Data | Risultato | ||||
---|---|---|---|---|---|
07/06 03:08 | CLEVELAND CAVALIERS | 102-110 | GOLDEN STATE WARRIORS | ||
SERIE: 0 : 3 29:28, 58:52, 81:83 |
Kevin Durant firma il suo massimo in carriera ai playoff con 43 punti, tra cui la tripla decisiva a 49 secondi dalla fine come un anno fa per andare sul 3-0. A Cleveland non basta la decima tripla doppia alle Finals di LeBron James, autore di 33 punti, 10 rimbalzi e 11 assist: gara-4 nella notte tra venerdì e sabato è già decisiva per il titolo NBA.
Si dice che quando un assassino commette un crimine provi sempre a tornare sul luogo del delitto, il più delle volte per cancellare le prove. Nel caso di Kevin Durant, si può dire solo l’esatto contrario: un anno dopo aver deciso le NBA Finals del 2017 con una tripla in transizione a 45 secondi dalla fine di gara-3, il fenomeno dei Golden State Warriors si è ripetuto rifilando un’altra pugnalata nel cuore dei Cleveland Cavaliers dalla stessa porzione di campo, solo un metro più indietro e con qualche secondo in più sul cronometro. Il risultato, però, è stato lo stesso: tripla folgorante e 3-0 nella serie per gli Warriors, ora a un passo dal terzo titolo in quattro anni. Il canestro decisivo è però solo l’ultima pennellata di una gara leggendaria da 43 punti, il suo massimo in carriera ai playoff, a cui ha aggiunto anche 13 rimbalzi e 7 assist con 15/23 al tiro, 6/9 da tre e 7/7 ai liberi, caricandosi sulle spalle tutti i compagni in serata non particolarmente ispirata – basti pensare che tutti gli altri titolari hanno segnato 41 punti contro i 43 di Durant. Se non ci fosse stato KD gli Warriors sarebbero affondati già nel primo tempo, visto che sono stati solamente i suoi 24 punti nella prima frazione a impedire che Cleveland andasse al riposo lungo con soli 6 punti di vantaggio, dopo aver toccato anche il +13 a inizio gara. Golden State ha rimesso le cose a posto con il classico terzo quarto dominante, riuscendo a trovare canestri facili al ferro (54 punti in area) e in transizione (19 punti in contropiede) per sopperire alla brutta serata al tiro degli Splash Brothers. A rendere ancora più straordinario il successo degli Warriors, infatti, sono le percentuali di Klay Thompson e Steph Curry: il primo ha chiuso una gara opaca da 10 punti con 4/11 al tiro; il secondo — dopo aver realizzato il record di triple con 9 in gara-2 — è incappato in una prestazione da 3/16 dal campo con 1/10 da tre, sbloccandosi dall’arco solo quando mancavano 2 minuti e 38 dalla fine. Senza due delle tre stelle in ritmo, gli Warriors hanno avuto la forza di trovare altre risorse a partire dalla doppia doppia sfiorata da Draymond Green (10 punti e 9 assist), dai 28 punti combinati da JaVale McGee (10), Jordan Bell (10) e Shaun Livingston (8) e soprattutto dal rientro di Andre Iguodala, fondamentale nel finale ben al di là dei suoi 8 punti e secondo solo a Durant con il suo +14 di plus-minus in meno di 22 minuti.