Sette gare, sette battaglie tra le due squadre più forti d’Italia che presumibilmente si sfideranno ancora molte volte negli anni a venire. A questo giro ha prevalso l’Olimpia Milano, anzi ha prevalso la difesa dell’Olimpia che ha subito indirizzato la partita sui binari più congeniali alla squadra di Messina.
E quel primo quarto da 21-9 rubando canestri facili in campo aperto ha scavato un solco che i felsinei non sono mai riusciti a colmare, a causa di percentuali pessime da tre punti e dalla serataccia di tutti gli esterni e perni della squadra come Hackett, Belinelli e Teodosic.
Questo scudetto se da un lato è il coronamento di una lunga, lunghissima stagione con tantissime partite, dall’altro è la sublimazione di un certo tipo di basket proposto da Messina.
Spesso criticato durante l’anno (a ragione) per la gestione del roster e specialmente degli italiani ha fatto scelte drastiche nei playoff, rinunciando ad effettuare turnover e fidandosi praticamente solo dei suoi pretoriani. Con qualche colpo di coda, come l’utilizzo di Biligha in #Gara5.
Ma archiviato questo successo e passata la sbornia dei festeggiamenti bisogna programmare già il mercato e la stagione prossima. Pare sia già stato firmato Mirotic, mossa che farà discutere tutto l’anno sia per questioni tecnico-tattiche sia per il notevole esborso, la società meneghina starebbe cercando anche Sloukas, mica il primo che passa per strada.
Se consideriamo che gli acquisti della scorsa estate i playoff li han visti dalla prima fila in tribuna, per gli avversari nel 2023-24 potrebbe farsi molto più difficile strappare lo scudetto dalle maglie biancorosse.
Capitolo Bologna: anche in Emilia sembra proprio di essere alla vigilia di una mini rivoluzione, che anche lo scudetto non avrebbe rimandato. Scariolo potrebbe a sorpresa rimanere ma il parco giocatori, specie stranieri, dovrebbe subire un restyling.
Sul fronte italiani è necessario l’ingaggio di almeno un lungo per evitare di spendere 4 slot per stranieri e il primo nome è quello di Polonara. Poi si ragionerà sul resto, con la conferma di Cordinier come punto chiave.
Vedremo, comunque sia onore ad entrambe le squadre che ricordiamo hanno raggiunto e superato agilmente le 70 partite stagionali. Lo vorrei ricordare a chi si lamenta della qualità del gioco.
Stante questa formula (per me assurda) dell’Eurolega sarebbe forse il caso di accorciare le serie playoff come fanno nel resto d’Europa: quarti al meglio delle 3 e semifinali al meglio delle 5 potrebbe essere un buon compromesso evitando di giocare ogni 48 ore.
Perché è facile giudicare dal divano, ma se noi umani spendessimo tutte le energie mentali e fisiche che consumano in una sola partita staremmo a letto per 2 giorni…E loro ne fanno 7 in 15 giorni…
IL TABELLINO: OLIMPIA MILANO – VIRTUS BOLOGNA 67 – 55
LE PAGELLE
Nicolò Melli 7: due falli in un amen, Messina lo congela per tutto il primo tempo. E quel che sembrava una disdetta si è trasformata in un jolly perché nella ripresa Nik lo gioca con un energia doppia, in difesa e a rimbalzo.
Shabazz Napier 7: primi 30 minuti in modalità playmaker anni 80, pensando a mettere in ritmo i compagni forzando anche qualche pallone nella tasca sul pick and roll. Due o tre cioccolatini rimarranno nella memoria di chi, come me, ama più il bell’assist del bel canestro. E i suoi due canestri nell’ultimo quarto dimostrano che Shabazz è un leader vero, e da queste righe lo dicemmo da subito. Ci fosse stato da settembre…
Giampaolo Ricci 7,5: ormai è Mr. scudetto, 3 in fila con le due squadre finaliste. Oggi partita di tanta sostanza, con le due triple ammazzavirtus. Palle d’acciaio, ma lo sapevamo già.
Devon Hall 5,5: partita che è la fotografia della sua stagione: tanta fatica in attacco con scelte cervellotiche e sbagliate, grande dedizione in difesa e a rimbalzo.
Kyle Hines 7: potrebbe essere l’ultima sua partita in carriera. La gioca bene, dimostrandosi vivo e sveglio a trasformare in punti le sbadatezze di Mickey e compagni.
Shavon Shields 6: a tratti forza troppi tiri e troppe situazioni, ma i compagni non è che lo agevolino. Anche in una partita così però mette la tripla piedi per terra che ricaccia indietro la Virtus nel momento del massimo sforzo. E poi la difesa, imperiale sull’uomo e molto fisica anche sui cambi difensivi.
Billy Baron 6,5: fino al 30′ di gioco era da 4, poi è arrivato il Billy time con i 3 liberi lucrati e le due frecce da lontano che arrivano dritte dritte al cuore delle V nere.
Luigi Datome 8: avvistato ieri nella piscina di Cocoon farsi qualche vasca. Mette punti importanti all’inizio e alla fine e tutti l’han votato per questo. Io invece l’ho votato per la difesa, di certo non il suo punto di forza, contro un avversario dal passo diverso come Belinelli. Andate a vedervi il suo posizionamento sulle ricezioni, arresti e tiri dell’ex Spurs. E le levate di sedia contro Shengelia in post basso. Intelligenza superiore.
Johannes Voigtmann 5: non punge davanti e non benissimo nemmeno dietro.
Marco Belinelli 3: sbaglia la gara più importante della stagione e la partitissima di Datome non è capitata per caso, peccato perché era stato il più continuo in queste finali.
Alessandro Pajola 5: mette una bomba con i buoi che sono in piena campagna e non riesce ad imbrigliare Napier.
Mouhammadou Jaiteh 6: non è un fattore come un #Gara6, ma almeno con lui in campo non ci sono praterie verso il ferro.
Tornike Shengelia 5,5: lui ci prova, ma i raddoppi e la scarsa mira dei compagni da fuori gli tolgono l’ossigeno
Daniel Hackett 5: ha la spia della riserva accesa già nel riscaldamento.
Jordan Mickey 3: se è vero come è vero che segna i primi 6 punti bolognesi è altrettanto vero che è lui il principale responsabile dal avvio choc che ha permesso al Olimpia di indirizzare la gara dai primi minuti.
Semi Ojeleye 5: timido e poco coinvolto, se poi gioca solo a sprazzi fa anche fatica ad entrare in partita.
Milos Teodosic 4: forza come al solito e quando Napier mette la prima bomba perde completamente il filo della gara.
Isaia Cordinier 6: è l unico con coraggio ed energia, tiene bene Shields, non si capisce perché non attacchi Napier ad ogni possesso.
Awudu Abass 5: come sempre non fa mai canestro e oltretutto è sempre dietro una rotazione.
SALA STAMPA
Pagelle Virtus by Andrea Cesari
Cristiano Garbin
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