a Reggio o nella seconda. All’epoca si era nudi, uomini e donne, oggi avviene solo dagli scambisti, che raramente racconto. Naturalmente dopo avere pagato il biglietto, senza presentarmi come giornalista, perchè altrimenti non mi fanno proprio entrare. Naturalmente fuori, naturalmente senza registrare alcunchè, dentro.
Bene, la considerazione è doppia, sul filo del surreale, del borderline. Ah, di fronte a quel tipo di uomo, uno come me si sente non un uomo, quel tipo di uomo potrebbe essere un primattore di reality o finire in copertina in qualsiasi periodico e promuovere il basket. Inoltre, su instagram, la grande fisicità, le grandi forme, e mi fermo qua, paga. Un giorno che avrò voglia andrò a vedere chi ha più follower fra i personaggi anche del basket.
Il fascino, la voglia di, sono un propellente formidabile. A Reggio Emilia, filmai l’uscita di un americano, anni fa, era al centro del palasport e una ragazza era tutta per lui, mi chiese di non riprendere o di cancellare, è tutto facillimo, come dicevano i latini, rientriamo nel confine sottile fra diritto di videoracconto e altro.
Solomon e oscillazioni di umore a parte, dico solo che mi piacerebbe vedere quanto più basket possibile in ogni contesto, dunque anche sui giornali leggeri. Fra le donne, avremmo bisogno di una Federica Piccinini, regina del nudo, senza veli su Playboy, con classe, ovviamente, e anche su Tuttosport, fra un pezzo mio da Casalmaggiore, quando vinse la Champions, e un altro, in apertura. Tutto alimenta l’interesse, la cultura dello sport. Bisognerebbe che nei bar si parlasse di pallacanestro, non solo di Juve, Milan, Inter e della squadra della propria città, oltrechè di Ferrari e di Valentino Rossi che ora ha smesso.