Manca ancora un gradino alla Grissin Bon per raggiungere le Last 32 di Eurocup. Eppure un mattone importante per raggiungere uno dei grandi obiettivi della stagione biancorossa è arrivato al PalaBigi contro il Ludwigsburg, superato con il punteggio di 69-68 grazie a un tiro in sospensione di Rimas Kaukenas a fil di sirena. E poco conta tutto il resto, a cominciare dal ricorso che i tedeschi hanno preannunciato per aver chiesto un time out (dopo il tiro del lituano era rimasto 1″ da giocare) che il tavolo non gli avrebbe accordato.
Con cinque successi in otto partite, il traguardo è lì, a portata di mano. I giocatori di Max Menetti avrebbero potuto alzare già le braccia al cielo se Le Mans non avesse espugnato la Mercedes-Benz Arena di Berlino, rimescolando ancora una volta le carte di un girone che si conferma equilibratissimo. I successi di vantaggio della Grissin Bon nei confronti dei francesi, però, sono due, con un +11 nello scontro diretto che i biancorosso dovranno quantomeno cercare di mantenere nella gara di mercoledì prossimo, da disputare proprio nell’impianto dei transalpini.
Al di là di come andrà il match dell’Antares, in realtà ci sono mille combinazioni che potrebbero permettere alla Grissin Bon di centrare la seconda fase di Eurocup, che partita dopo partita assume sempre di più i contorni di un premio più che meritato. Battere Alba Berlino e Ludwigsburg nell’arco di una settimana vuol dire mettere in riga il gotha del basket tedesco, visto che le due squadre occupano rispettivamente la seconda e la prima posizione della Bundesliga. Qui il prestigio c’entra poco, poiché Reggio Emilia di oggi sta cercando di essere più concreta che mai. Piuttosto la vittoria del Bigi – la quarta consecutiva, che annulla definitivamente il filotto di quattro sconfitte di seguito che erano maturate due settimane fa – è una dimostrazione che la strada intrapresa dagli emiliani è quella giusta, e non solo per continuare il viaggio continentale.
Una strada disseminata di imprese – il tiro sulla sirena di Kaukenas rientra nella categoria, anche se è frutto di uno schema riuscito alla perfezione -, prestazioni maiuscole – quelle di Lavrinovic, finalmente efficace anche in attacco, ma anche del solido Veremeenko -, di energia – quella di Della Valle, tornato ad avere l’argento vivo addosso -, ma anche di qualche spina. E se Polonara e Silins hanno giustificazioni da portare alla cattedra (il primo ha accusato un problema alla caviglia che di fatto lo ha tolto dal match, il secondo era reduce da un viaggio-lampo in Lettonia, così come spiegato da Menetti nel postpartita), Aradori e Gentile sono i grandi assenti nel momento che contava del match.
Quest’anno, però, va così: al di là di punti, ruoli e blasone, finisce le gare chi dimostra di essere connesso al 100% con il sistema di gioco di Menetti, specialmente nella metà campo difensiva. I miseri 68 punti lasciati al Ludwigsburg testimoniano ancora una volta che è quella la chiave della vittoria della Grissin Bon, che si avvicina alla vittoria ogni volta che costruisce qualcosa di importante in difesa. Se poi nel momento topico del match Kaukenas decide di tirare con la stessa energia e pulizia di tiro di quando aveva 15 anni di meno, allora è chiaro che tutto diventa più facile: in quelle circostanze la mano del lituano difficilmente trema, in barba alla carta d’identità, ma anche al dispettoso Le Mans che impedisce di festeggiare la qualificazione già da stasera.