Brescia, 23 settembre 2023 – Nella prima semifinale della Supercoppa LBA 2023 la Virtus Bologna castiga ancora una volta l’Olimpia Milano battendola per 73-78 e bissando la vittoria dello scorso anno, preludio alla conquista del trofeo in finale vs la Dinamo Sassari.
Temi a go-go sul campo..
Olimpia Milano vs Virtus Bologna non è mai stata una gara banale negli ultimi anni, figuriamoci la sfida di oggi con un trofeo in palio (la 4ª nella storia recente del torneo), sebbene in passato non sia parso interessare più di tanto alle stesse squadre ed agli addetti ai lavori questa Supercoppa, forse a causa dei diversi nodi da sciogliere nei rispettivi roster?
Certamente il neo-coach virtussimo, Luca Banchi, ha avuto molto meno tempo del dirimpettaio Ettore Messina per preparare la gara, tre giorni appena ma…Chissà, forse per un senso di gentleman agreement, i due allenatori han messo subito quasi tutti i giocatori abili&arruolati in campo nel primo periodo, probabilmente per togliergli di dosso il garbino (come dicono in Romagna).
Così è venuta fuori una sfida nella quale Olimpia Milano e Virtus Bologna han logicamente spinto poco al via, dandosi ovviamente grandi sportellate in difesa da squadre di Euroleague quali sono. Con questo mood era logico che le percentuali al tiro non fossero al livello di cotanta bellezza di nomi in campo, Nikola Mirotic su tutti. Anzi no, perchè la Virtus Bologna teneva più su la testa grazie alle triple di Abass (2/2), il solito Belinelli e Mickey mentre Milano poteva gioire solo con Bortolani dalla linea dei sogni: al 10′ comunque il 12-14 in salsa bianconera certificava le difficoltà offensive di entrambe.
Nel secondo periodo finalmente la sfida si accendeva ma, sia chiaro, sempre nei limiti d’inizio stagionale e con il più classico degli andamenti sinusoidali tipico di queste gare. La Virtus Bologna sprintava meglio dai blocchi di partenza portandosi al 15‘ sul 18-23 (max vantaggio nel match), grazie al primo centro di Jaleen Smith, Messina chiamava tempo e, al rientro in campo, l’Olimpia Milano attaccava al meglio di quanto avesse fatto prima, difendendo tra l’altro con più attenzione: 10-0 di break (28-23), e questa volta era Luca Banchi a dover chiamare lo stop. Belinelli tamponava l’emorraggia con i liberi (2/3, la seconda volta per lui nel match), e da lì la Virtus Bologna, malgrado uno Shavon Shields solita macchina-da-punti (suo il 32-25, max vantaggio Milano nel match al 18′), rientrava in gara: contro-parziale da 0-9 con tanto di tripla di Dani Hackett allo scadere ed ecco di nuovo il +2 delle Vu Nere al 20‘, il 32-34 che oggettivamente pochi avrebbero pensato di vedere sul tabellone.
Spettacolo? Pochino. Ardimento? Di più. Combattimento? Tanto, sempre nel limiti di questo inizio stagione. Del resto, le tante palle perse (11 Bologna, 10 Milano), indicavano lo stato dell’arte senza nemmeno girarci su più di tanto, sperando nella ripresa…
Sale in cattedra la difesa di Bologna, Milano barcolla ma non molla!
E nella ripresa ecco la svolta che forse nessuno avrebbe pronosticato, specialmente ricordando la Virtus Bologna made in Scariolo, porosetta in difesa altro che no. Accadeva cioè che le Vu Nere aumentassero l’intensità difensiva e, dopo un tecnico forse un pò frettoloso sanzionato a coach Banchi, ne seguiva uno ad Ettore Messina.
Belinelli ne metteva quattro dalla lunetta (altro fallo al tiro per lui da tre), e Milano vedeva scappare avanti gli avversari, soffrendo i corpi di quelli in bianco e le loro mani veloci. Shavon Shields era l’unico a timbrare il cartellino (e che timbrate!), ma l’Olimpia soffriva adesso la scarsa vena di Kevin Pangos su i due lati del campo, Jaleen Smith con tripla al 28‘ dava il +11 a Bologna (44-55).
