Roma 25 novembre 2020 – Due vittorie e sette sconfitte nelle prime nove gare di questa LBA edizione 2020-21.
E’ questo, alla prima sosta della LBA 2020-21 (per consentire la disputa delle gare di qualificazione all’Italbasket in quel di Tallinn ai prossimi campionati FIBA EuroBasket 2022), il bottino della Virtus Roma 2020-21, costruito con due vittorie in casa vs la Fortitudo Bologna proprio al debutto ed a Brescia, vs la Germani al PalaLeonessa nell’anticipo del sabato sera del 6° turno.
Certo, per diversi aspetti non si può affermare che sia un bottino ricco, anzi.
Inoltre, come se non bastasse, le sette sconfitte subite a Brindisi, in casa vs Sassari, a Milano, in casa vs Pesaro e Reyer Venezia e fuori a Varese e l’ultima a Desio vs Cantù, hanno lasciato poco spazio ai voli pindarici che di solito giustificano tali debacle affastellandosi insieme ad i “se” o ad i “ma”, perchè c’è poco da discettare quando si perde con uno scarto medio di ben 16,5 p.ti/gara!
Come se non bastasse, nella lunga storia della Virtus Roma in LBA, mai partenza è stata così negativa in termini di risultati.
Andando anche solo a vedere lo score della scorsa stagione agonistica, quindi una stagione complessa in teoria avendo l’obbligo di dover costruire quasi da zero un roster competitivo acquisendo nuovi giocatori stranieri (caso Farley a parte), al 9° turno la Virtus Roma neo-promossa in LBA aveva collezionato addirittura ben cinque vittorie (Cremona, Pistoia, Fortitudo, Cantù e Pesaro) e quattro sconfitte, sempre però con due sconfitte dagli scarti negativi imbarazzanti a dire il vero, vs Brindisi in casa e vs Sassari in Sardegna, con un complessivo comunque di una media di 15,7 p.ti/gara: male, senza dubbio, ma oggi addirittura peggio!
Ma nonostante tutto, neanche le due sole, “misere” gare vinte al momento relegano la Virtus Roma all’ultimo posto, saldamente assegnato ad una Fortitudo Bologna di certo sfortunata e che però ha dato a tutto il mondo baskettaro italico la netta sensazione di essersela andata a cercare!
Anzi, la Virtus Roma è in ottima compagnia a quota 4 punti in classifica, appaiata ad una Germani Brescia (ed in vantaggio, nell’ottica della vittoria di cui sopra), oggettivamente mai vista così male come in questi di anni di onorata presenza in LBA, perfino dopo aver speso molto in estate dopo il passaggio di proprietà (tema che toccheremo dopo), mentre la Vanoli Cremona e l’Allianz Trieste si trovano a 4 punti perchè fermate dal flagello covid-19, costrette quindi a dover recuperare almeno tre gare a testa.
Malgrado tutto quindi, tale posizione in classifica non può che essere accolta con totale spirito positivo, se non quasi di ammirazione per il risultato ottenuto, partendo però da alcuni presupposti che andrò ad elencare, viste le condizioni oggettive in cui fino ad oggi versano ed operano staff tecnico e giocatori.
Prima di tutto va considerata la struttura organizzativa della Virtus Roma 2020-21, quell’entità cioè che di solito fa il lavoro oscuro, quello che lavora alle spalle del team, che non si vede e che non fa canestro ma che, come Mr. Wolf di Pulp Fiction, risolve problemi e contribuisce molto nel generare serenità alle diverse componenti della squadra.
Bene, forse nell’Italia baskettara in pochi sanno che la Virtus Roma in questo ambito annovera numericamente una forza-lavoro di solo quattro persone.
Sì, avete letto bene, roba che forse solo (e neanche), squadre di Serie B o di C Gold di solito usano dotarsi in Italia!
Stiamo parlando del Direttore Operativo, Francesco Carotti; il Team Manager, Davide Ignanes e l’Ufficio Stampa, Alan Di Forte coadiuvato dal giovane giornalista Lorenzo Ricci, che tra l’altro non avrebbe dovuto esser in organico in stagione in quanto la pandemia ne ha bloccato la frequentazione di meritato Master fuori Roma.
Dunque solo quattro persone, in tutto.
A fare di tutto, per tutti e svolgendo spesso compiti non propriamente neanche specifici delle loro funzioni.
Quattro persone che non possono nemmeno contare sull’ausilio delle altre figure in organigramma e che mandano avanti la baracca, letteralmente.
Pensate ad una magagna regolarmente od anche solo ad un problema inerente ad un canestro in campo malmesso!
Oppure, come di recente, si pensi ad esempio…Al cronometro dei 24″ di gioco malfunzionante del PalaEUR che, grazie alla sagacia del Direttore Operativo Francesco Carotti, arriva in poche ore in prestito da un club amico, evitando così il clamoroso annullamento – nonchè sconfitta a tavolino – del match domenicale…
Quattro, quattro soli uomini a pensare a tutto in club di LBA! Come dire, i Fantastici Quattro!
