Roma, 7 giugno 2013 – Alla fine la spunta Roma, regalando ai propri tifosi una serata indimenticabile con una prestazione maiuscola, forse al momento la più bella e perentoria di questa stagione indimenticabile per l’Urbe.
Sì, una serata indimenticabile dicevo, una serata durante la quale l’ACEA ha sciorinato una gara perfetta contro una squadra di rango superiore come è questa Lenovo, reduce da una stagione travagliata ma rimessasi in gioco come solo le grandi squadre sanno fare dopo esser inciampate, essere cadute e risollevatesi a gran fatica.
Ma questa sera era la sera dell’ACEA Virtus Roma, della sua gente e della storia che porta con se una finale scudetto dopo 5 lunghi anni fatti di amarezza, delusioni, rabbia e non ultima la paura del fallimento, scongiurato lo scorso luglio 2012 dal Presidente Claudio Toti.
Ma avremo tempo per le celebrazioni, fatto sta che questa gara, la gara che nessuno avrebbe voluto fallire, ha visto solo una squadra in campo che l’ha voluta vincere, l’ha strappata con una determinazione incredibile e senza lasciare conti in sospeso.
Mai avevo assistito in questa stagione ad una prova così convincente della Virtus Roma che comunque ha regalato belle prestazioni durante tutta la stagione, raccogliendo applausi e consensi sia dal pubblico neutrale che dagli addetti ai lavori.
Ma come non rimarcare la potenza, il fragore con la quale l’ACEA ha fatto sua una partita così delicata per i destini della stagione in corso? Questo ha decisamente sorpreso, in positivo, del roster capitolino: l’esser per l’ennesima volta uscita da una situazione delicata, ai limiti dell’impossibile destando nel complesso una sensazione di potenza e di capacità agonistica fuori dal normale, senza dimenticare che quella di stasera era la quattordicesima partita in un mese.
Un’ACEA che subito, memore probabilmente delle altre 6 sfide contro la Lenovo, ha preso le redini del gioco portandosi in un men che non si dica sul 9-2, capovolgendo cioè la logica e la dinamica della serie, mettendo quindi addosso agli avversari quel senso di soggezione che non era mai riuscita a mettere in tutte le altre gare.
E l’effetto è stato deflagrante perchè la Lenovo ha piano piano perso contatto con il piano di gioco studiato da Trinchieri e Molin, rientrando dopo quasi 6 minuti di gioco del primo tempo a ridosso dell’avversario ma perdendosi poi progressivamente del secondo periodo, il quarto di gara che probabilmente ha indirizzato il risultato.
Con un parziale di 24-16, l’ACEA ha legittimato una supremazia atletica, fisica, caratteriale e mentale infilggendo ad una Lenovo in netta difficoltà, un divario di soli 10 punti all’intervallo (42-32), ma un divario che sarebbe stato più netto se Aradori e Ragland non avessero fatto gli straordinari anche per gli altri compagni ricamando basket, mettendosi spesso in proprio e poco seguiti dal resto del team.
Probabilmente, come d’un colpo, sono apparsi davanti agli occhi dei giocatori in maglia azzurro cobalto gli spettri di Gara1 e Gara2 e la montagna è diventata inesorabilmente impossibile da scalare, pensando forse d’aver gettato al vento il match ball della serie non meno di 48 ore fa tra le mura amiche.
La ratifica della resa avveniva quando Trinchieri decideva, perso per perso, di mettersi a zona nel terzo periodo sotto di 14 punti ma, paradossalmente, nonostante l’ACEA sprecasse qualche tiro di troppo soprattutto con il Capitano, un Gigi Datome (9 p.ti, ma 3 assist, 6 rimbalzi e tanto gioco per i compagni), nettamente ancora al di sotto del suo standard abituale con la caviglia ancora malmessa, la Lenovo rientrava di un qualcosa ma solo per ricucire dalla doppia cifra di svantaggio alla singola cifra.
