Vannizagnoli.it è stata a Puianello, la frazione di Quattro Castella dove abita Gian Matteo Sidoli, il santone del basket italiano, opinionista su stampa e tv, non solo del basket, da mezzo secolo, ormai.
Sidoli spiega l’origine di quell’appellativo, dovuto a un dirigente di Reggio, racconta la famiglia e le atrocità subite dal padre, durante la seconda guerra mondiale. Ha vissuto a Genova per una dozzina d’anni, è stato portiere a calcio, giocatore di basket per qualche stagione e soprattutto arbitro internazionale, come il parente Pietro Reverberi, a cui ha dedicato l’oscar nazionale, il premio che porta la località matildica al centro nazionale, per un anno.
Gian Matteo è felice di parlare con Oscar Eleni, la firma de Il Giornale, ex Corriere dello sport, e con Alberto Michelotti, di Parma, l’ex arbitro di calcio, che fu suo ospite per parlare di lirica.
Sono due ore e passa di chiacchierata curiosa, come sempre, impreparata, in cui Sidoli tradisce gli 87 anni, a tratti. Le figlie scendono due volte, a capire cosa stiamo facendo, Gianni regge benissimo e racconta volentieri il passato, le aggressioni subite talvolta, con il fischietto, e gli episodi salienti della sua vita.
La commozione prende il sopravvento nel ricordo di Ercole Spallanzani, il padre di Gaia, relazioni esterne di Pallacanestro Reggiana, mentre scopriamo l’amicizia di Gianni con Ezio Fanticini, la firma da Reggio della Gazzetta dello sport, per il calcio, dall’82, e del basket, per anni