Torino, 18 febbraio 2023 – La vendetta è un piatto che va mangiato freddo, è questo il titolo che probabilmente sarebbe stato adatto per questo pezzo. Ad un anno dalla clamorosa sconfitta di Pesaro la squadra di Sergio Scariolo ha scelto lo stesso palcoscenico per ribadire la propria supremazia nei confronti della squadra piemontese e per ribadire prepotentemente il proprio ruolo di favorita, soprattutto dopo il clamoroso tonfo di Milano contro Brescia.
La partita, obiettivamente, non è mai stata tale ed il 29-12 con cui si è chiuso il primo quarto è sembrato stare anche stretto ai bianconeri felsinei, bravissimi a rendere poco pericolose le relazioni con gli avversari di questa sera. Formidabile Daniel Hackett nel disinnescare Semaj Christon, togliendolo completamente dalla partita, riservandogli lo tesso trattamento dedicato a Marco Spissu giovedì sera.
Puntuale e preciso Tornike Shengelia nell’abusare di Mike Daum in ogni parte del campo, troppo fisica tutta la Virtus che ha fatto subito capire a Derthona cosa voglia dire affrontare una difesa da Eurolega, levandole i tempi di esecuzione in attacco e anticipandone sempre le scelte difensive.
Questa continua buona esecuzione da parte degli emiliani ha impedito a Filloy e compagni di trovare quelle strisce offensive che rendono pericolosissima la Bertram e che non l’hanno mai fatta entrare in quelle sue tranche agonistiche dove può diventare un bruttissimo cliente.
E’ questo un ridimensionamento di Tortona? Assolutamente no, la squadra del patròn Gavio sta vivendo un momento di crescita, si è già consolidata in questi anni terza forza stabile del campionato e non fa i passi più lunghi della gamba ma, come si discuteva durante il nostro Special sulle F8, se la Virtus avesse affrontato la partita nel modo giusto, la sua fisicità e la sua abitudine a giocare partite del genere avrebbe sicuramente reso quasi impossibile la vita agli avversari: ogni scontro diretto era un possibile miss match per gli emiliani, il buon Tyler Cain è la metà di Jaiteh, Hackett e Pajola sono alti e grossi, e quei vantaggi che Christon prende regolarmente contro altre avversarie, e che sono il motore dell’attacco piemontese, con le V nere erano impossibili, oltretutto ha dovuto anche fare a meno di quel Leon Radosevic che tanto importante è stato contro Trento.
Quindi coach Ramondino, lo staff, e la società meritano fiducia ed un plauso per la serietà e l’impegno, e vanno lasciati crescere con calma e fiducia.
Per la Virtus non c’è molto da dire, la partita è stata affrontata con la concentrazione che una F8 merita, non si è data la possibilità agli avversari di entrare in partita mettendola subito sui binari a lei più congegnali, non si è mai dato nulla per scontato e i risultati sono stati sotto gli occhi di tutti.
Scariolo avrà da sorridere che Abass sta cominciando a reggere sempre qualche minuto in più, che Weems, almeno in Italia, è sempre la solita atout, che Camara, piano piano, sta rendendosi utile e che Marco Belinelli ha trovato la piscina di Cocoon.
Ora la cosa più difficile sarà rimanere con la testa sulle spalle, attendendo la sfidante che uscirà dall’altra semifinale, ma con la certezza che con lo stesso approccio di questa sera la Coppa Italia potrà tornare sotto il Nettuno dopo ventuno anni.
Spogliatoi
Marco Ramondino
“Complimenti alla Virtus per la vittoria, per il modo in cui ha giocato e ottenuto il risultato: sono scesi in campo con grandissima durezza e a livello tattico sono stati bravi a esplorare e a giocare sui vantaggi. Noi non abbiamo avuto una fisicità adeguata per competere a questo livello, anche il ritmo offensivo è stato molto camminato per merito dei nostri avversari che hanno rallentato e rotto l’ingresso dei giochi. Abbiamo commesso degli errori che la Virtus è stata brava a punire, anche se le condizioni di salute in cui eravamo oggi non ci hanno permesso di provare a cambiare l’inerzia della partita”.
