Al Palau Blaugrana va in onda un film già visto troppe volte in Europa, specialmente lontano dal Mediolanum Forum, con il consueto finale sulla pelle dei giocatori e dei tifosi di Milano: orgogliosi per una prestazione gagliarda, ma senza punti che hanno un peso in classifica.
Nella fattispecie di questa sera, particolarmente attesa era una reazione dopo i fantasmi rievocati post sconfitta casalinga inaspettata contro Berlino. Ebbene, portare una candidata fortissima alla Final Four di Colonia agli ultimi possessi è risposta confortante.
Tuttavia, sono spesso i dettagli a fare la differenza a questo livello e Milano non si dimostra sufficientemente attenta da questo punto di vista per riuscire a strappare una vittoria che avrebbe valore doppio in una rincorsa playoff che si fa più complicata ogni giornata che passa.
Personalmente, mi riferisco ai punti lasciati dalla lunetta, a un rimbalzo lungo concesso in attacco in un momento cruciale, così come a possessi offensivi frettolosi (vedasi l`avventura solitaria di Nedovic al ferro con la difesa blaugrana in recupero) oppure ancora a una marcatura azzardata, come quella di Vladimir Micov (non certo il miglior difensore 1vs1 sul perimetro tra le fila di Milano), reiterata su un Malcolm Delaney in stato di grazia (MVP per dispersione con 26 punti, 6 triple, 9 assist, 37 di valutazione).
A scanso di equivoci, si cerca di individuare margini di miglioramento per fare un saltino in avanti in una competizione spietata, che richiede sempre il massimo e che tende a ricordarti la valenza dell`approdo più che del viaggio. Spietatezza della logica competitiva.
La valutazione sulla prestazione complessiva dei milanesi non può che restare positiva, dopo un primo quarto che aveva mostrato cattivi presagi, con il Barcellona a banchettare in area appoggiandosi a Mirotic (9/15 da 2 al 10′) e l`Olimpia Milano a confrontarsi con i problemi di controllo delle palle perse emersi con forza nelle ultime settimane.
Il secondo quarto, però, ha mostrato il volto migliore della creatura di Ettore Messina, nel parziale di 28-13 che le ha permesso di chiudere sopra di 9 alla pausa lunga. Una squadra che è parsa avere energia, che ha proposto una zona 3-2 in grado di far inceppare qualche meccanismo alla fin lì oleata macchina catalana e, fatto ancor più importante, che ha avuto il pieno controllo a rimbalzo perché in grado di fare tagliafuori con la cattiveria giusta, anche al cospetto di una squadra probabilmente più strutturata sotto questo aspetto.
La domanda che rimarrà, forse, sempre senza una risposta certa è se l‘Olimpia Milano sia in grado di proporre questa versione di sé per 40 minuti o quasi, diventando la squadra che Messina ha in testa fin dall`estate.
Aspetto su cui lavorare, così come evidenziatosi martedì, è la capacità di fronteggiare le difese allungate. Coach Pesic, come Aito, pare aver capito che andare a raddoppiare alto il portatore di palla biancorosso, isolandolo dal resto della squadra, paga importanti dividendi.
Non si può dire che fosse mossa imprevista, dal momento che il coach serbo la utilizzò felicemente già lo scorso anno, mettendo in crisi la regia di Mike James, e pure nel terzo quarto della sfida del Forum della andata, che portò i blaugrana sul +6 in vista degli ultimi 10 minuti di gioco.
Sul piano individuale, c`è da registrare in primis la conferma di Kaleb Tarczewski su livelli di affidabilità in passato sconosciuti. Sembra sempre più in grado di controllare il proprio corpo e questo gli consente di restare in campo molti più minuti (oggi 29).
Abbiamo spesso detto che il centro statunitense giocasse meglio con Gudaitis a pieno regime e minutaggio ridotto. Oggi ha il peso del reparto sulle spalle e non sembra affatto risentirne, in attesa che il collega lituano riemerga dalle sabbie mobili in cui si è infilato. Con la Coppa Italia alle porte, non un problema di poco conto.
Risposte positive anche da due ali, Luis Scola e Drew Crawford. Il primo evidenzia i limiti difensivi di Nikola Mirotic nei minuti a lui concessi, alla fine 11, che avrebbero potuto essere di più per quanto mostrato (e Micov da 4 in avvio di terzo quarto non ha convinto appieno).
L`ex Vanoli Cremona, invece, si conferma in prima linea quando è il momento di mettere le mani addosso in difesa e combattere sui cambi. Per poter restare davvero ai piani alti, però, avrà bisogno di aggiungere quella dimensione offensiva che abbiamo visto appartenergli nella LBA, ritrovando quella fiducia nel tiro da tre punti che sembra aver perso.
Capitolo attaccanti: Rodriguez e Nedovic, ognuno con le proprie caratteristiche, hanno dato ciò che ci si aspetta da elementi con il loro talento, ovvero personalità e giocate, mentre Kiefer Sykes non è stato un protagonista. Non sappiamo se ci sono infortuni o malanni stagionali a spiegare i soli 3 minuti spesi sul parquet, ma è apparso in difficoltà sul piano della fisicità, non riuscendo a trovare sufficienti spazi per le sue iniziative.
Arriva una settimana cruciale per la stagione dell`Olimpia, con il doppio atto dello scontro con la Cremona del CT azzurro Meo Sacchetti, domenica in campionato e giovedì per i quarti di finale della Final Eight di Coppa Italia a Pesaro, nella speranza di avere altri due impegni in più.
Dall`esito degli stessi, opinioni e umori della stagione biancorossa si sposteranno e non poco.
Francesco Sacco
@sacco94