Desio (MB), 16 maggio 2018 – Milano c’è, eccome. In un PalaBancoDesio non da record come qualche settimana fa in regular season, l’EA7 Milano vince anche Gara3 e la Serie, soffre ma tiene quasi sempre a bada i biancoblu di Marco Sodini della Red October Cantù per 65-74, timbrando il cartellino che significa semifinale tricolore. Non era per niente facile, visti i trascorsi prestazionali stagionali delle Scarpette Rosse di Simone Pianigiani, che si venisse a Desio a controllare una partita che Cantù non avrebbe mai fatto vincere “facile” ed invece anche questa sera Milano ha giocato la “sua” partita.
Non è fare gli sboroni, oggi Milano appare quadrata, maschia e soprattutto spinge l’avversario a fare quello che lei decide di fare. E se poi accade che Cantù non la mette quasi mai dalla lunga (a corto di fiato? Forse sì..), allora collassa bene dentro l’area con i suoi armadi Tarczewski–Gudaitis che oscurano la vallata a chiunque avesse velleità di portarsi a casa il ferro. Infatti sia Charles Thomas che Christian Burns, le principali armi canturine che avrebbero potuto dire la loro nelle prossimità del ferro, non la beccano quasi mai lì sotto in attacco e l’EA7 detta legge, per una Cantù già con il problema Chappell a mezzo servizio causa malanno ed un Culpepper bello ma casinista.
La bella notizia è dunque per il popolo milanese che la nave va spedita verso la finale scudetto, Brescia permettendo, ovvio.
Certo, direbbe qualcuno, la Red October non è il Real Madrid ma vincere, anzi, dominare una Serie come ha fatto l’Olimpia non era per niente scontato. E’ vero, il cabotaggio di questa Cantù non è da Euroleague ma colpire l’avversario nei suoi punti deboli in maniera così chirurgica, costringerla alla resa dopo aver passato una stagione contraddittoria è tanta roba. Eppoi quando meno te lo aspetti, se ieri han brillato ad esempio Il Cincia ed il Prof. Micov, questa sera Andrew Goudelock e Dairis Bertans hanno affondato i canini nella giugulare brianzola, negando ogni velleità agli avversari. Tiri sempre ben costruiti con un ottimo 15/30 dalla lunga, una difesa sempre attenta sulle linee di passaggio canturine ma anche concentrata a non prestare il fianco ad extra-possessi: missione compiuta nel non “gasare” Cantù.
Cantù dal suo canto esce a testa alta. Un pò sulle gambe, come poteva essere logico visto la differenza quantitativa e qualitativa del roster. Ha iniziato il campionato tra lo scetticismo generale e 600 abbonati, chiude la stagione eliminata dalla più tosta Milano degli ultimi tempi e con 5.000 abbonati, giudicate voi. Senza dimenticare questo coach così giovane ma così preparato come Marco Sodini, un autentica sorpresa di questa stagione. Se i biancoblu riescono a migliorare il roster allora sì che l’anno prossimo ci si divertirà.
La cronaca
L’inizio del match è fisico, molto fisico da parte di Cantù spalle a canestro, cattivo agonisticamente come non si era mai visto nella Seire. L’EA7 infatti un pò lo subisce, normale, ne risente la sua fluidità offensiva, eccome se ne risente. L’Olimpia quindi passa in un amen da 2-8 alla parità dopo 5′ (8-8), in cui ci si mena parecchio, da ambo le parti. La novità è che il team di Pianigiani sbaglia qualche tiro aperto di troppo mentre Culpepper e Thomas guidano Cantù, Parrillo e Burns si sbattono sulle chiusure sotto il ferro e si recupera anche qualche possesso come non mai. I brianzoli hanno un’altra faccia, è palpabile anche se in attacco continuano gli errori al tiro, male poi lo 0/2 ai liberi di Culpepper, senza poi parlare del totale a fine parziale di 0/7 dalla lunga. Milano, gestita ora dakl Cincia, ora dal Prof Micov, cambia come al solito i centri ma la Red October tiene, 14-15 al suono della prima sirena, con un Kuzmiskas ancora a zero punti.
