Bologna, 16 giugno 2023 – Ne resterà soltanto una! Non vedo altro inizio per questo pezzo su una partita che, più che un incontro di basket, è sembrato un film sulla boxe d’altri tempi con uno sfidante che sembra aver messo all’angolo l’avversario e con quest’ultimo che trova, non si sa dove, le forze per reagire e sfiorare la vittoria. Ma non essendo un film americano la partita ha visto, tutto sommato meritatamente, prevalere la Virtus Bologna sull’Olimpia Milano in questa gara 4 di LBA Finals.
L’inizio gara ha visto ricalcare il copione delle ultime gare, con Milano stare in partita grazie ai rimbalzi offensivi e la Virtus giocare esteticamente meglio. Quando il tagliafuori bianconero ha cominciato a funzionare, Bologna ha preso il largo mettendo fra se e gli avversari almeno una decina di lunghezze fino alla bomba allo scadere dei primi venti minuti di Datome, che lasciava l’amaro in bocca ai 9.600 della Segafredo Arena e che a tutti è apparso come un affarone per gli uomini di coach Messina.
La ripresa iniziava con l’Olimpia Milano che provava in tutti i modi a non farsi staccare e fra le tante difficoltà arrivare anche fino al -5 ma a questo punto una bomba del miglior Pajola della serie sembrava, a 2’47” dalla fine del terzo quarto, aver scacciato tutti i fantasmi al punto che dal quel momento Bologna sembrava volare arrivando anche al +18 con poco più di otto minuti da giocare.
“Partita finita…” direte voi, ed invece no. L’orgoglio meneghino veniva fuori e fra la mira ritrovata dall’arco e le scempiaggini bolognesi ricuciva piano piano lo svantaggio, fino alle due bombe finali di Napier che portavano le due squadre all’overtime, senza dimenticare il gorilla che si è stabilito sulle spalle di Shengelia quando deve andare in lunetta.
Se si fosse giocato a carte il primo supplementare sarebbe stato una partita di ciapanò, ben 4-4 il parziale, che ha visto nefandezze nella gestione del pallone da parte della Virtus ed errori al tiro deleteri di Milano.
Il secondo supplementare invece ha visto le retine muoversi più spesso, soprattutto dalla lunetta, ma sempre sul filo dell’equilibrio fino alla bomba di Teodosic che sparigliava le carte e mandava i felsinei sul +5. Baron portava ancora sul -2 i suoi ma dalla lunetta la mano di Belinelli non tremava ed il 2-2 era servito.
Una delle considerazioni da fare su queste prime quattro partite, gara#2 soprattutto, è che come “volume di gioco” Bologna si sta facendo preferire ma la solidità di Milano è difficile da incrinare: una squadra normale sul -18 e con Hines fuori per infortunio probabilmente avrebbe mollato, ma questa EA7 invece è sempre lì.
La prima considerazione su Milano è che in panchina, più che Messina, sembra esserci Sidney Pollack, perchè non si uccidono così neanche i cavalli: Melli 38′ di gioco; Napier 40‘, Shields 44′. In vista della partita di lunedì un paio di domande vengono spontanee: in che condizioni saranno i biancorossi e soprattutto recupererà Kyle Hines?
Nel caso il campione statunitense non dovesse farcela sarà, con tutta probabilità, rispolverato Brandon Davies e, visto il rendimento del pluricampione europeo in queste finali, potrebbe non essere un male. Domanda: ma in che condizioni scenderà in campo? Ed inoltre, con quale spirito e come si integrerà in un gruppo abituato a giocare senza di lui? Converrete con il sottoscritto che sono dubbi rilevanti.
In casa bolognese sicuramente si sorride per aver impattato la serie ma il finale di questa gara#4 non può lasciare tranquillo lo staff bianconero: l’idiosincrasia di Shengelia nel tirare i liberi nei finali di gara sta diventando preoccupante. La confusione nel gestire i ritmi partita partita pure e l’inconsistenza offensiva di Abass è al momento un problema. In tutto ciò la Virtus ha la consapevolezza di poter andare a Milano a giocarsi le proprie carte con la pressione che ora è tornata sulle spalle biancorosse.
Highlights
Sala Stampa
Virtus Segafredo Bologna vs EA/ Emporio Armani Milano 93-89 d2ts
Parziali: 24-14; 16-17; 20-16; 16-29; 4-4; 13-9.
