Roma, 17 settembre 2022 – Ebbene sì, ammettiamolo: alla fine di Polonia-Francia, prima semifinale di EuroBasket 2022 a Berlino con vittoria a mani basse dei cuginastri d’Oltrealpe, non abbiamo tutti (credo) provato un senso di vuoto allo stomaco identico a quando comprendi di essere stato fregato nell’acquisto di un prodotto che, due negozi più avanti, hai trovato in vetrina ad un prezzo più basso?
In verità questa brutta sensazione è montata a mano a mano che la registrazione della gara andava avanti (non potendola vedere in diretta), e che già alla fine del terzo periodo aveva attanagliato completamente il sottoscritto così a fondo da fargli passare un’altra serataccia in stile post-gara tra Francia vs Italbasket, sbollita in parte nell’ammirare invece la Spagna di Don Sergio Scariolo demolire in tutti i sensi le Sturmtruppen teutoniche a suon di cambio di difese e con un gioco a tratti paradisiaco.
E stamane, alzandomi fintamente sereno, eccomi invece quì con Voi, a più di 48 ore di distanza dal KO vs la Francia, a cercare di metabolizzare una delle sconfitte più cocenti della recente storia di questa Italbasket arrivata per giunta dopo l’epica vittoria vs la Serbia ottenuta contro ogni pronostico (compreso da parte di chi Vi scrive) e che avrebbe meritato quantomeno un match per una medaglia pregiata come nel lontanissimo 2003 a Stoccolma.
Da dove cominciare? Abbeh, banalmente vogliamo parlare di Timothé Luwawu-Cabarrot? Contro l’Italbasket la guardia degli Atlanta Hawks ha centrato la retina italiana con un perentorio 3/3 dalla lunga (13 p.ti totali, pesantissimi nell’economia del match), mentre ieri vs la Polonia ha messo a referto solo 4 punti in 17′ 31″ d’impiego, mettendo addirittura dentro la sua prima tripla a giochi ampiamente fatti ed al terzo tentativo!!
Ma questi sono i giochi del destino, delle statistiche o se preferite il fascino del basket: un giorno la palla va dentro un giorno no sebbene a questi livelli così alti queste perfomances così altalenanti di un buonissimo giocatore come Timothé Luwawu-Cabarrot possano spiegarsi con la desuetudine a giocare certe gare, certi minuti, certi possessi che sono ovviamente differenti dal tran tran delle stagioni regolari. La NBA ti da molto in termini di attitudine a certe prestazioni ma quanto ti toglie in autostima se non arrivi mai ai Playoffs o se ne giochi pochi minuti senza incidere più di tanto?
E se tiriamo fuori la carta “NBA”, come non restare ancora più attoniti se si pensa a quel maledetto infortunio di Danilo Gallinari vs la Georgia nel match di qualificazione ai prossimi Mondiali? Il Gallo, l’unico giocatore all-around che questa Italbasket edizione EuroBasket 2022 targata Poz in salsa tecnica sarda (con un pizzico di emiliano), potesse convintamente giocarsi ogni santa gara e che avrebbe forse permesso un cammino più sicuro e più deciso alla squadra, conferendogli maggiore forza morale e soprattutto consapevolezza in se stessa!
Lo so, sarà anche una tesi affascinante ma non esiste la controprova. Magari con Il Gallo abile&arruolato non si sarebbe perso vs Grecia ed Ucraina non trovandosi tra le fauci della Serbia agli ottavi bensì vs la Polonia, squadra in crescita netta ma che deve mangiare ancora tanto pane prima di muoversi in maniera leggiadra a queste vette, come dimostrato proprio ieri!
Italbasket sfortunata dunque? Qualcuno afferma, tra il serio ed il faceto, che questa mala suerte che l’affligge sia null’altro la conseguenza del karma del suo padre-padrone, al secolo Giovanni detto Gianni Petrucci, regnante di ritorno supremo in FIP dal 2013 ed accentratore come pochi, scontando in questo modo una serie di vicende e situazioni promosse di sicuro a fin di bene ma che alla fine, come effetto di ritorno, abbia quasi annullato qualitativamente il basket di base maschile in Italia, incapace di produrre ormai giocatori degni di tal nome dopo l’opulenza durata fino ai primi anni del nuovo secolo. E che dire poi della mossa di cacciare via Meo Sacchetti per Gianmarco Pozzecco ai primi di giugno scorso reo di non voler convocare in squadra alcuni pretoriani che alla fine han dato giustamente forfait anche con Il Poz?
Ma di questo ne parleremo un’altra volta, chissà.
Eppoi se parlassimo di sfortuna allora il sottoscritto dovrebbe interrogare il Divino Otelma mentre, rimanendo con i piedi per terra ed affondando il coltello nella piaga, è impossibile non tirare in ballo il nostro Simone Fontecchio. Non esploso, deflagrato direi la scorsa estate durante la preparazione al preolimpico di Belgrado e confermatosi poi alle Olimpiadi di Tokyo per suoi meriti ma anche grazie all’intuizione di Meo Sacchetti, oggi indiscussa prima bocca da fuoco dell’Italbasket e purtroppo reo di aver mancato i due liberi probabilmente decisivi vs la Francia e, subito dopo, il canestro della vittoria allo scadere.