Tornando infatti all’organigramma ben visibile su Legabasket.it, non si hanno quasi più notizie sia del General Manager, Valerio Spineli (tra l’altro neanche presente nella fase della Supercoppa LBA, ad Olbia in settembre), nonchè del Direttore Marketing, al secolo Nicola Tolomei, ormai da un mese pieno se non qualcosa in più, tornato a Milano in pianta stabile ed impegnato nelle vicende della sua azienda di marketing, benchè sia ancora a libro paga Virtus Roma.
Ah, e siccome Nicola Tolomei si occupava anche di varie funzioni importanti durante le gare casalinghe al PalaEUR, immaginate un pò chi lo stia sostituendo nelle due gare casalinghe in cui egli non è stato presente…
Già, Nicola Tolomei, colui che dalla fine di agosto del 2019 aveva preso decisamente in mano le redini del marketing nel club con l’obiettivo di portare risorse economiche ma anche di risultare, comunicativamente parlando, il vero front-man della nuova Virtus Roma risalita in LBA nell’aprile del 2019.
Un Nicola Tolomei che si è dato da fare la scorsa stagione a 360° e che è stato sovente anche in prima linea in ogni circostanza pubblica, colmando così anche un vuoto storico con la stampa ed i media romani in genere, per una Virtus Roma che, dall’anno dell’ormai storica autoretrocessione datata 2015, di fatto ha reciso un legame che sembrava solido tra la squadra di vertice nel basket e la città, disinvestendo in maniera scellerata sulla comunicazione.
Già, l’autoretrocessione dichiarata necessaria in quel tempo, al punto tale che la proprietà scrisse nero su bianco che “La nuova squadra dedicherà grande attenzione alla crescita e alla valorizzazione di giovani talenti sportivi… “.
Ci sarebbe in organigramma anche il Presidente, il giovane manager Alessandro Toti, legato anche sentimentalmente ed emotivamente al team e cresciutosi, quasi, a bordo campo nel vedere la Virtus Roma dal 2000 in parterre prima del PalaEUR e poi al Palazzetto dello sport di viale Tiziano, il quale però svolge una mansione squisitamente di rappresentanza, occupandosi a tempo pieno di una start up denominata The Basket Srl, mentre il vero dominus, l’ing. Claudio Toti, non si mette certamente a prenotare spostamenti in treno od alberghi per la squadra!!
In questo quadro, a dir poco ridotto a livello di organigramma, ripeto, con solo quattro persone operativamente impegnate a far tutto ogni giorno, vanno calati a questo punto gli interpreti del campo.
Arrivati tra l’altro alla spicciolata a Roma in quel di agosto ’20 avanzato, dopo cioè che l’ing. Claudio Toti aveva deciso d’iscrivere la squadra due giorni prima che scadessero i termini legali per l’iscrizione in LBA, a causa delle ben note vicende comunicate da lui stesso con l’ormai famoso comunicato del suo disimpegno (?), dal club, la condizione fisico-atletica non poteva che essere deficitaria rispetto al resto di tutti i club della LBA, al completo nei loro organigramma e che preparavano così il debutto in stagione, eccezion fatta per la Vanoli Cremona ma sempre in anticipo rispetto alla Virtus Roma.
Immaginate ora giocatori dal pedigree internazionale come Gerald Robinson e lo sfortunato Chris Evans ma anche il riottoso Dario Hunt od Antonhy Beane e Jamil Wilson, catapultati in un sistema in cui solo quattro persone possano occuparsi di loro, quando essi stessi han giocato in club europei dalle strutture organizzative decisamente più folte e strutturate.
Aggiungeteci inoltre che per questi giocatori allenarsi al PalaTellene, una struttura dignitosa ubicata a Roma sud in direzione Ostia, paragonata a ben altre strutture di club di livello internazionale (per non parlare di quelli degli States), non potesse che risultare poco accogliente, come accaduto per gente come Henry Sims, ex giocatore da NBA.
Per i giocatori italiani invece il discorso è diverso.
In Italia da anni i giocatori come i due nuovi arrivati, Ricky Cervi ed il romano Luca Campogrande, per non parlare dei due novizi per l’LBA come Damir Hadzic ed Ygor Biordi, sono maggiormente consapevoli delle difficoltà in cui operano da tempo le squadre di club (sempre in bilico tra quanto serve per coprire i costi di gestione).
E comunque senza tra l’altro dimenticare che il Capitano Tommy Baldasso si sia trovato a luglio nell’accettare quasi la proposta di contratto da parte della Vuelle Pesaro a cambiar casacca, visti i tentennamenti da parte della proprietà ad iscrivere la squadra.
Un dato è però certo: tutti i giocatori italiani erano consapevoli che malgrado le difficoltà organizzative, giocare quest’anno nella Virtus Roma per loro sarebbe stato comunque una buona opportunità di visibilità e di minutaggio elevato in campo.
Come dire, dove c’è interesse, si può passare sopra su tante cose!?!?
Dunque si partiva ma si partiva con un forte handicap fisico-atletico rispetto alle altre squadre.
