In una video-conferenza stampa di quasi un’ora e mezza in ottemperanza alle norme in vigore dall’8 marzo per il contenimento del COVID-19, il neo-Presidente della LBA Legabasket, Umberto Gandini, ha illustrato la sue idee da subentrato in sella al più importante movimento cestistico professionistico maschile italiano.
L’intendimento è ovviamente quello di provare a portare a termine questa tormentata stagione a dispetto di questa emergenza COVID-19 che appare bel lungi, ahinoi, dal terminare.
Da quì le sue ipotesi su come ripartire:
“Lavoriamo in un sistema che, a differenza del calcio, ha i maggiori ricavi provenienti dal botteghino e dalle sponsorizzazioni ed è chiaro che riprendere a giocare a porte chiuse sarebbe una situazione non certo ideale. E’ un tema importante e di cui abbiamo parlato molto: esistono due correnti di pensiero per cui ricominciare a porte chiuse sarebbe un’ulteriore sconfitta ed un danno economico finanziario mentre un’altra sostiene che sia giusto iniziare comunque anche se a porte chiuse anche per dare un segnale di vita e di ripresa. Non è una decisione da prendere a cuore leggero: la cosa più saggia è di valutare pro e contro e poi decidere. Noi abbiamo un ruolo istituzionale che ci impone di pensare di poter riprendere ma al tempo stesso siamo attenti e sensibili a quanto sta succedendo in Italia e nel mondo e non vogliamo costituire un problema. Si tratta di un tema che dovremmo affrontare con le autorità sanitarie e governative più avanti ma pensiamo anche che lo sport possa funzionare da antidoto e dare uno svago a chi non può muoversi per le limitazioni necessarie. Abbiamo 10 milioni di interessati e 3 milioni di fans di cui tener conto per il futuro: posso solo augurarmi che come ci stiamo abituando vivere in quarantena, ci riabitueremo presto a ricondividere la nostra vita con gli altri e il basket, come altri sport, tornerà ad essere un luogo di aggregazione.”
Uno dei temi più caldi è ovviamente “ripartire ok, ma come si fa con gli stranieri?”. La migliore delle ipotesi vorrebbe una ripresa verso la metà di maggio per completare la regular season ed eventualmente disputare un playoff in forma assai ridotta od addirittura con la formula della Final Eight.
Però la proposta più concreta, a prescindere dalla legittima volontà dei protagonisti, sarebbe l’ipotesi di una stagione conclusa in anticipo senza assegnazione dello scudetto.
Ecco il Gandini pensiero:
“Le società e i giocatori hanno fatto delle scelte, si sono create situazioni per cui esistono strumenti ad hoc che normeranno quanto già accaduto: alcuni club hanno risolto i contratti, altri hanno lasciato libertà di movimento ai propri giocatori. E’ un dato di fatto che i rosters di oggi non sono quelli del 7 marzo quando ci siamo fermati e non saranno nemmeno quelli che avremo quando ripartiremo e difficilmente potremmo risolvere questa situazione. Poi vi sono altre situazioni in cui i giocatori hanno lasciato l’Italia e difficilmente potranno ritornare, a causa anche delle prescrizioni del proprio governo d’origine. Noi cercheremo di riproporre, quando avremo definito una eventuale data di ripresa e format, anche modifiche alle DOA per dare più possibile equità ai roster e contiamo vi siano agevolazioni in tal senso. Comunque non abbiamo ancora deciso cosa sarà di questa stagione ma resto comunque convinto che, in caso di chiusura anticipata, il punto di riferimento debba essere la fine del girone di andata, visto che non possiamo avere una classifica finale con un numero diverso di gare disputate dalle singole squadre..
C’è poi l’eventualità meno gradita, quella che dovrebbe poi aprire a valutazioni sul numero di partecipanti al prossimo campionato (a sedici, ancora a diciassette od a diciotto?), ma anche ai criteri di partecipazione alle Coppe. E vogliamo anche parlare dei criteri di riduzione dei compensi, compatibilmente con il regime professionistico in essere che rende differente la situazione dei giocatori di A da quelli di A2 e B?