Messina, con un’Olimpia un pò in affanno ma che dava cenni di risveglio, mescolava il mazzo e si giocava la carta Giordano Bortolani sul finire del periodo ed il siciliano dava una bella risposta siglando punti pesanti aldilà di uno Shields sempre più on-fire, al 30‘ si chiudeva 53-59 che, tutto sommato, per Milano andava benissimo…
E nel quarto periodo la sfida si accendeva del tutto perchè a perdere non piace proprio a nessuno! Super Shavon Shields da una parte (alla fine saranno 26…), e Toko Shengelia dall’altra la mettevano dentro con frequenza adesso con, in sottofondo, sempre il rumore della ferraglia sotto canestro. Milano reagiva meglio però e finalmente Pangos, fino a quel momento poco convincente, s’iscriveva a referto dandole il suo primo vantaggio (69-68) dalla fine quasi del secondo periodo.
E quando il 70-70 del 38‘ illuminava il tabellone del PalaLeonessa, chi poteva schiodare il risultato se non Marco Belinelli e con una delle sue triple? Nikola Mirotic invece, ben innescato dopo un time-out milanese con l’Olimpia sul -5 (bene Mickey dalla lunetta), sparava a salve, Giordano Bortolani invece la metteva (con un certo grado di fortuna), con fallo da tre ma non completando il gioco da 4 p.ti. Così era Cordinier che la chiudeva e Bologna era in finale, come lo scorso anno.
Comunque sia, aldilà della ridda di luoghi comuni che si potrebbero sciorinare dopo questo match (Mirotic scompare spesso nei finali e Banchi ha il tocco magico), un paio di cose sono apparse nette. La prima, forse banale, è che le due squadre sono a dir poco work in progress, specialmente l’Olimpia Milano priva di un certo Maodo Lo in cabina di regia che ha sofferto, aldilà della bella prova di Giordano Bortolani, la scarsissima vena degli esterni in chiave offensiva.
Forse sarà un tema ricorrente per la stagione milanese ma se Kevin Pangos non salirà di livello, e per noi potrebbe essere qualora (forse), avvertisse più fiducia attorno a sè, l’Olimpia avrà discreti problemi ai quali far fronte. Si spera solo, qualora Pangos non salisse di livello, non si arrivi a gennaio inoltrato (quasi febbraio), prima di fare una scelta in cabina di regia come lo scorso anno con Napier.
La seconda è che la Virtus Bologna, piaccia o meno, è sembrata paradossalmente più squadra, più presente e forse anche più cattiva di quanto ci si aspettasse in questo primordio di stagione. La scossa emotiva della sostituzione di coachin‘ ha probabilmete inciso molto nell’umore del team che, lo ripetiamo, ha difeso con una dedizione che lo scorso anno però poche volte abbiamo visto.
Anche la Virtus ha dovuto praticamente rinunciare ad un nuovo arrivato come Devontae Cacok (un soffio di fiato in campo), ma non se ne accorto nessuno e, se permettete, è buon un viatico per la stagione che inizia. Poi, domani in finale magari perderà ma se il parametro è ovviamente l’Olimpia Milano…Beh…La partenza è comunque di buon auspicio!
Sala Stampa
EA7 Olimpia Milano – Segafredo Virtus Bologna 73-78
Parziali: 12-14; 20-20; 21-25; 20-19.
Progressione: 12-14; 32-34; 53-59; 73-78.
Le pagelle by Tromba
EA7 Olimpia Milano
Alex Poythress 5: subito limitato dai falli non riesce mai ad entrare in partita. Nel secondo tempo fa anche scelte difensive più che discutibili e Messina lo fa accomodare in panca.
Giordano Bortolani 7: l’unico piccolo di Milano che si è reso pericoloso, qualche palla persa di troppo, ma l’esordio in una partita così importante è più che positivo.
