Chissà se visto il dilagante storytelling (che a me piace tantissimo, benintesi), in atto su tv e testate sportive nostrane tra qualche lustro il buon Fede Buffa o qualche suo successore si prenderà la briga di raccontare le vicende dell’Olimpia Milano.
Vicende che da qualche anno (decisamente troppi), ormai stanno riempiendo pagine di giornali e siti web nonché le litanìe nei bar del XXI secolo, nonchè i social network. Vicende che ormai tutti i dotati di raziocinio hanno imparato a classificare come inspiegabili.
Ed ogni anno, quando il fondo sembra toccato, si va sempre più giù: al Forum contro Cantù si è tornati là dove si era già stati due anni fa alle Final Eight di Coppa Italia, umiliati da una squadra con la esse maiuscola architettata da quel gran navigatore che dà il meglio quando solca acque agitate che risponde al nome di Cesare Pancotto e costruita con, approssimativamente, 1/20 del budget milanese.
Il quale, Pancotto, non ha mai avuto, inspiegabilmente appunto, l’opportunità in carriera di allenare una big, e chissà perché…Di certo lui e la sua Cantù ha saputo sfruttare il fatto che l’Olimpia 40 ore prima aveva finito di giocare una partita tirata contro lo Zenit, ma d’altra parte con una differenza di budget così ampia tra le squadre nell’ambiente milanese forse si dava già per scontato il referto rosa.
Ed invece i soldi e il budget non fanno canestro, ed in campo non ci vanno i contratti ma i giocatori: che possono essere stanchi, sfiduciati, remissivi o il loro contrario. L’aspetto mentale conta più di tutto nello sport e specie in questo, per fortuna. E il derby lo ha ribadito all’ennesima potenza. Ed anche la famigerata condizione atletica ha il suo peso. Quando rivedremo giocatori in canotta bianco-rossa almeno presentabili? Magari il buon Giustino Danesi potrebbe spiegarcelo.
Oggi andrò di flash sparsi. Prima di tutto Cantù con Ragland sembra aver fatto bingo: a parte il valore indiscusso del giocatore che in Italia ha sempre fatto bene, il suo ingaggio ha liberato Clark dai compiti di regia ed ora il folletto ex Brindisi si è magicamente trasformato in uno dei migliori attaccanti di stanza in LBA. Forse anche a Milano potrebbero prendere nota.
Quanto è vero l’assioma karma e boomerang se dico e cito i nomi di Pecchia e LaTorre? Il primo prodotto di un settore giovanile che nonostante si sforzi di sfornare giocatori da serie A, quando ci riesce poi gli stessi non vengono mai presi in considerazione, sbagliando strategia vista la quantità di brocchi e brocconi stranieri ingaggiati nel frattempo. E’ dai tempi di Michelori e Mordente che un prodotto del vivaio non ha un ruolo importante. Eh no caro lettore, Gallinari non è frutto del vivaio Olimpia!?!!?
Il secondo invece, a libro paga per anni con un contratto capestro fatto firmare quando lo si riteneva il Diamantidis dei Navigli, ha mostrato comunque che in questa serie A pure lui ha diritto di cittadinanza. Lui che non ha mai smesso di lavorare sodo nonostante la pressione di quel contratto e di quell’etichetta lo abbia schiacciato. Complimenti ad entrambi ed a chi ha creduto in loro.
Ecco, credere nei giocatori e in quel che si fa: a mio avviso Messina sta avendo un impatto ed una gestione un pò troppo militaresca. Se sei una riserva al primo o al massimo al secondo errore paghi con la panca, minutaggio oscillante, responsabilità poche per giocatori che hanno un passato da protagonisti nelle loro ex squadre e che rendono solo se lasciati in campo tanti minuti.
In più per gente come Cincia, Della Valle e Moraschini avere la fiducia dello staff è molto importante, ne segna il rendimento. Che poi, trovatemelo il giocatore che rende senza la fiducia di staff ed ambiente…
Poi, manca chiarezza. Arriva Sykes e Mack rimane o va via? Quale è il ruolo di White esattamente? Ben 800 mila dollari per 3 minuti di utilizzo medio? Non gioverebbe a tutti dirsi addio? Non doveva essere una squadra difensiva? In attacco mica si doveva abolire il fasotutomi di Jamesiana memoria in favore di un gioco corale?
E Micov che dice 20 minuti dopo il fischio finale che i panchinari si devono svegliare come lo classifichiamo? Di certo, non come uno spogliatoio unito, e non bastano due o tre foto su Instagram con la squadra a cena a far pensare il contrario.
E poi, perché proprio lui? E’ forse il capitano? Se stiamo agli spifferi il buon Vlado è sempre in mezzo a diatribe e lotte di spogliatoio, mentre invece quella con l’attuale coach della Virtus è di dominio pubblico.
Stai a vedere che è più facile gestire Mike James dell’ex Galatasaray…..
L’orizzonte per la squadra milanese non è dei più rosei ma ha forza e qualità per risalire. Suggerirei per l’ennesima volta al buon Ettore ad esempio di togliere una cifra (quella che volete, è indifferente) al minutaggio dei senatori in campionato. Ad esempio a Scola in campo 27 minuti io avrei tolto il 2, ma andava bene anche il 7. Ed aggiungere chili, anzi tonnellate, di fiducia al gruppo italico.
Secondo me il coach non ha ben compreso la quantità di energie che si spendono in Eurolega per 34 partite sommate a quelle della LBA, non è Regular Season NBA e giocatori come Micov, Scola e Rodriguez alla lunga pagheranno questa gestione. Oddio alla lunga, diciamo anche alla corta perché da più di un mese che sembrano in difficoltà in quanto a lucidità.
Poi bisognerebbe spendere due parole per un Gudaitis a cui sembra abbiano rubato il talento, ma con lui bisogna avere pazienza. Per un Sykes che finora sembra il fratello di Mack nel senso che in campo si sta limitando a traghettare palla senza mai liberare tutto il suo talento offensivo, ma anche con lui bisogna aver pazienza. Teniamo le due icone aperte per i prossimi articoli.
Ora arriva il Panathinaikos, altra squadra in gas come Cantù ma con una qualità leggerissimamente diverse. Voglio, vogliamo tutti una reazione nervosa ancora prima che tecnica. Un altra brutta sconfitta ho come l’impressione che possa essere l’inizio del de profundis sulla stagione che a breve vedranno le migliori 8 squadre di scena a Pesaro.
L’Olimpia Milano sfiderà Cremona ai quarti per poi incontrare eventualmente la vincente di Virtus Bologna – Reyer Venezia: non proprio un tabellone agevole e direi che quello sarà il banco di prova mentale della squadra. Una debacle a Pesaro potrebbe far deflagrare una situazione che già ora non è delle più tranquille. Ma ci sarà tempo per parlarne, vediamo se nel frattempo l’Olimpia riuscirà ad invertire l’inerzia negativa.
Cristiano Garbin
@garbo75