Fa impressione pensare che prima di questo sono state 177 le volte che queste due società si sono sfidate sul parquet. Certo i meno giovani potrebbero storcere il naso davanti a due squadre in cui il ruolo degli italiani è di mera tappezzeria e pensando che la classe di taluni stranieri che tutti sanno essere di passaggio è pari a quella di un unghia dei vari campioni che portavano queste due società a dominare in Italia ed in Europa negli anni del boom della pallacanestro in Italia.
D’altra parte il mondo è cambiato e quello del basket non ha fatto eccezione: ecco quindi che una Varese capace di perdere in casa di 23 punti in Fiba Europe Cup contro una squadra non certo irresistibile come il Wurzburg (ora è chiamata ad una impresona nella città natale di Nowitzki), solamente tre giorni dopo è stata in grado di mettere in seria difficoltà la favorita numero 1 del nostro campionato.
E, a dirla tutta, può pure recriminare per l’assenza di Archie che ha ridotto ancora di più all’osso una rotazione già non abbondante in termini di qualità: minutaggi aumentati per tutti ma in particolare per un volitivo Natali e per un finalmente incisivo Iannuzzi, reduce da una stagione fin qui sotto tono.
Problemi di infortuni che anche Pianigiani ha dovuto affrontare a causa dell’assenza di Burns che ha sguarnito il reparto lunghi visto che Omic non poteva essere convocato pena l’esclusione di un altro tra gli esterni oltre Jerrells, scelta che nessuno si è mai sognato di fare in casa Olimpia.
Quella di Masnago è stata la classica partita a due facce: primo tempo ottimo di Varese soprattutto in difesa, con coach Caja che ha ben imbrigliato i solisti milanesi costringendoli a continui uno contro uno e cercando di raddoppiarli sui pick and roll alti con lo scopo di levare la palla il più possibile dalle mani di James e Nedovic.
Il piano del coach pavese stava dando i suoi frutti, posto che la conditio sine qua non per la riuscita era che Milano tirasse male da tre punti: ebbene dopo i primi venti minuti il tabellino recitava un desolante 3/14. Desolante non solo per la bassa percentuale ma anche per la qualità di quei tiri presi: spesso contestati, spesso in prossimità dello scadere dei 24 secondi, spesso presi senza aver mosso la palla.
Questo gameplan organizzato da Caja sarà studiato nei particolari da tutti quelli che vorranno battere Milano nei playoff perché è la strada giusta per farlo e il secondo tempo ne è stata la prova inconfutabile.
Una volta calata l’intensità difensiva Varese non ha più potuto essere aggressiva sui giochi a due ed ingabbiare i creatori di gioco in maglia AX. Risultato? Molta più circolazione di palla, meno isolamenti con pessime spaziature, più uno contro uno fatti per creare vantaggio e non per concludere direttamente, triple aperte piedi per terra prese dai tiratori migliori , molti più rimbalzi offensivi causa sbilanciamento della difesa varesina.
8/11 da tre nel terzo quarto, 18-32 il parziale e partita ribaltata. Questa partita però dovrà essere un monito per tutta l’Olimpia. Giocando come nel primo tempo ai playoff si rischierà grosso, stante l’assenza di Gudaitis e di conseguenza qualsivoglia pericolosità offensiva vicino al ferro che non sia dinamica. La strada giusta da seguire è certamente quella dei secondi venti minuti, anche se è ovvio che non sempre si riuscirà a tirare con percentuali da favola.
Analizziamo ora le prove dei singoli: mvp per chi scrive è Nedovic, per come ha saputo bilanciare le iniziative concluse in prima persona con quelle per mettere in ritmo i compagni.
20 punti, 6 rimbalzi e 5 assist sono solo la certificazione numerica dell’ottima partita giocata da serbo che pian piano sta ritrovando la forma migliore, per la gioia di compagni, staff tecnico e tifosi.
Poi Nunnally, ectoplasma per 20 minuti e risolutore chirurgico nel terzo quarto. Tanti gli elogi che pioveranno sulla sua testa questa settimana, io mi permetto di fare una critica. Ricordavo ad Avellino e pure al Fener un giocatore offensivamente molto più completo (apprezziamo di certo l’abnegazione e la disponibiltà difensiva…oggi si è attaccato a Moore…….) di quello che sto osservando in maglia biancorossa: sarà che la palla l’hanno in mano altri però il suo uso da spot shooter mi pare riduttivo, come usare un moderno smartphone solo per mandare sms e fare telefonate……..il buon James può e deve fare più cose in campo perché ne è capace ed anche perché ne gioverebbe tutta la squadra. Concediamogli però altro tempo, visto che ha vissuto una stagione convulsa e non regolare dal punto di vista dell’utilizzo.
James e Micov hanno invece giocato una partita solida e senza troppi fronzoli nonostante sia evidente che nessuno dei due sia al massimo della forma (oltre alla stanchezza) anche a causa dei carichi di lavoro atletico che in vista dei playoff il buon Giustino Danesi ha iniziato a far eseguire alla squadra campione d’Italia.
Discorso valevole anche per Brooks e Kuzminskas, a tratti dimenticati offensivamente, a tratti coinvolti dalle circostanze ad inventare dal palleggio canestri che a posteriori si riveleranno fondamentali.
In questo (non) sistema dove l’ala forte in attacco è l’agnello sacrificale stanno disputando una buona (e forse più che buona) stagione: ma quanto mi piacerebbe vederli inseriti in qualche set offensivo che ne sfrutti maggiormente le loro doti…..
Dopo un inizio non semplice molto concreta a mio avviso la partita di Tarczewski: Cain nonostante manchi di cm non è per niente un cliente facile ma lui ne esce molto bene, ed anche le statistiche lo confermano.
A tratti da proprio l’impressione di essere come un fuoriquota di 12 anni in una partita di bimbi di 8. Troppa la differenza di altezza, di verticalità ed anche di tonnellaggio. Verranno anche per lui avversari più ostici, comunque. Anzi, ancora fresco è in noi , e crediamo anche in lui, il ricordo di Cooley.
Capitolo italiani : 18 minuti in 3 e pure di scarsa qualità. Questo a mio avviso potrebbe diventare (a patto che già non lo sia) un bel problema per Pianigiani perché in vista della rumba dei playoff il drappello tricolore deve cambiare marcia, non è pensabile giocare fino alla fine della stagione in 6-7.
Ma come fare? Siete d’accordo che la maniera migliore per risolvere la questione sia tagliare di netto il minutaggio come sta facendo il coach ex Mens Sana? Oppure sta facendo così solo per motivarli? O perché sono giù di forma?
I lettori abituali sanno già come la penso ma lo ripeto ugualmente per i newbies di queste pagine: Pianigiani sta esagerando nell’asciugare i minuti della panchina e questa mossa potrebbe pagarla tra 40 giorni quando il gioco si farà serio ogni 2 giorni.
Ora per l’Olimpia ci sono 6 giorni di serenità , molto gradita dopo la tempesta post eliminazione in Eurolega e la sconfitta contro Sassari, e poi altra trasferta a Brescia degli ex Vitali ed Abass per un altro derby lombardo: certamente meno sentito, meno storico, meno coinvolgente ma ugualmente pericoloso se affrontato come i primi venti minuti a Masnago.
Garbin Cristiano
@garbo75