Roma, 23 agosto 2019 – Nella giornata di ieri abbiamo parlato di un solido ed esperto Brasile, che terrà alta la bandiera della partecipazione sudamericana ai prossimi FIBA World Cup 2019. Oggi parliamo degli acerrimi e fieri rivali della verde-oro, parleremo quindi della straordinaria Argentina, ad oggi al 5° posto nel ranking FIBA.
L’Argentina è una nazionale contro la quale tutti dovranno combattere se vorranno salire in alto: Spagna, Francia, Grecia, Lituania e Team USA. Composta prevalentemente da giocatori che militano nell’ACB spagnola, l’Argentina attinge dal miglior campionato europeo con ben 8 elementi su 12 convocati: Campazzo, Deck e Laprovittola del Real Madrid; Vildoza e Guarino del Saski Baskonia; Delia della Juventut di Badalona; Brussino del Saragozza e Redivo del Breogan. Facile capire quindi che il livello di gioco e di esperienza di questa Argentina, seppur da tempo orfana da gente come Manu Ginobili, sia certificato da una presenza massiccia in squadre che disputano da tempo stagioni eccellenti anche in Europa.
Come se non bastasse, anche la tradizione ci racconta che l’Albiceleste ha sempre ben figurato nella manifestazione mondiale. Nel 1950 l’Argentina è stata la prima nazionale campione del mondo, ottenendo poi in modo costante buoni piazzamenti più un solo argento nel 2002, ad Indianapolis, che l’ha definitivamente consacrata a squadra di livello internazionale. Puntualmente, due anni dopo è arrivata la vittoria alle Olimpiadi di Atene 2004 purtroppo vs l’Italbasket di Charlie Recalcati. Negli anni successivi l’Argentina si è confermata sempre ad ottimi livelli arrivando quarta ai Mondiali del 2006 e vincendo la medaglia di bronzo alle Olimpiadi del 2008, risultato che gli ha consentito di arrivare al primo posto della classifica FIBA.
Certo quell’Argentina che vinse l’oro olimpico e giunse seconda al mondiale era una squadra unica ed irripetibile, la più forte di sempre con giocatori incredibili come appunto Manu Ginobili, Fabricio Oberto, Andres Nocioni, Pablo Prigioni, Alejandro Montecchia, quel Carlos Delfino ammirato quest’anno in A2 alla Fortitudo Bologna dopo una breve ma negativa parentesi a Torino e poi ancora Pepe Sanchez, Hugo Sconochini e Luis Scola con a capo il coach Ruben Magnano.
Oggi l’Argentina, allenata da coach Sergio Hernandez, desta grande attenzione perchè, sebbene sia composta da atleti seppur giovani e con un’età media che non supera i 25 anni, può vantare già una buona esperienza dovuta proprio alla militanza di questi giocatori nei club iberici più importanti. L’unica eccezione, in riferimento agli anni, è il “nonno” Luis Scola classe ’80 ancora abile e arruolato con la sua amata nazionale.
Il gioco di questa Argentina è molto semplice, di base: attuano una pallacanestro veloce con tanto contropiede (sono ben 4 i play a disposizione), anche con la ricerca sistematica del tiro dall’arco, non dimenticando l’aggressività in fase difensiva ed una ricerca forte del recupero del possesso.
La squadra attuale, collocata nel Gruppo B con Russia, Sud Corea e Nigeria, è comunque distante anni luce da quella dei primi anni duemila, ma rimane comunque una selezione composta da giocatori di qualità.
Coach Hernandez ha scelto questi 12 atleti con lo starting five che sarà formato dai combo del Real Madrid Facundo Campazzo e Nicolas Laprovvitola. Nel ruolo di ala piccola, un altro giocatore del Real, giocherà Gabriel Deck, atleta di grande talento ma dal rendimento poco costante. I due lunghi saranno Luis Scola e Marcos Delia. In panchina i due giovani play Luca Vildoza e Lucio Redivo daranno qualità nei cambi. Come swingman Nicolas Brussino che è un giocatore di striscia, abilissimo nel tiro dalla lunga distanza. Attenzione poi al giovanissimo, classe ‘97, Màximo Fjellerup potrebbe essere la vera sorpresa di questa nazionale. Chiudono il roster il centro Augustin Caffaro del San Lorenzo de Almagro e l’ala-pivot Tayavek Gallizzi.
Attenzione dunque a questa Argentina, che non mollerà mai e poi mai.
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Giuseppe Pep Malaguti