Ma le parole del coach Piero Bucchi, benchè consapevole di questa situazione emergenziale complessivo del roster allestito, rassicurava l’ambiente affermando che, rispetto allo scorso anno, le doti umane e psicologiche delle persone arrivate a Roma fossero di ben altro spessore rispetto ai vari Jerome Dyson e/o Davon Jefferson, non certo contraddistinti per rigore professionale prima dello stop del campionato!!?!
Dunque, superata la fase a dir poco da dimenticare del girone di Supercoppa LBA 2020 in quel di Olbia con un organico ridotto e rimpolpato da alcuni giovanissimi emergenti, con l’inserimento anche graduale dei vari Robinson, Evans e Beane (ma anche con il KO alla caviglia di Campogrande), si giungeva solo a 10 giorni dal debutto con il roster al completo, con l’arrivo di Jamil Wilson e Dario Hunt in quel mentre: situazione insomma a dir poco critica, atleticamente ma anche di affiatamento.
Eppure, complice una Fortitudo Bologna malmessa e mal predisposta in campo, al debutto la squadra riusciva a superare se stessa, stupendo a dir poco tutti!
Ma lo sciagurato infortunio del cardine del gioco di Piero Bucchi, Chris Evans, mandava emotivamente in bambola una squadra in cui, proprio dopo il KO della sfortunata ala ex-AS Monaco, iniziava a serpeggiare qualche malumore: qualcosa non stava andando come previsto negli accordi.
La Proprietà? Presente, con i Fantastici Quattro a sbattersi fisicamente per suo contro ogni giorno ma in concreto non più in sintonia con l’umore dello staff tecnico e dei giocatori, le cui prestazioni in campo risultavano sempre più interlocutorie con relative sconfitte: come definire la performance di un centro come Dario Hunt, ad esempio, capace di collezionare addirittura zero, ripeto zeri rimbalzi in 29′ di gioco nel match vs Pesaro??
Una Proprietà che, alla luce di questa palese, brutta prova di palese scarso impegno e mancata professionalità del giocatore, non riteneva opportuno neanche convocarlo in sede per chiederne esaudienti spiegazioni verbali!
Una Proprietà che quindi commetteva un doppio, marcato errore di gestione aziendale: il primo, dimostrando di essere totalmente disinteressata dagli eventi sul campo. Il secondo, facendo quasi intendere che tutto fosse lecito o permesso in seno al team stando così le cose!?!?
Una Proprietà impegnata (nel solito silenzio comunicativo, al contrario di quanto fatto Brescia in estate nel rappresentare il passaggio di proprietà), semmai a trovare acquirenti alla luce delle dichiarazioni di totale disimpegno del maggio scorso, dando credito a fantomatiche promesse di sponsorizzazioni tra luglio ed agosto e completamente disattese ai primi di settembre.
E nemmeno il ritorno di fiamma culminato nell’accordo vergato a settembre dopo vari contatti con l’attuale Direttore Marketing della Lux Chieti in serie A2 girone rosso, Max Del Conte, dava i frutti sperati, contatti che avevano fatto sperare nel Luglio scorso in un qualcosa che purtroppo, ad oggi, non si è proprio visto.
Un quadro quindi già desolante di per se nel suo complesso, che s’incastrava fino al match di Brescia di sabato 31 ottobre, in cui i primi 24″ di gioco venivano fatti scadere dalla Virtus Roma in possesso senza tirare a canestro, per protesta in relazione al saldo delle spettanze di settembre: mai, nella sua storia, la Virtus Roma si era resa protagonista di una cosa del genere!
Il resto è storia abbastanza triste e recente.
La vittoria proprio di Brescia, in cui il cuore e la grinta prevalevano su tutte le cose che non andavano, alla quale però facevano seguito giorni da “sciopero bianco” in cui il roster non si allenava come dovrebbe fare.
L’ammutinamento vergognoso di Dario Hunt che si rifiutava di andare a Varese per il mancato saldo delle sue spettanze ed il relativo comunicato della Virtus Roma in cui si fa riferimento ad “etica e morale”, dimenticando però di aver saldato la prima spettanza di settembre non proprio nei termini stabiliti ma nemmeno in violazione con gli accordi scritti, quindi in regola.
Ma facendo comunque intendere che al benessere dei propri tesserati fuori del campo non ci tenesse proprio un granchè: alla luce degli scioperi e quindi del malcontento tangibilmente riscontrabile in seno alla squadra, perchè non stampare copia del fatidico bonifico effettuato ed esibirlo all’attenzione dello staff tecnico e dei giocatori, onde evitare pericolose insurrezioni e/o tentazioni?
Questo nell’attesa che i nuovi compratori, los americanos, diano un cenno della loro presenza e della loro volontà di acquisire la squadra.
Pertanto, gentili lettrici e cari lettori di All-Around.net, alla luce di tutto quanto elencato sopra, siamo proprio sicuri che la rivelazione della LBA 2020-21, ad oggi, siano la Carpegna Prosciutto Pesaro o l’Happy Casa Brindisi?
Fabrizio Noto/FRED
@Fabernoto