E’ risaputo nel mondo e nella liturgia del basket che solo chi ha il coraggio di prendersi gli ultimi tiri può passare da eroe a traditore nel giro di un secondo. Ma come si può addossare solo a lui la colpa dell’esito di quei maledetti, ultimi 16″ di gioco dei tempi regolamentari? Si potrebbe dire che giocando Simone Fontecchio da due stagioni ad alti livelli europei (e dal 18 ottobre anche in NBA) quei tiri liberi deve metterli dentro, senza dubbio alcuno.
Poi, riavvolgendo il nastro di quella maledetta gara e riflettendo con calma, ti accorgi che magari anche lui come Timothé Luwawu-Cabarrot merita ampiamente queste partite ma che, come il francese, debba probabilmente risultare non incisivo (lo è già), ma decisivo in queste gare quando “devi vincere” e con una maglia addosso che pesa un pò di più di quella (con tutto il rispetto), dell’Alba Berlino o del Baskonia.
E ti accorgi anche, sebbene te ne fossi accorto subito, che nel supplementare la squadra abbia mollato d’intensità in difesa crollando di nervi dopo aver quasi messo il cucchiaio di cioccolata in bocca ed averlo visto cadere nel vuoto, spalancando quasi inconsciamente la via del ferro a Thomas Huertel, giocatore letale se entra in ritmo.
Poz, ammettiamolo, non si poteva fare di meglio?
Marco Spissu, un pallino da anni di chi scrive e giocatore con degli attributi enormi, se da un lato aveva fatto il possibile e l’impossibile fino a quel punto, mentre era riuscito a tenere a dir poco bene uno come Vasiljie Micic, contro Thomas Huertel è andato letteralmente in bambola spalle a canestro, dando quasi la sensazione di scansarsi e sperando in un aiuto impossibile da parte dell’immenso Nick Melli, a sua volta alle prese con Mister Simpatia Gobert, che avrebbe potuto ricevere comodamente al ferro qualora lui si fosse mosso a tamponare l’entrata del play del Real Madrid.
Probabilmente sarebbe stato meglio Alessandro Pajola a marcare Huertel e Marco Spissu su Evan Fournier? La certezza non esiste, sia chiaro, ma se in campo c’erano loro in quei possessi finali e nel supplementare, significa che non ci si fidava di uno come Stefano Tonut, quotato in difesa e con punti nelle mani in attacco. Ma non c’era perchè onestamente è stato il più deludente nel complesso di tutta l’Italbasket. Prova di carattere e grinta per lui solo vs la Croazia in un match delicato, verissimo. Lampi vs la Serbia nel secondo tempo. Per il resto però poco (10 perse in totale nel torneo, peggio di lui solo Fontecchio con 12 ma con altri risultati offensivi!), per un ragazzo che adesso è atteso a dover crescere di rendimento su i due lati del campo alla corte di Sua Maestà, Ettore Messina, almeno così si spera.
Peccato dunque, i rimpianti non smetteranno di tornare alla mente quando domenica sera vedremo questa Francia opporsi alla Spagna, soprattutto quando la telecamera inquadrerà il tiratore dei liberi sul lato destro riprendendolo dal campo, come fatto con Simone Fontecchio.
Da cosa ripartire allora per cancellare l’amarezza?
Tralasciando il fatto che comunque non credo si possa primeggiare a questi livelli con una nazionale con rotazione a 8-9 uomini al massimo puntando perciò le speranze future su gente come Matteo Spagnolo, Momo Diouf, Gabriele Procida, Giordano Bortolani e Leonardo Okeke (è un caso che tranne il brindisino ed il reggiano, gli altri siano tutti all’estero? incrociamo le dita…), concentriamoci su quanto di positivo visto in campo.
Come Achille Polonara, alle spalle dell’MVP di squadra Simone Fontecchio come realizzatore e sempre più solido, concreto ed affidabile. Fattosi male Il Gallo, l’ala che vedremo l’anno prossimo all’Efes nel tentativo di portare ad Istanbul uno storico tris di vittorie in Euroleague, ha innervato l’Italbasket della sua voglia di fare e di combattere, portandosi a casa il riconoscimento di essere stato il miglior rimbalzista in squadra, ben 6,9 a gara.
Eppoi il già citato Marco Spissu, sempre ritenuto da molti troppo atipico fisicamente ed atleticamente per giocare a questi livelli che ha smentito tutti e che, guarda caso, avendo passato un anno intero all’estero, ha accresciuto le sue doti di autostima e di capacità difensive, fasi finali e supplementare vs la Francia a parte.