Nulla di più perchè gli errori al tiro continuavano (alla fine Cantù chiuderà dall’arco con un pessimo 26%, indicativo), e nel mentre l’ACEA dominasse a rimbalzo anche nel pitturato avversario con Jones (altra prova maiuscola dell’ala di Compton con 14 p.ti, 6 rimbalzi e 18 di valutazione), Czyz ( una presenza notevole quella dell’ala polacca con 5 rimbalzi, 5 punti e 12 di valutazione), Datome ed anche ovviamente Lawal (doppia doppia per lui: 15 punti, 11 rimbalzi), addirittura messo a lungo a riposo da parte di Calvani per preservarlo per il periodo finale. E
dopo due bei canestri di un ritrovato D’Ercole dalla lunga (8 punti ma di tantissima sostanza), e dell’MVP virtuale, al secolo un indemoniato Jordan Taylor (18 p.ti, Top Scorer dei suoi con 17 di valutazione, 5 assist e 2/3 dalla lunga), Cantù doveva rimettersi ad uomo ed ammettere, secondo dopo secondo nel quarto finale, che la gara sarebbe stata vinta dagli avversari subendo anche una tripla, un missile terra-aria scagliata dal Professore Phil Goss, autore di 16 punti, qualche persa di troppo ma, come sempre, tanto fosforo nelle letture della difesa canturina in momenti focali del match.
E chi l’avrebbe mai pensato che a cinque minuti dalla fine la sfida avesse già espresso il proprio verdetto?
Roma in finale dunque dopo 5 anni ed è un trionfo che sa di stupore ma anche di tanto lavoro, tanto sudore e tanta passione, sul quale ben pochi avrebbero scommesso.
Ma non è finita, adesso la debuttante si reca al Grande Ballo, aspettando comodamente domani sera in poltrona chi la spunterà tra Varese e Siena ma, comunque vada, questa squadra ha fatto di nuovo innamorare la città del basket e per questi regali è difficile stabilire un premio.
Uno scudetto sarebbe un bellissimo cadeaux ed attenti, questa squadra può decisamente stupire ancora tanto perchè nello sguardo, nel viso del suo allenatore, Marco Calvani romano dè Roma, c’è ancora tanta grinta e determinazione in sala stampa al punto tale da non volersi rilassare per niente al cospetto dei microfoni e delle telecamere: segno che la voglia di stupire non è per niente finita.
Un ultimo pensiero agli sconfitti e, in particolar modo, ad Andrea Trinchieri.
Come potrete vedere in fondo all’articolo, purtroppo per un problema tecnico, non posso dare il resoconto del dopo-gara ma lo sguardo del coach milanese, nel momento in cui elogiava sportivamente Roma riconoscendo il merito assoluto della vittoria, era a pochi attimi da un pianto liberatorio, ad una commozione che solo chi ha seguito le sue gesta in questi splendidi 4 anni può capire.
E’ finito un ciclo? Chi può dirlo ma l’umanità di cui era pervaso stasera Trinchieri lo han reso, agli occhi di chi vi scrive, ancora più autentico e non finto, costruito come potrebbe superficialmente sembrare vedendolo da lontano. Probabilmente termina questa sera la sua avventura in Brianza, forse no ma comunque va dato atto del suo lavoro e dell’aver riportato Cantù lì, dove merita e cioè nell’elite italiana e continentale.
