Roma, 17 luglio – Giornata piuttosto tranquilla nel Mercato LBA 2020-21 in chiusura di settimana, di fatto monopolizzata dalla New Basket Brindisi che, dopo le cessioni, sta iniziando a comporre il proprio mosaico in vista della prossima stagione.
E’ notizia di oggi l’ufficialità del secondo colpo del mercato condotto dal general manager della società pugliese Simone Giofré. Dopo l’arrivo dell’ala piccola James Bell dal Promitheas Patrasso, ecco l’ala grande Derek Willis.
Ala grande 25enne di nazionalità USA piuttosto fisica, con i suoi 206 centimetri per 104 chilogrammi, firma un contratto annuale per proseguire nel suo percorso di crescita dopo la doppia esperienza tedesca BG Gottingen-Ratiopharm Ulm, uniche tappe nella sua carriera europea a oggi.
Giocatore dalle spiccate doti perimetrali, si forma a livello liceale e, poi, universitario nel suo stato di nascita, ovvero il Kentucky (originario di Louisville), terra nel quale ha avuto il privilegio di frequentare per quattro anni la celebre University of Kentucky agli ordini di uno dei coach dalla reputazione più alta nell’intero panorama della NCAA, quel John Calipari membro della Hall of Fame e colui che ha svezzato e lanciato nel mondo NBA una serie di giocatori come Karl Anthony Towns, Devin Booker, Jamal Murray, De’Aaron Fox, Shai Gilgeous-Alexander e Bam Adebayo.
Nomi non indicati casualmente, ma in qualità di illustri compagni di squadra di Willis nel quadriennio in maglia Wildcats, periodo durante il quale il neo brindisino parte in sordina, meritandosi gradualmente più spazio all’interno delle rotazioni di un ateneo eternamente “condannato” a vincere e contraddistinto dalla notevole concorrenza interna, fino ad arrivare a conquistarsi 22 minuti di impiego a partita, iniziando a far emergere le sue abilità balistiche e a frequentare quella soglia del 40% da tre punti (quasi sempre superandola abbondantemente) che segna l’eccellenza nel fondamentale.
E’ nell’estate del 2017 che conclude il suo percorso di studi ed è pronto ad affacciarsi al professionismo. La prima stagione la spende non allontanandosi troppo da casa. Tempo di G-League, viene selezionato dai Grand Rapids Drive, franchigia affiliata ai Detroit Pistons con cui gioca 43 partite con 11.8 punti e 6.8 rimbalzi di media e 8 doppie-doppie come principali momenti di fuoco.
Il trasferimento in Europa avviene l’estate successiva ed è subito accompagnato da un ottimo impatto con la Bundesliga con Gottingen, dove viaggia a 12 punti e 5 rimbalzi a sera con il 42% nel tiro pesante e anche un season high da 27 punti. La successiva stagione a Ulm gli consente di misurarsi con un livello più alto, quello dell’Eurocup, in una squadra dall’impronta slovena, con Jaka Lakovic in panchina e Zoran Dragic a guidare i suoi giovani compagni sul parquet, prima del suo trasferimento al Baskonia a metà anno. Scende in campo nove volte e va ancora una volta in doppia cifra di media, tirando con percentuali importanti (50% da 2, 57% da 3, 91% ai liberi) mentre nel campionato tedesco raggiunge le semifinali playoff, perse contro Ludwigsburg, nel quale mette insieme cifre leggermente inferiori (8.6+5.1)
Adesso lo attende il difficile compito di non far rimpiangere eccessivamente le indimenticate stagioni di John Brown III. L’asticella è posta chiaramente molto in alto e stiamo parlando di un interprete del ruolo di 4 totalmente differente, meno atletico e meno dinamico, con un raggio d’azione più limitato, ma che ha caratteristiche interessanti che potranno renderlo comunque un fattore all’interno del nostro campionato.
Della sua pericolosità nel tiro da fuori ve ne abbiamo già parlato, il suo corpo possente lo aiuta anche a farsi largo nel pitturato in post basso, così come a renderlo elemento piuttosto fastidioso a rimbalzo offensivo, difficile da tagliare fuori per i lunghi avversari. Anche nella metà campo difensiva potrà rendersi utile grazie a una discreta rapidità di piedi, che a tratti si fa insospettabile per un giocatore delle sue dimensioni, rendendolo elemento versatile e generosamente spendibile in situazioni di cambio sul perimetro, anche se non gli si può certo chiedere di tenere le guardie dal primo passo più esplosivo. Da non sottovalutare anche l’aspetto legato all’etica lavorativa, che difficilmente può mancare in un ragazzo capace di emergere in uno dei principali college di Division I degli Stati Uniti.