Milano, 12 gennaio 2020 – Ha sicuramente ragione coach Menetti quando dice che lo scarto finale è profondamente ingiusto verso la sua squadra; per chi ha visto la partita 24 punti sono decisamente troppi se è vero come è vero che la Dé Longhi alla sirena di fine terzo quarto era sotto solo di 5 punti.
Ma nel basket moderno è così, basta mollare un attimo di testa e calare la concentrazione che si rischia sempre di prendere imbarcate.
Guidati dal solito Logan, spalleggiato da un Alviti che con tre triple in fila ha dato un gran contributo alla causa e vessati da una terna arbitrale piuttosto casalinga (45 a 15 il computo dei liberi…), sono rimasti in partita fintanto che Milano non ha stretto due viti difensive.
Male i lunghi trevigiani, Fotu con problemi di falli precoci ha dovuto lasciare il passo a Chillo e Tessitori, dominati dai pari ruoli milanesi. Quest’ultimo poi si è intestardito nel provare conclusione al di fuori del suo seminato tecnico lanciando degli Sputnik in luogo di semi ganci contro i tabelloni. Caro Amedeo un consiglio: continua a lavorarci su, che con quel corpo lì è doveroso farlo, non ti piegare alla logica del “tanto so tirare da 3, mi basta questo”.
Complimenti quindi alla squadra trevigiana molto ben allenata che per trenta minuti ha imbrigliato una Milano che ha dato l’impressione fin lì di centellinare le energie. Scelta comprensibile, visti i tremendi impegni in Eurolega che attendono la squadra di Messina. Meno comprensibili invece alcune scelte del coach milanese.
I soli 3 e 4 minuti dati a Burns e Della Valle mi fanno storcere un po’ il naso al pari dei 19 di Scola: continuo a ritenere che sia meglio dare molti meno minuti in LBA al 39 enne argentino usando più e meglio Burns, Brooks e Biligha.
Su quest’ultimo apro un capitolo a parte perché è la seconda partita che viene utilizzato da ala forte, e mi pare giusto segnalare una novità tattica apportata da Messina. L’ex coach della nazionale ha ripetuto in sala stampa che proseguirà su questa strada e che quindi le rotazioni nell’immediato non si discosteranno di molto da quelle viste in questo mezzogiorno all’ex Pala Lido.
Nello specifico, Biligha da 4 regala potenza atletica e un ingombro in area poco assorbibile dalle squadre del nostro campionato: di contro in attacco urge che sia pericoloso dal perimetro per non offrire alle difese avversarie la possibilità di collassare in area. Il buon Paul deve avere più fiducia nel suo tiro dalla media e iniziare a segnare con buona continuità come ha già dimostrato di saper fare nella sua carriera.
Detto per inciso che le assenze di Rodriguez e Micov non si sono notate troppo, tra le note positive di giornata ci infiliamo senz’altro Sykes, e qui voglio puntualizzare. Ho già scritto che l’ex Avellino per sfruttare tutto il suo potenziale deve giocare il più possibile in transizione e questa partita mi ha convinto ancor più.
Primo tempo chiuso in maniera anonima con tutta l’Olimpia a giocare praticamente sempre contro difesa schierata, secondo tempo in cui grazie anche all’energia di Biligha, alla difesa e al controllo dei rimbalzi il buon Keifer ha potuto prendere ritmo in attacco. E con le difese italiche povere di fisicità sugli esterni e di intimidazione vicino al ferro l’ex Avellino si trova molto bene.
Bene anche Gudaitis, sempre più vicino al dominatore delle aree italiane ammirato negli anni scorsi, e il solito immarcescibile Scola nonostante qualche errore di troppo negli appoggi al vetro dopo le sue proverbiali torsioni e giri sul perno.
Non male Moraschini anche se c’è preoccupazione per l’infortunio al polpaccio mentre onesta la gara di Tarcisio come quelle del capitano, sovra elogiato da Messina in una dichiarazione da allenatore, fatta con un obiettivo preciso, e cioè ringraziare il capitano per il suo lavoro oscuro.
Non giudicabile Nedovic all’ennesimo rientro, direi che le note meno positive di giornata si chiamano Brooks e Roll. Non che abbiano particolarmente demeritato ma vorremmo da loro più costanza di rendimento anche durante la stessa partita.
Per la rubrica Chi l’ha visto invece gradiremmo notizie sui motivi del trattamento juniores di Della Valle, e anche già che ci siamo della fine che faranno White e Mack. Vederli in borghese vicino la panca fa sorgere sempre dubbi e domande.
Ora doppio impegno improbo per la squadra di Messina in Eurolega a Istanbul e Tel Aviv, strapparne una sarebbe già meritevole di stappo di un Dom Perignon, altrochè.
Cristiano Garbin
@garbo75