Si è conclusa la NBA Regular Season della stagione 2020-21, quella con “solo” 72 gare in programma invece che delle solite 82, una scelta condivisibile vista la pandemia ed i problemi ad essi connessi.
Tra poco sarà tempo di Play-in e Playoffs ma, come ogni volta che termina una stagione regolare, si tirano le somme.
Cerchiamo allora di condividere alcuni concetti chiave in riferimento alla stagione disputata dalle squadre, partendo dalla Eastern Conference dove, di solito, prevalgono le difese ed il gioco d’assieme.
Partiamo dall’ultimo posto, risalendo fino al 1°
15° Detroit Pistons
Ultimo posto per una franchigia che da tempo non vive più le atmosfere inebrianti degli anni ’90. Nessuno parlava dei Pistons come potenziale sorpresa, quindi va bene così anche se da coach Dwane Casey probabilmente ci si aspettava maggiore crescita dei giovani talenti che innervano il roster. L’eccezione che conferma la regola è stata Jerami Grant, giocatore uscito da Denver non con molte garanzie di successo e che invece ha fatto bene. Ha stupito il rookie Saddiq Bey, quasi mortifero dalla lunga mentre ha deluso l’altro rookie, il transalpino Killian Hayes, con l’attenuante però di aver lasciato molto sul campo per un malanno ad una gamba.
14° Orlando Magic
Una delle squadre dalle quali si attendeva decisamente di più ma che non si può definire fortunata. Gli acciacchi infatti sia di Markelle Fultz che di Jonathan Isaac hanno spento gli entusiasmi iniziali, aggiungendoci poi il rendimento scadente di qualche giocatore atteso alla guida in campo delle aspettative da Playoffs. Perciò tana liberi tutti e ripartenza cedendo Gordon, Fournier e Vucevic ma ripartendo da Cole Anthony e Michael Carter-Williams, quindi niente male ma ci vorrà tempo, tanto tempo? E coach Steve Clifford, rimarrà o no?
13° Cleveland Cavaliers
C’erano delle giuste aspettative per questi Cavs edizione 2020-21, commisurate al fatto di essere consapevoli dei propri limiti attuali. L’ottimo avvio aveva poi fatto sperare in qualcosa di più rispetto alle attese ma nel cammino della stagione, i nodi son venuti al pettine retrocedendo inesorabilmente ai piani bassi della Eastern Conference. Ci si è consolati allora nel vedere la crescita di Collin Sexton come anche la giovane promessa capelluta Jarett Allen, insieme a Darius Garland ma forse più che quello che potranno fare questi ragazzi, il tema dell’estate sarà “Che fine faranno Matthew Dellavedova e Kevin Love?“, perchè liberandosi di loro, si avranno risorse economiche importanti per un roster nuovo. We shall see.
12° Posto Toronto Raptors
Delusione vera. I Raptors era una delle squadre dalle quali ci si attendeva molto di più, invece gli ex campioni del 2019 e finalisti mancati nel 2020 si sono attestati nelle zone meno nobili dell’Eastern Conference, non riuscendo mai ad alzare la testa. Certo, troppi malanni ed il fatto di giocare sempre a Tampa, in Florida, ha avuto il suo lato negativo ma in pochi avrebbero scommesso sul fatto che gente come OG Anunoby o Pascal Siakam, per non dire di Frederick VanVleet, bucassero la stagione. Bandiera bianca issata troppo presto e voci sempre più forti sull’addio di Kyle Lowry hanno fatto il resto, stagione da dimenticare e ripartire, non occorre aggiungere altro.