La cronaca
Primo periodo, Trinchieri non sorprende e parte con Ragland, Tuys, Leunen, Aradori e Brooks e lo stesso fa Calvani con Taylor, Datome, Jones, Lawal e Goss. Roma parte in vantaggio, Jones al vetro ma Aradori ribadisce ma l’ACEA è viva perchè Taylor segna subito una tripla con tanto spazio, 5-2 al 2°. Il frastuono è assordante e Lawal va da due su recupero di Taylor e stessa cosa fa Goss su Ragland, Cantù è in crisi e Trinchieri deve tamponare l’emorragia, time-out e siamo solo al 3°, 9-2 per l’ACEA che stavolta fa la Lenovo delle prime 6 gare. Al rientro in campo Cantù fa ancora fatica in attacco, Leunen spara a salve da tre ma anche con un pizzico di sfortuna. Ma Ragland va, su errore di Goss, 9-4 al 4° e subito dopo Taylor perde ancora il possesso. Ragland però commette il suo secondo fallo e siamo solo 4°, su Jones, Trinchieri deve toglierlo per Tabu. Goss perde palla, adesso Roma attacca malino ma anche per meriti difensivi della Lenovo. Ancora Aradori, 9-6. Jones di tabella ma subito dopo Leunen con spazio da tre, 11-9 al 6°. E’ il turno di Datome, tutti i giocatori di Roma già a referto, 13-9. Tyus fa uno su due dalla lunetta ma Jones è scatenato, 15-10 ed Aradori, sul ribaltamento, perde il possesso su Taylor in pressione. Trinchieri è nervoso, entra Mazzarino per Pietro ed ecco D’Ercole per Goss, poi Jones imbecca Lawal, 17-10 al 7°. Roma azzanna in difesa, la Lenovo soffre, esce Leunen per Mancinelli ed altra persa per i biancoblu che però difendono bene sul tiro da tre fuori di Jones che poi commette fallo sempre su Tyus e sempre uno su due, 17-11. Taylor perde palla su pressione di Tabu, Mazzarino ribadisce, 17-13 all’8°. Ed il play belga va da tre come sa fare, con spazio in punta, 17-16 al 9°. C’è Czyz che stoppa Tyus, esce proprio il centro di colore per Cusin adesso. Roma s’è spenta un attimo in attacco, poi sciupa in contropiede tre contro uno, per sua fortuna Tabu spara a vuoto dalla lunga. Cusin stoppa Goss ma Lorant contiene bene Mancinelli nella sua posizione di post basso, si chiude con Czyz dalla lunetta e prosegue la liturgia dell’uno su due, la notizia è che si chiude con Roma avanti di due, 18-16. Dopo un’ottima partenza della Virtus andata anche a +7, Cantù ha trovato le misure per arginare gli avversari che han perso fluidità in attacco. Tensione, molta, ma era prevedibile, al momento sempre uomo contro uomo.
Secondo periodo, Goss parte come play ed esegue da tre, 21-16 al primo tiro. E dopo anche D’Ercole da tre, 24-16, +8 al 12° e Czyz fa un miracolo in difesa su Cusin e dopo raccoglie anche un bel rimbalzo in difesa. Cantù sembra in soggezione, sentimento confermato dal canestro di Datome che regala il +10 al 13° con Trinchieri che deve di nuovo chiamare tempo: i suoi sembrano smarriti, poco decisi, proprio quello che non devono fare. Al rientro in campo ci sono Scekic e Mazzarino con Tabu ancora a surrogare Ragland. L’ACEA fa zone-press e c’è anche Aradori ma c’è anche Bailey che sporca uno scarico fuori di Tabu per Leunen, l’ala canturina s’impappina, persa. Scekic sbaglia da sotto, non da lui, Goss no in controtempo, +12 Roma e siamo al 14° 28-16. La Lenovo è ancora a secco in questo periodo e riecco Ragland con Taylor, fa goal Aradori e Calvani rimette anche Datome e Lawal, di nuovo le prime linee. Lawal perde palla per passi, un classico ma Cantù non ne approfitta, il centro serbo deve arginare Lawal mandandolo in lunetta, stavolta è 0/2….Scekic non sbaglia una seconda volta, 28-20 e mini parziale per Cantù. Pochi falli da ambo le parti, 2 per Cantù ed uno solo per Roma al 16°. Datome va da tre, fantastico ma Aradori fa un passo ad incrocio fenomenale, 31-22 al 16°. Leunen trova spazio nel cuore dell’area, 31-24 e Calvani vuole parlarci su, non vuole che i suoi “mollino” la tensione. Ora c’è anche Tyus in campo mentre Lorant resta in campo e Taylor dalla media va, 33-24. Aradori adesso è l’attacco della Lenovo, sempre da post basso ma Lawal ribadisce da sotto. Goss commette fallo su Ragland in entrata, 35-29 perchè c’è anche fallo. Datome converte un canestro in transizione dopo stoppone di Lawal su Tyus, 37-29, Pala Tiziano in delirio ma l’ACEA è molto, molto presente, Goss sembra un po’ soffrire adesso. Ragland va da tre, 37-32 dopo ottimo scarico di Leunen. Lorant va in lunetta ed è sempre uno su due, come da liturgia. Scekic prova ad attaccare Lawal ma non frutta il suo attacco mentre Taylot da spettacolo, 40-32 in entrata. Poi Leunen rifiuta un tiro con spazio per Sckeic ma il centro serbo perde palla e sull’ultimo possesso a 2”, Goss fa un semi-miracolo consegnando ai suoi il +10 sul suono della sirena, 42-32. Cosa dire? Un’ACEA favolosa, una Cantù timorosa che, se non avesse un incredibile Aradori, uomo faro in attacco con un pizzico di Ragland, avrebbe ora un passivo nettamente superiore. Da notare fuori Jones dopo il secondo fallo per Roma e dentro un Lorant alla Mike Gianelli di petersiana memoria, sudore e sangue in difesa su Leunen e su chiunque gli capiti a tiro. Da tre c’è tanta differenza, Roma tira con 50%, Cantù con il 25%…Altro dato pro-Virtus: quelli che son scesi in campo tutti han segnato almeno un punto tranne Bailey, dedicatosi alla difesa su Ragland o Tabu. Comunque la Virtus ha la faccia giusta, la Lenovo sembra poco convinta ma è ancora tanto, tanto lunga.
