Tanto tuonò che piovve! Dopo anni di rumors pressoché ininterrotti, trade imbastite e poi fallite a fil di sirena, ma anche anni di infortuni, intere stagioni saltate e, nonostante questo, nove anni gloriosi con la casacca dei Nets sulle spalle, record su record di franchigia infranti (miglior realizzatore di tutti i tempi!), evoluzione continua del proprio gioco, fino a raggiungere, la scorsa stagione, forse la maturità cestistica, 36 ore fa la bandiera Brook Lopez ha lasciato Brooklyn, destinazione Los Angeles, sponda Lakers, insieme alla scelta numero 27 al draft di stanotte!
Il personaggio. Se, tra i lettori, vi fossero tifosi dei Nets, non farebbero fatica a capire il dramma sportivo sotteso a questa operazione: l’hanno vissuto sulla propria pelle nel momento stesso in cui hanno appreso la notizia! Perché anche tutti gli altri posano intendere, occorre inquadrare il personaggio nel contesto: Lopez fu scelto alla chiamata n.10 del draft di nove stagioni or sono, appunto, dagli allora New Jersey Nets, palesando da subito il proprio smisurato talento offensivo e divenendo presto pietra angolare del progetto della franchigia, attraversando lo spostamento da Newark a Brooklyn, il cambio di colore delle divise, l’avvento dell’era Prochorov, la strategia del win-now ad ogni costo, le infruttuose e/o sfortunate operazioni di mercato dell’ex GM Billy King…Ha superato indenne innumerevoli coach (vado un po’ a memoria..nove?), passando dai giochi di Jason Kidd a quelli di Hollins, per reinventarsi da capo all’arrivo di Kenny Atkinson, adattandosi al suo sistema, in cui un centro poco atletico e poco rimbalzista come lui rischiava di stonare, a tal punto da risultarne non solo un perno imprescindibile, ma essendo perfino capace di aggiungere la dimensione perimetrale al suo già formidabile bagaglio offensivo! Se a questo si aggiungono le sue qualità umane e professionali, la serietà, l’etica del lavoro, la sorprendente versatilità, nonché le dichiarazioni d’amore per i colori e la franchigia, la voglia di prendere parte al processo di ricostruzione dalle macerie della precedente gestione, sarà forse più facile interpretare lo shock determinato dalla notizia, in quella che, al nostro orologio, era la notte tra martedì e mercoledì.
Diavolo di un Marks…Dopo essere stato sull’orlo della cessione negli anni più difficili, Lopez lascia i Nets proprio nel momento in cui pareva destinato a rappresentarne le fondamenta.
Sul mensile del mese scorso la permanenza di Brook al di qua del ponte era da me ritenuta probabile ed auspicabile. Tuttavia, scrivevo, con il “gambler” Sean Marks al timone delle operazioni, nessuno può dirsi davvero sicuro di restare, nella fattispecie chi è in scadenza quest’estate e la prossima. Tra cui, appunto, Brook Lopez…
La trade, dunque. Ai Lakers passano, armi e bagagli, il nostro eroe con il numero 11 (c’è stato chi ha parlato addirittura di ritirarne la canotta…) e la pick numero 27. Da Los Angeles, in cambio, arrivano D’Angelo Russell e Timofej Mozgov.
Dal punto di vista losangelino, la trade è stata già scandagliata in modo esauriente da All-Around.net: in sintesi, i gialloviola del presidente operativo Magic Johnson sacrificano uno dei loro migliori ma più bizzosi prospetti (campo libero per Lonzo Ball, stanotte, sembrerebbe…), pur di liberarsi di un quasi ex-giocatore dal contratto mastodontico e disfunzionale, liberando spazio salariale per tentare l’assalto al cielo (leggasi Paul George o, il prossimo anno, nientemeno che Il Prescelto LeBron James!). Come “effetto collaterale”, incassano una upgrade colossale nella frontline, peraltro economicamente in modo quasi indolore, perché il contrattone da 22 milioni di Lopez scade nel 2018!
Meno lineare la strategia dei Nets, decisamente da interpretare.
D’Angelo Russell, seconda scelta assoluta al draft 2015, è senza tema di smentite, oggi, il giocatore più giovane e talentuoso della rosa attuale dei Nets. Come scriveva ieri Greg Logan, DLo è la lottery pick del 2017 che mancava ai Brooklyn Nets, con in più il vantaggio di aver già assaggiato la Lega per due anni. Lopez e la n.27 valgono, insieme, una scelta tra le prime 3, senza dubbio. Tutto bene, dunque? Non è così. Le insidie ed i rischi sono tanti e non è detto che il gioco valga la candela.
