Ci eravamo lasciati 11 giorni fa dopo la sconfitta a Madrid e nel cappello introduttivo dell’articolo sottolineavo come facesse male perdere una partita all’overtime quando in precedenza la si stava controllando.
Ebbene stasera abbiamo la prova che anche essere presi cestisticamente a ceffoni da una squadra in crescita ma che non può essere definito top team, e derisi da giocatori con un numero di neuroni in singola cifra può fare male uguale, se non di più.
E’ successo questo a Tel Aviv, in un campo storicamente complesso per i biancorossi aldilà dell’impresa dello scorso anno targata Malcolm Delaney ma anche tanto altro: cercherò di raccontarvelo alla mia maniera, mettetevi comodi.
Tranne gli ultimi 5 minuti del secondo quarto il Maccabi ha dominato tutta la partita, su questo non ci piove: più aggressivi, più affamati, meno distratti.
Basterebbe questo per disorientare il nostro caro viandante bulgaro che leggendo queste righe si potrebbe domandare: ma come, non era l’Olimpia Milano che faceva dell’aggressività, dell’organizzazione difensiva la propria bandiera?
Si, era Milano ma non oggi. La sua proverbiale difesa stritolattacchi, già lasciata ad Assago prima di imboccare la A4 direzione Brescia, è rimasta anche stavolta nella secondaria del Forum.
Ma come spiegarsi 30 minuti almeno di attacchi senza nerbo e costrutto, monocorde nell’entrata e nello sviluppo con troppe palle perse anche banalissime.
Infrazione di 8″ per superare la metà campo, infrazione di 5″ sulla rimessa nell’azione ATO (after time out), schiacciate al volo prese in numero cospicuo mentre tiri aperti costruiti tendenti allo zero. Sono solo degli aspetti caratterizzanti questi 40′ di gioco e che hanno scioccato il popolo biancorosso non abituato di certo a queste perfomances da parte dei propri beniamini.
Ci sarebbe da discutere, come sempre, sulle rotazioni degli uomini e del perché soli 4 minuti a Datome, 6 a Daniels, 8 a Ricci e 12 a Bentil. Ci sarebbe da discutere sulla rigidità tattica di coach Messina che non azzarda quintetti piccoli o quintetti lunghi né prova la difesa a zona. Ognuno di voi lettori ha la sua idea a tutti questi temi elencati.
Io mi limito a rimarcare che quando gli esterni faticano a creare vantaggi, l’attacco batte in testa. Non costruisce più tiri per le numerose bocche da fuoco milanesi bisognose di spazio per tirare e così la difesa avversaria può alzare la pressione sulla palla perché sa che comunque l’Olimpia ha un parco lunghi di non attaccanti in assenza di Mitoglou.
Ed allora con Hines, Melli, Tarczewski e Bentil a fare più consegnati che palleggi, più blocchi che tiri, non attaccando mai l’uomo e non puntando mai il ferro, se non sporadicamente, si fa un favore ad una difesa come quella israeliana.
E’ un difetto strutturale a cui Messina non ha posto rimedio col mercato preferendo confermare Tarczewski e non aggiungere nessun altro.
Poi c’è la questione fisico-atletica. E’ possibile avere un calo per un periodo di tempo limitato, perdendo partite non decisive per la stagione anche a costo di finire secondi in LBA e quarti i quinti in Eurolega? Si, è possibile.
Ogni tanto ci scordiamo che i giocatori sono esseri umani e non robot.
Certo, io avrei gestito diversamente le risorse umane a Brescia, lasciando a riposo Hines e Rodriguez ad esempio ma capisco anche il ragionamento messiniano: stante il rinvio della partita con il Bayern non voleva perdessero il ritmo partita probabilmente e a posteriori si può dire che la decisione non sia stata azzeccata.
Capita anche ai migliori perchè sono filosofie di gestione a confronto che vengono ora esaltate ed ora affossate dai risultati, facciamocene una ragione e non perdiamo troppo tempo che i conti si fanno alla fine.