Il trio Olimpia Milano, al secolo Nik Melli, Gigi Datome e Pippo Ricci ha confermato personalità, qualità e leadership con una menzione speciale per il reggiano, ai vertici europei ormai in termini di rendimento ma vero, autentico trascinatore di questa Italbasket in parole, opere e canestri mentre per Gigi e Pippo solo tanti, tanti applausi sebbene ci saremmo attesi dal primo qualcosa in più del’11/28 da tre (39,3%) nella manifestazione mentre il secondo stupisce solo chi non ne conosca la “rabbia agonistica” che la ha reso ormai una colonna, non solo emotiva, anche per Ettore Messina.
Ci sarebbe anche Paul Biligha, che per il sottoscritto rimane un giocatore da sfruttare di più in certi frammenti di gara ma che probabilmente paga un’indole troppo discontinua ed al quale, ammettiamolo, non viene perdonato mai nulla quando commette qualche errore.
Infine il duo Virtus Bologna, al secolo Nico Mannion ed Alessandro Pajola. Il figlio di Pace ha deluso, inutile girarci attorno forse anche più di Stefano Tonut perchè lo scorso anno aveva fatto vedere cose bellissime e ci si aspettava una conferma, almeno. Invece poche cose buone, terribile l’1/21 da tre ma si deve leggere questo suo EuroBasket negativo in chiave stagione pregressa, passata tra malanni fisici ed insicurezze accresciute da Sergio Scariolo che nei Playoffs lo ha usato poco, poco, poco.
Il secondo invece bene, molto bene. Alessandro Pajola è a suo modo una certezza di questa squadra e quando migliorerà (perchè così sarà), le sue percentuali da fuori come anche la sua sensibilità nei pressi del ferro, possiamo dormire sonni tranquilli.
Nulla da dire su Tommaso Baldasso e Amedeo “Tex” Tessitori. Avrebbero meritato più minuti? Il playmaker è ancora un rookie a certi livelli nonostante la sua mira da tre faccia ben sperare in termini assoluti, vediamo come procederà la “cura Messina” alla fine di giugno ’23. Il secondo forse è stato panchinato troppo in certe gare ma così rientriamo nel
tema della rotazione ad 8-9 giocatori che ha probabilmente un pò zavorrato quest’Italbasket.
Infine, la conduzione tecnica.
Abbiamo già espresso la nostra perplessità di consegnare il team ad un nuovo tecnico chiunque esso sia stato ai primi di giugno scorso e non perchè ci siano delle remore su Gianmarco Pozzecco. L’uomo non è in discussione, persona a dir poco positiva nella sua esuberanza e personaggio assoluto come poi le cronache han dimostrato, attirando a sè attenzioni mediatiche che da decenni la palla a spicchi non aveva in Italia.
Di sicuro però l’espulsione vs la Serbia (sia chiaro, la terna arbitrale ha tutelato molto, anzi troppo Nikola Jokic & Co.), non lo ha messo nelle migliori condizioni per poter svolgere un dialogo costruttivo con la terna che ha arbitrato il match con la Francia.
Seppur dalla TV come molti di Noi, il sottoscritto ha colto delle immagini in cui un arbitro intimava a Pozzecco quasi di non parlare, dettaglio a dir poco assurdo in un match di quel livello e di quella portata.
Giusto o sbagliato che sia, la gara è certamente girata nel 4° periodo sul tecnico per floppin’ inesistente fischiato a Marco Spissu che, sul 70-75, ha consentito alla Francia liberi e possesso con rientro al -2, aiutandola non poco a rientrare emotivamente nel match. Colpa del Poz? No, certo che no, ma la mancata stretta finale di mano tra l’arbitro alla fine della gara che ha fischiato il tecnico a Spissu ed Il Poz significherà pure qualcosa, con la speranza che possa fungere a modello educazionale per il coach Azzurro.
Comunque sia mettergli accanto un vincente ed un galantuomo come Charlie Recalcati è stata una mossa intelligente. Semmai quello che in pochi hanno compreso è stato l’allestimento del coachin’ staff, di sicure capacità ma alle loro prime armi a questi livelli dove gare come queste si vincono per dettagli a volte insignificanti.
Edoardo Casalone, Riccardo Fois e Federico Fucà sono e restano persone capaci e brillanti ma rimangono delle perplessità non tanto sulla preparazione alle gare quanto sulla gestione delle stesse nei momenti cruciali, perplessità vistesi in particolar modo vs l’Ucraina ed appunto vs la Francia.
Siamo ai titoli di coda.
Adesso inizia la stagione LBA e con essa tutto il circo europeo con le coppe mentre riparleremo d’Italbasket dal 7 novembre, alla vigilia di Italia vs Spagna per la qualificazioni alla FIBA World Cup 2023 di venerdì 11 novembre, con le rispettive nazionali probabilmente depauperate dei giocatori impegnate in Euroleague.
Dopo le due vittorie vs Ucraina e Georgia occorre battere la Spagna per avere più di un piede ai Mondiali e vedremo se, in questa gara delicata ed affascinante, Il Poz ed il suo staff avrà fatto passi avanti.
Intanto il magone per l’occasione buttata via resta…
Fabrizio Noto/FRED
@Fabernoto