- Si perde un leader, un giocatore carismatico, un veterano nel pieno della propria maturità fisica ed agonistica, una bandiera, per acquisire un ragazzotto bizzoso, capace di litigare con allenatori e compagni di squadra, ancora tutto da sgrezzare e sviluppare;
- Si mette in cascina un carico di talento strabordante, ma lo si fa in un ruolo (play-combo) paradossalmente assai intasato dalla irrinunciabile leadership di Jeremy Lin, dalla necessità di veder ulteriormente crescere il buon Whitehead, nonché dal miglioratissimo, per certi versi sorprendente Dinwiddie (a questo punto a rischio) e dall’ultimo arrivato Goodwin! Senza dimenticare le altre guardie (Harris, Kilpatrick, lo stesso Levert!). Sam Hinkie style? Oppure il preludio ad un mare di mancati (ed anche inaspettati) rinnovi?
- L’impoverimento della frontline, già di per sé cortissima, è disarmante! Mozgov è un onesto sportellante sotto il ferro, un rim protector forse più affidabile di Lopez (ma si potrebbe discutere anche su questo) e poco altro. A 31 anni e con un oneroso contratto sul groppone, che Marks si accolla fino al 2020, questo è un salary dump o poco più, dal quale sperare di spremere qualcosa anche dal punto di vista tecnico, un po’ come fecero i Cavs due anni or sono.
Queste le osservazioni fatte a caldo. A mente lucida, la logica dell’operazione, tuttavia c’è. O meglio: ci si augura che il campo ed il futuro confermino che ci sia!
Gli aspetti vincenti (se tutto va bene) della trade. Questo scambio, che ha sorpreso tutti, tranne il solito Wojnarowski (profetico poco prima dell’annuncio ufficiale), può rappresentare il doloroso travaglio da cui nascerà il…futuro della franchigia, a condizione che il diabolico Marks azzecchi tutte le scommesse su cui ha edificato questa operazione:
- che lo specialista Atkinson sappia trasformare l’eclettico e riottoso talento in arrivo in un giocatore fatto, in grado di guidare la squadra con la necessaria continuità e facendolo integrare con Lin (cosa non scontata). Se così fosse, la coppia di esterni Russell-LeVert avrebbe un fascino innegabile…
- che la squadra sappia rigenerarsi e modificare i propri equilibri offensivi, alla luce della perdita del proprio principale terminale offensivo nonché di un facilitatore come ce ne sono pochi in giro: Brook Lopez, appunto…
- che coach Kenny sappia ridefinire le gerarchie senza perdere il lodevole spirito di gruppo costruito faticosamente durante la traversata nel deserto dello scorso anno…
- che si riesca ad aggredire il draft di stanotte con lo stesso spirito palesato in questa operazione e nelle precedenti, strappando una steal nel settore lunghi, obiettivamente non affidabile alle sole cure del povero Mozgov…
- che non sia, il prossimo, l’ennesimo anno 0! Vero che “bisogna essere strategici ed avere pazienza” (cit. Sean Marks), ma recuperare credibilità ed attrattiva passa anche per i risultati sportivi…
- che Mozgov… sia ancora un giocatore! Se così fosse, beh… perfino in preda allo sconforto, 36 ore fa, la mia mente andava alle finaliste di quest’anno: Pachiulia e Thompson sono onesti gregari e difensori del ferro, poco più, eppure titolari in due sistemi basati sulla moderna filosofia del pace and space di cui coach Atkinson è, a sua volta, un fedele seguace…
- buon ultimo, ma a mio avviso il punto più importante: che questa sia solo la prima parte di una più ampia operazione di mercato, la punta di un iceberg ancora tutto sommerso ma, si spera, tanto solido da permettere ai Nets di cambiare pelle e marcia!
Tante, forse troppe scommesse, che ci inducono a sospendere il giudizio, a caldo drammaticamente negativo, sullo scambio di Lopez e che lascia in bocca ai tifosi un enorme punto di domanda, insieme con quel retrogusto amaro che, da martedì notte, non accenna a sparire.
Una cosa è certa: fin da stanotte, aspettiamoci molte altre sorprese sul fronte del mercato.
Stay tuned!
Marco Calvarese