Dopo un girone d’andata ai limiti della perfezione per Milano era fisiologico arrivasse qualche sconfitta specie in trasferta, specie su un campo storicamente non facile da espugnare. Certo in pochi si aspettavano una Happy Casa sempre in vantaggio e sempre in controllo del match, forte di una freschezza e di un atletismo che i biancorossi milanesi non potevano pareggiare stante le critiche condizioni di forma e gli infortuni che hanno tolto dalla gara Bertans per la febbre e capitan Cinciarini per un risentimento agli adduttori.
Ma i segnali giunti dal tacco dello Stivale non sono per nulla incoraggianti: un James (ancora una volta spremuto per 30 minuti, ma senza Cincia era necessario), apparso poco lucido e molto nervoso nel finale, un Gudaitis non più dominante come fino a qualche partita fa, un cast di supporto che stenta a dare il suo contributo non solo in campo ma pure in panchina: facce assenti, poco tifo, atteggiamento distaccato. Tutti piccoli, oddio mica tanto piccoli, segnali di una squadra in difficoltà.
Della Valle ad esempio: così anonimo forse non si era mai visto, mai nel vivo del gioco, forse ha subìto la prestazione incredibile di un Moraschini che da due partite sembra essere un clone di Marco Belinelli in versione Fortitudo.
Anche Kuzminskas è stato pressoché invisibile ed impalpabile, certo non è una sorpresa tout court data l’eterna incostanza del biondo ex Malaga. Certo è che in Italia un minimo sindacale deve offrirlo, e questa volta non ci è andato nemmeno vicino.
Fontecchio invece non riesce a trovare nemmeno lui una continuità prima mentale che tecnica: forse non è il tipo di giocatore adatto per dare tutto in pochi minuti, e su questo la società dovrebbe riflettere in sede di costruzione del roster per il prossimo anno.
Brooks si sta specializzando come stopper difensivo ma a noi pare un ruolo che castra le sue notevoli capacità offensive. Diciamo da tempo che deve prendersi più tiri e responsabilità, sia per levare pressione ai piccoli e sia per variare un tema tattico, quello del 4 fuori ad aspettare scarichi per sparare tiri da 3, caro al sistema Pianigiani ma non sempre funzionale.
Burns ed Omic infine si sono equamente divisi i minuti da riserva di Gudaitis. Male il primo anche se ha la scusante di giocare fuori ruolo, discreto il secondo anche se certi canestri sbagliati sono talmente clamorosi da inficiarne il giudizio. Le loro prestazioni recenti comunque inducono a pensare che con la famigerata ala-pivot di peso al loro posto la panchina nel settore lunghi sarebbe stata di ben altra consistenza.
La nota lieta è rappresentata da Jerrells che, dopo aver saltato la preparazione estiva e aver giocato poco e malino le prime partite, ora sembra non a caso il più fresco di tutti. E in campo si nota eccome, anche se la convivenza tecnica con James rimane complicata.
Sul numero 2 cosa dire? Ha prodotto un altra partita di livello, è certamente stanco ed inizia ad essere infastidito per le numerose sconfitte. La scenata finale è conseguenza di ciò, certo non sarà piaciuta a staff e società ma a mio avviso è da comprendere il suo atteggiamento (meno il gesto con Cinciarini).
Anche le statistiche dicono come in Italia subisca pochissimi falli in confronto a quelli che gli fischiano in Eurolega. Arbitri poco protettivi e che poco premiano il suo stile di gioco, ma anche lui però dopo un girone dovrebbe limitare quelle forzature che i fischietti tendono a non premiare (arrogandosi il diritto di giudicare un gesto tecnico e non applicando il regolamento, ma quello è altro discorso…).
Quel che non mi è piaciuto affatto invece è stato l’atteggiamento di Pianigiani sulla questione James e mi spiego: quel tecnico dopo il presunto fallo di Chappell avrebbe dovuto prenderlo lui apposta e non farlo prendere al suo play, come un segnale di protezione verso il miglior giocatore di Milano e colui che con le sue giocate ancora permette alla panchina dell’ex Mens Sana di essere abbastanza salda.
Fosse stato Cinciarini o Della Valle al posto di James avrebbe fatto benissimo a stare zitto ma i giocatori statunitensi ragionano diversamente e pretendono protezione dal loro coach. Ora vedremo se questo episodio potrà inficiare in qualche modo il rapporto tra Mike ed il coach (che a dir la verità non è mai parso troppo stretto, vedasi i numerosi time out in cui James manco ascolta le parole di Pianigiani).
Complimenti comunque alla squadra di Vitucci per l’ottima prestazione: certo giocando così e con questo Moraschini a dare un contributo da vero americano per Brindisi si prospetta un futuro roseo, a partire dalla coppa Italia a Firenze dove si presenterà da mina vagante.
Per Milano invece altra settimana di passione con lo scontro giovedì al Forum contro lo Zalgiris di Jasikevicious. Ultima spiaggia e ultima chiamata per il treno dei playoff, un ulteriore sconfitta manderebbe in vacanza anticipata la truppa dei Campioni d’Italia.
Cristiano Garbin
@garbo75