Nel basket ogni tanto esistono i cicli e sono perlopiù vincenti, ed esistono i periodi che sono spesso di transizione. Ecco, diciamo che i verdi del Panathinaikos dopo aver conosciuto negli ultimi 25 anni parecchi cicli vincenti stan facendo conoscenza con il periodo di transizione, cosa che a Milano di contro sanno molto bene di cosa si tratta.
Le caratteristiche peculiari dei periodi di transizione applicati alle società cestistiche sono: poca chimica associata a poco talento; americani sbagliati perlopiù strapagati; giocatori pagati come stelle ma dal rendimento e/o leadership che non giustifica assolutamente la spesa e mi fermo qui per ragioni di spazio.
Come vedete, l’elenco è prettamente riconducibile alla situazione attuale del glorioso Pana che si è presentato penultimo al Forum di Assago con solo lo Zalgiris dietro di se. Nonostante questo però all’intervallo il tabellone recitava 33-29 per l’Olimpia Milano, punteggio che faceva sperare i fans dei verdi in un colpaccio esterno per tentare di raddrizzare sia la classifica che l’autostima della squadra.
E’ bastata però una sgasata nel terzo quarto a firma Chacho Rodriguez e Devon Hall per chiudere il discorso e pensare a giovedì quando arriverà il Real Madrid per uno scontro al vertice tutto da gustare. E questo modo di interpretare le partite ha ricordato a chi ha buona memoria che le partite tra Milano e la Atene verde spesso si sono svolte seguendo questo canovaccio ma a parti invertite.
Erano i biancorossi a vivere il momento di transizione, erano gli ateniesi ad essere spesso considerati (a ragione) una delle favorite per la vittoria finale. Nel basket, il mondo si capovolge in fretta.
IL TABELLINO: OLIMPIA MILANO – PANATHINAIKOS 75 – 54
3.865 – gli spettatori al Forum secondo il dato ufficiale: dal colpo d’occhio della tv si direbbe una stima molto ottimistica ma a parte il dato nudo e crudo ci sarebbe da discutere: perché non si registra il sold out dopo mesi e mesi di lockdown che pareva aver fatto decuplicare la voglia di andare al palazzetto? Si sono affievolite le chiacchiere su questo argomento ma io continuo a rivedermi la famosa gara7 del 2014 con 12.351 spettatori (che poi erano di più senz’altro) e sospiro tra me e me…”bei tempi”…
7 – i minuti in campo di Datome. Alzi la mano chi si è accorto della sua presenza sul parquet. Il tabellino è completamente bianco, per lui una rarità. Dato il suo stato di forma, la partita come si è messa e i prossimi impegni è più una curiosità che una critica e speriamo che dopodomani il buon Gigi tiri fuori una prestazione memorabile magari annichilendo quel simpaticone di Rudy…
74 – il numero di maglia del cubano di Monza al secolo Howard Sant-Roos che potrebbe giocare come italiano in LBA ma dopo aver firmato un biennale in estate a 400 cucuzze annue all’incirca abbiamo capito il perché voglia continuare a stare ad Atene. Peccato, perché le sue gambe e la sua pressione sulla palla ce l’hanno in pochi; avrebbe potuto essere la risposta milanese a Pajola…
54 – i punti messi a referto dai greci. L’assenza dell’ex Nedovic si è sentita come l’Argentina del calcio nell’86 avrebbe risentito di quella di Maradona. E’ imprescindibile per questa squadra ma purtroppo ne ha sempre una manco fosse una vecchia Prinz del 1971. Credo comunque sia l’edizione del Panathinaikos con meno talento che io ricordi, non oso pensare i tifosi veri abituati a Bodiroga, Wilkins, Diamantidis etc etc come giudichino questi….Forse un pò come capitò a Milano con i vari Bergensen, Respert, Josh Sankes dopo aver allietato le pupille con Blackman, Bowie e Thurl Bailey.
9 – gli assist del Chacho, uno più bello dell’altro. In soli 15 minuti tra l’altro. non so se capiti anche a voi ma a fine partita sembra sempre che Rodriguez dia l’impressione di giocare tanto, intorno ai 25′ di gioco. Invece vai a vedere il boxscore e scopri un dato ben diverso, come a dire che determina così tanto le partite che da l’impressione di giocare sempre. Un altro pensiero mi ha sfiorato mentre lo osservavo dare spettacolo: quando si ritirerà, chi raccoglierà la sua eredità fatta si di concretezza e spirito vincente ma anche di passaggi rischiosi, spettacolari quasi opere d’arte? Ditemi un pò voi…
41 – i tiri da due punti tentati dall’Olimpia Milano contro il soli 20 da tre punti. Finalmente un equilibrio accettabile, dopo tante partita in cui c’è stato abuso di tiro da 3. Ovvio che prendi quel che ti lascia la difesa ma stasera s’è vista molta più cattiveria nell’attaccare il ferro in penetrazione. Bene così.
0 – i punti di Pippo Ricci, ennesima dimostrazione del fatto che con Messina giochi anche se non fai o non guardi il canestro. A patto però di lottare, di fare tanto lavoro sporco, di rendersi sempre utile nelle piccole cose. Verrà anche il momento di registrare le sue triple, non mi sorprenderei che decidessero una finale o un momento importante della stagione. Pippo ha gli attributi d’acciaio, quei tiri tende a metterli.
SALA STAMPA
Cristiano Garbin
@garbo75