Terzo periodo, di nuovo startin’ five per entranbe le squadre, quindi c’è di nuovo Jones per l’ACEA. Goss va in entrata, 44-32 dopo una tripla a vuoto di Leunen ma Brooks la mette in avvicinamento. Taylor in controtempo ma Ragland non molla, 46-36 al 22°. Leunen è in confusione, spreca il possesso con Ragland che spara a salve da tre mentre Taylor serve, come sa fare lui, Lawal che affonda la bimane, 48-36 al 23° e c’è anche il terzo fallo di Goss per Roma che però non se ne fa una pena: su errore di Tyus in appoggio al vetro parte, servito da Taylor e deposita nel cotone, 50-36 con l’ACEA al massimo vantaggio e Trinchieri….Chiama tempo al 23°. Datome è incredibile, gioca in modo silente, sembra un’ombra e lo fa senza sbagliare nulla lasciando la scena ai compagni. Altro errori di Cantù al rientro in campo e Tyus fa il secondo fallo su Lawal. Taylor da due con una sicurezza pazzesca, poi commette anche lui il terzo fallo lontano dal possesso mentre Brooks aveva sparacchiato a salve da tre. Ragland, sempre lui e dopo è zona per Cantù. Lawal ancora ma Aradori è monumentale, 54-40 al 25°. Sempre a zona la Lenovo, meno frenetica adesso l’ACEA, Datome sbaglia (e non di poco), dalla lunga mentre Brooks trova un fallo in entrata, fa 2/2 al 27° con il punteggio sul 54-42. Entra Bailey per Taylor, Roma è in bonus contro i due di Cantù. Questa zona viene digerita poco dall’ACEA, Jones perde il possesso come spesso capita incamponendosi dopo aver preso una palla vagante, in transizione il Cardinale punisce da tre, Calvani deve chiamare tempo sul 54-45 al 27°. Però Jones si fa perdonare, attacca da post alto Leunen provocando il fallo sulla sua entrata, uno su due ma stavolta Lawal raccoglie e son due punti, 57-45. C’è Scekic, due da sotto facili, 57-47 ma poi Ragland commette anche lui il terzo fallo su Bailey. Datome sbaglia ancora dalla lunga, sul contropiede però non ne approfitta la Lenovo perchè Scekic fa fallo su Jones, altro giro per lui in lunetta, è 2/2 finalmente. Il Cardinale manda ancora Scekic a bersaglio. Datome ancora male da tre ma Jones va di rimbalzo, idem per Datome su Bailey e sarebbe ancora possesso per Roma sull’altro tiro di Jones se Datome non pestasse la linea di fondo, incredibile Roma per intensità e dedizione. D’ercole va di contropiede rubando la palla al Cardinale, 61-49, poi Scekic guadagna un fallo da Czyz in post basso, 2/2 pure per lui, 61-51. Persa di Jones, ultimo tiro per la Lenovo con Ragland che va in entrata, 61-53. Roma controlla ma la zona di Trinchieri sta frenando l’impeto della Virtus, ottima al momento la mossa del coach milanese.