Sergio Scariolo
“Ovviamente sono contento come allenatore di come ha giocato la squadra sui due lati del campo. Approccio giusto in difesa, in attacco abbiamo mosso bene la palla: 20 assist senza considerare Milos per noi è un altissimo numero. Giocavamo contro una squadra che rispettiamo molto, che gioca bene e che lavora bene durante la settimana, ben allenati e compatti, che ci ha dato più di qualche grattacapo negli ultimi anni. Questa volta abbiamo fatto una partita completa, senza cedimenti, controllando discretamente i rimbalzi e con idee chiare in difesa e in attacco.
Quando entri in una competizione come questa con un po’ di pressione le tue prestazioni si abbassano cosi come il contrario, è matematico, guardate quante squadre di Eurolega sono state eliminate nelle rispettive competizioni. Per fortuna direi che ci siamo scrollati di dosso un po’ di tensione, poi il primo e il secondo di tempo oggi sono stati buoni: intanto siamo in finale dopo 13 anni in cui la Virtus non l’aveva mai raggiunta e ora è tempo di vincerla.
Abass? Ci stiamo dando vicendevolmente una mano: noi gliela stiamo dando a lui cercando di alzare il minutaggio senza esagerare. È un giocatore fisico, che gioca col cuore: ha una struttura che ci permette di pensare che possa giocare anche a livello europeo. In attacco è ovviamente un po’ arrugginito, ha anche una buona mano che si tornerà a vedere, non deve pensare a fare azioni difficili. Intanto dietro ci sta dando una mano e per noi è fondamentale avere in quella zona del campo avere un giocatore che può ricoprire due ruoli da 4 e da tre. Bella la sensazione di avere un giocatore utile che ci sta già dando attivamente una mano.
La Virtus migliore della stagione? Speriamo sia domani. È difficile fare ranking anche perché con tutto il rispetto e la stima che ho per gli avversari di oggi è diverso paragonarli con Barcellona o Real Madrid: quando Barcellona è venuta a visitarci ed era al 100% ci è passata sopra cosi come oggi abbiamo fatto noi. Ogni cosa deve essere proporzionata: probabilmente oggi Tortona ha pagato lo sforzo dell’altro giorno non essendo abituata a giocare ogni due giorni.
Shengelia la chiave? Sicuramente, finalmente direi, è in una buona condizione, dopo una serie di disgrazie una dietro l’altra. Per noi è fondamentale, non solo come realizzatore ma anche in difesa essendo un grande lettore di gioco e ci possiamo permettere di fare cose interessanti tatticamente con lui. È da poco che ha condizione per giocare con energia ed intensità da entrambi i lati del campo. Ci è mancato molto sia quando non c’era sia quando era al 50%. Dobbiamo riuscire a dosarlo nel modo giusto perché si sforza tantissimo: è decisivo quando è in condizione ottima.
La rotazione a 12 non mi entusiasma. Non sono necessariamente un amico delle rotazioni a 12 anzi perchè in tempi più complicati ci hanno anche confuso qualche volta. L’importante è averne 10, due per ruolo che possono stare in campo. Poi dipende da avere fiducia: ieri Camara è entrato in campo nel primo quarto e talvolta si tratta di prendere dei rischi. Se dai fiducia magari ai giocatori perchè se la meritano, ti possono cambiare tatticamente la partita, sono disposto anche a farlo ma con criterio e non in modo scellerato: non ti tuffi in una piscina senza controllare che ci sia l’acqua dentro. Non è un principio granitico: averne 10 che possono stare in campo con totale affidamento è fondamentale anche se ogni livello ha la sua risposta per cui bisogna essere capaci di leggere la situazione e tararsi anche su chi hai di fronte. Anche le scelte tattiche che fanno gli avversari devono essere lette perchè magari oggi gioca un giocatore che domani potrebbe essere messo in difficoltà dagli avversari e viceversa.”