Il secondo parziale invece muta lo scenario. Infatti, se Cantù continua a commettere errori al tiro, Milano aggiusta il mirino, Jerrels è bollente oltre al solito Bertans da tre che danno addirittura il +12 all’Olimpia (15-27), e Sodini ferma tutto. Al rientro in campo dopo il primo strappo la Red October avverte l’assenza delle sue triple in transizione ma stringe i denti, Thomas dalla lunetta fa 21-27 ma Goudelock va di tripla e se poi Burns s’infrange sul ferro, con Kuzminskas e Goudelock ancora da tre (3/4 dai 6,75), eccoci al 23-36 al 17′. Altro tempo di Sodini ma il Mini Mamba è letale, da due adesso. Cantù boccheggia, ancora l’ex-Fenerbahce va di tripla!! Bruns si scuote prima che il Cincia chiuda sul 27-43. Da segnalare per i brianzoli l’inusuale, a dir poco, 0/10 dalla lunga che pesa come un macigno vs i Titani in maglia Rossa.
Terzo periodo, Milano sembra in controllo perchè la Red October si suda ogni maledetto punto che porta a casa, se poi l’Olimpia al 23′ tira 10/17 da tre è ben lecito pensare che anche Gara3 sia segnata. Però il PalaBancoDesio esulta quando Charles Thomas mostra i muscoli e subito dopo Jamie Smith mette la prima tripla dopo ben 12 errori, 38-47 e Piainigiani chiama tempo al 24′. Al rientro una vera e propria magia di Culpepper che, toccato da Jerrels, perde l’equilibrio in entrata ma lancia la palla così bene sul vetro che gli Dei del basket lo premiano, Cantù a -6! Pazzesco, gara che ora premia i biancoblu ma Bertans ancora da tre, stavolta ben costruita, 41-50. Uppercut che Cantù “sente”, vacillano i padroni di casa perchè Bertans ancora da tre e l’Olimpia è di nuovo sopra la doppia cifra di vantaggio (41-52 al 27′). E di nuovo Dairis Bertans, altra bomba che forse spegne definitivamente i sogni brianzoli, che 0-9 per il lettone! Culpepper oggi è latitante dalla lunetta (2/7 tristissimo..), ma poi spara una tripla dall’angolo che almeno chiude il parziale di periodo sul 45-55 ma che fatica fanno i biancoblu, troppa differenza sul campo in tutto e si vede…Milano intanto dice 12/23 dalla lunga.
Il popolo biancoblu ci crede quando si riparte, ma Burns litiga con il ferro e poi Jerrels spara la 13^ tripla milanese della serata su 24 tentativi. Tripla annullata da Cournooh, non è finita. Burns non ha paura di fare a cornate con Gudaitis (e con Tarczewski prima), 50-58 al 32′. Il cuore canturino batte forte, Il Cincia scippa la palla a Burns da post basso, liberi per Gudaitis (Milano solo 4 volte in lunetta al momento), al 33′ 50-60. Ora è battaglia, a dire poco, ci si picchia ma sempre in modo sportivo, of course. L’eroe di Cantù è adesso Cournooh, due canestri di fila e poi Culpepper uno vs zero dopo il solito combattimento sotto il ferro canturino, Pianigiani chiama tempo sul 56-60 al 35′, mica è finita!?!? Il quarto fallo di Culpepper manda Micov in lunetta, l’Olimpia riallunga sul +8 e se dopo l’ex-Lakers Goudelock la mette da casa sua, sul 58-69 al 38′ c’è poco altro da dire. Altra sua bomba, adesso sì che è finita, titoli di coda anche se tutto il pubblico applaude un team canturino che ci ha messo tutto in questa serie ma Milano è solo stata più forte, 65-74 e giro d’onore per Cantù con le lacrime di un Randy Culpepper veramente anima e cuore dei biancoblu.
Sala Stampa
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Simone Pianigiani
“Abbiamo giocato una partita solida. Comandare qui per 40 minuti non è facile per la loro qualità e la spinta che ricevono dal pubblico. Non abbiamo permesso a Cantù di correre perché i loro punti in contropiede sono stati generati da nostre palle perse e non da un gioco di ritmo e transizione. Siamo riusciti a farlo per tre partite. Abbiamo tirato male da due perché qualche contropiede facile non è stato finalizzato. Ma è stata una serie affrontata bene. Vivere questi momenti di playoff è importante perché già in semifinale ci aspetterà una pallacanestro diversa. Nei playoff devi saper vincere in trasferta e noi oggi l’abbiamo fatto. Ma non basta ancora, dobbiamo fare ancora meglio”
Red October Cantù – EA7 Olimpia Milano 65-74
Parziali: 14-15; 13-28; 18-12; 20-19
Progressione: 14-15; 27-43; 45-55; 65-74
MVP: mamma mia Andrew Goudelock, segna da ogni parte e specialmente quando sembra meno probabile che accada.
WVP:
Serie 3-0 Milano vince
Fabrizio Noto/FRED