Noi manipolo di fratelli: poiché chi oggi verserà il suo sangue con me sarà mio fratello, e per quanto umile la sua condizione, sarà da questo giorno elevata, e tanti gentiluomini ora a letto in patria si sentiranno maledetti per non essersi trovati oggi qui, e menomati nella loro virilità sentendo parlare chi ha combattuto con noi questo giorno di San Crispino!
Belgrado, 28 dicembre 2023 – Benché oggi non sia il 25 ottobre, non mi sono venute parole migliori di quelle del Bardo di Avon per descrivere cosa sia oggi la Virtus Bologna e l’importanza dell’impresa di questa sera.
Dopo 21 anni, e dopo le due scoppole dello scorso anno e di Eurocup 2019-20 la Segafredo espugna la casa del Partizan con una gara condotta quasi sempre e dovendo anche fare i conti con vari contrattempi ed infortuni.
Con una difesa incredibile sul perimetro gli uomini di coach Banchi hanno cominciato a mettere vari granelli di sabbia negli ingranaggi dei Serbi fin dalle prime battute di gioco prendendo la testa della gara a metà primo quarto per non mollarla più.
Fino a quando sono potuti stare in campo, i seminatori di granelli sono stati Dunston e Cordinier: il primo pronto a sporcare ogni palla passasse dalle parti delle sue lunghe braccia, il secondo ha tolto completamente dalla partita il Kevin Punter pericolo pubblico n°1 dei padroni di casa.
Con il centro di New York gravato abbastanza presto di due falli coach Banchi ha dovuto impiegare prima del previsto Cacok il quale ha risposto presente sia in attacco che in difesa dando un’altra buona risposta dopo la brutta prestazione di Pistoia, ma anche lui è incappato presto nel suo secondo fallo obbligando la panchina virtussina a schierare Shengelia da 5 con Polonara e Abass a dare manforte al campione georgiano.
Arrivata sul +13 la Virtus Bologna non poteva pensare di aver già vinto la partita ed infatti dalla panchina sono usciti Nunnally, ma soprattutto Jaramaz che, con i suoi punti fuori dai giochi il primo e con una difesa ed una regia molto lineare sono riusciti ad accorciare il gap chiudendo il primo tempo sul -5.
A differenza di Monaco di Baviera e di Valencia la Segafredo uscita dagli spogliatoi non ha perso il filo della partita, ma si è riportata subito in doppia cifra di vantaggio, tanto che coach Obradovic si è visto costretto a chiamare subito un time out per mettere le cose a posto in casa Partizan.
Dopo quasi tutto il terzo ad inseguire Punter e compagni riuscivano ad arrivare sul -2, ma negli ultimi due minuti succedeva di tutto: Hackett infortunato alla caviglia era costretto ad uscire e dopo un gioiello di Cordinier con Bologna in difficoltà, Dozier a 0.5 secondi dalla fine dell’attacco bianconero pensava bene di commettere un fallo insensato su un Cacok zoppicante e, per non farsi mancare nulla, prendeva anche tecnico per mettere fine alla propria partita e permettendo alla Segafredo Virtus Bologna di andare all’ultimo mini intervallo ancora sul +5.
Nell’ultimo quarto Kaminsky e Jaramaz le provavano tutte per mettere il naso avanti, ma gli emiliani rispondevano colpo su colpo, trovando sempre un protagonista diverso e con un Daniel Hackett che, rientrato alla Willis Reed, riprendeva in mano la squadra fino ai concitati minuti finali.
La partita infatti si è decisa su un canestro quasi impossibile di un Iffe Lundberg versione extra lusso sulle braccia di Caboclo e sui successivi tiri liberi, dove le mani di Belinelli e Punter non hanno tremato, fino al libero sbagliato appositamente dal n°7 serbo che generava un rimessa abbastanza discussa a favore dei padroni di casa.
A 3,56″ dal termine la rimessa arrivava nelle mani di Frank Kaminsky che in precario equilibrio, marcato da Dunston, scoccava la bomba, ma il ferro respingeva l’ultima preghiera e poteva iniziare la festa virtussina.
Sulla Segafredo cosa si può dire? Essere in vantaggio per quasi tutta la partita, davanti a ventimila persone urlanti, senza perdere mai la testa, trovando sempre un protagonista nuovo anche all’interno della stessa partita senza mai perdere la propria identità con cinque uomini in doppia cifra, è una prova di maturità incredibile.
Il reietto Lundberg che ti fa un’altra partita risolutiva; Dunston che la spiega ancora al 95% dei centri di Eurolega; Hackett che sembra ancora maturare giorno dopo giorno; Abass che entra e spara due bombe come se avesse giocato sempre partite del genere; Pajola che nel finale fa tre cose decisive fra rimbalzi difese e falli.
Oggi, se ce ne fosse stato bisogno, la Virtus Bologna ha preso consapevolezza della sua forza ed è un passaggio mentale di importanza capitale. Bravi a tutti, ma bravissimo a Luca Banchi.
In casa Partizan poche le note positive. Di sicuro il Kaminsky del secondo tempo e lo Jaramaz di tutta la gara, il nazionale serbo ha giocato una partita di una solidità impressionante, sempre sul pezzo, mai fuori giri, e con un paio di giocate che da sole potevano riaprire la partita.
Coach Obradovic potrebbe levarmi una curiosità: perché l’utilizzo dei centri diviso per tempi? Venti minuti filati a Caboclo e poi quindici filati a Kaminsky?
