Prima. Dalla prima – scusate il gioco di parole – giornata di campionato. Con un piccolo passaggio al secondo posto. Con tre compagne di viaggio diverse al primo posto, Bergamo, Rieti e Capo d’Orlando in ordine cronologico, ma sempre prima. La Virtus Roma non ha dominato il girone Ovest come ha fatto la Fortitudo Bologna in quello Est. Ma lo ha sempre guidato.
Pur non essendo la squadra più atletica e forse non essendo la squadra ammazza-campionato che molti volevano fosse. Ma con un allenatore davvero bravo in grado di far fare ad ognuno dei suoi giocatori il lavoro per il quale è più predisposto. Difficile chiedere a questo gruppo così come è strutturato di correre in contropiede come prima opzione; difficile chiedere ad uno di questi giocatori di risolvere una situazione d’attacco con una giocata uno contro uno creata, improvvisata dal giocatore stesso. Questa Virtus è una squadra che per rendere al meglio – ed è prima in piena corsa ed in vantaggio sulle altre per la promozione diretta – che per vincere le partite ha necessità assoluta di costruire i suoi giochi, di eseguire gli schemi e di affidarsi ad alcune certezze. Henry Sims, criticato da molti-troppi – che non vedono che il centro della Virtus sia stato il più continuo, è uno dei quattro che ha giocato sempre (gli altri sono Moore, Baldasso ed Alibegovic); è il primo per minuti giocati 32,5 a partita mentre i secondi hanno giocato 5 minuti di meno in media. E le sue cifre sono a questo link.
Quindi il problema della Virtus Roma non è Henry Sims ma casomai Nic Moore, giocatore che tutti – io per primo – credevamo capace di fare di più e che invece ad oggi rappresenta il vero rebus: è in grado di aiutare la squadra ora che servono le qualità di fantasia, quantità, difesa e di “americano che fa la differenza” che sin qui ci ha fatto solo intravedere? Se è in grado che lo faccia da subito altrimenti, spazio agli altri, perché non bastano due canestri per quanto importanti nell’ultimo quarto: ora serve continuità sui 27 minuti e spiccioli che gioca ogni partita.
Ed eccoci alla partita forse decisiva di questa stagione. a Treviglio in casa del Blu Basket Treviglio, squadra pericolosa anziché no, specie al PalaFacchetti dove ha vinto 10 volte su 12 con 86 punti a partita.
Ma Piero Bucchi coach della Virtus Roma è tranquillo:
“La squadra è serena soprattutto dopo la vittoria di domenica contro Agrigento, è stata una settimana di allenamenti intensi in cui abbiamo lavorato bene, siamo pronti per la trasferta a Treviglio. Loro sono una squadra molto buona che, soprattutto in casa, ha grande fiducia: questo è per loro un buon momento, avendo vinto diverse sfide importanti nel girone di ritorno. Hanno, inoltre, intensificato il tiro da 3 punti: dovremo essere molto attenti in questo aspetto del gioco in cui ultimamente prevalgono. Bisognerà fare una partita intensa sia in attacco che in difesa e rimanere concentrati”
Mattia Palumbo
“Quella di domenica è sicuramente una partita a cui tengo particolarmente perché è molto importante: la Virtus Roma è la prima in classifica e con due vittorie passerebbe direttamente in A1, in più si aggiunge il fatto che si tratta di una squadra a cui da piccolo tenevo particolarmente perché andavo spesso a vederla. Dovremo prestare attenzione soprattutto ai loro due americani che sono giocatori di grande talento, ma sono anche una squadra rispettabile perché hanno grande pericolosità dal tiro e grande capacità di trovarsi e cercarsi, perciò dovremo fare una grande partita in difensiva. Speriamo di ripeterci come con Latina domenica di fronte al nostro pubblico “.
Eduardo Lubrano