di Michele Longo (Vox&One podcast)
Venezia, 13 maggio 2024 – Venezia prima domina e poi rischia di rovinare tutto, ma vince Gara2 83-75 e riporta la serie in parità. Troppa differenza di motivazioni tra le due squadre. Se da una parte Venezia aveva assolutamente bisogno di questa vittoria dopo lo scivolone di Gara1, Reggio Emilia ha giocato con la tranquillità della squadra che sa di poter chiudere la serie al PalaBigi.
LA PARTITA – Contesa praticamente mai in discussione per tre quarti e mezzo. Venezia parte forte e scava subito un parziale che Reggio Emilia non riuscirà mai a colmare e che risulterà decisivo anche nel tardivo tentativo di rimonta.
Rispetto a Gara1 non ci sono grossi cambiamenti con Reggio Emilia che ripropone il doppio lungo (Atkins e Black) per pareggiare la fisicità dei lagunari. In difesa la scelta è sempre quella di mandare dentro Spissu nel pick ‘n roll, ma è l’applicazione che manca.
A parte il solito Weber la pressione sulla palla è pressoché nulla, così come la capacità di leggere i tagli dell’attacco lagunare. Inoltre l’attacco è stantio, il tiro da tre ne risente e le percentuali sono quasi da prefisso telefonico.
D’altro canto Venezia mette in campo tutta l’intensità difensiva mancata due giorni fa. Pressione asfissiante, presenza sulle linee di passaggio e via libera a un attacco in transizione che esalta le doti di Spissu e Tucker.
I soli 29 punti concessi sono lo specchio di una partita che i lagunari interpretano nel modo corretto.
In apertura di secondo tempo Reggio Emilia mostra qualche segno di risveglio, ma è un fuoco di paglia. Spissu da tre, un Kabengele dominante e le folate di Tucker ampliano il vantaggio fino al +21 che rischia di anticipare notevolmente il garbage time.
Nell’ultimo quarto, del tutto inaspettatamente, Galloway si ricorda di aver calcato i campi NBA e lidera il grande sussulto di orgoglio di Reggio Emilia. Heidegger conferma di avere letture offensive di dubbio gusto e gli emiliani possono sfruttare la transizione che tanto gli è cara.
Black gioca minuti di qualità, Uglietti dà tanto ritmo e soprattutto generosità.
Una tripla di Galloway sigla il -8 e il Taliercio inizia a vedere i fantasmi. Venezia sembra non esserci più, Spissu spreca dall’arco e ancora Galloway porta gli emiliani a -6 (73-67). Troppo tardi però.
Due liberi di Spissu sono aria fresca, il successivo errore di Weber, condito poi dal quinto fallo che lo estromette dalla partita, danno la sicurezza della vittoria a Venezia. Anche il fantastico 3+1 di un Galloway totalmente on fire non cambia l’esito finale
Si va al PalaBigi con Reggio Emilia che potrà chiudere la contesa in casa e Venezia che dovrà obbligatoriamente vincere una partita per riportare la serie al Taliercio.
LE CHIAVI DELLA PARTITA
LA DIFESA – L’intensità messa in campo ha fatto tutta la differenza del mondo. Venezia è scesa in campo con l’idea di difendere forte, correre in transizione e mandare un segnale importante agli avversari.
Dall’altra parte Reggio Emilia non ha fatto assolutamente nulla per evitare che la partita finisse sui binari preferiti dai lagunari. Troppo molle in difesa e pigra in attacco per tre quarti e mezzo, fino a quando Galloway non ha sciorinato tutto il suo incredibile repertorio. Se solo lo facesse con più continuità nel corso della partita Reggio Emilia potrebbe dormire sogni di certo più tranquilli
DOMINIO SOTTO CANESTRO – Con Black sceso dal bus già con due falli e Faye che lo segue a ruota, i lunghi veneziani fanno il buono e il cattivo tempo sotto canestro. Kabengele ha dominato in lungo e in largo, Tucker invece è riuscito a farsi spazio senza grossi problemi e dominare con il suo atletismo.
Reggio Emilia non è mai riuscita a trovare le giuste contromosse e ad arginare lo strapotere fisico dei lunghi avversari. Così era impossibile semplicemente pensare alla vittoria.
Certo, la rimonta finale, nonostante non sia andata in porto, lancia una doppia ombra. Su Venezia che non appena stacca la spina diventa una squadra brutta, prevedibile e priva di spirito di squadra. Su Reggio Emilia perché è difficile, così come da inizio anno, decifrare e avere fiducia in una squadra che si accende e si spegne così frequentemente nell’arco dei 40 minuti.
Reyer Umana Venezia – Unahotels Reggio Emilia 83-75
I Parziali: 23-16, 20-13, 21-16, 19-30
Progressione: 23-16, 43-29, 64-45, 83-75
LE PAGELLE
Umana Reyer Venezia
Marco Spissu 7: può giocare in velocità e si vede che si trova a suo agio. Mortifero dall’arco.
Max Heidegger 6: tre triple e tante letture da minibasket
Davide Casarin 6,5: l’intensità difensiva passa anche da lui. Si lancia su ogni pallone ed è il primo a provare a rallentare le transizioni offensive
Andrea De Nicolao 5,5: impalpabile
Giga Janelidze ne
Mfiondu Kabengele 8: semplicemente dominante. Spazza via i lunghi di Reggio Emilia e regala attimi di panico al tavolo quando si lancia per recuperare un pallone.
Jordan Parks 6: molto positivo nel primo tempo. Si spegne strada facendo
Jeff Brooks sv
Aamir Simms 6: impreciso al tiro, ma anche lui contribuisce non poco alla difesa asfissiante che nega qualsiasi ricezione ai lunghi reggiani
Kyle Wiltjer 6,5: quando riesce a entrare in ritmo da tre è un fattore importantissimo nella transizione offensiva
Ravyon Tucker 7,5: il suo atletismo impressionante fa a fette la difesa reggiana. Canestri di pura intesnità e fattore imprescindibile quando Venezia riesce a correre
Amedeo Tessitori 6: quel poco che fa lo fa bene. Non gli si può chiedere altro in una partita non del tutto nelle sue corde
UnaHotels Reggio Emilia
Briante Weber 6,5: uno dei pochi a cercare di dare difesa e energia. Troppo solo
Tommaso Bonaretti ne
Alessandro Cipolla ne
Langston Galloway 7: nell’ultimo quarto è un’ira di Dio. Segna da ovunque, contro chiunque. Ci si chiede solo una cosa: perché non prima caro Langston?
Mouhamed Faye 5: limitato dai falli e asfaltato da Kabengele
Jamar Smith 5: tira 1/8 dal campo e, quando è così, c’è poco da essere contenti in terra reggiana. Partita da dimenticare in fretta.
Lorenzo Uglietti 7: generoso, volitivo e soprattutto uno dei pochi a dare ritmo e intensità.
Tarik Black 6,5: dopo un minuto ha già due falli. Gioca poco, ma quando lo fa mette in mostra la sua classe. Fosse stato più preciso dalla lunetta Reggio avrebbe avuto qualche speranza in più di rimonta
Michele Vitali 5: troppi errori al tiro.
Sasha Grant 5,5: dà sempre quell’impressione di timidezza che non aiuta. Anche per prendere un tripla con metri di spazio ci pensa e, nonostante poi faccia canestro, non cambia il suo atteggiamento.
Matteo Chillo 5.5: nel primo tempo tiene letteralmente a galla i suoi. Poi un po’ sparisce
di Michele Longo
X: @miche_longo82