Virtus Segafredo Bologna vs Bertan Yachts Derthona Tortona 90-65
Parziali: 29-12; 23-21; 21-18; 17-14
Pagelle
Niccolò Mannion s.v.: entra e sente subito un dolore alla schiena.
Marco Belinelli 7,5: è in fiducia, nel mood dove sente di non poter sbagliare, gatta da pelare per chiunque.
Alessandro Pajola 6,5: insieme a Hackett toglie dalla partita Christon oltre gestire i ritmi della gara senza indecisioni.
Mouhammadou Jaiteh 6: finalmente fa sentire il fisico, fa spazio in area avversaria e occupa spazio nella propria area difensiva.
Tornike Shengelia 7,5: altra partita dominata, scherza chiunque gli si ponga davanti in soli 19 minuti, decisivo.
Daniel Hackett 7,5: altra grandissima partita da attore, fintamente, non protagonista, annulla l’avversario più pericoloso e spalleggia Teodosic nel gestire la palla, materia grigia al potere.
Jordan Mickey 6,5: i numeri non lo premiano, ma la reattività e completamente diversa da quella di giovedì sera, rifila la solita stoppata atletica di prammatica, e non ha avversari di staffa coi quali cimentarsi.
Gora Camara 6: entra per cinque minuti a partita ampiamente decisa, ma fa vedere un bel movimento offensivo.
Kyle Weems 7+: quasi infallibile da due, come sempre è il giocatore più impiegato in Italia, il suo fade away è poesia in movimento e quando Harper diventa un po’ troppo pericoloso viene messo sulle sue piste per chiudere la questione.
Semi Ojeleye 7,5: per essere più di un mese che non scendeva in campo una partitina niente male, è una delle chiavi di volta della squadra virtussina, ben tornato.
Milos Teodosic 6,5: mette tre bombette, fa vedere qualche sprazzo di genio, come l’apertura di contropiede da rimbalzo difensivo a Weems, ma soprattutto gioca solo quattordici minuti.
Awudu Abass 6,5: la semifinale gli è servita per togliere la polvere dai muscoli, gioca una gara solida, fisica, e che gli sia di buon auspicio.
Semaj Christon 5: non riesce ad entrare mai in partita, è sempre isolato, raddoppiato, asfissiato, soffre l’enorme fisicità degli avversari e non ha supporto dai compagni.
Christopher Mortellaro NE
Leonardo Candi 5: prova a metterla sul fisico contro Pajola e compagni, ed è come invitare un’oca a bere, non può fare troppo, non traggano in errore gli assist a referto, arrivati in pieno garbage time.
Riccardo Tavernelli 6: il capitano è l’ultimo ad arrendersi, e fa degna figura.
Ariel Filloy 5: inizia con una bomba appena entrato, e poi viene surclassato dalla fisicità di marcature e raddoppi, sovrastato.
Luca Severini 4,5: visto il gap fisico, se fa 2/7 da tre punti è più dannoso che inutile.
Demonte Harprer 6+: ci prova ad inizio terzo quarto, ma appena Scariolo gli toglie Teodosic e gli mette Weems anche per lui cala il sipario, almeno non gli è mancato il coraggio, anche se alcune amnesie difensive penso abbiano mandato nei matti coach Ramondino.
Mike Daum 4,5: a n n i c h i l i t o, è l’unico commento alla sua partita, c’è da dire che gli sono capitati Shengelia ed Ojeleye…
Tyler Cain 5: i suoi rimbalzi li prende, come sempre, però poi non sa cosa farsene, fatica sia contro il grosso Jaiteh che contro l’agile Mickey.
JP Macura 4: non gli riesce nulla, gli avversari probabilmente lo avevano nel mirino e non gli hanno lasciato neanche le briciole.
Niccolò Filoni NE
tromba