Kevin Pangos 4: annullato da Hackett e Pajola, non ne azzecca una, a partee il canestro del sorpasso in finale di gara, sembra essere nella buca della scorsa stagione,
Stefano Tonut 6: evidentemente non è nelle grazie di coach Messina, fa il suo, difende e mette anche qualche punto, ma per il coach mestrino/catanese non è abbastanza.
Nicolò Melli 10: vista l’impunità di cui gode non posso dargli un voto più basso, capitemi, tengo famiglia.
Giampaolo Ricci 6,5: in difesa è ovunque, si arrangia in tutti i modi possibili ed immaginabili, non lascia mai nulla di intentato, dimostra sempre di avere un cuore che fa provincia.
Devon Hall 5: riportato in un ruolo non suo non riesce a fare altro che a difendere, e non con enorme costrutto, facendolo giocare 1 si perde tutto il resto. Ne valeva la pena? Lo non sarebbe servito di più, anche per pochi minuti ?
Guglielmo Caruso n.e.
Shavon Shields 8: il migliore in campo, è lui l’attacco di Milano, segna tutto quello che tocca come un Re Mida, un mezzo voto in meno per l’ ultimo fallo, onesto, ma in quella situazione ha corso un rischio troppo grosso.
Nikola Mirotic 6,5: non preciso dalla distanza, per tre quarti abusa, vicino a canestro, di chiunque Banchi gli mette contro e nel finale sbaglia due tiro che per lui sono rigori. In difesa è il solito, sbaglia le scelte ed è un po’ pigro.
Johannes Voigtmann 5: poco coinvolto in attacco, non riesce a trovare i suoi soliti tiri, detto che senza playmaking per lui è più difficile, nel finale perde un pallone sanguinoso nel miglior momento dell’ Olimpia e non contento commette anche fallo.
Segafredo Virtus Bologna
Marco Belinelli 7,5: si procura la solita marea di tiri liberi, difende come da tempo non faceva e mette la bomba più importante della partita, chrurgico.
Alessandro Pajola 6,5: la solita partita ordinata e divensivamente sontuosa. Si prende anche le sue responsabilità in attacco e nel finale regala due assist a Mickey fondamentali.
Jaleen Smith 6: onestamente volevo dargli un’insufficienza, ma poi riguardando le cifre mette 9 punti, prende rimbalzi smazza anche un assist…Misterioso.
Bruno Mascolo n.e.
Devontae Cacok n.g.: meno di venti secondi in campo…
Tornike Shengelia 7: voto che scaturisce dalla media fra il 4 del primo tempo ed il 9 del secondo. Sesto uomo di Milano nella prima frazione, con palle perse e testardaggine, nel secondo sfodera una prestazione da top player di Eurolega, presente ovunque, mette una bomba, recupera palloni e mette sempre in apprensione tutta l’Olimpia.
Danielk Hackett 8: domina la partita, ne decide i ritmi, le sfumature, difende su chiunque capiti dalle sue parti e non perde mai la bussola, praticamente perfetto.
Jordan Mickey 7,5: anche lui nel primo soffre e commette presto due falli, nel secondo sembra Pippo Inzaghi, diventa un rapace dell’area segnando canestri importantissimi nel finale e non tremando ai liberi.
Achille Polonara 5: sembra ancora quello di Manila, impreciso ed in ritardo difensivamente, dopo una vaccata sesquipedale difensiva su Mirotic viene fatto accomodare gentilmente sul pino.
Bryant Dunston 6: è palesemente in ritardo di condizione, ma la sua esperienza e la sua fisicità ancora si fanno sentire.
Awudu Abass 7: inizia con le marce altissime aiutando la squadra, fin lì in grosse difficoltà offensive, a trovare punti che non fanno scappare Milano, difensivamente e a rimbalzo fa abbondantemente il suo, non c’è il + per il fallo su Bortolani che poteva costare carissimo. Se avesse avuto la mira di stasera in finale…
Isaia Cordinier 5,5: la sua esuberanza fisica è impressionante, ma contro lo Shields di stasera non è stato abbastanza, in attacco è ancora abbastanza confusionario, ma con quei garretti può fare tutto, da rivedere.
Fabrizio Noto/FRED
@Fabernoto