Memphis Grizzlies – San Antonio Spurs. Al FedEx Forum va in scena l’atto-chiave del primo turno dei playoff: una vittoria in trasferta degli Spurs renderebbe chimerica ogni speranza di proseguire il cammino verso l’anello in Tennesee…Invece, in una delle serie dal pronostico apparentemente più chiuso, i Grizzs trovano la forza di impattare sul 2-2. Tutto da rifare, dunque, per la truppa di Popovich,che dovrà recitare qualche mea culpa e correggere più di qualcosa per non avere ulteriori sorprese, se è vero che neppure un Leonard formato-monstre ed un redivivo Tony Parker sono sufficienti a sbrigare la pratica-Memphis!
Coach Fizdale si toglie la soddisfazione di mandare in crisi il sistema del Pop, primo allenatore rookie dei playoff a sconfiggere non una, ma ben due volte consecutive la leggendaria guida texana!
Il risultato gli viene garantito sì dalle prove fantasmagoriche delle sue stelle, in primis Conley (MVP della gara), ma anche i veterani Marc Gasol (decisivo quando serve) e Randolph (la cui tenuta fisica è pietra angolare per le chance di passaggio turno), ma anche da due variabili non previste: aver saputo far saltare la strategia ospite ed aver trovato alcune delle chiavi tattiche della gara in una panchina n volte più corta e meno talentuosa di quella avversaria!
Il piano partita dei nero-argento è chiaro, ma regge per 10 minuti, i primi: fin qui, infatti, la coppia Aldridge-Lee giostra benissimo sul pick and roll di casa, con il marcatore che si stacca dal bloccante intasando i corridoi a Mike Conley e neutralizzando Gasol; un muro di fronte al canestro, cioè, per mettere la sordina all’arma offensiva principale degli orsi. San Antonio esibisce, inoltre, un attacco più versatile, colpendo sia nei giochi a due, sia dal post basso, sia giocando il penetra e scarica con il primo penetrante che si porta in angolo e riceve dal secondo. Si crea così spazio sul perimetro, ed infatti gli ospiti trovano la retina dall’arco con continuità.
Sarà, tuttavia, un fuoco di paglia, perché l’ingresso in campo di parte delle second unit giova ai padroni di casa e nuoce agli ospiti: Pau Gasol (che troverà, poi, comunque il modo di rendersi utilissimo soprattutto sotto il canestro avversario), si mostra più cedevole sul P&R, sbagliando sia lo show difensivo, sia subendo il mismatch quando accetta il cambio, sia nel tentativo tardivo di chiusura sul lay-up. Conley infila, così, 7 punti consecutivi, sufficienti a chiudere il primo parziale sotto solo di tre. Memphis, al contrario, trova nuova linfa con Harrison e Jamychal Green, in termini di energia e, soprattutto, di spaziature, aprendo il campo e consentendo ad un sempiterno Vince Carter di girare l’inerzia della gara con una serie di triple ben costruite.
La ritrovata pericolosità dall’arco dei padroni di casa resterà un rebus irrisolto per Popovich! D’ora in poi, la gara vivrà di strappi e sarà una partita a scacchi, giocata punto a punto.
D’altro canto anche Fizdale ha la sua grana: concentrata la difesa sul mandare Leonard a destra e sul fondo per poi raddoppiarlo, non riesce ad arginare il pick and roll guidato da Tony Parker, il quale maramaldeggia al ferro di casa sfruttando gli spazi creati dal doppio blocco alto portato dai suoi lunghi. Quasi da solo, Parker tiene a galla gli Spurs, passati, a cavallo tra i i due primi parziali, dal +8 al -9, riportando sotto i suoi.
Nel terzo quarto, fuori prima Harrison, poi anche Conley per rifiatare, Memphis cerca fortuna giocando alto-basso ma, latitando la circolazione, fioccano palle perse. San Antonio, però, ne approfitta solo in parte, complice anche l’uscita di Parker. Un bel gioco eseguito dai padroni di casa, un doppio blocco con Randolph che rolla sotto e Jamychal Green che esegue il pick ad pop e colpisce con una tripla frontale, vale, da solo, il vantaggio Memphis all’ultimo mini-intervallo.
Alla ripresa delle ostilità, fuori sia Conley che Parker, sono gli ospiti a risentire maggiormente dell’assenza della point guard titolare. Rientra Parker e Fizdale risponde ancora con Green al posto di Z-Bo, cercando di implementare la rapidità nella chiusura sui drive del francese. Ma è al rientro di Conley che si materializza una delle chiavi della vittoria dei Grizzlies: il blocco alto portato da Marc Gasol ottiene l’effetto di costringere Aldridge al cambio difensivo, che Conley saprà punire ripetutamente fino alle giocate decisive a fine gara!
La replica di Popovich non si fa attendere: Leonard viene schierato “at the point” e prende la marcatura del portatore di palla. È da questo momento che la stella col numero 2 in maglia nera diventa protagonista assoluta dell’incontro, caricandosi la squadra sulle spalle con uno show offensivo pressoché incontrastato che vale la rimonta, il sorpasso e, infine, la conquista dei supplementari!
La seconda trovata di Fizdale si giova ancora del contributo della panchina: Troy Daniels, già autore di un paio di triple pregevoli, agisce da ala portando un finto blocco laterale con il quale costringe Leonard a cambiare su di lui. Conley è indemoniato e, libero da Kawhi, tormenta il ferro ospite chiunque altro abbia di fronte!
Leonard è on fire e, con due triple, porterà di nuovo i suoi in parità; sarà Gasol a recitare il ruolo dell’eroe del giorno con il buzzer beater sulla sirena dell’overtime.
Ma l’azione decisiva della partita avviene un paio di minuti prima e vede protagonista ancora un rincalzo di casa: Harrison si produce in una clamorosa stoppata sul povero Mills lanciato in contropiede, per poi innescare subito Gasol con un lancio dall’altra parte del campo. Marc la chiude da par suo, con un “and1” che taglia le gambe agli ospiti e costringe Leonard al suddetto losing effort.
Questi inattesi protagonisti, insieme al già citato Green, unico rincalzo della frontline di Memphis e bravissimo ad agire dal post alto, consentendo a Randolph o Gasol di attaccare sotto canestro o mettendosi in proprio, hanno saputo dare scacco ai gregari Spurs e valido supporto alle star biancoblu.
È molto probabile che le sorti dei Grizzlies nel prosieguo della serie si giochino proprio sulla capacità delle cortissime rotazioni disponibili di supportare e dare respiro al quintetto di ultraveterani. Ma, intanto, per ora, pari si gioca…
Marco Calvarese