IL TABELLINO : MACCABI TEL AVIV – OLIMPIA MILANO 75 – 58
DIAMO I NUMERI
20 – la percentuale nel tiro da tre tenuta dai biancorossi. E’ ovvio che nel basket del 2022 vincere a Tel Aviv con questo dato è semi impossibile. Poi, 34 tentativi contro i 27 da due punti…E su 34 i tiri costruiti saranno stati si e no 10. Bisogna sistemare in fretta la faccenda, che ad Istanbul tirando così sarà ancora peggio
2 – i canestri tolti clamorosamente dagli arbitri a Milano nel primo tempo. E’ sacrosanto chiedersi come fanno in tre a non aver visto la retina muoversi toccata da un Maccabeo, più opinabile invece il tocco sull’appoggio di Melli che è vero non sarebbe mai entrato ma a termini di regolamento aveva toccato il tabellone e in ascesa, quindi erano 2 punti validi. Sempre il solito discorso comunque…E non lamentiamoci troppo degli arbitri di casa nostra…
8 – gli anni trascorsi da quella maledetta serie (quelle si furono sconfitte dolorose e difficili da mandare giù…) del 2014 di playoff. Ogni tanto ci penso, a quel stramaledettissimo derby contro Cantù in cui si fece male Ale Gentile. Con lui in campo Milano quella serie l’avrebbe vinta andando a giocare le F4 in casa…
3 – i punti di Scottie Wilbekin, come i mesi restanti della sua permanenza israeliana. Lo dico perché con Delaney in partenza caro Ettore, prendimi tutti ma non il buon Scottie. Stasera ad esempio ha passato tutta la serata a masturbare il pallone salvo sparacchiare da ogni zona del campo senza successo. Alla larga. Piuttosto gradirei molto il suo vecchio rivale di una Final 4 NCAA, guardacaso del 2014, Shabazz Napier che non ha nemmeno fatto in tempo ad esordire con lo Zenit dopo 6 mesi infortunato che è scoppiata la guerra.
Per la cronaca in quella semifinale a punteggio basso l’ex San Pietroburgo guidò da par suo la squadra con un 12+6+4+3 mentre Wilbekin, di solito ventellista nelle partite senza valore, chiuse con 4 punti 4 falli 3 perse e 2/12 al tiro. Strano vero? Curiosità nella curiosità: a Florida insieme a Wilbekin c’erano Patric Young e Micheal Frazier visto a Verona mentre con Napier a Uconn l’ex Capo d’Orlando, Boatright e Giffey ora allo Zalgiris
4 – i minuti concessi a Datome, un filo pochi per uno come lui. Il balzo che ha fatto per andare ad inchiodare una fantastica stoppata indica che atleticamente stava bene, ed allora non ci spieghiamo la scelta. inoltre, se queste erano le premesse, non conveniva portare nei 12 un Alviti più vivo e vispo?
SALA STAMPA
Ettore Messina
“Il Maccabi ha meritato di vincere, ha fatto quello che nelle ultime settimane ha fatto bene, ha attaccato uno contro uno e creato tante situazioni favorevoli con i loro lunghi, Zizic e Reynolds.
Quando perdi come abbiamo perso noi oggi, come allenatore posso solo assumermi la responsabilità di quello che è successo, capire perché abbiamo giocato così male e aiutare i giocatori a fare meglio. Ci hanno provato ma chiaramente è un periodo in cui sembra che nulla vada per il verso giusto.
Andremo in palestra, guarderemo il video e proveremo a risolvere i problemi che abbiamo. Non c’è altro modo. Oggi abbiamo tirato male e perso tanti palloni. Questa è una combinazione terribile, letale. Le palle perse ci hanno ucciso, anche nel terzo quarto fatale, e quando non abbiamo perso palla abbiamo sbagliato dei tiri aperti.
Indipendentemente da questo, abbiamo conquistato i playoff per il secondo anno consecutivo. La situazione delle squadre russe non ha inciso perché la nostra situazione di classifica era la stessa. Lavoreremo e ci faremo trovare pronti per i playoff chiunque dovessimo incontrare e in quale posizione”