11° Posto Chicago Bulls
Forse anche peggio dei Raptors perchè i nipotini di MJ avevano tutto per riprendersi gli spazi sui media dopo anni di magre. Molto si puntava sulle chances di coach Billy Donovan di saper gestire, nella crescita, gente come Zach LaVine e Lauri Markkenen e, dopo l’All Star Game per il primo, tutto sembrava volgere in quella direzione. Alla fine neanche il Play-in conquistato e quindi delusione cocente, niente da dire anche perchè l’arrivo da Orlando di Nikola Vucevic si è rivelato un boomerang e non una miglioria!! Vediamo cosa escogiterà Karnisovas ma il sospetto è che con gente come Tomas Satoransky e Daniel Theis, tanto per non far nomi, non si possa fare più di tanto.
10° Posto Charlotte Hornets
Iniziano le buone posizioni. Nel senso che l’accesso a questi Play-in per gli Hornets, questi Hornets è un grande risultato! Insieme alla soprersona NY Knicks, gli Hornets sono riusciti nell’impresa di uscire dalla zona di mediocrità nella quale da tempo si erano attestati ed oggi godono del rispetto di tutta la Eastern Conference. Di sicuro un peso ha avuto la crescita di LaMelo Ball, non più solo fratello di Lonzo ma anche giocatore franchigia, senza dimenticare l’arrivo di Gordon Hayward, dato per finito più a nord in maglia Celtics. Da citare anche la stagione di Terry Rozier, oltre che alla ns. vecchia conoscenza Brad Wanamaker. Attenzione, perchè potrebbero non fermasi qui…
9° Posto Indiana Pacers
Dai Pacers del nuovo coach Bjorkgren ci si attendeva qualcosa che potesse stupire. Probabilmente il giudizio è condizionato dall’ottimo inizio ma anche loro han dovuto cedere più di qualcosa in termini di malanni ed acciacchi. Si pensi agli infortuni di Myles Turner od anche di Malcolm Brogdon, tegole pesanti per una squadra da soppesare in termini di automatismi. Comunque ora ci sono i Play-in e concrete chances di farcela perchè se continua a girare Domantas Sabonis, che ha fatto una stagione da MVP, si può sognare. Da segnalare lo scambio Oladipo-LeVert che ha giovato e non poco, persino in chiave futura.
8° Posto Washington Wizards
La stagione dei Washington Wizards potrebbe esemplificarsi nella seguente domanda retorica: se vivi una stagione piena di problemi fisici, covid compreso, aiuta se hai in squadra due giocatori come Bradley Beal e Russell Westbrook? Ecco, diciamo che osservando la stagione dei capitolini sotto questa lente, ricca di malanni tutto sembra logico, anche la qualificazione ai Play-in nei quali, attenzione, mister Tripla Doppia promette ancora scintille. Scott Brooks giura che anche la squadra aiuterà Big Rus, vedremo.
7° Posto Boston Celtics
Ad inizio stagione in tanti pensavano che questa stagione fosse l’anno dei Celtics. Poi, la realtà, ci ha consegnato una squadra irrisolta, densa di dubbi e bye bye sogni di gloria. O meglio, ci saranno i Play-in ma, con le premesse alle quali facevamo riferimento, non può che essere una delusione con dei “distinguo”. Di sicuro tutto quanto ruota attorno al duo Jayson Tatum e Jaylen Brown, le due star della squadra, ha fatto vedere di non essere all’altezza. Sotto accusa alcune scelte, l’aver dato via ad esempio Daniel Theis non è parso il gesto dell’anno, quindi adesso si guardano le scelte di Danny Ainge e di coach Brad Stevens. Però, chi si sarebbe atteso un Kemba Walker così dimesso?
6° Posto Miami Heat
I vice campioni dello scorso anno non hanno incantato. Tanto per cambiare, anche loro vittima di molti malanni, tanti, tanti infortuni e chi ne ha più ne metta, covid compreso. Ma anche la stampa americana ha sottolineato che, rispetto allo scorso anno, qualcosa non è andato come dovrebbe andare per una squadra come i vice campioni NBA. In testa alla Conference? Forse, ma neanche tutta una stagione in bilico tra tante sconfitte e l’incubo di non poter fare i Playoffs. Ha stupito come molti del roster abbiano reso al di sotto del potenziale. Unico a salvarsi Victor Oladipo, e gli altri? Malino, da Goran Dragic a Jimmy Butler, tanto per citare i primi due. Molto, molto difficile ripetersi.