“A livello economico abbiamo già una prima stima di danni da definire compiutamente anche grazie all’advisor che ci affianca per certificare le potenziali perdite e definire un momento zero in cui queste perdite diventeranno reali in base anche alla ripresa o meno. Esistono varie ipotesi a partire da quella peggiore per cui dovremo affrontare il massimo dei costi con il minimo dei ricavi: ci auguriamo che la cifra di 40 milioni di danni al momento ipotizzata sia il massimo a cui dover far fronte con la speranza e la capacità di riuscire a scendere sotto questa stima. Insieme a tutte le componenti siamo parte di un sistema dove dipendiamo gli uni dagli altri: abbiamo iniziato vari dialoghi, in primis i club con i tesserati poi la Lega con le associazioni di categoria e abbiamo iniziato a ragionare sul fatto che non è certo giusto che i danni conseguenti a questo stop gravino solo sulle società. Abbiamo trovato tutti i protagonisti disponibili, consapevoli che non ci possono essere vincitori e vinti e sono sicuro che prevarrà il dialogo.
In base anche ai risultati di questi incontri studieremo poi quali interventi chiedere al Governo per tramite della Federazione. Stiamo ragionando su agevolazioni e sgravi fiscali che potrebbero anche coinvolgere una riforma della legge 91: sarebbe bello approfittare di questo momento per metter ordine nel sistema e far ripartire presto la macchina degli investimenti. Un altri aspetto su cui vorremmo intervenire è la Legge Melandri che si applica a noi e al calcio: lavoreremo perché eventuali adeguamenti vengano estesi ad entrambi gli sport: per questo abbiamo già inviato al ministro Spadafora una lettera in merito al necessario ripristino del sistema di mutualità. Crediamo in definitiva che esistono certo altre priorità nel paese rispetto allo sport ma noi abbiamo una funzione che dovrà essere tenuta in considerazione. In fondo anche noi siamo delle aziende che impegnano risorse, che assumono personale per cui pensiamo che si possano studiare tante norme che ci possano agevolare nel medio lungo periodo per assorbire i danni economici che subiremo in questa stagione”.
A questo punto non rimane che il futuro….Quale futuro, allora ha in mente Umberto Gandini?
“Questo periodo ci deve anche servire per studiare modifiche che possano migliorare il prodotto, attraverso l’aiuto dei club e dei loro giocatori che vogliamo far diventare i veri influencer del nostro mondo, capace di trasmettere messaggi e valori, attirando maggior attenzione al basket. Certamente dobbiamo stabilizzare i nostri ricavi e la cosa più semplice sarebbe avere più risorse dai diritti tv: per farlo però dobbiamo avere un miglior prodotto sul campo per cui dobbiamo lavorare assieme per spiegare sempre meglio alla aziende le caratteristiche e i valori del pubblico che ci segue. Io sono ottimista, il movimento è in crescita e noi lavoriamo per portare sempre più gente nei palasport e ad affollare i campetti, quando sarà possibile: dobbiamo farlo costruendo un prodotto più attraente, più moderno e più vicino al nostro pubblico, composto soprattutto da giovani a cui piace aver un’interazione la più possibile attiva che ci impegneremo a soddisfare nel migliore dei modi”.
Quindi ancora tutto in divenire, a quanto pare. Il tempo non gioca a fare della LBA eppoi, a latere, alcune considerazioni rapide e finali
L’Ufficio Stampa della LBA ha deciso di invitare a questa video-conferenza di oggi le testate giornalistico-editoriali nazionali più importanti d’Italia, escludendo di fatto tutte le testate od i siti web. E’ stato spiegato, e di questo ne prendo atto ringraziando ancora e comunque la comunicazione fattami privatamente della LBA a cortese domanda posta, comunicazione al sottoscritto non dovuta ma esperita, che era impossibile invitare tutti i siti web non avendo essi avuto tutti il diritto di fare almeno una domanda. Dovendo quindi fare una scelta, si è scelto di dare precedenza alle testate di cui sopra.
A questo punto però, non condividendo affatto la ratio di questa decisione pur rispettandola al 100%, mi auguro che le parole usate in questa sua prima uscita ufficiale da parte del Presidente Umberto Gandini come ad esempio influencer, o prodotto più attraente e più moderno, comprenda anche l’uso più intenso e massivo dello strumento più adatto a queste parole da parte della LBA: il web per la sua comunicazione.
Questo perchè il basket, specialmente in Italia se non anche negli States, da sempre si espande, si coniuga e vive nel web, mentre la comunicazione classica nazionale, eccezion fatta per i quotidiani sportivi (e neanche sempre…), se ne guarda bene di dargli lo spazio che meriterebbe!!
Concludendo, auspicando che le parole usate oggi dal Presidente Gandini non siano quindi di pura facciata bensì un reale desiderata sul quale edificare un vero, nuovo corso che tagli con un passato non proprio brillantissimo, attendo/iamo con fervore un futuro, prossimo invito per partecipare alla nuova-videoconferenza.
Fabrizio Noto/FRED