Highlights
Sala Stampa
Le parole di Iffe Lundberg nel dopogara:
“E’ sempre difficile, specie in una atmosfera come questa e un ambiente ostile. Sapevamo che la vittoria ci avrebbe dato grande slancio in classifica, siamo stati concentrati e ci siamo riusciti. Ce l’abbiamo fatta su uno dei campi più difficili d’Europa.”
Il commento di Daniel Hackett alla vittoria di Belgrado:
“Vittoria enorme, sappiamo tutti che giocare in questa arena è difficile, ma siamo rimasti insieme, facendo il nostro piano partita, lo staff ci ha spiegato cosa fare. Siamo stati solidi, e con grande carattere abbiamo ottenuto questa vittoria. La caviglia? Volevo rimanere in campo e portare a casa la vittoria.”
Questo è ciò che è successo stanotte all’aeroporto Marconi di Bologna al rientro della Segafredo da Belgrado:
Partizan Mozzart Bet Belgrade vs Virtus Segafredo Bologna
Parziali: 18-23; 18-18; 19-19; 20-17
Pagelle:
Tristan Vukcevic 5: ancora troppo acerbo il figlio del grande Dusan per partite di questa intensità, se poi deve marcare Shengelia…
Zach Leday 6: mano decisamente gelida per tutta la partita, ma mette energia in difesa arginando molto bene Shengelia e a rimbalzo si fa valere.
Balsa Koprivica n.e.
Kevin Punter 5,5: tolto subito dalla partita dalla difesa di Cordinier trova nel secondo tempo qualche arresto e tiro dei suoi, ma il nervosismo lo porta a perdere anche 4 palloni, buona la sua difesa su Belinelli.
Ognjen Jaramaz 8: partitone del nazionale serbo, difende, segna e gestisce la partita da veterano, il migliore dei suoi senza ombra di dubbio.
James Nunnally 7+: riporta praticamente da solo in partita il Partizan a metà secondo quarto ed è sempre un pericolo, smazza anche 6 assist a fronte di 4 palle perse, sempre pericoloso.
Danilo Andjusic 5: cinque minuti di nulla.
Perry Dozier Jr. 4: falloso e caotico nel primo tempo nel secondo inanella le due perle che tolgono l’inerzia alla squadra, non vorremmo essere stati al suo posto negli spogliatoi, il rosso Obradovic potrebbe aver raggiunto tonalità mai viste.
Mateusz Ponitka 5: parte in quintetto e poi si perde, poche idee e non proprio brillantissime.
Frank Kaminsky 7: è l’arma tattica che nel secondo tempo spariglia le carte virtussine, sbaglia l’ultima bomba, decisiva, ma poteva fare poco altro, incolpevole.
Bruno Caboclò 5,5: i numeri gli farebbero meritare la sufficienza, ma la prestazione non incide, potrebbe fare di più, ma si accontenta.
Iffe Lundberg 8: partita di una continuità disarmante, non ha paura a prendersi responsabilità, si occupa in staffetta di Punter e mette il difficilissimo canestro decisivo, da tagliare…
Marco Belinelli 6: nonostante non sia in una delle sue migliori serate anche stasera scavalla tranquillamente la doppia cifra. La sua difesa di stasera non gli farebbe meritare la sufficienza, ma il 2/2 ai liberi nel finale gliela fa guadagnare di imperio.
Alessandro Pajola 7: non ancora al 100% fa tutte quelle piccole cose che ti fanno vincere le partite: un fallo ben speso qua, un assist là, un rimbalzo nel traffico lì, e senza accorgertene hai una partita da spalla perfetta.
Ognjien Dobric 4,5: altra orrenda partita dopo quella di Valencia, oltre a non essere mai pericoloso si perde Nunnally un paio di volte, sveglia.
Bruno Mascolo n.e.
Devontae Cacok 7: dà moltissima energia, sfrutta con criterio gli scarichi ed argina abbastanza Caboclo, peccato per l’infortunio che lo toglie dalla contesa a fine terzo quarto.
Toko Shengelia 6,5: deve fare anche il centro, e con più di trenta minuti sul groppone a fine gara un po’ annaspa, ma è sempre fondamentale.
Daniel Hackett 7,5: huevos e fosforo sono una combinazione micidiale. Rientra zoppicando dopo l’infortunio alla caviglia, ma trova il tempo di rubare due liberi e di mettere uno step-back fondamentale, mi ripeto leader.
Achille Polonara 5,5: sei minuti dove si vede ancora che per questi scontri il fisico è ancora indietro, vedasi i due semiganci sul primo ferro, però dimostra anche di poter tenere il campo difensivamente, pazienza.
Bryant Dunston 7,5: nel primo tempo sembra la Dea Kalì dalle mille braccia, sporca ogni pallone, chiude e recupera una ventina di volte, nel secondo tempo soffre un po’ il pick and pop di Kaminsky, ma sul tiro decisivo è lì a chiudergli la visuale, totem.
Awudu Abass 7: il Vinnie Johnson della Pianura Padana, appena entra spara due bombe che destabilizzano tutti, mette i due liberi che erano di Cacok appena entrato e mette il fisico su Leday, microwave.
Isaia Cordinier 7,5: leva subito dalla partita Punter, segna quando serve e mette in campo tutta la sua energia, Tesla.
tromba