Pagelle
Marco Belinelli 7: è il più continuo in questa serie, il suo bottino, di riffa o di raffa, a casa lo porta sempre, e le mani nel finale non gli tremano.
Alessandro Pajola 7,5: finalmente è tornato, pressante, vigile, lucido nei momenti clou, con lui Napier ha sudato le proverbiali sette camicie.
Mouhammadou Jaiteh 6,5: probabilmente avrebbe meritato qualche minuto in più, ma quelle mani troppo morbide farebbero incavolare anche Sant’Antonio.
Tornike Shengelia 5,5: gioca la solita partita di quantità, ma nel finale gli manca spesso la lucidità, oltre ai liberi si infila in situazioni spesso senza uscita.
Daniel Hackett 5,5: fino a metà ultimo quarto gioca una signora partita, ma le palle perse ed i canestri finali di Napier incidono sulla sua valutazione.
Jordan Mickey 7: fa vedere il meglio di sè nella metà campo offensiva, ma stasera cattura anche 7 rimbalzi, dà sempre l’impressione di giocare sulle uova, ma il suo lo fa abbondantemente.
Semi Ojeleye 5,5: gioca un ottimo primo tempo, nel secondo scompare offensivamente.
Milos Teodosic 7: nel primo tempo delizia la platea con un paio di assist da vero mago, si perde anche lui nel finale, ma la bomba della vittoria ha la sua firma in calce.
Awudu Abass 5+: il ragazzo avrebbe bisogno di segnare almeno un punto, sembra bloccato, fa le sue cosine giuste, ma sembra insicuro e sbaglia conclusioni con metri di spazio.
Isaia Cordinier 7: se avesse un pò più di lucidità sarebbe un crac assoluto, ha una potenza spaventosa, prende 14 rimbalzi, si sciroppa sempre il giocatore più pericoloso, ma quando entra in area sembra sempre voler strafare e perde il bandolo della matassa, comunque impressionante.
Nicolò Melli 7: doppia-doppia, tripla importantissima e difese nel finale impressionanti. Meriterebbe di più, ma è complice di una giocata remissiva a fine regolamentari. Esce dal match non tutto per colpa sua.
Billy Baron 5,5: ha il merito di segnare nel momento giusto, però troppo poco per meritare una sufficienza.
Shabazz Napier 7: non ha tirato benissimo tutta la partita, ma se si è giocato i supplementari, è grazie a due sue triple ed a almeno 3 delle sue 4 recuperate del match.
Giampaolo Ricci 5,5: come rovinare una buonissima prestazione? Semplice: fallo su Teodosic e tecnico per proteste nel momento clou del match, quando sei in piena rimonta cui sei stato protagonista.
Paul Biligha 6: entra a freddo, o quasi, per l’infortunio di Hines. Dà il suo prezioso apporto di malizia e concretezza, prendendosi falli importanti per la fase di gioco cui ha partecipato.
Devon Hall 5: non presente il ragazzone ex Bamberg. Non ripete la prova positiva di Gara 2, nemmeno presenta una prestazione degna della decenza.
Shavon Shields 8: se Milano avesse portato a casa il match, si sarebbe dovuto sostituire la statua di Vittorio Emanuele II in Duomo per mettere la sua. Merita comunque un busto da esibire in Brera, visto la stupefacente prestazione. 26 punti, 9 rimbalzi e la garra per stare addosso alla partita. Solo Begnis lo ferma.
Kyle Hines 4,5: brutto da dirsi, dura da digerire, ma pare che dietro l’angolo per Sir Kyle sia arrivato il Sunset Boulevard. Subito tutta la partita, non ha trovato alcuna soluzione offensiva ed ha preoccupato subito il calo fisico. Esce per infortunio alla spalla dopo una persa sanguinosa.
Gigi Datome 5,5: non raggiunge la sufficienza per poco, come il poco che sarebbe bastato per svoltare il match, alla Datome che conosciamo. Milano rivuole GigiGante.
Johannes Voigtmann 5: svegliarsi così tardi non giova a nessuno, ne alla squadra ne alla giornata. Capisco che si è anche bloccati da un’attenta difesa avversaria, ma le scelte andrebbero prese meglio.
Andrea Tromba Cesari
Pagelle Milano: Luciano Lucio Pizzi
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