5° Posto Atlanta Hawks
Ecco una squadra che sembrava destinata al fallimento, invece…Come in un classico film americano, arriva nel mezzo del disastro il cambio di allenatore e la squadra rinasce attorno all’uomo franchigia, Trae Young. Nate McMillan dunque taumaturgico ma senza dimenticare la cessione di Rajon Rondo ed il ritorno dall’infortunio di Bogdan Bogdanovic. Una grande stagione quindi in cui gli Hawks han letteralmente accellerato conquistando un 5° posto che in pochi avrebbero pronosticato. In questo quadro molto bene Danilo Gallinari ma anche Clint Capela ed Hawks che potrebbero rappresentare la scheggia impazzita.
4° Posto New York Knicks
Dopo anni ed anni di figuracce eccoli quì, i Knicks ad accaparrarsi una posizione che nessuno, ma proprio nessuno, avrebbe mai pronosticato! Sono proprio loro la grande sorpresa della stagione, piaccia o meno. Di sicuro l’ingaggio di coach Tom Thibodeau ha avuto un forte impatto su questa stagione, coach reduce da alcune stagioni non proprio da primato. Primo, non prenderle e proprio il coach ha lavorato molto sul lato difensivo edificando un sistema molto funzionale. Poi la rigenerazione di gente come Derrick Rose oppure Nerlens Noel, data per finita. Infine la sublimazione di Julius Randle in primo terminale offensivo, con una resa finale eccellente! Aspettiamo magari un bel film da parte di Spike Lee?
3° Posto Milwaukee Bucks
Poco da dire, Bucks che han confermato quanto di buono già si sapeva su di loro. Un terzo posto che gli consente di partire quasi a fari spenti, quindi senza il “dover” vincere sebbene sia chiaro che a Milwaukee lo sognano da sempre un titolo NBA. I cambiamenti intensi nel roster ma anche nel sistema di gioco non hanno impattato più di tanto, semmai adesso Giovannino Giannis Antetokounmpo, tra l’altro MVP in stagione, aspira ad essere uomo franchigia ma non è solo verso questa scalata. Ci sono anche Kris Middleton, P.J. Tucker, un rinato Brook Lopez senza dimenticare l’innesto in corsa, molto buono, di Jrue Holiday. Avversari avvisati.
2° Posto Brooklyn Nets
Domanda: e se i Brooklyn Nets avessero avuto a disposizione tutto il roster lungo tutta la stagione? La risposta è semplice, ovvio che questo 2° posto sia da ritenersi già una vittoria! Certo, la conquista del titolo saprà dare la dimensione adatta al “The Brooklyn Experiment” ma al momento poco da obiettare sull’operato di Steve Nash come head coach con tante stelle dentro il roster. Potenziale immenso, equilibri ben costruito, adesso arriva la parte più complessa ma al momento solo applausi e vediamo se James Harden e Kyrie Irving riusciranno a mettersi l’anello al dito!
1° Posto Philadelphia Sixers
Primi in assoluto i Sixers, quindi con un grande asso nella manica per la lotta al titolo. Il segreto? Potremmo citare l’arrivo di coach Doc Rivers o di Daryl Morey, di certo a Philadelphia gongolano perchè adesso c’è una squadra tosta, solida, con innesti in corsa di gente come Seth Curry e Danny Green che hanno permesso ai veterani come Ben Simmons, Joel Embiid e Tobias Harris di dare il meglio di se stessi, specialmente a livello mentale. Era dal 2001 che Philadelphia non raggiungeva la prima posizione ad Est, forse è il loro anno?