Prima o poi doveva succedere ed è successo proprio a Monaco, proprio contro quel Bayern guidato da Andrea Trinchieri ancor con il dente avvelenato dalla serie playoff dell’anno scorso conclusasi con una epica gara 5 che regalò il sogno Final 4 alla Milano biancorossa.
Rispetto a quella sfida il Bayern ha cambiato parecchio: il buon Daniele Baiesi (gm dei bavaresi) ha rifatto il front court pescando il sempre affidabile Hunter e lasciando andare il bizzoso Reynolds, ha preso due esterni fisicati come Hilliard e Thomas ma soprattutto ha fatto a meno di Baldwin in regia, rinunciando alle sue scorribande per inaugurare un gioco meno spumeggiante ma più equilibrato.
La classifica dei bavaresi a prima vista poteva ingannare visto che sono partiti con tre sconfitte in fila ma tutte quelle partite hanno avuto il minimo comun denominatore dell’assenza del faro della squadra che risponde al nome di Vlado Lucic. Rientrato lui, seppur non ancora al 100%, i bavaresi si sono subito sbloccati in trasferta a Kaunas e non casualmente sono riusciti a fermare la capolista Milano.
Anzi, l’ex capolista vista la vittoria in volata del Barcellona ad Istanbul: cambia poco comunque, siamo solo all’inizio della lunga maratona della Regular Season. Se a mio avviso questa è una sconfitta che ci può stare date le condizioni della squadra e degli avversari, l’attenzione adesso deve essere tutta per la partita di giovedì contro la Stella Rossa in casa, la classica sfida dove hai tutto da perdere ma che non ti puoi permettere di non vincere.
In sostanza, la condizione psicologica peggiore per un atleta, tutto da perdere e nulla o quasi da guadagnare. Ma se l’Olimpia vuole essere considerata una grande squadra queste partite le deve vincere, con le buone o con le cattive.
Anche perché devo dire che a mio parere i serbi hanno una delle squadre più deboli dell’intera competizione: Wolters, Davidovac, Hollins, Kalinic e Kuzmic è il quintetto base più usato e dalla panca escono solo indigeni, la maggior parte vecchi filibustieri dei parquet europei. Simonovic (occhio che contro le italiane spesso si esalta), Mitrovic, Dobric, Lazic e il vecchio pallino di Pianigiani il lungo (ma soprattutto grosso) Zirbes.
Son sicuro che tutti voi lettori, appena dato un occhio ai nomi del roster, avete lo stesso mio pensiero: l’Olimpia Milano è 10 volte più forte. Ma bisogna dimostrarlo sul campo, che sulla carta non si vince nulla. Tra 48 ore sapremo.
IL TABELLINO: BAYERN MONACO – OLIMPIA MILANO 83 – 77
DIAMO I NUMERI
7 – come i liberi sbagliati dagli uomini di Messina. In una partita decisa da 6 punti di scarto, troppi. Se consideriamo che i bavaresi ne hanno sbagliato 1 su 24, troppissimi. Attenzione perché la % ai liberi è molto importante nel basket di oggi, nelle partite equilibrate spesso delimita il confine tra vincere o perdere.
16 – arrotondata in eccesso è la percentuale di Milano nel tiro da 3 punti. Credo che pochissime squadre, o forse nessuna, siano riuscite a vincere in trasferta in Eurolega con questa percentuale. E se vogliamo dirla tutta, aver perso solo di 6 punti aumenta le recriminazioni, anche perché molte di quelle 16 triple sbagliate erano aperte.
1 – come il fallo commesso da Jerian Grant, unica voce statistica presente nel suo tabellino che gli impedisce di mettere a segno il famigerato trilione (cioè tutti zero in tutte le voci). Preoccupante, certo. E, se pensiamo che in mancanza di Delaney Messina abbia preferito far portar palla ad Hall, relegando Jerian nell’angolino manco fosse uno spaurito juniores fa pensare. Pensare che forse la sua avventura milanese sia già finita, oltre a non essere mai iniziata.
9 – i punti segnati da Othello Hunter, uno che quando vede l’Olimpia Milano fa come i tori quando vedono rosso. Casualmente segnò 9 punti anche nella gara forse più importante negli ultimi 30 anni Olimpia: la famosa gara 7 del 2014 contro Siena. Da lì il buon Othello spiccò il volo vero i più prestigiosi club europei, volo che continua tuttora.
3 – i minuti giocati dal sosia di Ibra, al secolo Nihad Dedovic. Siamo sempre abituati a considerarlo come sosia del centravanti svedese che inconsciamente pensiamo sia pure coetaneo del centravanti del Milan, ma così non è. Ha 31 anni quest’anno ma la sua carriera pare aver preso la classica parabola discendente. Pare eh, perchè anche lui come Ibra potrebbe sorprenderci e tornare, non dico quello di Roma, ma almeno ad avere un rendimento dignitoso.
23 – questi invece sono i minuti giocati da Mitoglou. Come già scritto in occasione di altre partite recenti, secondo me Messina avrebbe potuto lasciarlo in campo qualche minuto in più. Non capisco perché non possa giocare 30 minuti, specie se performa come da un po’ di tempo a questa parte…
6 – gli assist di Devon Hall, indicatore di quanto si sia messo a disposizione della squadra ma che, considerato che i punti a referto sono stati solo 4, dimostra che forse la scelta di metterlo in regia non ha fruttato i dividendi sperati poiché lo si è perso in fase di realizzazione
5 – il voto a Shavon Shields: anche i secchioni prima o poi si beccano l’insufficienza. E come loro il buon Shavon la prende non perché non avesse studiato, ma semplicemente perché si è trovato di fronte un problema a cui non ha dato la soluzione.
SALA STAMPA
Ettore Messina
Complimenti a Coach Trinchieri e al Bayern per una bella vittoria, non facile, perché tutte e due le squadre hanno combattuto, tutte e due hanno fatto dei break. Credo che stasera la nostra difesa uno contro uno non sia stata impeccabile, ci è costata qualche canestro, ma anche qualche rimbalzo offensivo.
Quando siamo andati avanti nel quarto periodo, poi abbiamo preso un parziale di 7-0 in cui abbiamo pagato proprio questo tipo di errori. Di solito, la nostra difesa è migliore di così. Nel primo tempo avevamo 13 assist a quattro, poi abbiamo subito un po’ la loro fisicità e perso brillantezza.
Ma succede, in EuroLeague se non giochi ad alto livello difficilmente vinci. Noi oggi avevamo qualche giocatori non in grande serata in attacco, ma se la difesa fosse stata migliore in qualche momento avremmo avuto maggiori chance di vincere la partita”.
Cristiano Garbin
@garbo75