Quarto periodo, da vivere con il cuore in mano. Calvani rimette Taylor e Goss con Czyz e Jones, fuori Datome. Cantù sempre zona ma Jones va nel cuore del pitturato, 63-53. Goss perde palla, D’Ercole frena la ripartenza avversaria e dopo Czyz sale in cielo per un rimbalzo su Scekic sull’errore da tre di Ragland eppoi c’è la tripla di D’Ercole, 66-53 al 32° e Trinchieri deve parlarci su: con la zona, questi sono i rischi, al momento Cantù va bene perchè Datome ne ha sbagliate ben due. Altra tripla fuori di Aradori e Czyz schiaccia, 68-53. Cantù sembra sulle ginocchia, rientra Datome per Jones, rimane un Czyz decisivo per intensità e furore agonistico. Di nuovo a d uomo Cantù, Taylor, +17 per Roma al 33°, 70-53. Pietro Aradori non ne vuol sapere di mollare, che giocatore, 70-55 ma Taylor è in trance agonistica, altri due punti in entrata come solo lui sa come…72-55 al 34°, Trinchieri scuote la testa con un sorriso triste, poi incoraggia i suoi a crederci. Ma i brianzoli sembrano adesso la Virtus di Gara 3, 4 e 5, sbagliano tutto quanto c’è da sbagliare al ferro, Brooks ancora in errore da dentro l’area, sembra proprio che Cantù ne abbia poco. Goss fa il quarto fallo al 35°, c’è di nuovo Taylor per lui e c’è di nuovo Lawal, fermo per molto in panchina. Brooks, finalmente, 72-57 ma Goss spara una tripla sideral, 75-57, +18 ma Ragland…Anche non molla, 75-59 ma poi commette fallo su Taylor da tre, quarto fallo per lui e Trinchieri, guardando Molin, chiama tempo scuotendo la testa per un sol attimo ma indicativo, è finita sul 78-59 più libero per Roma a 4’33” dal termine, +19 per l’ACEA? Eh già, sembra proprio di sì perchè Taylor, dopo il time-out sbaglia e Jones raccatta il rimbalzo e dopo offre un asisst a Lawal, 80-59, +21. E’ finita, Tabu ci prova ma è finita, altro errore, Lenovo in ginocchio a -21 al 37°. Tyus in lunetta, 0/2, senza parole, Cantù è prostrata e Lawal prende un altro rimbalzo offensivo. I tifosi canturini incitano sempre i loro ragazzi, grande prova d’attaccamento come Aradori, che non ne vuole sapere d’ammainare bandiera, 80-61. Lawal domina il suo dirimpettatio Tyus, altro rimbalzo con altro fallo, lunetta ed è il solito uno su due. Pietro spara un cross da tre, se s’arrende anche lui….Va da tre anche Bailey, dopo 5 anni di sofferenze ed atroci delusioni, l’ACEA Virtus Roma approda in finale con molti spettatori attoniti, commossi, per la bellezza di questa squadra umile e mai doma. Termina in un tripudio di folla giallorossa, sull’89-70 con anche molte lacrime per questa squadra che scrive un pezzo di storia, della sua storia e che vuole non fermarsi più!
Sala Stampa
Purtroppo, per problemi tecnici, non siamo in grado di presentare le interviste del dopo-gara, ci scusiamo per l’inconveniente con i lettori.
ACEA Virtus Roma – Lenovo Cantù 89-70
Parziali: 18-16; 24-16; 19-21; 28-17
Progressione: 18-16; 42-32; 61-53; 89-70
MVP: Calvani, eppoi Goss, Taylor, Jones, Datome, D’Ercole, Lorant e Czyz più Lawal, Tambone e Gorrieri più Bailey. Una menzione speciale per Aradori, ultimo ad arrendersi e campione autentico: triste in volto alle prese con l’antidoping, vede il sottoscritto che vuole salutarlo assieme a Datome e s’avvicina sorridendo complimentandosi con Gigi Datome per la grande squadra contro la quale questa sera aveva giocato e perso.
WVP: sarebbe facile scrivere tutta Cantù ma sarebbe da vigliacchi perchè questa Cantù merita solo un grande, immenso applauso per come ha tenuto il campo sino alla fine e per gli occhi semi-lucidi del suo condottiero, in sala stampa, forse alla fine di un ciclo. Alè, alè, ale Cantù!
Fabrizio Noto/FRED
1 Comments
Davide
E ora non accontentiamoci!
Un saluto
D